11.4.08

CLAUDIO (TEHRAN, 11/04/2008)
Ciao Gente,
siamo a Tehran da cinque giorni ed abbiamo ottenuto solo il
visto per l'Azerbaijan. Questa citta' comincio a odiarla,
forse e' peggio di Almaty in Kazakistan!

Il 4 Aprile siamo partiti da Esfahan e abbiamo impiegato 4
giorni a raggiungere la capitale. Il vento non ha mollato un
attimo di soffiarci contro.

Il secondo giorno di pedalata e' stato il peggiore del
viaggio. Ci siamo svegliati di buon ora nella nostra tenda,
come sempre sotto i cavalcavia dove nessuno ci puo' vedere.
Probabilmente il vento arrivava dalla Siberia da tanto era
freddo. Dopo un'ora di pedalata, oltre al pile, abbiamo
indossato pure la giacca in gore tex. Abbiamo avanzato
lentamente, sempre piu' lentamente fino a raggiungere una
media penosa di 6 chilometri orari! Il vento formava i
soliti mulinelli che contribuivano a farci sbandare piu' del
solito.
Verso sera, quando il vento era calato un pochino, siamo
riusciti a percorrere qualche chilometro in piu' e trovare
un'altro cavalcavia dove trascorrere la notte. Non sempre i
cavalcavia vanno bene per montare la tenda, alcuni sono
pieni di cagate dei camionisti, altri troppo bassi o stretti
per montare la tenda e alcuni con troppi sassi.

Quella sera abbiamo trovato un gran bel cavalcavia! Abbiamo
cucinato la pasta e condita con sugo di melanzane. Una
benedizione in un paese dove si mangia sempre carne!
Solitamente il cuoco sono io (povera Patrizia!), preferisco
usare io il fornello a benzina per evitare che Patrizia vada
a fuoco accendendolo.

Il terzo giorno abbiamo raggiunto Qom, l'ultima citta' prima
di Tehran, dove abbiamo fatto un po' di spesa per il pranzo
e per la cena.
Chiedendo informazioni alla polizia per dirigerci a Tehran
ci hanno indicato l'autostrada. Piu' rapida e con meno
salite.
Nello svincolo prima del casello ci ha sorpassato una
macchina e il guidatore, per guardarci e troppo veloce per
una curva del genere, si e' schiantato contro il guardrail.
Ci siamo ovviamente fermati per soccorerlo (anche se forse
eravamo la causa!) ma quello stordito nonostante la macchina
fosse distrutta cercva di accenderla per ripartire. Ho
gridato a Patrizia di ripartire prima che quella macchina
facesse il botto! Nel frattempo un iraniano in macchina si
era fermato per soccorerli e da lontano gli faceva segno di
non provare ad accenderla. Siamo stati un disastro come
soccorso e ce ne siamo andati via verso Tehran...

L'autostrada costeggiava la vecchia strada e per un'attimo
abbiamo preferito prendere la strada vecchia pentendocene
subito. Dopo pochi chilometri siamo tornati a pedalare in
autostrada, molto piu' sicura e con una banchina bella larga
dove pedalavamo indisturbati. L'autostrada e' vietata ai
camion, sono deviati sulla strada vecchia ed e' troppo
rischioso pedalare.

In serata ci siamo fermati in un'area di servizio per
comprare dell'acqua e una macchina della polizia vedendoci
con le biciclette si e' accostata a noi.
Mi chiedevano i documenti con aria irritata ma io facevo
segno di non capire. E' andata avanti 5 minuti finche' non
hanno chiamato la centrale via radio che probabilmente ha
risposto di non romperci le balle. Con un sorriso ci hanno
dato via libera di proseguire. Solitamente sono tutti molto
gentili con noi.

Quella sera non abbiamo trovato nessun cavalcavia valido per
la tenda, ci siamo accampati al bordo della strada in un
punto dove nessuno ci avrebbe visto.

Settanta chilometri e abbiamo raggiunto Tehran il 7 Aprile.
Girare in citta' con le biciclette e' stato un incubo. Il
traffico a Tehran e' caos totale, era tanto che non vedevamo
cosi' tante macchine.
In un'incrocio una macchina mi ha sbattuto dentro ma per
fortuna ci ha rimesso piu' lui di me. Mi ha colpito il
manubrio e' si e' fatto un bel borlo sulla portiera.
Dopo tanta coda abbiamo raggiunto lo schifoso hotel Mashhad,
il piu' economico e zozzo della citta'.

Passeggiando per Tehran abbiamo avuto la bella sorpresa di
incontrare il canadese e la peruviana, i nostri amici
incontrati piu' volte in Iran.
Anche loro erano alle prese disperate col visto indiano.

8/4, abbiamo richiesto il visto per l'Azerbaijan, gli
impiegati erano davvero gentili e se nel paese saranno cosi'
e' perfetto.
Il pagamento era l'unico intoppo per la richiesta del visto.
Siamo andati in banca e allo sportello abbiamo precisato
che non avevamo sufficenti Rial per pagare il visto ma
avevamo degli euro e l'impiegata ha risposto "no problem".
Dopo un'ora e mezza di attesa quella stordita ci chiama allo
sportello e dice: "I'm sorry, no euro". Ma va fan culo! Via
di corsa a cercare una casa di cambio, torna in banca, paga,
insisti perche' si sbrighino, prendi un taxi al volo e via
di corsa in ambasciata che sta per chiudere. Siamo riusciti
a consegnare i moduli in tempo e il 9 Aprile abbiamo
ottenuto il visto per 30 giorni.

Il 10 Aprile non e' andata altrettanto bene col visto
turkmeno. Ottenere un visto di transito e' molto semplice ma
non si ottiene con un visto Azerbaijo!
Azerbaijan e Turkmenistan non hanno confini terrestri e il
fatto che siano collegati con dei traghetti attraverso il
Mar Caspio a loro non interessa. " In Azerbaijan ci potete
andare dall'Iran", questa e' stata la loro risposta. Questo
lo sapevamo anche noi... Avremmo voluto vedere il
Turkmenistan pero'!
Pazienza, sara' per un'altra volta. Un altro viaggio.

Ieri abbiamo fatto un po' di provviste e comprato una gomma
per la mia bicicletta. Questa mattina l'ho cambiata e fatto
un po' di manutenzione alle bici in modo che almeno loro
siano pronte per ripartire!

Probabilmente partiremo per l'Azerbaijan domenica mattina.
Ad ogni modo sono in contatto con un'agenzia per il visto
turkmeno turistico. E' molto costoso e con dei vincoli poco
piacevoli. Per attraversare il paese e' obbligatoria una
guida che ci segua e non ci perda di vista, bisogna pure
pagarla cara!
Attendiamo loro notizie anche se probabilmente sara' troppo
caro e dovremo rinunciare.

Ci sentiamo tra qualche giorno, dall'Iran o
dall'Azerbaijan... boh?

Ciao a tutti!!

Claudio
PATRIZIA (TEHRAN, 4/04/2008 - 11/04/2008)
Ciao cari,

oggi e' venerdi' (e' stata un'impresa trovare un internet
cafe' aperto...quello incui andavamo di solito ha chiuso
oggi per sempre! Affitto troppo caro e si sposta da un'altra
parte) e qui in Iran e' giorno di festa, molti negozi sono
chiusi, c'e' poco traffico e qui a Tehran (una delle citta'
piu' inquinate del pianeta) si respira quasi aria buona.
Sulle montagne dietro Tehran si vede ancora un bel po' di
neve. Fa fresco e c'e' molto vento. Un giorno di pioggia e
per il resto sereno.

Ripartiti da Esfahan il 4 aprile abbiamo impiegato quattro
giorni a raggiungere Tehran. Abbiamo dormito in tenda sotto
i cavalcavia, ottimo posto tralaltro. Sei sotto la strada e
nessuno ti vede. Intorno deserto. Ed una notte in mezzo alle
colline a lato della strada. Il paesaggio sempre desertico
ed un lago salato (o di sale) bianco immenso. Tanto, tanto,
tanto vento contro ed il 5 aprile una delle giornate con il
vento contro piu' forte del viaggio. Procediamo a 6 km/h in
piano pedalando come dei forsennati per non rimanere fermi.
Sto dietro Claudio, mi riparo un pochino dal vento e faccio
un po' meno fatica. La sera prima di fermarci per la notte
compriamo dell'acqua nelle aree di servizio e nei paesi
necessaria per cucinare. Pasta al sugo! Una delizia dopo una
giornata di pedalata e dopo tutta la carne che si mangia qui
in Iran.

7 aprile. Arriviamo a Tehran e nell'albergo dove stiamo
(probabilmente uno dei piu' economici ma anche zozzi di
Tehran, credo che le lenzuola non le cambino dal di' in cui
hanno aperto l'albergo o quasi) incontriamo i due ragazzi
canadesi incontrati anche a Yazd ed Esfahan. Bello!

8 aprile. Sveglia presto...piove! Usciamo, ci bagnmo, metro
fino a dove possibile e poi taxi (contrattando il prezzo
all'osso...in India era piu' divertente contrattare!) fino
all'ambasciata dell'Azerbaijan. Suoniamo, una signora
gentile ci indica l'indirizzo del consolato non tanto
lontano da li'. Attraversiamo la strada, una ragazza
iraniana (siccome piove!) ci invita a salire sulla sua auto
e ci accompagna al consolato. Ci lascia anche il suo numero
di telefono in caso avessimo bisogno. Alle 10 apre il
consolato. Allo sportello la donna azera (senza velo, e' in
territorio azero obiettivamente!) ci consegna i form (non mi
viene in italiano) ed un bilgiettino scritto in farsi (ci
sono segnate le indicazioni per pagare in banca i 120 euro
per il visto). Usciamo dl consolato. Un taxi, o meglio uno
in auto che stava passando e si e' fermato, ci accompagna
nella banca scritta sul folgiettino. Passiamo un'ora in
banca ma alla fine riusciamo a pagare ed ottenere la
ricevuta del pagamento. Ritorniamo in consolato giusto in
tempo per consegnare i form e le ricevute. La donna azera ci
dice di tornare il pomeriggio del giorno dopo.

9 aprile. Ci rechiamo nel pomeriggio in ambasciata azera. Il
nostro visto e' pronto. Possiamo entrare nel paese entro un
mese e poi possiamo stare in Azerbaijan per 30 giorni.

10 aprile. Ci rechiamo in ambasciata azera...sempre il
solito tragitto: metro-taxi-contarttazione-ambasciata (la
maggior parte delle ambasciate sono molto lontane dal
centro). All'ambasciata incontriamo tre svedesi, due
richiedono il visto di transito per andare poi in Uzbekistan
e uno per andare in Kazakistan. Noi richiediamo il visto di
transito per andare in Azerbaijan via mar Caspio. Purtroppo
la risposta e' negativa. Cause: Azerbaijan confina con Iran
e Turkmenistan non ha confine terrestre con Azerbaijan. Lo
avevamo pensato anche noi ma abbiamo provato lo stesso. (non
si puo' dire che esci dal Turkmenistan da un'altra parte se
non e' vero perche' i punti d'ingresso e di uscita dal paese
vengono segnati sul visto e hai bisogno di presentare la
fotocopia del visto per il paese successivo gia' ottenuto in
precedenza).

Ora abbiamo due possibilita': Andare direttamente in
Azerbaijan o richiedere il visto turistico turkmeno.
Problema: il visto turistico turkmeno richiede da 10 a 14
giorni per l'approvazione, richiede l'aiuto da parte di
un'agenzia con una lettera d'invito ed una volta nel paese
devi essere seguito da una guida 24 ore su 24 (non
necessaria con il visto di transito) ovviamente pagandola e
pagandogli vitto e alloggio. Con il visto di transito puoi
stare in case private o in alberghi non ufficiali, mentre
con il visto turistico puoi alloggiare solamente in alberghi
ufficiali (piu' costosi). Stiamo valutando, scrivendo email
a diverse agenzie per ricevere info e costi ma probabilmente
viene a costare troppo. In questi giorni decideremo. Non
vorremmo comunque passare altro troppo tempo a Tehran.

Beh buon viaggio gente, ad ognuno per il suo!

Patrizia

3.4.08

CLAUDIO (ESFAHAN, 3/04/2008)

Ciao a Tutti, siamo arrivati ad Esfahan da un paio di giorni
e probabilmente domani mattina mattina ripartiremo verso
Tehran. Abbiamo appena mangiato due Hamburger, sono troppi
giorni che mangiamo carne e pane ma la cucina iraniana non
e' certo delle piu' varie!
La delizia iraniana pero' sono i bigne'!! Nelle pasticcerie
ne compriamo sempre un chilo che in un attimo ci divoriamo.
Anche quando ero qui con Massimo ne mangiavamo un sacco. Poi
ci sono le melanzane che sono davvero buone e ci fanno
dimenticare un po' i piatti di solita carne che ci mangiamo
tutti i giorni.

Eravamo partiti da Yazd il 29 marzo dopo una falsa partenza
dovuta alla pigrizia e dalla bella compagnia di viaggiatori
che c'era nell'ostello dove alloggiavamo.
La partenza da Yadz e' anche stata un po' sofferta dalla
splendida citta' che non volevamo lasciare e dalla
consapevolezza che il vento sarebbe stato contrario! Ma non
cambia mai direzione?!!!

Pedalavamo da poche ore quando ci ha sorpassato un bus col
clacson schiacciato e il canadese (viaggiatore conosciuto a
Yazd) che si sbracciava dal finestrino per darci l'ultimo
saluto.

Il paesaggio era il solito deserto disabitato, sabbia,
arbusti e niente di piu'. Non che mi dispiaccia, in quel
nulla ci sono sempre cose da vedere e il deserto lascia
molto spazio ai pensieri...
Il traffico era piuttosto intenso, la gente continuava a
spostarsi per il No Ruz. La maggior parte delle merci le
trasportano su gomma e ogni tanto capita di incontrare un
bilico carico di cammelli che va al mattatoio. La nostra
cena... la solita carne....

La prima notte l'abbiamo trascorsa in tenda, e come 5 anni
fa il solito nascondiglio... sotto i cavalcavia per lo scolo
dell'acqua (anche se non piove mai...). E' il posto migliore
per passare la notte, i camion transitano sopra le nostre
teste ma nessuno ci vede.
Abbiamo cucinato col fornello la pasta comprata qualche
giorno prima e poi una bella dormita.
Al mattino smontando la tenda mi sono accorto che uno
scorpione aveva sfruttato l'occasione e si era infilato al
caldo sotto la tenda. Un po' infreddolito si e' andato a
cercare un altro posto un po' piu' sicuro.

Siamo partiti presto e dopo 45 km abbiamo raggiunto Nain,
una citta' lungo la strada. Mentre eravamo fermi a comprare
della frutta e dell'acqua sono arrivati due ragazzi su un
motorino e "ciao italiani!".
Dall'ostello di Yazd gli avevano avvisati dell'arrivo di due
italiani in bici e non potevano certo sbagliare persone...
Entrambi si chiamavano Mohammad ed erano membri del
Hospitality Club. Ci hanno portato in una moschea dove c'era
una mostra fotografica di altri viaggiatori e per la maggior
parte in bicicletta. Poi Mohammad (uno dei due) ci ha
invitati a casa sua a Tudeshk, un'altra citta' a 45 km sulla
strada per Esfahan. E' stato molto chiaro, 18 km di salita e
30 di discesa!
La salita e' stata un incubo! 35 km contro vento! Non aveva
molto le idee chiare sui chilometri! Mentre salivamo con una
media oraria vergognosa un signore con una macchina si e'
accostato per regalarmi 3 mele e delle noci. Gli iraniani
sono sempre molto gentili e ospitali, se possono in qualche
modo ci aiutano sempre. Non e' stata la prima volta che
qualcuno ci regalava della frutta o delle noci.

In cima alla salita c'era un posto di controllo della
polizia e Mohammad che ci aspettava preoccupato.
-"Ero preoccupato per voi, non arrivavate piu'".
-"Ma sai quanta salita abbiamo fatto?!! Non sono mica 18
sai?!!!"
-"ah... mi sono confuso..."

Va beh, finalmente la la discesa era arrivata, non 30 km ma
15...

Davanti a casa sua c'era tutta la famiglia che ci aspettava,
fratelli, sorelle, zii, nipotini... C'era un po' di gente ma
non si capiva bene chi fossero.

E' stata una bella serata in loro compagnia, tutti seduti
per terra sui tappeti a bere il tea e chiaccherare. Dopo
qualche ora Mohammad mi ha consigliato (molto educatamente)
di lavarmi pure i piedi e se volevo potevo anche farmi una
doccia... Mi dispiaceva ma dopo tanti chilometri di pedalata
i piedi... insomma tanto profumati non sono!!

Dopo cena Mohammad ci ha portato ad un matrimonio a poche
centinaia di metri da casa sua. Probabilmente ci teneva a
farsi vedere con due italiani ospiti a casa sua.
Il Matrimonio era uno sballo, l'unica donna era Patrizia!!
Ma dov'e' la sposa?!
"Dall'altra parte con le donne...".

Eravamo in una stanza tutti seduti per terra e un'
orchestrina che suonava e cantava. Tutti gli occhi erano
puntati su di noi e non sullo sposo!
Poi sono iniziati i balli, uomini che ballavano in maniera
ambigua e alcune volte in coppia (ovviamente con un uomo).
Alcuni hanno provato a farmi ballare ma mi sono rifiutato...
troppo zozzo e troppa vergogna a ballare in mezzo a tanti
sguardi e per di piu' con un uomo!!

Il 31 marzo, dopo una bella dormita sui tappeti, ci siamo
salutati con Mohammad e siamo ripartiti verso Esfahan.
95 chilometri e questa volta la maggior parte erano di
discesa.
Prima di raggiungere la citta', non lontano dalla strada, si
vedevano delle tempesta di sabbia. Alcune volte i mulinelli
attraversavano la strada, cercavamo di evitarli ma non
sempre ci riuscivamo col risultato di riempirciu di sabbia e
polvere.

Nel primo pomeriggio abbiamo raggiunto il centro della
citta' e a pochi metri dal nostro ostello siamo stati
travolti da una tempesta di sabbia. La gente scappava dentro
i negozi e chiudeva la porta, noi ci siamo allontanati dagli
alberi per evitare di rimanerci sotto e per fortuna la
tempesta e' durata solo pochi minuti.

Ci siamo alloggiati in un ostello in centro con altri
viaggiatori ma questa volta non sono sipatici come a Yadz,
non sempre va bene con la compagnia...

Ieri abbiamo girovagato per le vie del Bazar in compagnia di
un signore (professore di geografia) conosciuto la sera
prima. Siamo stati insieme un'oretta fin che' non abbiamo
bisticciato con un suo amico venditore di tappeti. Quello
che ci ha dato fastidio e' stato il fatto che il "nostro
amico" ci abbia portato dai suoi amici per farci appioppare
qualche souvenir.
Probabimente non aveva mai avuto a che fare con un
genovese... Ma puoi capire se compro qualcosa che non mi
serve!

Siamo scappati per il Bazar seminando il nostro amico e ci
siamo goduti lo spettacolo di uno dei mercati piu'
affascinanti dell'Iran.

Il nostro amico una cosa di buono l'ha fatta... Ci ha fatto
vedere una porta molto vecchia (che molte case ancora hanno)
con due battacchi, uno per anta.
Gli uomini bussavano a destra e le donne a sinistra. Serviva
per sapere chi bussava alla porta, se fosse stato un uomo a
bussare la donna di casa sarebbe andata ad aprire con il
velo in testa, cosa che non avrebbe fatto se fosse stata una
donna a bussare sull'anta di sinistra.

Ieri pomeriggio abbiamo visitato Imam Square e la Moschea.
L'Unesco ha molti progetti qui a Esfahan per la
ristrutturazione di molte moschee infatti alcune sono
inacessibili per i lavori di manutenzione.

Questa mattina siamo andati a richiedere l'estensione del
visto che abbiamo ottenuto in meno di un ora. Prima siamo
andati in banca a fare il versamento e poi negli uffici a 8
chilometri da centro. Sono stati di un'efficenza
sorprendente, nonostante avessimo ancora 15 giorni di visto
valido abbiamo ottenuto un'estensione fino al 16 maggio.

In tarda mattinata siamo andati in un laboratorio dove
costruivano sopramobili di ferro per far saldare una
staffetta del portapacchi davandi della mia bici.
Avevano un cannello e in pochi minuti mi hanno sistemato la
staffetta.
Ora e' da vedere se regge!!!

Oggi pomeriggio sistemero' un po' le bici e domani mattina
probabilmente partiremo verso Tehran e dovremmo arrivare in
4 giorni.

Ci sentiamo dalla capitale tra qualche giorno.

Ciao a Tutti!!

Claudio
PATRIZIA (ESTENSIONE, 29/03/2008 - 3/04/2008)

Ciao ragazzi!

Vi scrivo da un internet cafe' ad Esfahan. Dalla mia
postazione vedo una delle piazze principali di Esfahan. A
dire il vero niente di che! Una rotonda con dei fiori e il
traffico di auto e moterette che gira intorno! C'e' un bel
cielo azzurro, fa abbastanza caldo e Claudio qui di fianco a
me e' in ottima forma!

29 marzo. Facciamo colazione e salutiamo qualche viaggiatore
conosciuto a Yazd. Una donna inglese speciale, Gayle e suo
marito in viaggio verso la Cina da 14 mesi, un ragazzo
francese, un ragazzo inglese in viaggio con un vecchio
camper di 25 anni che e' diretto in India, un ragazzo
canadese ed una ragazza peruviana arrivati dalla Turchia e
diretti in India e un signore greco un po' strano ma forte.
Appena fuori Yazd ricomincia il deserto, 'voliamo' fino
all'ora di pranzo e poi il vento soffia forte in direzione
contraria alla nostra e ci (mi) fa fare una fatica
bestia...non mi piace il vento quando soffia contro!! Molti
in auto ci salutano quando ci sorpassano e una donna ci
regala due mele passandocele dal finestrino. Gesti molto
apprezzati!! Nonostante il vento contro la sera il
contachilometri segna 138 km...non male! Ci accampiamo, con
la nostra tenda, sotto un cavalcavia in mezzo al deserto.
Siamo sotto la strada e nessuno ci puo' vedere, intorno non
c'e' niente (solo qualche ormica e scorpione), l'unico
fastidio e' il rumore dei camion e delle auto che passano.
Cuciniamo pasta al sugo...che buona!!!

30 marzo. Al nostro risveglio troviamo uno scorpioncino
venutosi a riparare sotto la tenda per il freddo. Di giorno
il sole picchia ma di notte e al mattino presto fa
freschino. Colazione e si riparte. Ovviamente il vento non
ci abbandona e si procede con fatica e lentamente
facilitando i miei scleri! Arrivti a Nain dopo una 40in di
km entriamo in citta' per comprare della frutta e dell'acqua
minerale. Incontriamo due ragazzi, tutte e due di nome
Mohammad, che ci inviatano a visitare una moschea doce hanno
allestito una mostra di foto di altri viaggiatori
(principalemnte in bicicletta). Molto interessante. Un
ragazzo abita a Nain, studia inglese (lo parla gia' molto
bene) ed e' un membro di hospitality club. L'altro ragazzo
Jalali Mohammad abita 40 km, sulla strada per Esfahan, a
Toudeshk. Offre ospitalita' in casa sua (o meglio di sua
sorella) a ciclisti, motociclisti e altri viaggiatori. Ci da
il suo indirizzo e ci diamo appuntamento per qualche ora
dopo nel suo villaggio. Impieghiamo una vita ad arrivare a
Toudeshk...30 km di salita e 10 di discesa la separano da
Nain. Arrivati a Toudeshk incontriamo Mohammad, ci porta a
casa sua, ci offre te e qualcosa da mangiare. Ceniamo con
tutta la famiglia (pane, riso, fagioli, yogurt, pollo,
insalata e ovviamente te!) e dopo cena arriva altra gente a
casa. Siamo un po' cotti e vorremmo dormire ma prima
partecipiamo per una mezzoretta alla festa per un
matrimonio. La cosa strana e' che uomini e donne sono
divisi. Io entro nella sala dove ci sono gli uomini. Tutti
seduti ai lati della sala, una pianola e un iraniano che
canta. Sono un po' in imbarazzo...l'unica altra "donna", una
bimba con il papa' che guarda divertita gli uomini ballare
al centro della sala tutta coperta di tappeti. Torniamo a
casa e ci viene preparato il letto in una stanza tutta
coperta di tappeti (come quasi tutti gli ambienti della
casa). Si tolgono le scarpe prima di entrare in ogni stanza.
Si usano solo per uscire o per il bagno le ciabatte.
Buonanotte!

31 marzo. Salutiamo Mohammad e tutta la famiglia,
ringraziamo per l'ospitalita', ci scambiamo gli indirizzi
email, carichiamo le bici e ripartiamo. Il vento e' contro
ma la strada e' un po' in discesa cosi' si va bene! Ci
fermiamo soto un cavalcavia per pranzo. Sono gli unici posti
dove si trova un po' di ombra. Nel deserto non c'e' un
albero, solo qualche basso arbusto. Solo nelle citta' ci
sono molti alberi. Mancano ancora una 30ina di km ad Esfahan
e il vento e' aumentato. Vediamo dei grossi mulinelli di
sabbia nel deserto ed uno grosso al fianco della strada. Per
fortuna se ne sta di lato e la sabbia non ci travolge. I
cavalcavia sono utili per molte cose...compreso fare i
propri bisogni! Mentre esco da uno di questi, un po' piu'
basso delgi altri, non calcolo bene la distanza e ci do' una
schienata di cui ho ancora il segno adesso e mi fa male
stare appoggiata! E va beh! :-) Arrivati in centro ad
Esfahan incontriamo il ragazzo canadese e sua moglie
peruviana incontrati a Yazd e ancor prima a Teharan...la
casualita'! Appena prima di trovare l'albergo veniamo
travolti da una tempesta di sabbia in pieno centro!

1 aprile. Oggi e' l'ultimo giorno di festa del nuovo anno
iraniano (iniziato il 21 marzo). Domani i ragazzi torneranno
a scuola e le attivita' ricominceranno regolarmente. Pero'
oggi tante famiglie fanno pic-nic nei prati, nei parchi,
nelle aiuole, sui marciapiedi. Ognuno dove puo'. Non si
mangiano panini ma sono dotati di quasi una cucina da campo
con fornelli a gas, pentole, tovaglie e stoviglie! Nei
giorni scorsi (durante il No-Ruz: nuovo anno iraniano) nei
parchi, negli spartitraffici delle citta' sui marciapiedi e
nei parcheggi molte famiglie campeggiavano con la tenda per
la notte. Incontriamo un insegnate che ci fa vedere qualche
luogo nascosto della citta' Ci fa notare che sulle porte
piu' vecchie ci sono due 'maniglie'. Una a destra usata
dagli uomini ed una a sinistra, tonda con un buco, usata
dalle donne. Servono per bussare alla porta. Le donne che
erano in casa riconoscevano il suono della maniglia e se era
un uomo che bussava si coprivano la testa prima di andare ad
aprire.

2 aprile. Ci rincontriamo con l'insegnate che pero' dopo
averci portato in una pasticceria ad assaggiare dei dolci
tipici ed in un negozio di stoffe praticamente invitandoci a
comprare qualcosa (probabilmente aveva la percentuale) perde
la sua credibilita' di guida volontaria. per non dirgli
proprio che non vogliamo compare nulla gli diciamo che
dobbiamo pensarci. Il nipote di quello che crea le stoffe ci
dice :"ma che cosa sono 3 dollari? Non bisogna pensare per 3
dollari, per un pezzo piu' costoso si ma per 3 dollari...".
Lo mandiamo a cagare, ci alziamo e ce ne andiamo. Lasciamo
li' l'insegnante (se poi e' un insegnante veramente).
Stavolta gli e' andata male...ha accalappiato i turisti
sbagliati! Visitiamo da soli il bazar (molto bello tra
l'altro) dove vendono di tutto...spezie, datteri, tappeti,
stoffe, vestiti, gioielli, cibo, filo, lana e tante altre
cose. Visitiamo una moschea e giriamo un po' per la citta'.

3 aprile. Ci alziamo presto. Proviamo a fare l'estensione
del visto.
Ore 8.10: entriamo in banca per fare un bonifico al
ministero degli affari esteri di 100.000 rials (circa 7
euro) a testa per ottenere l'estensione.
Ore 8.15: siamo gia' fuori dalla banca. Meravilgiosamente in
5 minuti abbiamo fatto il pagemento ed abbiamo in mano le
ricevute.
Ore 9.00: dopo aver chiesto ad un po' di gente arriviamo
all'ufficio dove fanno le estensioni. Compiliamo gli
appositi moduli e glieli consegnamo insieme alla fotocopia
del passaporto, del visto ed a due fototessere. Pinza
insieme i folgi e ci consegna la cartellina da portare in un
ufficio al primo piano.
Ore 9.30: attendiamo in sala d'aspetto.
Ore 10.15: ci consegnano i nostri passaporti con
l'ESTENSIONE! Valida fino al 16 maggio. Un mese dopo la
scadenza del nostro visto.
Bello! Cosi' non abbiamo problemi di tempo per il lungo
visto turkmeno! Ora speriamo che a Tehran in ambasciata
azera e turkmena vada tutto per il meglio!

Domani ripartiamo ed in 4 giorni dovremmo arrivare nella
MENO AMATA citta' dai viaggiatori in Iran: Tehran!

Ciao gente, a presto,

Patrizia