CLAUDIO (KATHMANDU, 30/11/2007)
Ciao Gente, siamo in un internet cafe a Thamel, il centro di
Kathmandu.
22/11/2007. Abbiamo impiegato 7 giorni ad arrivare qui da
Varanasi.
Siamo usciti lentamente dai vicoli della citta' sacra
spingendo le biciclette a mano. Ci ha rallentato ancora di
piu' un toro che passeggiava tranquillo ed era difficile da
sorpassare visto la sua stazza! Alle mucche solitamente
tirano la coda per farle spostare ma per i tori c'e' piu'
rispetto...se si incazzano guai!
Per uscire dal traffico della citta' abbiamo chiesto molte
volte le indicazioni, ovviamente per molti suonava strano
pensare di raggiungere il Nepal in bici.
La strada per il Nepal non e' certo bella come da Varanasi a
Calcutta. Quella non e' cambiata, una strada ad una sola
careggiata dove i mezzi procedono a zig zag per evitare le
buche.
Raggiunti i villaggi e le citta' lungo la strada e' il
delirio del traffico, clacson, bici, mezzi contro mano,
motorette che si infilano ovunque, gente che sbraita e
mucche che con tutta tranquillita' pascolano in mezzo alla
strada. I trasporti piu' poveri li fanno coi carri trainati
dai buoi, alle volte tanto carichi da ribaltarsi. Quando
succede il loro sfogo di rabbia va contro il bue che povera
bestia non ha nessuna colpa.
Nella prima citta' che abbiamo attraversato il traffico era
paralizzato da un corteo in mezzo ad un incrocio. Le code di
camion e bus erano chilometriche ma nessuno si osava ad
attraversare l'incrocio. Grazie ad un ragazzo siamo riusciti
ad oltrepassare la manifestazione. Lo abbiamo seguito e
mentre pedalavamo ci diceva "indian road". Infatti... la
stradina alternativa attraversava i binari e bisognava
caricare le bici in spalla per oltrepassarli ma in pochi
minuti eravano sulla nostra strada.
Moltissimi indiani sono davvero cortesi, l'approccio e'
sempre strano, cominciano a rompere i maroni ma poi
risultano davvero molto operativi.
La prima sera abbiamo raggiunto Moa, una citta' a 120 km a
nord di Varanasi. Siamo arrivati col buio e dei ragazzi ci
hanno aiutato a trovare una sistemazione per la notte
scortandoci con le loro biciclette. L'albergo era sporco e
inquietante ma per passare la notte andava bene.
Il giorno dopo abbiamo pedalato per 100 chilometri e
raggiunto Gorakpur.
La strada era una continua salitina verso le montagne, pian
piano ci avvicinavamo all' Himalaya.
Lungo la strada abbiamo visto le prime due scimmie di razza
diversa da quelle che avevamo incrociato fino a quel
momento. Scimmie piu' grosse, un po' piu' belle e con la
coda lunga. Erano in periferia di un villaggio,
probabilmente vivevano di sciacallaggio.
Il pranzo della giornata era stato migliore della giornata
precedente. Solitamente a pranzo siamo stati sempre
sfortunati mangiando somosa troppo piccanti mentre quel
giorno avevamo delle pakora di patate (tipo patate impanate
fritte).
La periferia di Gorakpur era il solito traffico indecente e
incasinato. In un incrocio Patrizia ha fatto una bella
caduta fortunatamente senza nessun danno a lei e alla bici.
Per schivare una bici che le stava venendo addosso e' finita
a terra. Il corteo di gente attorno a godersi la scena non
e' mancato, nessuno ha mosso un dito ma qui funziona cosi'.
Non per cattiveria ma ognuno pensa per se, si vive meglio
cosi'.
Per la notte abbiamo trovato una sistemazione in centro, una
bella guest house con un cortile dove sugli alberi vivevano
molte scimmie. Nel cortile c'erano anche dei tipi loschi,
malavitosi all'apparenza. Continuavano a chiamarci e visto
che noi non li consideravamo loro sono venuti da noi. Uno
aveva una fotocopia di una banconota della Jugoslavia e mi
chiedeva se era valida o no. Io ho risposto col sorriso che
la Jugoslavia non esiste piu' ma la risposta non li
convinceva. Mi continuavano a dire se era valida la
banconota dai numeri di serie e visto che non ci mollavano
ho detto a loro di stare tranquilli che la banconota era
valida! Dopo erano contenti e se ne sono andati... Gli
avevano troppo bidonati!
A Gorakpur e in molte citta' sulle rive dei fiumi svolgono
sempre le cerimonie funebri Hindu. E' molto piu' economico
farsi bruciare in una piccola citta' piuttosto che a
Varanasi anche se molti preferiscono ovviamente la citta'
sacra.
24/11/2007, ultimo giorno in India.
Lungo la strada per il confine abbiamo attraversato
chilometri di foresta popolata da molte scimmie. Erano della
stessa razza di quelle che vivono a Varanasi ma non erano
molto amichevoli quelle. Bastava passarci vicino con la bici
che mostravano i denti e facevano cenno di attaccarci. Le
scimmie se fossero appena piu' intelligenti e formassero una
banda conquisterebbero l'India scacciando l'uomo. Se si
incazzano fanno paura.
L'ultimo pranzo in India e' stato peggio del solito, impasto
delle somosa e due the. Il proprietrio ha pure cercato di
fregarci con l'aiuto del socio tanto arguto che alla fine
noi abbiamo fregato lui.
Alla frontiera e' stato piu' rapido di quello che ci
immaginavamo. La parte indiana era un piccolo ufficio con
una scrivania e un'ufficiale simpaticissimo che ci ha
timbrato i passaporti e scherzato sul fatto che non avevamo
figli. Per lui non aveva senso stare insieme e non averne.
La parte nepalese e' un po' piu' carina, un edificio non
molto accogliente ma molto meglio di quello indiano.
Timbrati i passaporti e NAMASTE (ciao).
E' sempre bello tornare in Nepal!
Ci siamo fermati nella prima citta' a soli 4 chilometri dal
confine, dovevamo prelevare dei soldi ed era troppo tardi
per proseguire.
All'orrizzonte c'erano le montagne da scavalcare, poco
dietro l'imponente Himalaya che questa volta mi limito a
guardare da vicino ma non si scavalca a questo giro. La
sera abbiamo comprato un paio di calzini per Patrizia, io ho
recuperato quelli che usavo per fasciare le borracce. Ho
dovuto solo cucirne uno che era bucato. Cominciava a fare
freddino la sera.
25/11/2007, primo giorno di pedalata in Nepal dopo una
colazione di roba scaduta... Bell'inizio!
Ci siamo avvicinati alle montagne, sulla strada per Pokara e
poi abbiamo deviato verso est in una strada che non avevo
mai fatto, la via piu' corta per Kathmandu.
Il Nepal e' molto piu' pulito dell'India, non servono tanti
chilometri per accorgersene, le vacche brucano l'erba e i
bufali d'aqua sguazzano nei laghetti e non nei pantani.
Abbiamo percorso una strada a sali e scendi in mezzo alla
foresta ai piedi delle montagne, attraversato piccoli
villaggi dove la gente vive con il poco che ha ma non le
manca nulla. I sorrisi e i saluti non mancano mai, quanto
adoro questo paese.
Nei negozietti lungo la strada si trova l'acqua in
bottiglia, privilegio raro in India.
La maggior parte dei nepalesi ha gli occhi a mandorla, solo
alcuni assomigliano agli indiani. In molti indossano un
capellino colorato per tradizione e all'evenienza per il
sole e per il freddo. Salutano con il loro Namaste giungendo
le mani e sorridendo, anche bambini molte volte dicono
Namaste ma purtroppo sta prendendo troppo piede il
penosissimo "hello".
Prima di raggiungere la citta' dove avremmo trascorso la
notte abbiamo attraversato un passo non molto alto. In
salita abbiamo incrociato molti camion in panne e dei
mucchui di fieno che andavano a fuoco che dopo alcuni
chilometri abbiamo capito chi li aveva persi. C'erano dei
militari che spegnevano un camion che andava a fuoco, il
padrone del fieno...
Sugli alberi lungo il passo vivevano molte scimmie
indisturbate che passavano la giornata sui rami al bordo
della strada guardando le macchine passare.
Forse la foresta era troppo monotona per loro.
Per affrontare la discesa abbiamo indossato il pile e lo
abbiamo tenuto fino a Kathmandu, il freddo si faceva sentire
sempre di piu' man mano che salivamo verso nord.
In serata abbiamo raggiunto Arunkhola, una piccola citta'
lungo la strada dove ci siamo alloggiati. C'era scritto
hotel ma... Una stanza da due euro con un lettino
matrimoniale stretto e corto (taglia nepalese) e le coperte
mai lavate. Come riparo per la notte non era male pero'. Il
padrone parlava inglese, ci ha preparato una cena che era
giusto per nutrirsi e dei the dove abbiamo pucciato i nostri
biscotti per non morire di fame. Erano incuriositi a vederci
mangiare i biscotti a quella maniera, per loro era una
novita'.
Avevano delle galline che razzolavano in mezzo ai tavoli,
alle volte entravano in cucina e il padrone le scacciava. Un
cane faceva da lavapiatti, si leccava gli avanzi e poi le
donne lavavano i piatti sotto le pompe dell'acqua.
La parte piu' difficile della serata e' toccata a Patrizia,
io ero stato aclappiato da un tizio che voleva parlare un
po' in inglese e non mi mollava piu' mentre lei era alle
prese coi conti assieme al proprietrio. Aveva un calcolatore
ma non era certo un matematico, per fare i conti della cena
ha impiegato piu' di 10 minuti. Fortuna che avevamo preso
solo due cose!
La mattina e' stato meno disastroso fare i conti, avevamo
solo due omelette, non era difficile ma c'e' voluto il suo
tempo.
La strada ha continuato con un sali e scendi tra le foreste
e un venticello contrario fastidioso. I pasti sono sempre
stati scarsi e ben poco energetici, ci salvava la cioccolata
che compravamo nei negozietti che fortunatamente non mancano
mai.
Negli ultimi chilometri prima di raggiungere la citta' sulla
strada principale per Kathmandu abbiamo incontrato due
neozelandesi in viaggio in bici. Erano partiti da Singapore
e si dirigevano verso India, Pakistan e poi su verso il
Centro Asia.
Gli ultimi chilometri abbiamo costeggiato un fiume, molti
villaggi li avevano costruiti dalla parte opposta e per
raggiungerli bisognava attraversare un ponticello pedonale
sospeso coi cavi. Per trasportare la merce hanno costruito
delle teleferiche con dei cavi robusti ancorate alla roccia.
L'incrocio di due fiumi e' considerato sacro per i
buddhisti, anche se scomodo e pericoloso per le piene,
costruiscono villaggi e ponti sospesi per raggiungerlo.
E' divertente chiedere ai nepalesi "quanto manca per il
prossimo paese?"... Sparano chilometri a vanvera, non ne
hanno la piu' pallida idea, viaggiano in bus o in bici,
alcuni sanno a sai quanto sia un chilometro ma alle volte
sparano cifre che piu' o meno si ci avvicinano.
Ai bordi delle strade molta gente raccoglie legna da ardere
e erba per le bestie. Molte volte viene esposta per
venderla.
In molti portano sulla strada dei sassi che recuperano dal
fiume e le spaccano con la mazzetta per farne della ghiaia
da vendere. La concorrenza e' spietata, in molti fanno
mucchietti di ghiaia, fasci d'erba e legna, decorazioni
all'uncinetto per i camion ed espongono tutto in attesa di
clienti.
Pochi chilometri piu' avanti c'erano alcune cave dove i
macchinari producevano quintali di ghiaia ma i piccoli
fabbricatori di ghiaia non si lasciavano intimidire dalla
concorrenza e continuavano con le loro mazzette a dare colpi
ai sassi.
In serata abbiamo raggiunto la citta' al bivio per
Kathmandu, ci siamo alloggiati in una guest house da 2 euro
(200 rupie) e mangiato roba abominevole. Grazie di esistere
cioccolata!
27/11/2007, partiamo col freddo e con la nebbia, il nostro
abbigliamento e' penoso, un solo pile e pantaloncini corti.
La sera e al mattino si muore di freddo.
Lungo la strada abbiamo incontrato un viaggiatore in bici.
Era il suo secondo giorno di pedalata, era in una salita che
spingeva la sua bici a mano. Un signore di una sessantina
d'anni che vuole raggiungere lo Srilanka in bici.
Buon viaggio!
Abbiamo costeggiato il fiume per molti chilometri, molti
stranieri fanno rafting o scendono con le canoe, ne abbiamo
visti alcuni scendere il fiume.
La strada era tutta in salita, mancava un solo passo, quello
per la valle di Kathmandu a pochi chilometri dalla citta'.
Lungo la salita delle bimbe si sono attaccate al portapacchi
di Patrizia formando una catena umana con la pretesa di
essere trainate! Povera Patrizia...
Finalmente un pranzo coi fiocchi, c'era un ristorante lungo
la strada, caro ma molto buono. Dopo tanto digiuno non
abbiamo badato a spese.
Prima di raggiungere il passo abbiamo incrociato un'altro
viaggiatore che pedlava verso l'India, aveva caricato sul
portapacchi 4 gomme di scorte. Va bene essere previdenti ma
cosi' mi sembra un po' eccessivo...
Per non raggiungere Kathamndu troppo tardi ci siamo
alloggiati in un'altra guest house lungo la strada poco
sotto al passo. Questa volta 150 rupie, era troppo maffa!
Senza un vetro, un topo come inquilino e le coperte troppo
zozze anche per un maiale. Non e' stata una scelta per
risparmiare ma lo stndard delle guest house lungo la strada
e' quello.
Il 28 novembre abbiamo raggiunto Kathmandu, e' stato bello
rivedere questa citta', niente di splendido ma dei gran bei
ricordi. Siamo andati nell'hotel dove ero stato 4 anni fa,
stesso hotel e stessa stanza. La piu' economica, 250 rupie
(2,5 euro) e un piccolo letto matrimoniale che lascia lo
spazio sufficente per tenere le bici in camera.
Appena arrivati in citta' abbiamo comprato un maglione per
uno, faceva troppo freddo per il nostro abbigliamento da
India!
Abbiamo trascorso qualche giorno tra negozi di bici e pian
piano le stiamo sistemando. Abbiamo gia' speso una barcata
di soldi e mancano ancora le gomme da cambiare. Abbiamo
tempo per fare una buona scelta.
Abbiamo da fare ancora un po' di spese per rimetterci in
marcia, il materiale che abbiamo e' un po' usurato e
qualcosa va cambiato.
Ora le bici resteranno ferme un mese, si va in vacanza.
Arrivano i nostri genitori e visiteremo il Nepal assieme a
loro con i bus.
Sara' una nuova esperienza... faro' sapere.
Ciao a tutti!!!
Claudio
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