25.4.07

CLAUDIO (PECHINO, 25/04/2007)

Ciao Gente, siamo a Pechino da 10 giorni e domani finalmente
si riparte con le biciclette.

Abbiamo lasciato la nostra macchinina a Ulanbaatar al
padrone della guest house per 200 dollari. E' stato un gran
bel viaggio con la suzukina ma sara' ancora meglio con le
biciclette. Avevo proprio una gran voglia di pedalare.

Il padrone della guest house ci ha aiutato molto per
ottenere i biglietti del treno per raggiungere Pechino. Era
il treno che arrivava da Mosca e solitamente e' super
affollato. La sera ci siamo salutati e ci ha fatto un bello
sconto sulle notti trascorse da lui dicendomi che avevamo
fatto un buon buisness con la suzukina. Col tempo riuscira'
a venderla bene.

La mattina il figlio ci ha svegliati presto e portato alla
biglietteria della stazione. la prima risposta e' stata un
NO secco! Non ci sono posti liberi! ha telefonato al padre
che a sua volta avra' telefonato a qualcuno che conta e in
20 minuti abbiamo ottenuto due biglietti a 45 euro l'uno. Il
padre e' un tizio in gamba, conosce tutti e si fanno dei
favori a vicenda.

Siamo andati ad aspettare il treno sui binari, aveva smesso
da poco di nevicare, la primavera non esiste in Russia e
Mongolia.
E' arrivato il treno, carrozza numero 14. Ha aperto la porta
un cinese, il responsabile della carrozza. Prima di scendere
si e' messo i guanti di gomma e ha pulito le maniglie delle
scalette, agganciato il numero 14 calamitato sulla carrozza
e poi ha preso i nostri biglietti. Ha provato 3 volte a
chiederci da dove venivamo ed e' stata dura
capirlo...mischiava russo cinese e inglese in una
parola...un mito!

Il suo collega ci ha accompagnati nello scompartimento che
abbiamo condiviso con due Svedesi che arrivavano dalla
Russia. Ci hanno consegnato le lenzuola e le due cuccette
non erano affatto male. Un po' dure ma erano meglio dei
sedili della suzukina.

Il treno e' partito in perfetto orario, era strano viaggiare
in un altro mezzo che non fosse la Susina. La periferia di
Ulanbaatar e' fatta da Yurte. E' strano vedere la citta' coi
suoi palazzi e a pochi metri le yurte dei piu' poveri.

Dopo poche ore abbiamo avuto la colazione gratis, era
compresa col biglietto. Da quel momento abbiamo cominciato a
mangiare con le bacchette. Mentre facevo una foto a Patrizia
un cinese e' scoppiato a ridere....

Sul treno c'era di tutto, mongoli, russi, cinesi e
viaggiatori di altre razze.

Il Cinese, responsabile della carrozza, era un
mito...ossesionato dalla pulizia. Probabilmente era
obbligato a far tenere pulita la carrozza ma tutti ridevano
quando passava per ogni scompartimento col sacco della
spazzatura per raccogliere i rifiuti. Non diceva una parola,
si fermava in ogni scompartimento e puntava il dito verso un
pezzetto di carta, un tappo di una bottiglia o qualunque
cosa reputava da buttare. Non gli andava giu' che noi non
gli consegnavamo un rotolo di carta igenica quasi
finito...Per lui era da buttare. Finito il giro dei rifiuti
toglieva i suoi guanti e si metteva in cuccetta.

Due volte e' passato con l'aspirapolvere, sempre coi suoi
guanti di gomma e i suoi modi di fare... Puntava il dito
verso le scarpe o gli zainetti per farli spostare e pulire
bene ovunque. Era il terrore della carrozza...se ti cadeva
una cosa per terra la prendeva come spazzatura.

Nel tardo pomeriggio abbiamo attraversato il deserto del
Gobi, non c'era piu' traccia di neve ma solo qualche
cammello qua e la. C'era molto vento quindi nel treno
entrava la sabbia del deserto. Il cinese si e' dovuto
ripassare tutta la carrozza con l'aspirapolvere...

Verso le 8 di sera abbiamo raggiunto la frontiera. Sono
entrati gli ufficiali a controllare il treno e portare dei
moduli da compilare. hanno ritirato il passaporto a tutti e
portato dentro gli uffici. A noi stranieri il controllo
bagaglio praticamente non esiste ma alcuni russi sono dovuti
scendere con le valige e andare in dogana.

Fortunatamente nessuno ha notato il timbro che avevo sul
passaporto che indicava il possesso di una macchina
all'ingresso del paese. Gli svedesi che erano con noi mi
avevano chiesto che documenti avessi che attestavano la
vendita della macchina a Ulanbaatar...ridendo ho risposto
"nessuno...speriamo che nessuno se ne accorga". Sono rimasti
perplessi dalla risposta.

Il treno ha fatto molte manovre dentro la stazione
sganciando vagoni e portarli dentro un capannone. Dentro
quel capannone sostituivano il blocco delle ruote delle
carrozze visto che in Cina i binari sono piu' stretti di
circa 15 centimetri. Dei sollevatori idraulici alzavano le
carrozze e con un sistema di cavi trascinavano via le ruote
larghe e portavano sotto la carrozza le ruote piu' strette.
Una volta posizionate sotto calavano la carrozza sui nuovi
blocchi. Siamo scesi a fare le foto assieme ad altri
viaggiatori ma una volta che e' tornato il Cinese ci ha
sgridati e riportati in carrozza.
Il treno ha fatto molte altre manovre per riagganciare tutti
i vagoni, agganciare un nuovo vagone ristorante cinese e
tornare in stazione.

Abbiamo trascorso cinque ore in frontiera tra dichiarazioni,
timbri e ruote nuove...

Sul tratto cinese abbbiamo avuto i ticket per la colazione e
il pranzo gratis!

Era mezzanotte quando siamo ripartiti e il cinese ci ha
stupiti per l'ultima volta...aveva la camicia della divisa e
i pantaloni del pigiama. Camminava avanti e indietro nel
corridoio per vedere se era tutto in ordine e poi si e'
messo in branda.

La notte l'abbiamo passata benissimo, abbiamo dormito come
ghiri nelle nostre cuccette. Dal finestrino si vedeva la
Cina.... Non e' poi cosi' lontana da Luceto.

Abbiamo oltrepassato la muraglia cinese e in una stazione
abbiamo dovuto attendere la coincidenza quindi siamo scesi a
fare le foto alla muraglia. In alcuni tratti costeggia la
ferrovia pwer poi sparire dietro le montagne. E' davvero
imponente. Non ci fossero gradinate cosi' lunghe sarebbe
anche bello percorrerla in bicicletta. L'unico modo e' a
piedi anche se alcuni tratti sono a pagamento... Organizzano
i tour per andarli a vedere e fanno pagare il biglietto in
alcuni tratti...che tristezza.

La periferia di Pechino e' immensa ed e' tutto un cantiere.
Stanno continuando a tirare su palazzi e a tirare giu'
baraccopoli. Stanno preparando tutto per le olimpiadi del
2008.

Il treno e' arrivato in orario spaccato alla stazione
centrale di Pechino. 14:31 come da programma.
Con la metro' abbiamo raggiunto il nostro ostello. Il piu'
economico della citta' dove paghiamo 3 euro a testa in
camerata da dieci letti.
In camera c'e' uno spagnolo che vive qui a Pechino. Si
mantiene lavorando, insegna inglese e spagnolo. Ha sparso
vestiti ovunque in tutta la camera e c'e' una puzza di piedi
paurosa. Di notte russa e parla nel sonno. Dice parole in
inglese, spagnolo e cinese.

A mangiare andiamo in una vietta dietro all'ostello dove
paghiamo un euro e mezzo a testa per un piatto di pasta e
gli spiedini. C'e' un tizio col carrettino che fa spiedini,
ormai siamo sempre da lui. Costa poco e sono buoni.

Non siamo stati un giorno fermi qui in citta'. Il primo
giorno abbiamo fatto troppi chilometri a piedi cercando
negozi di bici che non abbiamo trovato. O meglio...abbiamo
trovato negozi di bici super costose o di bici penose.

Il secondo giorno abbiamo trovato negozi di bici non lontano
dall'ostello e dopo una lunga scelta abbiamo comprato due
mountain bike Merida, telaio in alluminio e forcella
ammortizzata. Per Patrizia abbiamo scelto una bici col
telaio piu' piccolo altrimenti avrebbe fatto troppa fatica a
pedalare. Come componentistica non sono male ma appena
consumeremo catene e corone compreremo materiale piu' serio.
Girando in bici per la citta' abbiamo incrociato una
trentina di negozi di bici dove in ognuno abbiamo comprato
qualcosa. Parafanghi, portapacchi, porta borracce,
puntapiedi, cavetti, freni, borse per il manubrio e borse
posteriori.

Girare per la citta' in bici e'' uno sballo. Si trovano un
sacco di cose. I parcheggi di bici sono ovunque, alcuni sono
su due piani per poter parcheggiare piu' bici possibile.
Pechino sta cambiando ogni giorno che passa, stanno tirando
giu' intere vie di palazzi e li ricostruiscono nuovi. In
ogni angolo della citta' c'e' un cantiere e palazzi che
vengomno su in pochi mesi. Stanno stravolgendo tutto per le
olimpiadi e ne sono molto orgogliosi di essere loro ad
ospitarle nel 2008.

Per il nostro abbigliamento siamo stati in un mega centro
commerciale di roba taroccata! vendono roba Nike, Adidas,
The North Face e molte altre marche costose. Sembrava il
mercato del pesce, tutti gridavano e cercavano di
accaparrarsi i clienti. La contrattazione era la parte piu'
bella. Sparavano delle cifre come se la roba fosse originale
e poi partiva una contrattazione spietata e solitamente
ottenevamo la roba a un quarto del prezzo.

Una giornata ce la siamo presa di vacanza e siamo andati a
visitare un pezzo di citta' proibita. Non tutta perche'
bisogna pagare troppo. E poi perche' pagare per vedere la
ricchezza degli altri... Lo spirito genovese!

L'altra sera facevo le prove di carico, infilo la tenda
nelle borse, schiaccio poco di piu' e si e strappata la
borsa... Ho provato a tirare le altre cuciture e mi sono
rimaste in mano... Le borse mi sembravano decenti ma alla
fine erano un disastro. Si laceravano infilamdoci roba
dentro... 30 euro buttati via.

Ieri e oggi siamo andati a comprare delle borse belle
capienti e migliori che ci sono costate ancora meno ma
sembrano belle robuste. Questa sera le caricheremo. Io
portero' molto piu' peso di Patrizia per evitare che mi
muoia per strada... Io portero' tenda, fornello, gavetta,
attrezzi, e il mio vestiario. lei portera' solo il suo
vestiario quindi avra' ben pochi chili sulla bici. Poi se
vedo che mi supera gli appioppo qualcosa...

Domani mattina partiremo verso sud, direzione Hong Kong ma
ancora non sappiamo che zig zag fare...improvviseremo strada
facendo.

Ci sentiamo dalla Cina... tra qualche giorno!
Ciao!!

Claudio

P.S. Finalmente basta neve!
PATRIZIA (ULAANBAATAR - BEIJING, 15/04/2007 - 25/04/2007)

Ciao a tutti, vi scrivo da Beijing, la "capitale delle
biciclette". Sono in un internet cafe' dove ci sono almeno
100 computer. Tanti a casa probabilmente oggi non vanno al
lavoro e in universita', ma qui e' un giorno come tanti
altri!

Allora, allora...dove eravamo rimasti?!

Nel pomeriggio di sabato 14 aprile abbiamo consegnato chiavi
e documenti della Suzukina, soprannominata Susilee, al
proprietario della guesthouse, Tooro, dove alloggiavamo ad
Ulaanbaatar. E lui ci ha dato 200 US dollari...Ne vale molti
di piu', ma dato che la macchinina ha piu' di dieci anni per
chi la compra ci sono almeno 2.000 US dollari di tasse. La
sera verso le 23.00 abbiamo avuto conferma che l'indomani
mattina ci sarebbe stato il treno per Beijing.

15 aprile 2007. Sveglia ore 6.20. Dopo 10 minuti saliamo sul
furgoncino, con il figlio di Tooro, che ci accompagna alla
biglietteria internazionale per comprare i biglietti. Dopo
un primo momento in cui sembrava che non saremmo riusciti ad
avere i biglietti, li otteniamo. Paghiamo 45 euro a testa
per un letto in una cuccetta di seconda classe. Ore 7.30
saliamo sul treno della transmongoliana. Il "capo" del
vagone e' un uomo cinese tutto serio nella sua divisa. I
nostri compagni di scompartimento sono due svedesi, un uomo
ed una donna, sulla sessantina. In treno attraversiamo il
deserto del Gobi e vediamo dei cammelli oltre la staccionata
che costeggia la ferrovia. Durante la giornata vediamo
passare il "capo" del vagone con la camicia mezza sbottonata
che passa l'aspirapolvere e ogni tanto con un sacco della
spazzatura e su ogni cosa che vede, tipo fazzoletti o
cartacce, punta il ditino e se li fa passare! La sera, verso
le 19.30 arriviamo al confine mongolo. Il treno si ferma
nell'ultima stazione mongola. Salgono degli ufficiali che
ritirano i passaporti di tutti e ci consegnano un modulo
d'uscita dal paese da compilare. Alcuni russi scendono con i
bagagli, probabilmente glieli vogliono controllare. Un
cinese li saluta con un sonoro: "SHISLIVA!", Che in russo
significa arrivederci. Ci riconsegnano i passaporti timbrati
ed il treno riparte verso la frontiera cinese. Alla prima
stazione cinese salgono altri ufficiali che ritirano
nuovamente i nostri passaporti e ci consegnano vari fogli da
compilare e dei ticket per colazione e pranzo gratis nel
vagone ristorante. Il treno entra in un capannone, dove
separano ogni vagone dall'altro. Con dei sollevatori
idraulici (me l'ha suggerito Claudio!) alzano ogni vagone e
cambiano le "ruote del treno" facendole scorrere sotto i
vagoni. Il motivo: in Cina le rotaie sono piu' strette che
in Russia e Mongolia. Non c'e' il capo del treno, percio'
riusciamo a scendere dal vagone e fare delle foto. Appena
ritorna ci fa risalire un po' irritato! Ci riconsegnano i
passaporti e ritirano i moduli compilati. Purtroppo in
frontiera non siamo riusciti a cambiare i Tugrigk mongoli.
Vedremo se riusciremo a cambiarli piu' avanti. E' piu' o
meno mezzanotte e trenta e ripartiamo. Finalmente si puo'
andare in bagno. Sono stati chiusi per tutto il tempo che
abbiamo passato fra una frontiera e l'altra. Si va a nanna.
Per me il rumore del treno e' uno meraviglia...dormo come un
ghiro!
Il mattino ci sveglia alle sette una voce dall'interfono che
in inglese ci comunica l'ora. A pranzo nel ristorante, un
cinese mi guarda e ride per come uso le bacchette per
mangiare! Siamo vicini a Beijing. Il treno si ferma in una
stazione. Stiamo guardando fuori dal finestrino ed io leggo
ad alta voce il nome della stazione in cinese. Due cinesi di
fianco a me, data la mia pronuncia scarsa, iniziano a ridere
ed a ripetere per almeno 4 volte cio' che ho detto. Ore
14.31, in orario perfetto, arriviamo in stazione a Beijing.
Cerchiamo un bancomat e preleviamo. Prendiamo la
metropolitana e ci dirigiamo verso un ostello che dovrebbe
essere abbastanza economico. Troviamo 2 letti in un stanza
da dieci per 3 euro a testa. Per mangiare riusciamo a
spendere 1 euro a pasto a testa. Quanto mangiano piccante!
Pero' se si sta attenti si riesce a dirgli di non mettere il
peperoncino prima che ti riempiano il piatto.

Da lunedi' scorso (il 16 aprile) ad oggi abbiamo girato
almeno 20 negozi di biciclette! I primi due giorni sembrava
impossibile trovare dei negozi di biciclette. Gli unici due
di cui sapevamo l'indirizzo erano in due zone dove stanno
smantellando per rimettere a nuovo dei palazzi. Tante zone
di Beijing sono state rifatte nuove e in altre stanno
demolendo per rimettere a nuovo, a volte intere vie sono un
cantiere. Persino la Citta' Proibita era per meta' in
ristrutturazione. Tutto dovuto alle olimpiadi che ci saranno
il prossimo anno. I cinesi sembrano delle formiche a
lavorare...per esempio dietro l'ostello dove alloggiamo, fra
ieri e oggi, hanno costruito un muro davanti a dei negozi
(di cui non capiamo il motivo) lungo almeno 100 metri. Pero'
dopo tanto girare abbiamo trovato due buone biciclette e
siamo riusciti ad equipaggiarle discretamente. La mia e' blu
e quella di Claudio e' bordeaux. I nomi verranno col tempo!
Abbiamo comprato delle borse per il portapacchi posteriore
che sembravano resistenti, masi sono strappate. Cosi' ne
abbiamo prese delle altre diverse che sono piu' robuste!

Finalmente fa piu' caldo! Di giorno in maglietta si sta
bene. Domani partiamo e ci dirigiamo verso sud...

E cosa dire d'altro...La Patty inizia a pedalare...

Ci sentiamo fra un po' di chilometri!

Patrizia

12.4.07



















CLAUDIO (MONGOLIA, 14/04/2007)

Ciao Gente, siamo ormai alla fine del viaggio con la
Suzukina,
probabilmente partiamo domani mattina per Pechino col treno.

Gli ultimi venti giorni probabilmente sono stati i piu'
intensi e divertenti del viaggio.

A Ulan Ude in Russia abbiamo ottenuto il visto mongolo in
poche ore e siamo riusciti a rimanere solo due notti in
citta'. Sulla strada verso il confine mongolo abbiamo
conosciuto un tedesco che viaggiava in bici dal 2002.
Rientrera' a casa i primi del 2008. Si e' girato il mondo e
probabilmente ora ha finito i soldi e se ne va in Germania.
All'apparenza sembrava un russo, ha fatto molta fatica a
ingranare con l'inglese, prima mi rispondeva solo in
russo... Era tanto che non vedeva altri viaggiatori. Il suo
consiglio e' stato quello di vendere la nostra macchina
prima di avventurarci per la mongolia. Diceva che le strade
erano un disastro e una volta girata la mongolia avremmo
demolito la macchina e non ci facevamo piu' un soldo. Che
gufo....

La notte l'abbiamo passata in frontiera, in coda dietro le
altre macchine. Eravamo i quarti della fila. Davanti a noi
c'era un ubriacone con una Lada scassata. Dentro quella
macchina ha dato una festa per tutti gli alcolizzati russi
fermi in coda. Ogni tanto scoppiava una rissa che si
risolveva con un abbraccio e un'altra bevuta. Ogni tanto
l'ubriacone veniva a dirmi qualcosa ma era incomprensibile.
Quando era ormai ora di dormire e' venuto a bussare al
finestrino per farci vedere la sua coperta...
La mattina c'era una gran confusione, mancava poco
all'apertura dei cancelli. Da quarti che eravamo ci hanno
fatto passare avanti a tutti. L'ubriacone ha cominciato a
fasciare le sue casse di birra con cartoni e stracci e
nasconderle in tutta la macchina. Una cassa l'ha nascosta
dentro il vano motore. In friontiera non lo hanno fatto
passare.... Poveraccio, la sua carriera di contrabbandiere
era finita.

In frontiera abbiamo passato un ora fermi bloccando il
traffico perche' l'uffiale dell'immigrazione aveva dei dubbi
sull'autenticita' dei passaporti. Probabilmente non si
spiegava come potessi avere un passaporto a 48 pagine quando
Patrizia ne aveva uno da 32...che mistero! Dopo che gli
abbiamo consegnato le carte di immigrazione e' andata in
palla. Ha fatto una telefonata ed e' arrivata
l'esperta...una cicciona vestita in mimetica con una faccia
da paura! Una volta avuto il suo OK siamo arrivati
all'immigrazione mongola. Sbrigate le pratiche per
l'assicurazione e permessi vari abbiamo raggiunto
l'immigrazione che in pochi minuti hanno timbrato i
passaporti.

Alla dogana e' stato tutto piu' lento. In un attimo mi hanno
consegnato i documenti ma quando abbiamo provato ad andare
via si sono accorti che mancava un timbro su un documento.
Ho girato da un ufficio all'altro, fatto fotocopie del
libretto e del passaporto e sbattuto in un altro ufficio. Al
computer c'era una donna che segnava i dati della macchina e
io gli dettavo ogni singola cosa. Dopo venti minuti quando
era ormai tutto sistemato la donna fa "ohhhh".... gli si era
spento il computer....l'avrei ammazzata! Mi sono messo a
ridere per la disperazione e la donna sorridendo mi ha fatto
segno di andare che si arrangiava da sola.

Il paesaggio in Mongolia cambia completamente da quello
della Siberia, gli alberi sono quasi inesistenti ed e' tutta
steppa, deserto e pascoli. La strada che porta a Ulanbaatar
e' tutta asfaltata e con pochi buchi. Ci sono dei pedaggi
dove bisogna pagare una cifra ridicola. In un posto di
blocco un ufficiale mi ha ordinato di pulire il parabrezza,
gli specchietti e le targhe se volevo proseguire per la
capitale! Ci siamo accorti del motivo appena raggiunta
Ulanbaatar....tutte macchine nuove e pulite. I mezzi piu'
vecchi in circolazione hanno al massimo 10 anni. Tutte le
macchine arrivano dal Giappone e hanno la guida a destra. La
suzukina faceva la sua scena tutta piena di fango.

In citta' abbiamo ottenuto il visto cinese di tre mesi senza
nessun problema. Abbiamo alloggiato 3 giorni in una guest
house dove i proprietari sono persone molto gentili e
disponibili. Ho parlato con il proprietario per sapere come
avrei potuto vendere la macchina. Mi ha messo in guardia
sulle tasse che ci sono sui veicoli di oltre 10 anni e che
non sarebbe stato affatto facile farci dei soldi. Al momento
era il mio ultimo pensiero tanto saremmo prima andati a
spasso per la Mongolia e poi avremmo cercato di venderla al
ritorno. Anche il padrone della guest house ci ha avvertiti
sui probabili danni che avremmo avuto a girare per la
Mongolia...chiunque ci dice che le strade sono pessime ma io
rispondo che noi abbiamo una SUPER JEEP!!

La strada per lasciare la capitale era gia tutta un
programma...nessun cartello stradale, bisognava andare a
istitnto.
L'asfalto e' finito dopo i primi 100 km e la sera ci siamo
ritrovati in un villaggio in mezzo al niente completamente
fuori strada. Avevamo mancato un bivio 70 km prima. Abbiamo
passato la notte in mezzo alla steppa e al mattino ci hanno
svegliato le vacche che pascolavano attorno alla macchina.
Dopo alcune ore di strada pessima abbiamo raggiunto il bivio
e imboccato la strada giusta. Probabilmente le strade
mongole sono peggiori di quelle boliviane. Si assomigliano
molto, sono piste che scorrono sugli altopiani. Bisogna
essere abili ad azzeccare la pista giusta per evitare di
finire in un fosso. Il panorama era splendido, yurte dei
pastori, cammelli, vacche, cavalli selvaggi e capre ovunque!
Per raggiungere Bulgan, la prima citta' del nostro
itinerario abbiamo sbagliato strada un altra volta. Per
fortuna di soli 20 km. Procedevamo lenti per non demolire la
macchina, viaggiavamo tra i 20 km/h e i 30 km/h. Le
guarnizioni della Susi sono ormai inesistenti quindi in
macchina entrava un polverone che si depositava ovunque.
Probabilmente in moto avremmo preso meno aria.... A Bulgan
siamo arrivati di notte, non abbiamo trovato un buco che ci
facesse qualcosa da mangiare quindi abbiamo cucinato col
fornello e abbiamo dormito poco fuori dalla citta'.

Man a mano che si andava avanti la strada era sempre peggio,
la suzukina continuava a prendere colpi e il portapacchi
stava sfondando il tetto. Non incrociavamo macchine durante
il giorno, forse 2 o al massimo 3 in 8 ore di strada. Le
Yurte erano sparse ovunque e i pastori a cavallo accudiavno
le bestie. Alcuni piu' moderni usavano delle motorette
cinesi invece dei cavalli.
Nei pochi villaggi lungo la strada i pastori legavano i loro
cavalli davanti ai negozi per andare a fare la spesa.
Sembrava di essere tornati indietro nel tempo. Il mongolo e'
davvero incomprensibile, quasi nessuno parla inglese quindi
la comunicazione era troppo limitata. Come alfabeto usano il
cirillico, riuscivamo a leggerlo ma sembra impossibile
pronunciarlo. Assomiglia al cinese.

In cielo volavano molte aquile e lungo la strada era un
continuo via vai di marmottine. Prbabilmente correvano
veloci quando passavamo noi per non essere vittime delle
aquile. Sugli altopiani piu' alti dove la temperatura e'
piu' bassa c'erano gli yak che pascolavano. Hanno la
corporatura delle mucche ma sono agili e veloci come dei
cani.

Passavamo lentamente in mezzo ai greggi di capre e pecore
cercando di non disperderle al pastore. C'erano delle capre
che correvano con delle caprette di pochi giorni che le
seguivano. Una di loro si e' inciampata e non e' riuscita a
rimanere dietro al gregge. La piccolina nata da pochi giorni
non capiva un cazzo...ha visto la macchina e ci seguiva...
Sono uscito e ha cominciato a seguirmi, sono andato a piedi
dal gregge che ormai era lontano 100 metri. Mi seguiva come
un cagnolino e appena ho raggiunto il gregge non ne voleva
sapere di stare con le capre ma preferiva stare con me.
Fortuna c'era il pastore che mi ha visto ed e' venuto a
recuperare la capretta rincoglionita.

Per raggiungere Moron, abbiamo sbagliato strada per
l'ennesima volta. Questa volta abbiamo fatto 200 km in piu'!
Fortuna che i benzinai non mancano, sono delle baracche
lungo la strada ma hanno delle pompe cinesi di pochi anni.
Probabilmente anni fa sarebbe stato un problema reperire
della benzina.
raggiunta Moron abbiamo fatto saldare il portapacchi che
stava sfondando il tetto. La strada era davvero un disastro
come dicevano tutti!

Avevamo troppo bisogno di una doccia, eravamo sporchi e
pieni di polvere ma l'unico albergo aperto era caro e poi la
prossima citta' sul lago distava solamente 100 km quindi
potevamo resistere ancora un po'. Siamo partiti verso sera
con l'idea di fare una ventina di chilometri e avvicinarci
al lago. Dopo un oretta si e' accesa la spia
dell'alternatore...che sfiga!
Siamo tornati indietro con l'intenzione di ripararlo il
giorno dopo a Moron. Ci siamo accampati a pochi chilometri
dalla citta. La mattina ho controllato tutti i fili e gli
spinotti e una volta rifatti i collegamenti la spia si e'
spenta...UAO!

Siamo ripartiti e a 40 km dal lago si e' riaccesa la spia.
Dopo tanti tentativi la spia si e' rispenta e abbiamo
proseguito. Quando si riaccendeva davo un colpo col martello
all'alternatore e la spia si spegneva. Mancavano pochissimi
chilometri al lago e mentre risalivamo un fiume in secca la
Susi ha dato un colpo forte e si e' accucciata.... Balestra
dietro spezzata sul davanti col risultato che si e' girato
l'asse dietro e l'albero laorava storto.
E' stato triste vedere la nostra macchinina morire in un
fiume....
Piano piano, a passo d'uomo abbiamo fatto gli ultimi 4 km
per raggiungere qulla citta' fantasma sul lago. Era tutto
chiuso, tutto disabitato almeno per due mesi ancora fin che'
non arrivava la bella stagione.

Dopo un ora di ricerche abbiamo conosciuto una ragazza che
ci ha detto che aveva una yurta sul lago che affittava ai
turisti ma distava 22 km. Troppi per una macchina che ne
avrebbe fatti 3 al massimo. Ci ha proposto di andare a
dormire da suo fratello Buggy che aveva delle yurte che
affittava. Siamo entrati nella yurta e nessuno parlava
inglese, solamente la ragazza che avevamo conosciuto. Ci
spara una cifra mentre discute con la padrona delle yurte.
Ho chiesto uno sconto e ci siamo accordati sul prezzo. La
ragazza ha chiamato dei suoi amici meccanici per vedere la
suzukina ma appena io ho visto loro ho detto che non volevo
aiuto! L'avrebbero demolita del tutto.

Quella ragazza era una gran attacca pipponi, era sempre
nella yurta che ci diceva di andare a casa sua appena la
suzukina era riparata. I mongoli non sono male ma non sanno
cosa sia la privacy. Entravano continuamente nella yurta.
L'attacca pipponi era sempre assieme a noi a parlarci di suo
fratello Buggy e di mille altre cose.

Ho passato una giornata dietro alla suzukina per capire cosa
avrei potuto fare. Era triste, eravamo consapevoli di
doverla abbandonare li. Non c'era niente in quella citta'
che avrebbe potuto sistemarla. E' bello quando nella vita
arrivano dei lampi di genio...ho recuperato le due cinghie
dell'ITALTENTE e le ho fissate all'asse, agganciato i
cricchetti al telaio e riportato l'asse nella posizione
originale. La balestra spezzata sono riuscito a infilarla in
un buco del telaio e con le cinghie in tiro la macchina
riusciva ad ammortizzare perfettamente! La povera bestiola
pendeva un po' sulla sinistra ma se le cinghie non mollavano
ci avrebbe riportati indietro.

Mentre curavo la mia povera Susi Patrizia mi ha chiamato da
dentro la yurta che stava male ed aveva la febbre.... Avevo
solo due mani e tra l'altro sporche di grasso quindi ho
continuato a curare la Susi e ho detto a Patrizia che
l'avrei curata dopo. Mi ha accusato di trattare sempre
meglio la suzukina di lei!! In serata ho curato anche lei
con lo stesso amore per non fare torto a nessuno...

L'attacca pipponi era perennemente assieme a noi, continuava
a massaggiare la testa a Patrizia con la speranza che
guarisse e potevamo andare a casa sua. La padrona della
yurta ci aveva portato una conca di ferro e dell'acqua da
scaldare sulla stufa per farci il bagno. L'attacca pipponi
continuava a fare da interprete e fortunatamente quando
facevamo il bagno si e' levata dalle palle. La mattina
abbiamo fatto un piano di allegerimento della macchina per
evitare che si strappssero le cinghie e venisse giu il mio
capo lavoro. Ho tolto portapacchi e baule, svuotato la
tanica nel serbatoio e tolto alcune cose dagli zaini. Cosi'
facendo abbiamo allegerito la bestiola di 25 o 30 kg.

La mattina ho chiesto all'attacca pipponi se voleva il baule
e ovviamente ha accettato. Le ho dato tutto, tanica, baule,
termos e triangolo...

Con quella mossa me la sono tolta dalle balle, le ho detto
che patrizia stava male e l'avrei portata all'ospedale a
Moron e che a casa sua non potevamo andare. le ho pagato la
seconda notte ed e' andata verso la yurta dove viveva la
proprietaria e suo marito Buggy...

L'attacca pipponi ha trovato un passaggio su una motoretta
ed ha caricato il baule e via fuori dalle balle. Non ci
sembrava vero che se ne fosse andata. Finalmente da soli.
Ogni tanto veniva la proprietaria a portare legna per la
stufa e vedere come stava Patrizia. Mentre Patrizia riposava
io facevo le prove con la Susi attorno al villaggio. La
balestra sembrava reggere ma l'alternatore era un disastro.
La spia si accendeva continuamente e con delle forti
accelerate si spegneva. la mattina dopo quando avevamo
deciso di andare sul lago e' arrivata la proprietaria dentro
la yurta con un foglietto...il conto?

Le abbiamo spiegato che avevamo pagato l'altra donna ma lei
non capiva...e' andata a chiamare una donna che parlava
inglese e abbiamo avuto la bella sorpresa... Chi cazzo era
quella attacca pipponi? La proprietaria diceva di non
conoscerla esopratutto che non era la sorella di suo marito
e chi cazzo era Buggy? La carogna piu' grossa che mi saliva
nelle vene era il fatto di averle regalato il baule e la
tanica.
La padrona della yurta era in buona fede e molto dispiaciuta
di quello che era successo.

Abbiamo pagato il conto e siamo andati su verso il lago. La
strada era paurosamente brutta, in un tratto si risaliva il
fiume per diversi chilometri.
La balestra reggeva alla grande ma l'alternatore era un gran
problema. A colpi ed accelerate riuscivo a spegnere la spia.
Era da matti continuare ma avevamo fatto 1000 km per vedere
il lago ghiacciato e ormai era da matti rinunciare per gli
ultimi 20 km. Alla peggio l'avremmo abbandonata dove si
fermava. Sepolta dove moriva come qualunque viaggiatore
vorrebbe.

Raggiunto il lago e' stato uno spettacolo, una distesa
ghiacciata in mezzo alle pinete. Lo spettacolo piu' bello e'
stato vedere le yurte sul lago e l'attacca pipponi uscire da
una di quelle.... Ci e' venuta incontro chiedendo a Patrizia
come stava...io non sapevo piu' dove guardare, Patrizia mi
diceva di stare calmo, di mangiare tranquilli in riva al
lago e poi di ritornare alla Yurta. Cosi' abbiamo fatto,
abbiamo cucinato in riva al lago e Patrizia mi diceva di
essere diplomatico e di capire chi aveva preso i nostri
soldi senza arrabbiarci...

Siamo entrati nella sua yurta, e probabilmente ha visto i
miei occhi incazzati...era imbarazzata e ci ha chiesto se
volevamo mangiare. Diplomatico un cazzo....ho cominciato a
gridare e a chiedere chi cazzo si era preso i miei soldi...
Era spaventata, la sua amica e' scappata dalla yurta assieme
al gatto e la bambina. Continuava a dirmi di aver preso solo
3 euro e il resto lo aveva Buggy...ma chi cazzo era Buggy
nessuno lo sapeva. Ho passato 10 minuti li dentro a gridare
parlando un inglese perfetto dicendogli di stare zitta che
ora parlavo io! alla fine mi sono ripreso il baule, dentro
c'erano dei vestiti che ho cominciato a fare volare per
tutta la yurta. Ho ripreso tutto, baule tanica e il resto
che gli avevo dato. la bambina a un certo punto ha
cominciato a piangere allora ho smesso...sono uscito
incazzato e Patrizia ha avuto il coraggio di dirmi che ho
esagerato invece di appoggiarmi e incendiare la yurta,
disperdere il bestiame e contaminare l'acqua del pozzo!!
Alla fine ci ha inculato 13 euro, la stessa cifra che mi
aveva inculato quel bastardo in Nuova Zelanda e gli avevo
tagliato i vestiti... Divento troppo cattivo se mi
inculano!

Siamo tornati indietro con Patrizia offesa che mi diceva che
gli faceva pena!! Ha troppo l'animo scout questa ragazza!!
Tutte le volte che mi esce della cattiveria con qualcuno che
mi incula mi sgrida...ma si puo!!

Sulla strada del ritorno abbiamo visto delle yurte e siamo
andati a regalare il baule. da una yurta e' uscito un
pastore che avevamo incontrato sulla strada. Ci ha visti e
invitati a casa sua a bere una tisana. Gli abbiamo regalato
il baule pieno di altre cose che non usavamo ed era davvero
felice. In cambio voleva farci cavalcare dei cervi che
abbiamo rifiutato...ma povere bestie.

Abbiamo impiegato una giornata a raggiungere Moron. Per
percorrere 100 km ci sono volute ben 8 ore....in bici
avremmo fatto prima. L'alternatore era ormai alla frutta,
ogni 5 o 6 minuti dovevo martellarlo altrimenti non caricava
piu' la batteria. Muovendo lo spinotto e infilandoci degli
stuzzicadenti ha resistito ben 40 minuti. Abbiamo raggiunto
Moron che ero nero come il carbone. Pieno di grasso e olio
pure nei capelli. Povera la mia macchinina....non sapevo
piu' cosa fare. Siamo andati a dormire in albergo, ho
portato in camera l'alternatore e ho provato a pulire i
contatti e cambiato tutti i fastom dai fili. La mattina di
pasqua ho provato la macchina ma dopo 12 minuti la spia era
accesa. Ho smontato nuovamente l'alternatore e siamo andati
a cercare qualcuno che lo potesse riparare. Al terzo
tentativo in un officina dove 5 persone facevano qualunque
cosa ci hanno riparato l'alternatore. Le spazzole erano
consumate e una non faceva piu' contatto.

Il pomeriggio mentre provavo la Susi ho conosciuto un tizio
che mi ha aiutato a riparare la balestra. Siamo andati in
tutte le officine ma nessuno aveva balestre simili quindi
siamo andati a fare il giro dei saldatori. In un paio d'ore
tra martellate e parolacce siamo riusciti a smontare il
foglio rotto e farlo saldare. La suzukina sembrava rinata!

La strada del ritorno per Ulanbaatar e' stata piu' semplice.
Ci siamo persi una sola volta. Ogni tanto c'erano dei
pedaggi da pagare inspiegabili. Le strade sono uno schifo,
in alcuni punti inesistenti e non c'e' un cartello a
pagarlo. Nell'ultimo pranzo che abbiamo fatto con il
fornello in mezzo al niente c'era un pastore a cavallo che
e' venuto a salutarci. Voleva parlare ma per noi e' troppo
incomprensibile la lingua. Nel suo cavallo aveva una sacca
che gli serviva per gli agnellini e le caprette appena nate
che non sarebbero riuscite a raggiungere la stalla. Voleva
farmi montare a cavallo ma mi scocciava. Povera bestia, mi
sembrava gia' mal preso.

Abbiamo raggiunto Ulanbaatar dopo 15 giorni di viaggio.
Avevamo tracciato un itinerario ma ne abbiamo compiuto un
quarto. Ci vorrebbe un gps per girare la Mongolia anche se
perdersi alle volte e' piu' bello...

In citta' abbiamo lavato la Susina dentro e fuori e ora
sembra 10 anni piu' giovane!!
Siamo tornati nella guest house e ieri ho parlato con il
proprietrio. E' impossibile riuscire a venderla... c'e' una
tassa di 2000 dollari per i mezzi piu' vecchi di 10 anni e
nessuno li vuole. La comprera' lui per 200 dollari e poi
vedra' se riesce a corrompere dei poliziotti per riuscire a
venderla senza tasse. Ci vuole tempo ma ci riuscira'.

La suzukina...un buon cavallo qui costa 400 dollari e la mia
macchinina ne vale una mandria!

Domani mattina forse partiamo col treno per Pechino. Bisogna
vedere questa sera se ci sono dei posti liberi.

Il salta fossi finisce qui il suo viaggio.

Grazie Susi...

Ci sentiamo dalla Cina.

Claudio














PATRIZIA (MONGOLIA, 27/03/2007 - 14/04/2007)

Ciao...vi scrivo da Ulaanbaatar, la capitale della
Mongolia...

La Mongolia?!detto il "Paese dal cielo blu"...un paese di
cui non ci si puo' non innamorare...paesaggi infiniti in cui
perdi lo sguardo e sogni...

Martedi' 27 dopo aver ritirato il visto mongolo siamo
ripartiti da Ulan-Ude. Sulla strada per il confine mongolo
incontriamo un viaggiatore in bicicletta. Matthias, un
tedesco trentacinquenne in viaggio dal 2002, ha attraversato
l'Asia fino all'Australia, il Sudamerica fino all'Alaska e
dopo aver preso un volo per Magadan, in Siberia (cambiando
aereo in Korea ed a Vladivostok, perche' dopo l'11 settembre
gli Stati Uniti hanno interrotto i voli dall'Alaska alla
Russia) ora sta pedalando in Mongolia.

La sera arrivati davanti alla frontiera, ceniamo in un cafe'
vicino e poi dormiamo sulla Suzukina in coda in frontiera.
Davanti a noi un uomo dorme su un rottame di macchina ed il
mattino dopo prima di entrare in frontiera ibosca scatoloni
di birra ovunque, nel motore, fasciati sul sedile dietro e
nel bagagliaio...chissa' se riuscira' a non farla trovare
agli ufficiali?!
Entriamo per secondi dopo un camion in frontiera. Il
controllo bagagli e' veloce ma quello passaporti ci fa
attendere piu' di un'ora. Controlla i nostri passaporti e a
quanto pare c'e' un problema con il mio passaporto. Un
ufficiale va via con i nostri passaporti e dopo un'ora
ritorna, ce li consegna e possiamo passare alla frontiera
mongola. Alla frontiera mongola le solite
procedure...assicurazione per la Suzukina, dichiarazione del
bagaglio e timbro sul passaporto. In frontiera cambiamo 20
dollari in tugrigk (moneta locale) e dopo piu' o meno 3 ore
siamo su suolo mongolo. Il pomeriggio tardi giungiamo ad
Ulaanbaatar. Ci sono molti ostelli e guesthouse. Ne troviamo
una in centro a 5 dollari a testa in camera doppia.
Finalmente si spende un po' meno!! Per la Suzukina troviamo
posto in un parcheggio per un po' meno di un dollaro a
notte. I proprietari della guesthouse parlano inglese. Per
fortuna! Il mongolo e' scritto in cirillico ma come
pronuncia e' molto simile al cinese.

Venerdi' 30 marzo ci rechiamo all'ambasciata cinese.
Stranamente non c'e' coda e la sala d'aspetto e' dentro
l'ambasciata...di solito si aspetta fuori sulla strada prima
di entrare! Richiediamo un visto turistico di 90
giorni...speriamo! Il pomeriggio andiamo a ritirare i
passaporti...perfetto! Visto di 90 giorni con possibilita'
di ingresso entro 3 mesi.

Sabato partiamo da Ulaanbaatar con il progetto di visitare
il lago Hovsgol a nord-ovest della Mongolia e il deserto del
Gobi a sud in una decina di giorni.
Il cambio della Susina si incolla ogni tanto e non entrano
le marce. Claudio sposta il portapacchi perche' cigola e si
sta disfando un po' il tetto. Dopo 100 km dovrebbe esserci
un bivio. Non si vede nemmeno l'ombra di un cartello.
Sbagliamo strada ed inizia lo sterrato con una decina di
piste che vanno nella stessa (forse!) direzione. Arriva il
buio. Ci fermiamo a dormire in mezzo al deserto (in tutti i
sensi!). La mattina chiedendo ad un benzinaio imbocchiamo la
strada giusta. Finisce l'asfalto ed inizia lo sterratto...di
media procediamo a 30, 40 km/h. Se no smontiamo la Suzukina.

Intorno a noi una distesa a perdita d'occhio di erba gialla,
rarissimi alberi contornati da montagne. Siamo piu' o meno
sempre all'altezza di 1000 , 1300 metri. Si vedono cavalli,
mucche, pecore e capre in ogni dove e pastori a cavallo con
il loro abito tipico o a volte su delle motorette cinesi che
tengono a bada i greggi. Qua e la' a ridosso dei monti ci
sono delle jurte. Piu' o meno ogni 100 km si trova un paese
fatti di casette e recinti di legno e qualche jurta. Fuori
dai negozietti di alimentari (che all'occorrenza vendono
anche qualche vestito e altri generi) invecce di auto si
vede legato qualche cavallo, sembra di essere in un vecchio
film western.

Dopo aver sbagliato strada qualche altra volta, a causa di
cartelli inesistenti e bivi che sembrano semplici
diramazioni della stessa strada, verso le 10 di sera
arriviamo a Bulgan, il primo insediamento dopo Ulaanbaatar
con case di mattoni e di una certa dimensione. Non troviamo
un cafe' aperto cosi' mangiamo cracker e il miele del papa'
di Claudio.

Il mattino si riparte! E' lunedi' 2 aprile. Abbiamo fatto
miracolosamente 140 km senza sbagliare strada. Abbiamo
scoperto il trucco...basta seguire i pali della corrente
elettrica ed e' fatta! Come non detto dopo 1 ora ci
accorgiamo che non stiamo piu' seguendo i pali....cosi'
torniamo indietro...60 km a "vuoto". In mezzo alla strada ci
sono spesso greggi di pecore e capre che iniziano a correre
in mezzo al prato al passaggio di una macchina. Ci sono
tanti caprette e pecore appena nate e ne vediamo anche una
che ha appena partorito. In uno dei tanti greggi che
incontriamo, un caprettino che sta correndo via dalla
strada, probabilmente nato da pochi giorni, inciampa e
rimane a terra. Il pastore li sta radunando per portarle nel
recinto. Claudio scende dalla macchina ed il caprettino si
piazza sotto la suzuki e bela. Cosi' Claudio va verso il
geregge ed il caprettino lo segue. Arrivato dalle altre
caprette fa per tornare indietro e il caprettino lo segue.
Lo ha scambiato come mamma. Arriva il pastore e lo prende in
braccio.
Ritorniamo al bivio dove mangiamo in un cafe' appena fuori
dal paesino. Scopriamo un buon piatto, che non ha carne di
capra e non e' in brodo!! E' della pasta con patate carote e
invetibabilmente qualche pezzo di carne. Ce lo segnamo.

Al risveglio sulla Suzukina ripartiamo ed imbocchiamo la
strada giusta. Nel tardo pomeriggio arriaviamo a Moron, 100
km dal lago. Facciamo un po' di spesa e facciamo saldare il
portapacchi che con tutti i colpi che prende s'e' spezzato
in un altro punto. Partiamo da Moron e sulla strada per il
lago si accendono la spia della batteria e quella dei freni.
Ci fermiamo a dormire sulla Suzuki.

Il mattino sulla strada per il lago vediamo degli Yak. Che
belli. Si accendono di nuovo alcune volte le spie. A 2 km da
Hatgal, il primo paese sul lago, sentiamo un rumore da sotto
la macchina. Ci fermiamo. Si e' spezzata la balestra
posteriore sinistra. La Suzuki e' piegata sul lato del
guidatore. Procediamo a 10 km/h sperando che non si giri
l'asse posteriore. Sulla guida ci sono segnate tante
guesthouse e campeggi ma sembra tutto chiuso. Non abbiamo
ancora pranzato e non si trova un cafe'. Parcheggiamo la
Suzuki a bordo della strada e andiamo a cercare un alloggio.
Incntriamo per strada una ragazza che parla inglese e ci
dice che lei ci puo' ospitare nella sua Jurta a 20 km da li'
sulle rive del lago. Le spieghiamo che non possiamo andare
perche' abbiamo problemi alla macchina. Ci dice che li
vicino c'e' la casa di suo fratello Bagghi e che ci puo'
ospitare. Entriamo nella jurta di suo fratello, ci sono
marito e moglie ed un altro tizio. Chissa' chi e' il
fratello? Ci offrono te' e pane. Chiediamo il prezzo per la
notte. La ragazza, che fa da traduttrice, ci dice 10.000
tugrigk (piu' o meno 6,5 euro) a notte. Ci sistemiamo in una
Jurta di fianco. C'e' la stufa su cui possiamo cucinare. A
100 metri dalla jurta c'e' una latrina. Pero' con l'asse, un
tubo per la puzza e la segatura da buttare quando si e'
finito di fare i propri bisogni. Diamo i 10.000 tugrigk alla
ragazza che parla inglese e la signora che ci ospita ci
accende la stufa. Io mi sdraio nel letto...ho la febbre.
Claudio cerca di sistemare la balestra. Con le cinghie che
tenevano il baule e la tanica ripara la balestra...e' troppo
operativo. Smonta il portapacchi ed il baule. La sera
Claudio cucina sulla stufa. Io ho trentotto di febbre e sono
un po' cotta. Scaldiamo l'acqua sulla stufa e ci laviamo in
una conca.
Stiamo per andare a dormire e ci bussa la ragazza. Io sono
nel letto e Claudio seduto vicino a me. La ragazza entra e
si siede anche lei sul letto. Scoperto che ho la febbre mi
fa un massaggio alla testa. E' un po' asfisiante, ci ripete
per l'ennesima volta della sua casa al lago e se l'indomani
ci andiamo.
Si dorme!

E' giovedi' 5 mattina. Ci svegliamo che nella jurta fa
freddo. Claudio accende la stufa. Dopo poco entra la signora
(quella che non parla inglese) e fa i complimenti in mongolo
a Claudio per aver acceso la stufa. Entra la ragazza che mi
fa un altro massaggio alla testa (vuole che mi passi la
febbre cosi' andiamo a casa sua!). Ci chiede ancora una
volta di andare a casa sua al lago e Claudio gli dice che
non sa perche' io sto male. Da altri 10.000 tugrigk alla
ragazza per la notte successiva e le chiede se hanno bisogno
il baule giallo e la ragazza dice che lo prende lei. Sta
aspettando un passaggio per il lago. Trova un passaggio in
moto. Ci saluta. Finalmente un po' di pace!

La gentilezza/curiosita' mongola a volte e' un po'
snervante, non sanno cos'e'la privacy...quando si e' stanchi
si vorrebe restare un po' soli!

Io ho ancora un po' di febbre e sto nel letto. Claudio prova
a sistemare l'alternatore. Venerdi' mattina, la signora
entra nella jurta con un folgietto. C'e' scritto 12.000.
All'inizio non capiamo, pensiamo sia il prezzo per la notte
dopo. Poi la signora scrive per 2. Allora capiamo che vuole
24.000 tugrigk per le notti passate. La ragazza che parlava
inglese ci ha fregato i 20.000 delle notti passate. La
signora non parla una parola di inglese e spiegarsi e'
difficile. Cosi' esce dalla jurta e ritorna con una ragazza
che parla inglese. Cosi' capiamo che la ragazza del giorno
prima non e' la sorella di nessuno e che lei non la conosce.
Credeva che fosse con noi. Paghiamo alla signora le notti e
decidiamo di andare a fare un giro sul lago. Io sto un po'
meglio.

Partiamo con la susina. Si accendono ancora le spesso le
spie. Ma con delle accellerate si spengono. Sulla strada per
il lago incontriamo un ragazzo in moto che ci dice di andare
nella sua jurta. Rifiutiamo l'invito e procediamo. Arriviamo
vicino al lago...e' ancora ghiacciato e vediamo una macchina
passarci sopra. Sulla strada vediamo una ragazza che dalla
jurta ci viene incontro sulla strada. E' la ragazza che ci
ha fregato i soldi. Claudio e' imbestialito. Io sono
tranquilla. Lei ci saluta amichevolmetnte. Gli dico di stare
calmo. Diciamo alla ragazza che torniamo dopo. Andiamo sulla
riva del algo e ci facciamo da mangiare sul fornellino.
Facciamo qualche chilometro e qualche foto. E' proprio bello
il lago. La spia si accende sempre piu' spesso. Torniamo
dalla ragzza. Ci fa entrare nella sua jurta. Ha una bimba
piccola e un gatto che sara' il doppio di blu (e ce ne
vuole!), il mio gatto. Lei ci dice se volgiamo mangiare. A
Claudio escono "i fumi dalle orecchie". Le dice di aspettare
un momento. E' arrabbiato. Gli chiede dove sono i suoi
20.000 tugrigk. Lei dice che lei non li ha. Ha preso solo
due mila per notte e gli altri li ha suo fratello Bagghi.
(Chi sara' mai sto Bagghi!!Esistera'?). Cla le dice che lei
non ha fratelli la' e che non la conosce nessuno. Allora lei
non lo chiama piu' fratello ma solo Bagghi. Io esco e la
bimba mi segue almeno non sente le grida. Anche il gatto
esce fuori dalla jurta. Claudio si riprende il baule giallo
e lo carica in macchina. Andiamo via. Sulla strada ci
fermiamo ad una jurta. Casualmente ci vive il tizio che
avevamo incontrato la mattina con la sua famiglia. Gli
regaliamo il baule e loro ci offrono te' e pane. Il
pomeriggio ritorniamo ad Hatgal. Chissa' chi e' Bagghi?

Sabato 7 ripartiamo da Hatgal. Dobbiamo rifiutare di dare un
pasaggio a due persone. Ma siamo troppo carichi e con delle
cinghie che tengono la balestra. Regaliamo dei vestiti che
non usiamo piu' alla signora della jurta e il portapacchi.
Sulla strada per Moron le spie si accendono troppe volte!
Impieghiamo 8 ore a percorrere 100 km. Alloggiamo nel unico
hotel aperto.

La domenica di Pasqua nel ristorante del hotel ci sono delle
persone che suonando e cantando festeggiano Pasqua. Strano
in paese buddista.
Riusciamo a far riparare l'alternatore da un meccanico e a
far saldare la balestra. Claudio conosce due italiani che
girano la Mongolia con minivan e jeep..una torura a detta
loro.

Lunedi' 9 aprile ripartiamo da Moron ed impieghiamo tre
giorni a raggingere Ulaanbaatar...sbagliando ogni tanto
strada! Arrivati ad Ulaanbaatar, posiamo i bagagli nella
guesthouse e portiamo a lavare la Suzukina. Ci impiegano
piu' di un'ora ma adesso sembra un gioiellino. Giovedi' 12
sbrighiamo un po' di cose e spediamo a casa n bacco con
guide e cartine che non usiamo piu' e anche i rullini e i cd
con le foto. Riduciamo i nostri bagagli e Cla fa una
selezione degli attrezzi che ci serviranno anche senza
Suzuki.

Venerdi 13...chiediamo al prorpietario della guesthouse se
si riesce a vendere la macchina e ci dice che solo di tasse
chi la compra dovrebbe pagare piu' di duemila dollari.
Insomma e' un casino venderla! Ce la compra lui a 200
dollari...quanto dispiace lasciarla...la nostra casetta per
5 mesi...

Il pomeriggio ci rechiamo alla biglietteria per i treni
internazionali, dove incontriamo Toroo (il proprietraio
della guesthouse) che ci aiuta a chiedere per un treno per
Beijing (Pechino). C'e' un treno domenica 15 che arriva da
Mosca e va a Pechino, pero' si sa se c'e' qualche posto
libero solo stasera (sabato 14) quando il treno arrivera' ad
Ula-Ude. Oppure un altro treno e' giovedi 19, ma e' libera
solo una cuccetta deluxe. Il treno impiega 30 ore ad
arrivare a Pechino. Quindi saremo su suolo cinese o lunedi'
16 o venerdi 20 aprile...

A Beijing compreremo due biciclette e l'avventura
prosegue...

Patrizia