29.9.07

CLAUDIO (CHIANG MAI, 29/09/2007)

Ciao Gente, siamo fermi a Chiang Mai (nord della Thailandia)
aspettando notize sulla situazione in Myanmar. Il 4 ottobre
abbiamo il volo per Mandalay (nord Birmania) ma non sappiamo
ancora di preciso cosa fare. Siamo in attesa di notizie
recenti dalla Birmania, notizie che probabilmente non avremo
mai visto che hanno bloccato le conessioni a internet dentro
il paese. Stiamo chiedendo informazioni ad altri viaggiatori
ma non essendoci collegamenti internet col paese e'
difficile avere notizie recenti.

In questi giorni di attesa faremo dei giretti nei dintorni,
probabilmente lunedi' andremo a vedere delle tribu' che
vivono nella giungla. Vedremo le donne giraffa, ne avevo
sentito parlare alle elementari e forse ora riesco a
vederle.

Non abbiamo fatto grandi cose da quando abbiamo lasciato la
capitale. Uscire da Bangkok non e' stato complicato anche se
siamo rimasti imbottigliati nel traffico per diverse ore. La
periferia e' stata di 40 km poi si e' cominciato a viaggiare
bene.
La sera abbiamo raggiunto Attuaya, una citta' a 90 km dalla
capitale. Ci siamo alloggiati in una guest hose molto
carina, era una palafitta con un giardino che sembrava quasi
una foresta. La notte era un concerto di versi di animali
selvatici e ululati dei cani del padrone. La sera prima di
rientare in guest house abbiamo mangiato in uno dei tanti
ristorantini lungo la strada. C'era un tailandese che
passeggiava per la citta' con un elefantino di pochi anni e
si faceva fare le foto per qualche spicciolo. Probabilmente
l'elefantino era stato strappato alla madre appena nato e
seguiva il padrone come un cagnolino.
Nella citta' c'era un via vai di tuk tuk (ape taxi) come in
tutto il resto della Thailandia ma qui erano particolari
come non avevo mai visto prima. La maggior parte aerografati
e con una carrozzeria modificata artigianalmente.

La strada per raggiungere Chiang Mai e' una autostrada non a
pagamento ma parallela a quella c'e' una strada secondaria
molto piu' rilassante che abbiamo percorso per diversi
giorni. La strada costeggiava un fiume torbido, l'acqua
scorre lenta e piu' che un fiume sembra una palude. La gente
sulle sponde pesca e i bambini ci sguazzano dentro per fare
il bagno. In quel fiumiciattolo c'era pieno di varani
(lucertoloni di un metro e mezzo) che vivono liberamente.
Non siamo riusciti a fotografarli perche' si immergevano
quando ci avvicinavamo.

Lungo la strada abbiamo sempre mangiato nelle bancarelle
allestite nei piazzali o in centro ai paesini che
attraversavamo. Si mangia bene e si spende poco. Solitamnte
i piatti sono a base di riso, pollo, zuppe, pesce e mille
altre cose da scegliere. Anche la sera nelle citta' abbiamo
sempre cercato di mangiare nelle bancarelle che prendono
posto nei marciapiedi e cucinano al momento quello che anno.
La stradina secondaria e' durata solo pochi giorni e poi via
di nuovo sull'autostrada. Ogni 40 km c'e' un'area di
servizio dove si puo' mangiare e riposare un pochino. I
camionisti durante le pause legano le loro amachie agli
alberi e riposano qualche oretta prima di riprendere la
marcia.
I mezzi di trasporto in Thailandia sono meno improvvisati
che nel resto del sud est asiatico. Viaggiano in due in
motorino e non in sei come in Cambogia, i camion sono
caricati con un po' piu' di criterio e le macchine sono in
ottime condizioni.
A proposito di macchine... il fuoristrada piu' ambito e' la
suzukina! Non come il nostro, qui circolano solo quelle a
passo lungo che in italia sono quasi introvabili. Le
trasformano, anzi, le esaperano quelle macchinette. Montano
delle balestre ed ammortizzatori che trasformano quelle
macchinine in delle cavallette, solitamente hanno blocco del
differenziale e vericello. Molte agenzie che organizzano
tour in fuoristrada usano le suzukine, e solitamnete nei
deplian pubblicitari mettono in prima pagina una suzukina
impegnata in un tratto difficile. Che macchina mitica,
avesse un po' piu' di motore non la fermerebbe niente.

La pioggia ha dato una bella tregua, ormai la stagione delle
piogge sta finendo e piove solo ogni tanto. Abbiamo preso
solo una giornata di pioggia ma e' stata sufficiente....
mentre raggiungevamo una citta' ha cominciato a diluviare e
ci siamo riparati sotto una tettoia aspettando che
smettesse. Dopo un'ora siamo ripartiti anche se la
situazione era peggiorata. Nel centro della citta' la
polizia bloccava le macchine perche' la strada era
diventata un fiume. Non facevano passare nessuno a parte
noi... Probabilmente ci hanno fatto passare per divertirsi
un po', mentre pedalavamo in quel fiume si sentivano le
risate degli spettatori. Non era tanto l'acqua ma quello che
ci galleggiava sopra che faceva schifo. Non usando i bidoni
dell'immondizia la spazzatura se la portava via l'acqua.
In quella citta' ci siamo alloggiati in uno degli alberghi
piu' maffi della Thailandia. Sporco e puzzolente ma almeno
era un riparo dalla pioggia. Abbiamo steso tutti i nostri
vestiti col risultato che si e' allagata tutta la stanza e
sono morti annegati gli scarafaggi che vivevano nella
stanza.

A 400 km da Bangkok abbiamo raggiunto Tak, una citta'
tranquilla sul fiume a meta' strada per Chiang Mai. A pochi
passi dal nostro alberghetto c'era un negozio di bici
pauroso. Piccolo ma con degli accessori fantastici. Abbiamo
solo comprato olio per la catena ma c'era davvero qualunque
cosa. Nelle citta' beno o male c'e' sempre un negozio di
bici con matriale decente, cosa inesistente negli altri
paesi che avevamo attraversato. In Cambogia non siamo
riusciti a trovare nessun negozio serio di bici per non
parlare del Vietnam. Probabilmente sbattendosi un po' si
riesce a reperire del buon matriale ma non e' certo facile.
Qui in Thailandia bene o male si trova di tutto.
La sera abbiamo pure trovato un ristorantino dove una donna
parlava inglese perfettamente ed abbiamo mangiato proprio
bene e speso poco.

In tutte le citta' tailandesi non mancano mai i seven
eleven, una catena di piccoli supermercati presenti in tutta
la Thailandia. Solitamente la sera compriamo li la
colazione, yogurt e biscotti e acqua per il giorno dopo. A
pranzo invece compriamo tramezzini al tonno quando nelle
bancarelle non riusciamo a riempirci la pancia.
La sera tardi nelle citta' e' un via vai di ratti che
cercano cibo avanzato attorno alle bancarelle. Camminare nel
marciapiede non e' consigliato dopo l'orario di chiusura...i
ratti diventano padroni!
Nelle citta' si incontrano spesso i monaci che indossano il
saio arancione e molte volte in coordinato usano
un'ombrellino giallo per ripararsi dal sole. Sono simpatici
e spesso ci guardano incuriositi.

Il paesaggio e' stato abbastanza monotono per gran parte del
viaggio, i primi 600 km sono stati di pianura in mezzo a
risaie, palme e niente piu'. Gli ultimi 200 km la strada ha
cominciato con dei lunghi sali e scendi che smorzavano la
pianura, colline verdi e fiumi hanno reso il panorama molto
piu' interessante. Lungo una salita che portava ad un passo
c'era un'anatroccolo, probabilmente scappato a qualcuno, che
correva come un disperato a fianco della strda col riscio di
rimanere investito. Non riusciva a scavalcare un muretto ed
era rimasto in mezzo alla strada a correre come uno scemo.
Siamo riusciti a bloccarlo con le bici ma tentando la fuga
si e' incastrato nei raggi della ruota di Patrizia. Sono
riuscito a liberarlo e l'ho lanciato al di la del muro nella
foresta. Magari se lo mangia un gatto selvatico ma meglio
cosi' che rimanere investito, credo...

Prima di raggiungere Chiang Mai ho bucato la gomma
posteriore, giusto per tenermi in vantaggio su Patrizia, 11
a 9 per me! Lei aveva bucato pochi giorni prima.

Abbiamo raggiunto Chiang Mai il 26 settembre e ci siamo
alloggiati nella prima guest hose che abbiamo trovato. Un
buon prezzo, ventilatore e acqua calda. Era tanto che non ci
lavavamo con l'acqua calda.

Abbiamo fatto una giornata di spese per le biciclette,
niente di che' ma io dovevo assolutamente cambiare il
copertone posteriore che era ormai tagliato dai vetri e
pronto ad esplodere mentre alla bici di Patrizia ho dovuto
cambiare il cavetto e la guaina del freno dietro che era
inchiodato.

Il 28 settembre era il mio compleanno....Auguri....ma
grazie!
Mi sono fatto un regalo e ho comprato un libro di grammatica
inglese che mi serve per ripassare qualcosa e Patrizia la
sera ha comprato una tortina e ci ha messo su qualche
candelina...un bel compleanno!

Chiang Mai era una citta' fortificata, ci sono ancora i
resti delle mura sul perimetro. E' una citta' tranquilla,
ottima per il trekking e per visitare le tribu' che vivono
al nord della Thailandia nelle foreste. Ci sono molte grotte
e fiumi dove molti praticano il rafting e volendo gite in
groppa agli elefanti che sinceramente non mi sembra il
caso...ma povere bestie.

Lunedi' andremo un po' in giro e per ora aspetteremo qualche
buona notizia per la Birmania altrimenti e' un gran peccato.
L'ho gia evitata una volta facendo un dietro front in Tibet,
speriamo che questa volta si possa andare.

Mi auguro che queste proteste servino davvero a qualcosa,
che la gente non si dimentichi del Myanmar e che crolli
finalmente quel regime militare che dura ormai da troppi
anni.

Ciao Gente, buon viaggio!

Claudio
PATRIZIA (CHIANG MAI, 19/09/2007 - 29/09/2007)

Ciao a tutti!

Vi scrivo da Chiang Mai, a nord della Thailandia. Siamo qui
dal 26 settembre. In attesa di notizie su Myanmar. Non
sappiamo se entrare o meno nel paese, stiamo cercando
maggiori informazioni possibili. Le proteste a Yangon
(capitale dell' ex Birmania) continuano. I militari cercano
di far dileguare i monaci e i civili che protestano con il
fuoco. Molti monaci arrestati. Ufficialmente 9 persone
uccise dai militari. E' stato circondato il centro di Yangon
con il filo spinato. Due pagode sono state chiuse. E' stato
messo il coprifuoco sia a Mandalay che a Yangon. Sono
queste le informazioni ricavate da siti italiani, americani,
inglesi, thailandesi. Ma non e' facile avere informazioni
dall'interno del paese. In questi ultimi giorni hanno
bloccato la rete internet nel paese.

Il 19 settembre siamo ripartiti da Bangkok. E' stato facile
trovare la strada in direzione nord. Ma per uscire dalla
periferia di Bangkok e dal traffico ci sono voluti quasi 60
chilometri. La sera ci siamo fermati ad Ayutthaya. Una
citta' il cui centro storico e' un'isola al centro della
citta'. La sera mentre eravamo a cena in un piccolo
ristorantino, sulla strada c'era un uomo thailandese che
camminava con al seguito un cucciolo di elefante, gli stava
dietro come un cagnolino e per farlo fermare lo teneva sotto
le orecchie. Poverino, lo ha tolto alla mamma. E si fa
pagare dai turisti per fare foto con l'elefantino. E stupidi
i turisti che si fanno fare la foto con l'elefantino per
incorniciarla a casa.

Ripartiti da Ayutthaya costeggiamo un fiumiciattolo alla
nostra sinistra fino alla sera. Nel fiume vediamo un varano
che si nasconde sotto l'acqua appena sente un rumore. Prima
di pranzo sento che faccio fatica a pedalare. Penso sia il
vento contro. Dopo un po' mi giro per guardare la ruota
dietro...come immaginavo..ho bucato! Claudio dopo un po' non
vedendomi piu' arrivare torna indietro. Mi ripara la camera
d'aria. Nel pomeriggio prima di arrivare a Singburi, posto
dove alloggeremmo la sera, inizia a piovere. Bagnati come
due pulcini troviamo un albergo abbastanza abominevole ma
almeno economico! La sera non smette di piovere, usciamo per
cenare...riso e pollo in una baracchetta sulla strada ed a
fianco KFC (non e' possibile ce n'e' ovunque anche qui,
sembra di essere ritornati in Cina). Un altra catena che non
manca mai qui in Thailandia e' il 7-eleven. in citta' ce ne
sono ogni dove e nei paesi almeno 2 o 3 li trovi!

21 settembre. Anche oggi costeggiamo per un po' di
chilometri un fiumiciattoli e vediamo qualche varano che
nuota quatto nel fiume/palude. Arriviamo a Nakhon Sawan.
Citta' molto grande. Facciamo un po' di fatica ma poi
troviamo un hotel decente ed economico. La sera in un
ristorantino c'e' una ragazza che sa qualche parola in
inglese cosi' riusciamo ad ordinare del pollo fritto e del
riso. Arriva il pollo fritto...lo guardiamo, ci guardiamo,
il pollo non so se l'hanno messo ma il fritto c'e'. Il poco
pollo che riuscimo a distinguere e' carbonizzato. Ci
abbuffiamo di riso bollito. Paghiamo il conto con qulache
protesta...ci ha troppo fregato, ma piu' che incavolarti un
po' non puoi fare...sono in troppi! Compriamo tonno e pane e
qualche yogurt. I nostri pancini hanno bisogno di piu' del
riso in bianco.

22 settembre. La strada e' sempre abbastanza pianeggiante,
facciamo molti chilometri senza "sentirli". Si inzia a
vedere qualche pascolo di buoi e caprette. Che forti che
sono le mucche i buoi. Quando passi con la bici ti seguono
con la testa fino a che non sei solo un puntino ai loro
occhi. Ci sono tanti cani lungo la strada che appena ti
vedono arrivare silenzioso con la bicicletta partono ad
inseguirti. Cosi' ti devi fermare e loro si fermano e
smettono di abbaiare. Se continui a pedalare rischi che ti
si attaccano ad una borsa con i denti. oggi ci sono stati
tre cani che appena partiti per inseguirci abbiamo
inchiodato. Claudio ne ha chiamato uno a se, ha smesso di
abbaiare ed ha iniziato a farsi fare le coccole. Gli altri
due cani sono rimasti li', con la bocca un po' mezza aperta.
Non capivano se "dovevano" abbaiare o no e perche' l'altro
s'era messo a farsi fare le coccole.
La sera dormiamo in un alberghatto nel centro di Khampeang
Thep. Stanza economica ma troppo calda anche con il
ventilatore.

23 settembre. Arriviamo a Tak. Di questa cittadina ci
stupisce un bel negozio di bici dove si possono trovare
delle belle bici e degli ottimi pezzi di ricambio. E un
risorantino economicissimo ("Cozy" restaurant) con il menu
solo in thailandese, ma con la propietaria che parla un buon
inglese e ci ha elencato tutto quello che c'era nel menu.

24 settembre. Ripartiamo. Mancano 180 chilometri alla
prossima citta' di una certa importanza. Non sappiamo cosa
troveremo per dormire stasera. La pianura lascia spazio a
colline verdi e la strada inzia ad essere su e giu'. Dopo un
centianio di chilometri arriviamoa Thoen. cerchiamo un po'
per il paesino ma nulla per dormire. Qualche chilometro piu'
avanti sulla strada un hotel. Non troppo economico ma
l'unico posto per dormire!

25 settembre. La strada continua ad essere su e' giu' fino a
Chiang Mai. Con due belle salite e...due piacevolissime
discese! A 9 chilometri da Lampang (citta' dove ci sarremo
fermati la sera), mentre pedaliamo chiamo Claudio davnti a
me...e' passato sopra ad un vetro e si e' fatto un bel buco
alla camera d'aria. Ci fermiamo. ripara la camera d'aria e
ripartiamo.

26 settembre. Prima di arrivare nel centro di Chiang Mai
vediamo un bel negozio di bici! Pensavamo gia' di dover
impazzire come a Bangkok per trovarne uno! Claudio ha
bisogno di un copertone per la ruota dietro, quello comprato
ad Hong Kong e' gia' devastato. Troviamo una stanza carina e
silenziosa con bagno ed acqua calda in una guesthouse. C'e'
il posto per le bici appena fuori dalla stanza.

27 settembre. Facciamo un po' di spese. Il copertone per la
bici di Claudio al negozio di bici trovato il giorno prima.
Un paio di pantaloncini per cla (quelli che usava per
pedalare si sono tutti strappati), delle sacche di yuta per
trasportare in bagagli in aereo, una sacca per gli attrezzi
e delle infradito per fare la doccia (in Cina, Vietnam e
Cambogia c'erano sempre le ciabatte nelle stanze, qui in
Thailandia non ci sono e in India molto probabilmente
nemmeno!). Non "esistono" i piatti doccia o vasche da bagno,
la maggior parte delle volte c'e' la doccia alla parete e
poi un buco nel pavimetno con la griglia dove scola l'acqua.

28 settembre. BUON COMPLEANNO CLAUDIO!!!!!!!!!!!!!

29 settembre. Siamo ancora qui a Chiang Mai sempre cercando
info e notizie su Myanmar. Avremmo il volo il 4 ottobre da
qui per Mandalay in Myanmar. I voli per il paese per ora ci
sono e a quanto pare molte ambasciate e consolati di Myanmar
nel mondo rilasciano visti (tranne che a giornalisti,
fotografi, ecc). Ma siamo molto indecisi sul andare o non
andare. Vi scriviamo nei prossimi giorni.

Pechino - Chiang Mai: 9190 km.

A presto,
Patrizia

18.9.07

CLAUDIO (BANGKOK, 18/09/2007)

Ciao Gente, siamo a Bangkok da piu' di una settimana, domani
mattina dovremmo riuscire a partire e tra una decina di
giorni raggiungere Chang Mai, la citta' al nord della
Thailandia da dove voleremo in Birmania. I confini terrestri
chiusi non ci lasciano altra alternativa per proseguire il
viaggio.

Non abiamo impiegato molti giorni a raggiungere Bangkok da
Siem Reap, solamente 4 giorni di pedalata. Gli ultimi due
giorni in Cambogia sono stati disastrosi, la strada era
pessima come 4 anni fa. La strada bella in Cambogia finisce
all'aeroporto di Siem Reap, gli ultimi 150 km per
raggiungere il confine sono in condizioni pietose. Non
sistemare anche quel tratto di strada e' una assurdo
complotto delle compagnie aeree che sfruttando quel pessimo
tratto di strada vendono molti piu' biglietti aerei da
Bangkok alla Cambogia. In quel tratto di strada infatti
circolano pochi autobus, la gente si sposta con dei
furgoncini stracarichi di persone o con dei pick up
viaggiando sul cassone.

Abbiamo trascorso due giorni in mezzo alla polvere pedalando
col vento contrario. Fortunatamente la stagione delle piogge
e' stata clemente altrimenti quella strada sarebbe diventata
una pista di fango. I villaggi lungo quella strada sono piu'
poveri che nel resto della Cambogia, e' una parte del paese
lasciata in disparte per via di quella strada pessima, una
delle poche rimaste.
La mia bicicletta ha finito di consumarsi lungo quella
strada, la polvere ha contribuito a consumare del tutto la
catena e le corone. Anche alla bicicletta di Patrizia ha
cominciato a slittare la catena ma ormai eravamo vicini a
Bangkok dove avremmo risolto tutto cambiando i pezzi.
La prima notte l'abbiamo trascorsa in una locanda a Sisofon,
una piccola citta' scalcinata a 60 km dal confine. E' una
citta' di passaggio dove chi viaggia puo' trovare un riparo
per la notte, niente di piu'.
L'ultima notte l'abbiamo trascorsa a Poi Pet, l'ultima
citta' cambogiana sul confine con la Thailandia. Quella
citta' e' un casino come le maggiori citta' di frontiera.
Tutti i prezzi erano in Bath (moneta tailandese), strano ma
vero preferivano i bath ai dollari americani. Quando
volevamo pagare in Rial (moneta cambogiana) storgevano il
naso. Il cambio con le monte non era sempre lo stesso,
dipendeva da chi faceva i conti. Sarebbe stato cosi'
semplice pagare in dollari come si fa in tutta la
Cambogia...

Il 9 novembre abbiamo attraversato il confine. Anche qui
hanno costruito un edificio migliore di 4 anni fa quando nel
lato tailandese c'era una misera baracca. Nello spazio
fronterizo c'erano un paio di casino' e ristoranti di lusso
in contrasto coi commercianti tailandesi e cambogiani che
transitavano da uno stato all'altro trainando un carretto
carico di provviste.
Per la Thailandia non e' necessario nessun visto, e'
sufficente un timbro sul passaporto con validita' di un
mese. In un oretta abbiamo attraversato il confine ed
eravamo in terra tailandese. La differenza si nota dopo
pochi chilometri. Strade perfette, traffico intenso di
macchine e camion non scalcinati e case differenti da quelle
cambogiane. Le risaie finiscono al confine e cominciano
piantagioni di pioppi o di alberi da lavoro. Fanno molte
sculture in legno che poi espongono lungo la strada in
attesa di clienti.
Un'altra differenza da non sottovalutare e' che qui guidano
al contrario...si tiene la sinistra! I primi chilometri sono
sempre un po' traumatici ma poi ci si prende la mano subito.

Il primo giorno abbiamo pedalato 140 km raggiungendo una
citta' di notte a meta' strada con Bangkok. Abbiamo preso
una scorciatoia col risultato di non trovare nulla prima per
trascorrere la notte. C'erano diversi alberghi ma alla fine
abbiamo scelto il piu' caro ma almeno era sicuro per la
notte. Avevamo chiesto in un albergo ma era qualcosa di
pauroso, la stanza sporca in mezzo ad un magazziono di merci
e dei tipi loschi che gestivano quella bettola. sarebbe
stato troppo rischiso passare la notte li, rischiavamo di
farci fottere tutto. In un'altro albergo non abbiamo neanche
chiesto il prezzo, era un via vai di prostitute vicino ad un
market nella zona piu' povera della citta'. Abbiamo scelto
appunto il piu' caro ma almeno eravamo sicuri che al nostro
risveglio c'erano ancora le biciclette e i nostri bagagli.

Il giorno dopo e' stato faticoso come il primo, in serata
tardi abbiamo raggiunto Bangkok e ci siamo alloggiati in
alberghetto carino e silenzioso fuori dal casino di khaosan
road.
Il giorno dopo abbiamo richiesto il visto indiano, quello
successivo il visto birmano ed abbiamo atteso una settimana
per ritirare quello indiano. Per spostarci nella citta' e
raggiungere le ambasciate abbiamo utilizzato Sky train, il
treno sospeso che transita in quasi tutta Bangkok
all'infuori di dove siamo noi. Per raggiungere la prima
fermata si puo' usare il servizio di traghetti veloci sul
fiume o prendere un Tuk Tuk. il piu' economico e' il
traghetto anche se il piu' divertente e' il tuk tuk. Sono
delle Api che montano motori di media cilindrata, solitamnte
con impinto a gas perche' la benzina e' molto cara. Quando
girano per la citta' sembra di vedere una gara di go kart,
vanno come delle schegge e fanno un casino tipo mondiale di
formula uno. Ne abbiamo preso un paio per spostarci e uno in
particolare era mezzo rincoglionito. Probabilmente si era
gasato vedendo la strada sgombra ed entrato in una rotonda
in quarta piena schivando per un pelo un autobus e altre
macchine dentro la rotonda.

Due giorni li abbiamo trascorsi cercando negozi seri di
biciclette. Sulle pagine gialle abbiamo trovato degli
indirizzi di negozi inesistenti e ci sono volute due
giornate intere per trovare un negozio serio. Ho fatto
cambiare tutti i pezzi alla mia bicicletta che era ormai
alla frutta, non riuscivo piu' a pedalare senza prendere
ginocchiate sul manubrio. Per la bici di Patrizia ho
cambiato solo la catena, lei portando meno peso non ha
consumato molto le corone quindi arrivera' tranquillamente
in Nepal dove le cambiero' tutti i pezzi e poi riuscira' a
rientrare a casa. io dovro' fare un'altro cambio piu'
avanti, ora spero di reggere per 15000 km.

Bangkok e' la stessa citta' di 4 anni fa, un casino di posto
pieno di occidentali in transito per altri paesi ed altri
arrivati per dare sfogo al loro turismo sessuale.
I soliti occidentali troppo vecchi e troppo brutti per
prendere della figa a casa loro arrivano qui per trascorrere
un mese con ragazze tailandesi. In khaosan road la sera e'
una sfilata di occidentali alcolizzati e locali pieni di
gente. Sfilano molti Ladyboy, di transessuali mi sembra che
ce ne sia sempre di piu'. Il resto di Bangkok e' differente
da quel troiaio, e' una grande citta' dove si riesce a
trovare di tutto.

Ieri e oggi abbiamo girato per agenzie cercando dei voli per
la Birmania. Ieri e' stata una giornata da mal di testa,
abbiamo trovato i voli, pagato con la carta e poi i
biglietti non erano reperibili. Abbiamo cancellato
l'operazione col risultato di essere punto a capo. Questa
mattina abbiamo comprato i biglietti in un'altra agenzia e
domani li ritireremo, questa volta dovrebbe essere andata
meglio.
Ieri mentre aspettavamo di parlare col proprietario
dell'agenzia impegnato al telefono, il dipendente per
trattenerci ci faceva vedere le foto dell'aereo precipitato
in thailandia pochi giorni fa. Sorridendo diceva: "sono
morti quasi tutti"... Cazzo bel modo di intrattenere due
persone che vogliono comprare un biglietto aereo!

Domani mattina ritireremo i biglietti e partiremo verso
Chang Mai da dove avremo il volo per la Birmania.

Ciao Gente, a presto!

Claudio
PATRIZIA (BANGKOK, 7/09/2007 - 18/09/2007)

Ciao cari,

siamo a Bangkok, a dire il vero siamo qui da piu' di una
settimana. E che settimana. Ci siamo riposati un po' ma per
lo piu' abbiamo passato il tempo fra ambasciata birmana,
ambasciata indiana, agenzie di viaggio ed in giro in
bicicletta per Bangkok per cercare dei negozi di bici. Ma di
questo ve ne parlo meglio dopo!

Il 7 settembre, ripartiti da Siem Reap (in Cambogia), la
strada e' peggiorata. Sterrata e per tanti tratti con buche
e sassi. E' cosi' per 150 km da Siem Reap a Poipet, il
confine con la Thailandia. Negli ultimi anni in Cambogia
sono state asfaltate la maggior parte delle strade
principali, ma quella fra Siem Reap e Poipet e' stata
lasciata devastata. E' un complotto delle compagnie aeree.
Se la strada in questo tratto fosse bella, tante persone in
piu prenderebbero un bus per raggiungere Bangkok (distante
solo 400 km da Siem Reap e 700 km da Phnom Penh), facendo
calare i gudagni delle compagnie aeree che gestiscono le
tratte fra Siem Reap, Phnom Penh e Bangkok.
Oggi mentre pedalavo alcuni bimbi, si sono messi lungo la
strada tutti con la manina allungata verso di noi per darci
il cinque, poi c'era anche una bimba, avra' avuto massimo
due anni che si sporgeva anche lei con la manina e ci diceva
Hello. Sara' un po' triste lasciare la Cambogia, i
cambogiani sono adorabili. Ci fermiamo Sisophon per la notte
dopo piu' di 100 km di strada sterrata. Siamo pieni di
polvere e terra, E' uscita tanta di quell'acqua nera dai
vestiti lavati!

L'8 settembre dopo altri 50 km di starda sterrata, forse
ancora piu' brutta, arriviamo a Poipet. Qui tanti negozi e
Hotel hanno i prezzi segnati in Bath (moneta Thailandese).
Pernottiamo qui e domani mattina passeremo il confine.

9 settembre, Passata la frontiera in mezzora senza nessun
controllo ai bagagli, iniziamo a pedalare su suolo
Thailandese. Si inzia a pedalare a sinistra, ed il senso di
marcia restera' cosi' ancora per altri paesi che
attraverseremo. La colonizzazione inglese. Si nota subito la
differenza dalla Cambogia. Strada piu' belle, Molte piu'
automobili sulle strade e meno motorini. Meno campi di riso
e piu' terra non coltivata. Ed anche un po' meno sorrisi dei
bimbi e quasi nessun Hello. Lungo la strada nessun hotel,
locanda o un posto al chiuso per dormire. Dopo 143 km
(quanti!!! :-)), alle 8 di sera arriviamo in una cittadina,
dove 20 km prima ci avevano detto avremmo trovato un hotel.
Cosi' e'! Mangiamo prima del riso e pollo preso in una
bancarella e poi cerchiamo l'hotel. Come sono cotta. ma
finalmente si dorme!

10 settembre. Il mattino presto ripartiamo, mancano 120 km a
Bangkok, ma pensiamo di fermarci una 30ina di chilometri
prima. Cosi' arriviamo a Bangkok domani e di mattina con il
tempo di cercare un posto per dormire di giorno. Arrivati a
30 km da Bangkok, non e' ancora Bangkok ma e' come se fosse
una citta' unica fino a Bangkok (sembra di essere ritornati
in cina nelle citta' che non iniziavano e non finivano
mai!). Cosi' dopo aver trovato solo un hotel copn cifre da
capogiro, decidiamo di proseguire fino a Bangkok. Che citta'
immensa. Abituati a Phnom Penh e Siem Reap che non avevano
case piu' alte di quattro piani, qui sembra di essere
arrivati in un altro mondo. Grattacieli, metropolitana,
sky-train e tanto tanto traffico! Arriviamo in Khao San road
(la via piu' turistica e forse per questo caotica e troppo
ma troppo piena di occidentali (alcuni bavosi), dove pero'
si trovano tutti gli alberghi e le guesthouse
qualita'-prezzo migliori. prima di trovare l'albergo inzia a
piovere cosi' ci laviamo completamente! Troviamo un
alberghetto fuori dal casino di Khao San road, molto carino
e tranquillo.

Da martedi' scorso (11 settembre) ad oggi, come scrivevo
all'inizio abbiamo fatto due visti e comprato dei pezzi per
le bici. Per prima cosa ci siamo recati all'ambasciata
indiana dove abbiamo compilato i moduli, richiesto il visto
di sei mesi a multipla entrata e pagato 2100 Bath (piu' o
meno 45 euro). Lo abbiamo ritirato ieri, Il giorno dopo ci
siamo recati all'ambasciata birmana, dove, dopo aver chiesto
qualche informazione per come poter entrare nel paese (ce ne
sono state date molto gentilmente ma un po' vaghe), abbiamo
richiesto il visto. E' valido per 3 mesi da quando viene
rilasciato e puoi stare nel paese 28 giorni. E' abbastanza
economico (810 Bath pari 18 euro piu' o meno) rilasciato in
48 ore.

Giovedi abbiamo girato mezza Bangkok in bicicletta senza
trovare nessun negozio di bici. Sabato dopo aver cercato
qualche indirizzo sulle pagine gialle, Abbiamo trovato un
bel negozio di biciclette. Claudio ha cambiato alla sua bici
i rocchetti, la catena, le corone ed il movimento centrale.
Alla mia abbiamo cambiato solamente la catena ed ho trovato
un coprisella al gel (morbidissimo), cosi' magari il mio
sedere stara' meglio! I suoi pezzi erano molto piu'
devastati, la sua bici porta 30 kg in piu' della mia (10 kg
in piu' di bagaglio e Cal pesa 20 kg piu' di me). La mia
bici cosi' puo' arrivare fino in Nepal!

In questi giorni abbiamo chiesto informazioni per quanto
riguarda i voli da Chiang Mai (citta' a nord della
Thailandia) a Mandalay (Birmania). E da Yangon (Birmania) a
Calcutta (India). Dato che entrando via terra non e'
possibile girare la Birmania, la soluzione migliore ci e'
sembrata fare i tragitti aerei scritti sopra. Cosi'
visitiamo il nord della Thailandia e possiamo percorrere la
strada da Mandalay a Yangon e fare qualche zig zag nelle
strade permesse. Oggi abbiamo prenotato i voli aerei. Domani
mattina ripartiamo...direzione Chiang Mai.

Fino ad oggi abbiamo percorso 8399 km in sella alle nostre
bici fra Cina,Vietnam, Cambogia e Thailandia.

Vi abbraccio e ci sentiamo da un po' piu' a nord,
A presto,

Patrizia
CLAUDIO E PATRIZIA (CONFINI THAI-BIRMANIA, 18/09/2007)

Ciao a tutti!

Siamo a Bangkok, in Thailandia. Ora vorremmo proseguire il
nostro viaggio in Birmania. Le notizie sul fatto che si
possa entrare nel paese via terra sono vaghe e confuse. Dopo
esserci recati all'ambasciata Birmana qui a Bangkok, aver
cercato notizie sul paese navigando in internet e chiesto a
uffici turistici e agenzie di viaggio, abbiamo ricavato le
seguenti informazioni:

- Gli stranieri non possono raggiungere la Birmania via
terra e via barca da Bangladesh, India, Cina e Laos.

- Si puo' attravesare la frontiera fra Thailandia-Birmania,
tra Mae Sai (Thai) e Taichilek (Burma) via terra solo a
queste condizioni:
- con un permesso giornaliero, che viene fatto
direttamente alla frontiera birmana pagando 5 dollari
americani, che pero' consente di percorrere SOLO 5 km
passato il confine e di stare SOLO UN GIORNO in Birmania.
- con un visto di 14 giorni (anche queste fatto
direttamente in frontiera ma ad un costo di 10 dollari) che
consente pero', di spostarsi nel paese SOLO fra il confine,
Kentung (una citta' 163 km piu' a nord) e Mong La, un paese
altri 70 km piu' a nord. E non in altre parti del paese.

- Dopo aver richiesto e ottenuto un visto di 28 giorni
all'ambasciata birmana, dalla Thailandia si puo' raggiungere
la Birmania con un aereo. Ci sono voli da Bangkok a Yangon
(citta' a sud della Birmania) oppure da Chiang Mai (citta'
thailandese a nord) a Yangon, o da Chiang Mai a
Mandalay (citta' a centro-nord alla Birmania) ogni giovedi'.

- Una volta atterrati con un aereo a Yangon o a Mandalay,
non si possono percorrere tutte le strade del paese. Molte
sono chiuse agli stranieri. Pero' si possono percorrere le
strade fra Mandalay e Yangon e alcune altre. Oppure ci si
puo' spostare con altri voli interni ("ovviamente" non in
tutti i posti), e con bus o treni ma solo sulle vie
permesse. Permesse o vietate da chi? Dal regime
dittatoriale-militare presente in Birmania. I permessi o i
divieti possono essere cambiati dal governo senza preavviso
(come purtroppo molte altre cose).

- Da Yangon e' possibile raggiungere l'India con un aereo.
Ci sono voli da Yangon a Calcutta il lunedi' ed il venerdi.

Claudio e Patrizia

6.9.07

CLAUDIO (ANGKOR, 6/09/2007)

Ciao Gente, siamo a Siem Reap l'ultima citta' cambogiana
prima della Thailandia. Dalla capitale abbiamo pedalato
quattro giorni per raggiungere questa citta'.

A Phnom Penh siamo rimasti un giorno piu' per sbrigare un
po' di comissioni che avevamo lasciato in sospeso. Siamo
stati in banca a ritirare un bel po' di dollari che poi ci
serviranno per la Birmania, Pakistan e Iran dove i bancomat
per il momento sono inesistenti.
L'ultima serata l'abbiamo trascorsa con Lucia e delle sue
amiche. Una bella cena e poi via a nanna che domani si
pedala!

Uscire dalla citta' e' stato molto semplice, Phnom Penh non
e' una grande capitale e in un attimo eravamo sulla strada
per Siem Reap. In periferia partivano molti furgoncini
chiamati mini bus stracarichi di gente, chi non riusciva
entrare prendeva posto sedendosi sul tetto o aggrappandosi
al paraurti. Molti Pick up organizzano trasporti sistemando
piu' gente possibile nel cassone. Sono i mezzi piu'
economici per attraversare la Cambogia.
La strada per Siem Reap e' stata perfetta per tutti i 320
chilometri che abbiamo percorso. I giapponesi hanno preso
l'appalto delle strade cambogiane, i ponti sono tutti
costruiti dai giapponesi, ogni ponte ha una targhetta con la
bandiera giapponese incisa sopra.

Il primo giorno mentre cercavamo qualcosa da mangiare ci
siamo fermati vicino ad una scuola in mezzo ad un villaggio.
Un tizio ci ha chiamati ed era un professore d'inglese. Era
molto felice di parlare con noi ma la sua felicita' era
amplificata dal fatto che eravamo italiani. Aveva una
rivista che e' corso a prendere in classe dove c'era una
foto di Roma. E' il suo sogno piu' grande poter andare a
Roma. Ci ha accompagnati a mangiare qualcosa ed ha insistito
per pagarci il pranzo. Lui ha mangiato di fretta perche' gli
alunni erano rimasti a scuola ad aspettarlo per la lezione
di inglese. Lui guadagna grosso modo 50 dollari al mese,
vorrebbe raggiungere Bangkok e volare in Italia, chissa' che
un giorno non realizzi davvero il suo sogno.

La prima sera abbiamo raggiunto Skun, una piccola citta'
sulla strada. Molti mini bus fanno tappa li a caricare altra
gente. Dove si fermano gli autobus ci sono molte bancarelle
dove donne e bambini assalgono la gente cercando di vendere
cibo e bibite. Molte donne avevano delle bacinelle dove
tenevano migliaia di tarantole fritte e altri insetti. Bene
o male cucinano quello che hanno.

Per la notte abbiamo trovato una guest house sporca e
puzzolente ma sulla strada non c'e' molta scelta per
dormire. Ci siamo fatti pero' cambiare i cuscini giusto per
non morire asfissiati.

Con la stagione delle piogge e' tutto allagato, i piu'
felici sono i bambini che nuotano nelle pozze d'acqua. La
gente in quei laghi d'acqua pesca a strascico nuotando
avanti e indietro trascinando le reti da pesca. Alcuni fanno
le bancarelle lungo la strada vendendo pesce fresco, altri
invece fanno bancarelle vendendo i fiori di loto che nascono
a migliaia in quelle pozze d' acqua.

Abbiamo pedalato quattro giorni per raggiungere Siem Reap e
trascorso tre notti in tre locande una peggio dell'altra.
L'ultima notte abbiamo dormito in un villaggio a soli 60 km
dalla citta', la guest house e' costata 3 dollari e sembrava
una stalla. Non so' quand'era l'ultima volta che avevano
cambiato le lenzuola, forse mai da tanto puzzava. Il
villaggio non era da meno, non si riusciva a trovare nemmeno
un negozio che vendesse un pacchetto di biscotti o qualcosa
di commestibile. Abbiamo trovato un panino e un pacchetto di
banane secche piuttosto angoscianti. La mattina siamo
riusciti pero' a trovare del pane appena fatto e siamo
riusciti a fare un po' di colazione.

Abbiamo raggiunto Siem Reap il tre settembre. La citta' e'
irriconoscibile, avevo trascorso qui quasi un mese quattro
anni fa. Hanno costruito hotel e guest house ovunque,
ristornti, pub e supermercati. E' tutto basato sul turismo
col fatto che la citta' e' stata costruita a soli 10
chilometri dai templi di Angkor. Ci eravamo alloggiati in
una guest house che abbiamo cambiato il giorno dopo per una
migliore. Il bagno era indecente anche per noi, dalla doccia
usciva ruggine con un po' d'acqua... Ora paghiamo 5 dollari
ma la stanza e' davvero carina.

Ieri abbiamo visitato i templi di Angkor. Io avevo gia'
visitato i templi ma ne vale la pena rivederli un'altra
volta.
I templi sono stati costruiti piu' di mille anni fa. Ancora
oggi e' il centro di pellegrinaggio di molti cambogiani e
buddisti di altri paesi. I tre templi piu' magnifici sono il
Bayon che rappresenta piu' di 200 facce incise nella roccia,
il Ta Prhon immerso nella foresta con gli alberi che sono
cresciuti attorno alle mure e le radici incastrate nella
roccia, e il piu' maestoso di tutti e' Angkor Wat, il tempio
piu' grande al mondo fatto costruire dal re.

Abbiamo trascorso una giornata facendo il percorso di 40 km
con le biciclette attorno ai templi. Sono piu' di un
centinaio i templi costruiti in mezzo alla foresta. Abbiamo
visitato molti templi, non c'era molta gente e la stagione
delle piogge e' stata clemente. Dentro l'Angkor Wat c'era
una scimmia che era salita fino all'ultimo piano, sembrava
il re del tempio. Era molto scocciata della gente che la
fotograva ma del resto era lei che non era normale a stare
li dentro.

In un tempio in mezzo alla foresta c'era una bimba con uno
strano animale sulla spalla. Forse un orsetto, sembrava
un'incrocio tra un gatto e una scimmia. Le ho chiesto se
potevo toccarlo e lei mi ha risposto "ma certo", ho
allungato la mano per accarezzarlo ma quel bastrdo si e'
attaccato al mignolo coi denti e per fortuna non me lo ha
staccato. Forse avrei dovuto chiedergli "morde?". Patrizia
per consolarmi mi diceva che quell'animaletto voleva solo
giocare.... quel bastardo mi ha quasi staccato un dito!

In serata quando avevamo quasi terminato il giro ci siamo
fermati a guardare delle scimmie al bordo della strada.
Saranno state una quindicina tra grandi e piccole. Dopo
pochi minuti e' arrivato un cambogiano con la motoretta
assieme alla sua famiglia, aveva un pezzo di un frutto in
mano e lo ha avvicinato verso le scimmie. Una di loro e'
andata verso il cambogiano, ha preso il pezzo di frutto ma
non contenta si e' arrampicata sulla moto, ha frugato nel
cestino e gli ha rubato un sacchetto di frutta. Si e' seduta
per terra tranquilla, ha aperto il sacco e ha cominciato a
mangiare. Il cambogiano incazzato a provato a riprendersi il
sacchetto ma la scimmia lo rincorreva arrabbiata. Io e
Patrizia ridevamo a goderci la scena. Dopo alcuni minuti il
cambogiano preso dall'orgoglio ha raccolto un sasso e a quel
punto la scimmia ha abbandonato il sacchetto ed e' scappata.
Ormai la frutta era tutta rosicchiata quindi il cambogiano
non ha recuperato niente.

Molta gente che passava regalava un frutto alle scimmie o
qualcosa da mangiare. Una ragazza aveva portato del pane
duro ma le scimmie non lo hanno gradito. Una scimmia si era
impadronita del sacchetto ma appena si e' accorta che era
pane duro aveva sbattuto il sacchetto per terra e se ne era
andata scocciata.
A guardare le scimmie si erano fermati anche due turisti in
bici, appena la ragazza ha lasciato la bici incustodita una
scimmia e' corsa e si e' agrappata al cestino facendogli
cadere la bicicletta e rubandogli da mangiare.
Bene o male sono abituate a mangiare dai turisti e se
nessuno gli da niente allora cercano di rubare. Una scimmia
si era attacata anche alla bici di Patrizia ma quando ha
visto che non c'era da mangiare ha mollato la presa.

Oggi abbiamo fatto una giornata di riposo e domani
ripartiremo verso Bangkok. In due giorni raggiungeremo il
confine con la Thailandia.

Ciao a Tutti!

Claudio
PATRIZIA (ANGKOR, 30/08/2007 - 6/09/2007)

Ciao gente,

siamo a Siem Reap. 300 chilometri da Phnom Penh. Domani
ripartiamo, ci separano poco piu' di 150 chilometri dalla
Thailandia.

Ripartiti da Phnom Penh il 31 agosto, dopo una bella cena in
un ristorante Khmer con Lucia e delle sue amiche la sera
prima, abbiamo pedalato quattro giorni prima di raggiungere
Siem Reap.

Lungo la strada un giorno a pranzo fermi per caso davanti ad
una scuola. L'insegnate di inglese e' uscito per parlare con
noi. Ci ha fatto vedere un articolo su Roma su un giornale
cambogiano e poi ci ha invitato a pranzo in una barachetta
lungo la strada. Abbiamo parlato un po'. Ci ha chiesto di
uno stipendio medio in Italia e poi ci ha parlato del suo.
Lui per una giornata di lavoro di otto ore prende 4 dollari.
Quindi piu' o meno in un mese 80 dollari. Anche se qui si
riesce a vivere con molto poco, non e' comunque alto. Prima
che noi finissimo il pranzo si e' alzato per pagare. E poi
e' corso dai suoi studenti. Non c'e' stato verso...ci ha
offerto il pranzo. Che incontri belli.

Si vedono passare auto e pick-up carichi di gente. A volte
piu' di 15 persone in e sopra ad una macchina. 5 davanti, 7
dietro, qualcuno nel bagagliaio e qualcuno sul tetto. Sui
pick-up ancora di piu', gente messa in qualche modo sopra i
bagagli. Trasportano di tutto con i motorini. Materassi,
mobiletti, galline legate con le zappe a testa in giu',
maiali, papere e magari un altro motorino appoggiato in
qualche modo.
E vendono anche le cose piu' strambe per noi da mangiare.
l'altro giorno passeggiando in un paesino tre donne
vendevano in dei cestini TARANTOLE SNACKS, praticamente
tarantole fritte.

La sera prima di arrivare a Siem Reap, ci siamo fermati in
un piccolo paese. Abbiamo trovato una camera in una
guesthouse che non era proprio bella, un po' puzzolente, il
bagno un po' fatiscente ma economicissima. Per cena riso e
delle uova che non so' da quanti giorni fossero state cotte!
Trovare dei biscotti per colazione e' stato
impossibile...cosi' pane e latte!

E' impressionate quanti gechi ci siano attaccati ai muri, ai
soffitti e alle pareti. Poi attorno a delle fonti di luce se
ne vedono una quantita' impressionante insieme. Sono ghiotti
di zanzare e moscerini. In teoria i gechi sono muti ma qua
in Cambogia ne senti qualcuno che fa dei versi strani. A
volte ne vedi alcuni cosi' piccoli che non riesci a capire
come possano riuscire a mangiarsi una zanzara tutta intera!
Poi una sera ne abbiamo visto uno su una parete molto piu'
grosso, di solito sono lunghi una decina di centimetri,
quello era almeno 30. Cosi' grossi li avevo visti solo ad
Hong Kong in una gabbia (li usavano per la zuppa!) e in
Vietnam (stecchiti) in delle specie di vasi di vetro con del
liquore insieme a scorpioni e serpenti.

Il 3 settembre siamo arrivati a Siem Reap. Appena arrivati
abbiamo fatto un mega lavaggio sotto la doccia dei vestiti.
Il giono dopo un po' le "cozze" e ieri, 5 settembre, alzati
di buon ora siamo andati a visitare i templi di Angkor. E'
uno dei complessi di templi piu' grandi e maestosi del
mondo. Partiti con la bicicletta, intorno alle 8 e mezza
siamo arrivati davanti al tempio piu' grande. Quello di
Angkor Wat. Facciamo il bilgietto. 20 dollari a testa per
una giornata di visita (se no c'e' un biglietto di tre
giorni a 40 dollari). Dopo la visita del tempio, in cui
abbiamo avuto l'occasione di vedere una scimmietta che
vagava in cima al tempio, ci siamo rimessi in sella alla
bici. Dopo qualche chilometro abbiamo visto degli elefanti,
purtroppo li facevano "trottare" invece che farli camminare
pacati com'e' nella loro natura e sono quelli che servono pe
portare in giro i turisti. Visitiamo il Bayon, un altro
tempio, forse il mio preferito, ha tutte delle facce giganti
costruite con la pietra. In alcuni tempi si sale in altri si
cammina sempre sullo stesso piano in un'infinita' di
corridoio, l'uno parallelo all'altro. In uno un po' in
rovina ci sono le radici di alcuni alberi enormi intersecate
alle pareti del tempio. In un tempio un po' piu' piccolo
c'e' un ficus immenso le cui radici anno parte di tutto un
portale del tempio. Tutto e' in mezzo alla natura, tanti
alberi e vegetazione. E si svolge anche la vita normale dei
cambogiani in mezzo ai turisti ed ai templi. Vengono qui a
pregare ed alcuni ci vivono, ci sono risaie, bimbi e ragazze
che raccolgono e tagliano la legna, mucche e bufali che
pascolano magari vicino od in mezzo ad un tempio od a delle
rovine. Sulle colonne e le pareti dei templi alcuni rilievi
e basso rilievi raccontano di un popolo. Tutti i templi,
alcuni in ristrutturazione e piu' integri, altri piu'
rovinati ti riportano indietro nel tempo ed in una cultura e
religione diversa dalla nostra. Abbiamo visitato piu' di 15
templi. Ce ne sono molti di piu'. Sicuramente in tre giorni
si vedrebbero piu' tranquillamente.

La sera sulla strada di ritorno verso Siem Reap sento un
verso di un animale e mi fermo. A lato della strada vedo una
scimmia, poi due, tre, quattro...ci sono una quindicina di
scimmiette, alcune con il piccolo che si arrampicano sulgi
alberi mangiano l'erba e giocano. Le osservo. Claudio dopo
un po', non avendomi visto arrivare torna indietro. Alcuni
con il motorino si fermano per dare un pezzo di frutto alle
scimmie. La scimmia piu' grossa va verso la signora e si
prende il pezzo di frutto. Poi si mette a ravanare nel
cestino del motorino e si frega il sacchetto con tutta la
frutta. Si siede ed inizia a mangiare. Il prpietario della
fruta le si avvicina. Ma lei tira furoi i denti e lo
insegue. Poi ritorna al suo sacchetto con la frutta.
Avvicinatosi poi con un sasso, il propietario riesce a far
scappare la scimmia ed a recuperarsi un frutto. Intanto le
altre scimmie stanno tranquille al bordo della strada. Se ti
avvicini toppo ti inseguono. Non sono troppo amichevoli
(tirano fuori i denti se gli girano!). Ma come sono carine,
sono impressionanti le loro manine cosi' simili alle nostre.
Arriva un'altra signora con un motorino, ha un sacchetto che
del pane per le scimmie ne tira fuori dei pezzetti, li porge
alle scimmie che aarivano con la loro manina e se li
prendono dalla sua mano. Poi arriva il "boss" (quello grosso
che s'era fregato il sacchetto con la frutta) e le prende
tutto il sacchetto dalle mani, ci guarda dentro, ne prende
un pezzo, lo assaggia, non gli piace, cosi' lancia li' il
sacchetto e se ne va un po' piu' distante. Cosi' le altre
scimmie si prendono loro il contenuto del sacchetto.
Arrivano altri due ragazzi in bici e lasciate le bici
dall'altra parte della strada anno qualche foto alle
scimmiette. Una scimmia insospettabile attraversa la strada
e dopo un po' sentiamo un colpo. La scimmietta ha dato un
colpo alla bicicletta di un ragazzo e la fa cadere. Voleva
prendersi le banane che erano nel cestino! Se le sbuccia e
se le mangia con comodo davanti alla bici. Dopo un po' i
ragazzi vanno ed arrivno altri cambogiani in motorino con
delle banane per le scimmie. Ne danno una anche a me da dare
ad una scimmia. Ti prendono con forza il cibo dalle mani,
magari prima che cambi idea e non glielo dai piu'! I piccoli
sono attaccati alla pancia della mamma mentre camminano.
L'ultima scena che ci fa piegare e' la scimmia piu' grossa
che vediamo seduta come un umano sul cordolo di un
marciapiede che si guarda la pancia! Che forte!
La sera siamo abbastana cotti ma prorpio una bella giornata!

Domani ripartiamo da qui ed in meno di una settimana
dovremmo essere a Bangkok, capitale della Thailandia. Quindi
per ora vi saluto e ci sentiamo dalla Thailandia. A presto,

Patrizia