31.1.07

CLAUDIO ( ALMATY, 31/01/2007 )

CIAO CALIMERO !!!!! MANDAMI LA TUA MAIL BRUTTO BECCO !!!

25.1.07

CLAUDIO (SALAM BRAT, 25/01/2007)

Ciao Gente, siamo a un internet cafe nel centro di Almaty.
Abbiamo fatto una vita un po' selvaggia ultimamente...3000
km nella steppa del Kazakistan.

Eravamo a Oral, la prima citta' kazaka. Appena partiti la
macchina ha cominciato a fischiare come un treno quindi dopo
pochi chilometri abbiamo fatto inversione e siamo ritornati
ad Oral. Abbiamo cercato un officina che ci cambiasse i
cuscinetti delle ruote anteriori. Un meccanico dopo aver
cercato di tirare giu il mozzo ha rinunciato per evitare di
scassare qualcosa. In nessuna officina trovavamo qualcuno
che ci cambiasse i cuscinetti. Il problema era la
suzuki...non si trovano pezzi di ricambio. Dopo due giorni
abbiamo trovato un officina che ha smontato il mozzo e
stretto un po' la ghiera del cuscinetto in modo che non
fischiasse piu'.
Non ci siamo preoccupati piu' di tanto anche perche'
sapevamo che ad Almaty avremmo risolto il problema e poi
l'importante era ripartire.

La strada per 100 km era impeccabile ma poi sono iniziate
delle voragini che si poteva procedere a passo d'uomo. Con
la neve e il ghiaccio la strada era davvero una tortura. Di
notte con i fari di profondita' accesi si distinguevano bene
le buche ma di giorno si vedeva solo una gran distesa
bianca. Tempo di accorgersi di una buca c'eravamo gia'
finiti dentro.
Il problema piu' grosso era il vento forte che formava dei
mucchi di neve in mezzo alla strada. Si formavamo delle gran
code di camion e macchine in attesa che qualcuno facesse da
apripista visto che gli spazza neve sono inesistenti.
Solitamente i furgoncini Uaz si buttavano nei mucchi di neve
aprendo qualche pista ma le macchine normali rimanevano
infossate. Usando il 4x4 e le ridotte eravamo dei
mostri...passavamo qualunque mucchio di neve. Le Niva non
riuscivano a passare dove passavamo noi con la mitica
suzukina!
In un punto pero' e' andata male... Eravamo su da una salita
e c'era un bel mucchio di neve da spianare. Eravamo in pochi
fuoristrada ad aspettare che qualcuno tentasse di passare.
Il tratto da oltrepassare era di 50 metri. Un fuoristrada si
ci lancia a cannone ma a meta' strada rimane infossato. Il
problema piu' grosso era il ghiaccio sotto la neve. Ho
cercato di tirarlo fuori con la braga ma la suzukina
slittava troppo e la macchina non si muoveva.
Abbiamo legato la braga ad una Uaz che con un bel po' di
tentativi e' riuscita a liberare la pista. Un furgoncino Uaz
con una bella rincorsa e' riuscito a passare il mucchio di
neve e poi veniva il nostro turno.... Il problema e' stato
un dannato 6x6 russo che veniva dal lato opposto. Ha
disfatto la pista fatta dalla Uaz quindi per noi e' stata
fatale... A meta' strada ci siamo bloccati. Non si andava ne
avanti ne indietro. La neve era alta 60 centimetri e la
suzukina e' davvero troppo piccola...faceva proprio
tenerezza. Tra tutti siamo riusciti a riportarla indietro e
rimetterci in coda per un altro tentativo. Nell'attesa sono
sopraggiunte altre macchine e si sono messi in coda. Abbiamo
passato due ore a spingere macchine e cercare di fare una
pista. Nel frattempo io e Patrizia abbiamo venduto benzina a
tutti visto che avevamo una tanica piena. La nostra fortuna
e' stato un trattore col blocco dei differianziali che ha
aperto una pista. Con una braga ha agganciato una golf e
l'ha usata come spazzaneve! Passato quel punto siamo
riusciti ad arrivare ad Aktobe. 500 km in una settimana!!!
Andavo piu' forte in bicicletta...Pero' e' stato troppo uno
sballo!

La notte l'abbiamo passata a 40 km dopo Aktobe. Ci siamo
fermati in un cafe a mangiare e poi abbiamo proseguito un
po' per trovare un posto tranquillo dove passare la notte.
Mentre andiamo mi accorgo di un rumore anomalo e purtroppo
era il portapacchi che stava cedendo. Avevamo bisogno di una
saldatura quindi siamo tornati al villaggio con la speranza
di trovare un saldatore il giorno dopo. Siamo rientrati al
cafe dove la signora ci ha offerto i the e le crepes. Era
sabato sera quindi nel cafe c'erano molti ragazzi che
bevevano e ballavano.
Pensavamo di passare la notte in macchina davanti al cafe ma
i ragazzi continuavano a uscire per offrirci da bere e
invitarci dentro al cafe. Erano davvero bravi ma troppo
ubriachi per fargli capire che volevamo dormire. Ci siamo
spostati con la macchina di un chilometro e ci siamo messi
vicino a un alimentari. Di notte verso le 3 dei ragazzi
bussano al finestrino e cercano di aprire la macchina. Ci
svegliamo e dico a Patrizia di far finta di dormire e non
uscire dal sacco a pelo. Apro il finestrino e un ragazzo
allunga la mano dicendo "Salam Brat". Erano in 7 e
continuavano a dirmi di bere una birra. Non avevano delle
belle facce. Capisco che le cose si mettono male quando uno
prende dal cruscotto la bottiglia del latte. Un attimo dopo
sento che qualcun'altro sfila il copriruota della gomma di
scorta. Uno di loro cerca di aprire la portiera ma col
gomito tenevo chiuso il tastino. Si sentivano colpi e rumori
ovunque. Qualcuno era sotto la macchina che tirava colpi, un
altro cercava di salire sul tetto e mentre mi affaccio dal
finestrino uno ha cercato di tirarmi un pugno in faccia ma
sono stato piu' veloce io a bloccargli il pugno. Avevo paura
cazzo, avevo una paura bestia per Patrizia. Io sapevo che me
la sarei cavata con qualche pugno ma mi tremavano le gambe
per lei. I rumopri continuavano, si sentivano i colpi sotto
la macchina e io avevo tirato il marsupio nei piedi di
Patrizia e non riuscivo ad arrivare a prendere il coltello.
Cercavo di tenergli ferme le mani e di non fargli aprire la
portiera. Non sapevo cosa cazzo fare...se scendere e
prendermi a pugni o cercare di scappare. Ero incazzato e
impaurito...combinazione del cazzo! sapevo che se scendevo
avrei perso sicuramente...7 contro uno! Ho cercato di
mettere in moto la macchina ma loro facevano il possibile
per spegnerla. Chi ha avuto una suzuki potra'
confermarlo...a motore freddo non si muove, si spegne. Uno
di loro spacca una bottiglia e cerca di sfregiarmi la faccia
me sono riuscito a fermargli il braccio e spingerlo un po'
indietro. Per un attimo hanno smesso di dare colpi e quello
che mi aveva detto Salam Brat si riavvicina al finestrino e
mi chiede cosa avevamo nel baule giallo. Cerco di spiegargli
qualcosa e gli di Brat...lui mi risponde "non sono tuo
fratello italiano di merda". In due salgono sul tetto
cercando di aprire il baule e io riaccendo la macchina...uno
viene dal finestrino e mi fa segno di spegnere, gli altri
gridano e i due sul tetto scendono per venire a farmi
spegnere la macchina. Ho inserito le ridotte per non far
spegnere il motore e sono partito a manetta su quel piazzale
pieno di neve e buche. Una fuga da panico...a 40 all'ora in
quarta ridotta! Uno ha cercato di aggrapparsi al finestrino
ma e' scivolato. Ho gridato a Patrizia "tieniti forte", lei
esce dal sacco a pelo e mi grida " accendi le luci!!!". Che
fuga del cazzo....
Dopo un chilometro mi sono fermato per mettere le scarpe e
togliere le ridotte. Patrizia era senza occhiali e non
vedeva una sega. Aveva una paura poveretta...
Ci siamo allontanati da quel cazzo di villaggio e siamo
ritornati ad Aktobe. La macchina faceva dei rumori alla
trasmissione e il conta chilometri non funzionava piu'.
Abbiamo passato la notte da un distributore ad Aktobe
aspettando che arrivasse il giorno. Ogni tanto ridevamo per
come eravamo riusciti a cavarcela ma dall'altra parte ero
pieno di rabbia e odio. Non erano ubriachi cazzo...erano dei
bastardi che cercavano di fotterci tutto. Con il giorno ho
cercato di sistemare la suzukina. Quei bastardi avevano
tirato via il cavo del contachilometri credendo che fosse il
tubetto della benzina. I colpi forti che sentivamo sotto
erano ancora peggio...avevano tirato i calci alla
trasmissione danneggiando un po' l'albero per le ruote
anteriori. Hanno quasi spaccato il giunto e l'albero ballava
facendo rumore. Non contenti avevano tranciato i cavi da uno
spinotto che alimentava un fanale posteriore e tagliato la
cinghia del baule. Alcune luci si erano fulminate per i
calci che avevano preso. Probabilmente quei mentecatti
bastardi volevano bloccarci li.

Dopo la verifica dei danni ero ancora piu' incazzato. Volevo
tornare in quel villaggio con l'ascia e picchiarne qualcuno.
Tre gli avevo visti bene in faccia e li avrei riconosciuti.
Patrizia cercava di calmarmi e mettermi in ragione. Sono
sicuro che se avessi avuto il coltello a portata di mano uno
di loro lo avrei accoltellato. Povera Patrizia, chissa come
si e' vissuta lei la scena da dentro il sacco a
pelo...sentiva tutti i rumori e sentiva quello che dicevo
io. La cazzata che ho fatto e' stata quella di dire:"cazzo
ha un vetro in mano". Non so perche' l'ho detto ad alta
voce. Lei era davvero impaurita e forse io piu' di lei. Non
me lo sarei mai perdonato se le avessero fatto del male.

Dopo quella gran notte del cazzo non dormo se non ho l'ascia
vicino ai piedi. Spero che non ricapiti mai piu' ma
nell'evenienza la spacco in testa a qualcuno.

Ad Aktobe ci siamo resi conto di quanto sia impossibile
avere pezzi Suzuki. Abbiamo cercato in un grande bazar per
auto ma non si trovava niente. Il pomeriggio abbiamo fatto
saldare il portapacchi... Il saldatore aveva una saldatrice
antica e io ero troppo rincoglionito dalla sera prima per
accorgermi della gagata che stava facendo. La scoria della
saldatura ha rovinato il parabrezza. Era tutto macchiato
dalle palline incandescenti. Non ho detto una parola...piu'
depresso di cosi!

La strada da Aktobe ad Aral e' qualcosa di
impraticabile....mai vista una strada principale tanto
devastata. Voragini provonde un metro e mezzo e neve e
ghiaccio che complicavano ancora di piu' la situazione.
Viaggiavamo im mezzo alla steppa su piste patte dai camion.
Una settimana a 30 km/h. Che spettacolo che e' la
steppa...non c'e' niente! Eravamo noi e il Kazakistan. Ogni
tanto incrociavamo qualche villaggio dove la gente si sposta
con slitte trainate da cavalli. Uno usava il cofano di una
Uaz come slitta.
Il casino era fare rifornimento visto non sapevamo quanti km
facevamo. Ci sono dei paletti sulla strada poco attendibili
che segnano i chilometri ma c'e' poco da fidarsi.

Una sera mentre viaggiavamo col buio ci siamo fermati in un
cafe. Era una famiglia di mussulmani. Il padre, un figlio
grande, due bambini e una ragazzina di 13 anni circa.
Abbiamo mangiato seduti per terra e senza scarpe su dei
tappeti. Mi e' venuto un colpo quando ho visto i calzini di
Patrizia... C'era disegnato un maialino e una scritta in
inglese " Amici di Piggy". Nessuno se ne era accorto e le ho
fatto segno di coprirli con un cuscino e spiegato che per
loro il maiale e' un animale maledetto.

Avevano un gattino che i bambini usavano come giocattolo...
Gli davano di quelle mazzate che se mai mai mi tiravano a me
un pugno cosi' mi avrebbero fatto male. Povera bestiola.
Dopo i bambini sono andati in un altra stanza a giocare a
pallone ma la palla era il gatto. Comunque anche il gatto
era un po' stronzo...se non andavano loro da lui era lui che
andava da loro. Ai bambini ho regalato le sorprese degi
ovetti kinder che ci portavamo dietro dalla Crimea.
Penso che quelli erano i primi giocattoli che avevano mai
visto. Anche la ragazzina di 13 anni era entusiasta di quei
gioccatolini. Probabilmente con quei giocattoli risparmiano
un po' il gattino.
La notte abbiamo dormito nel Cafe e abbiamo pagato davvero
poco. Una sistemazione davvero ottima...ne avevamo proprio
bisogno.

La mattina nel piazzale vicino alla nostra macchina c'erano
dei cavalli che cercavano di brucare le sterpaglie sotto la
neve, avevano tutto il manto coperto di neve. Delle gran
belle bestie.

Faceva freddo, eravamo a meno 8 e degli uomini che erano
dentro al cafe sono usciti con un cannello per scaldare la
pompa del gasolio di una ruspa. Piu' di una volta abbiamo
visto camionisti scaldare il gasolio ghiacciato. Infatti
molti tengono i camion accesi per evitare di rimanere fermi.

Ci mancavano 160 km di buche prima di raggiungere l'asfalto.
Abbiamo continuato a viaggiare a zig zag per ore. Non
passava nessuno su quella strada, ogni tanto qualche camion
ma era raro vedere qualcuno. Quando si poteva viaggiavamo in
mezzo alla steppa per rispiarmiare i cuscinetti.

E' iniziato l'asfalto quando abbiamo raggiunto Aral. Siamo
arrivati nella citta di notte ed e' stato impressionante
vedere il porto prosciugato con i pescherecci in secca.
Abbiamo passato la notte nell'albergo sul porto, forse
l'unico aperto visto che non ne abbiamo visto nessun altro.
Il giorno dopo abbiamo visitato il porto ed e'
impressionante vedere il bacino prosciugato e i pescherecci
arruginiti che marciscono in mezzo al deserto. Vederli
cosi', coricati su un fianco e coperti di neve sono
impressionanti. Abbiamo costeggiato le sponte di quello che
una volta era il lago Aral. Che tragedia per quella gente
vedersi prosciugare il lago. Vedere il porto in disuso da 40
anni con le gru marce e le fabbriche di pesce lasciate
all'abbandono e allo sciacallaggio. Aral, uno dei piu'
grandi porti del lago e' rimasta solo una citta' im mezzo al
deserto, vittima di tempeste di sabbia e con un clima
stravolto. Abbiamo provato ad andare in mezzo al deserto per
raggiungere i relitti delle nabi ma con la neve era da
suicidio. Si vedevano le navi in lontananza ma non sapevamo
come raggiungerle. le piste nel deserto erano sepolte dalla
neve e rischiavamo di infossarci e lasciare anche noi il
nostro relitto...
Nel deserto c'erano molti cammelli. Sono impressionanti
quelle bestie...resistono al caldo e al freddo piu'
qualunque altro animale. E' una bestia da viaggio.

Tanto per tenerci svegli la saldatura di quel cane aveva
ceduto quindi abbiamo cercato un altro saldatore che ci
sistemasse il portapacchi. Quel saldatore non era certo piu'
sveglio dell'altro...ha finito di rovinare il parabrezza.
Non mi importava piu' di tanto visto che era gia' bello
rovinato prima.

A un posto di blocco dopo Aral un poliziotto continuava a
insistere perche' cambiassi la suzuki con la sua mercedes.
Con le strade che dovremo fare preferisco il mio
mostriciattolo.
La strada era migliorata anche se era una crosta di
ghiaccio. Abbiamo rischiato piu' di una volta di finire
fuori strada. Gli spargi sale non esistono ma in compenso
ogni tanto passa un camion con un povero cristo sul cassone
che con un badile tira della terra in mezzo alla strada.

Dopo tanta steppa abbiamo raggiunto le montagne. Abbiamo
costeggiato le monagne che segnano i confini con
l'Uzbekistan e il Kirghizistan. Sono anche aumentati i posti
di blocco. Un giorno ci hanno fermati 4 volte nel giro di
pochissimi chilometri.

Lungo la strada c'erano molte bancarelle di miele. Una
concorrenza spietata, uno attaccato all'altro. Molti
vendevano calzettoni e berretti mentre altri invece avevano
bancarelle di pelli. Sopratutto pelli di volpi ma alcune
anche di lupi. Una sera mentre viaggiavamo di notte ci ha
attraversato la strada un lupo che si e' fermato a guardarci
un attimo e poi e' scappato.

A 250 km da Almaty la strada e' diventata uno spettacolo.
Senza una buca. Una notte siamo arrivati a meno 10 e la
mattina in molti punti la strada era una crosta di ghiaccio.
Molti camion si sono ribaltati e alcune macchine sono finite
fuori strada. Non rallentano mai...vanno sempre come dei
pazzi.

Abbiamo raggiunto Almaty due giorni fa'. Abbiamo girato come
dei dannati per trovare un albergo economico con un
parcheggio e nel primo pomeriggio abbiamo trovato albergo
con parcheggio non custodito per niente economico. Abbiamo
rinunciato a dormire in alberghi piu' convenienti proprio
per il parcheggio che ad Almaty sembra non esserci. La
mattina ci siamo svegliati presto per andare al Bazar a
cercare i cuscinetti. La sorpresa e' arrivata quando abbiamo
visto la macchina... Il finestrino dal lato del passeggero
era frantumato. Ho pensato subito alla radio oppure al
cassettino porta ogetti e invece un cazzo! hanno rotto il
finestrino solo per il gusto di farlo e questo mi ha fatto
incazzare ancora di piu'. Mi fa incazzare ancora di piu' il
fatto che non lo troveremo mai un finestrino nuovo cazzo! Un
signore gentile ci ha regalato del nylon e dello scotch e
abbiamo fatto un finestrino provvisorio. Abbiamo impiegato
un ora a togliere tutti i vetri rotti sul sedile. Al Bazar
non solo non si trova il finestrino ma neppure i cuscinetti.
Mai mai avessi immaginato che era cosi' un casino avrei
comprato una Niva almeno qui si trova di tutto.
Siamo stati in un officina dove ho cercato di spiegare il
problema dei cuscinetti ma quel balordo voleva tirare giu il
differenziale.
Quel figlio di puttana ha voluto pure dei soldi per il
casino che stava facendo. Gli ho dato qualcosina per evitare
che tra tutti quelli che erano in quell'officina ci
scassassero altri vetri. Che situazioni del cazzo che si
creano alle volte.

Sembra strano ma molte volte le brutte esperienze tendono a
cancellare i piacevoli incontri. I kazaki mi piacciono ma
cazzo...nel giro di 15 giorni abbiamo conosciuto la feccia!
A Patrizia l'altra sera ho spiegato di quanto sarebbe
palloso un viaggio senza brutte esperienze. Le ho detto che
un viaggio si distingue da una vacanza proprio perche' e'
difficile, perche' capitano momenti del genere che vorresti
mollare ma dopo poche ore ridi e quando ci penserai tra
qualche mese sarai felice che siano successe. Mi ha risposto
di non dire cazzate! Va beh...

Oggi siamo andati a richiedere il visto uzbeko e se gli
uzbeki sono gentili come quello che lavora in ambasciata
c'e' da piangere. Abbiamo richiesto il visto express che lo
avremo martedi' e con due entrate almeno probabilmente
faremo anche il Turkmenistan con un visto di transito.
Domani andiamo a cercare un pannello o qualcosa che si possa
addattare al posto del finestrino. Ora abbiamo trovato un
parcheggio per la macchina e speriamo che non capiti altro
ancora! Spero tanto di risolvere qualche problema alla
suzukina altrimenti sono cazzi! Devo per forza trovare dei
cuscinetti e un sistema furbo per il finestrino. Poi se non
molla il 4x4 non molliamo nemmeno noi... Alla peggio
abbandoniamo il relitto e si va avanti con qualcos'altro. La
strada e' lunga...per fortuna!

Claudio
PATRIZIA (URALSK - ALMATY, 10/01/2007 - 25/01/2007)

Sono ad Almaty in un internet cafe', e di fianco a me c'e'
Claudio, tutto concentrato che scrive, seduto davanti ad un
altro pc!

Il 10 gennaio partiamo da Uralsk, ma fatti nemmeno 10 km
dobbiamo ritornare nella citta' per cercare qualcuno che ci
cambi o stringa il cucinetto della ruota anteriore destra.
Dopo qualche ricerca, il giorno seguente troviamo
un'officina dove ci stringono il cuscinetto (il conto 12
euro). Il "capoccia" dell'officina ci dice che non
riusciremo a percorrere la strada da Uralsk ad Aktobe con la
nostra suzukina! Dopo le sue parole pensiamo a come possa
essere devastata la strada! Venerdi' 12 gennaio partiamo
finalmente da Uralsk. Per i primi 200 km la strada e' quasi
perfetta, dopo di che vediamo un cartello con scritto
"strada dissestata" per 40 km. Appena dopo il cartello
inizia una strada piena di buche (a volte vere e proprie
voragini), con la neve, il ghiaccio e si procede massimo a
30 km/h. Dopo piu' o meno i 40 km previsti la strada diventa
meravigliosa (nel vero e proprio senso della parola!), una
striscia di asfalto perfetta in mezzo al nulla che dopo poco
finisce per dare spazio ad altri 60km di strada dissestata.
Alla sera ci fermiamo a dormire in macchina in un paesino
dopo tanata strada in mezzo al niente. Il mattino
ripartiamo, mancano circa 100 km ad Aktobe e la strada
sembra migliorata. Il vento tira sempre un leggero velo di
neve sulla strada. Su questa strada si incontra forse una
macchina all'ora! Ad un certo punto si vede una coda di
auto: c'e' un mucchio di neve in mezzo alla strada che
blocca il passaggio e di spazzaneve nemmeno l'ombra. Un po'
di auto tornano indietro, due camioncini Uaz provano a
passare prendendo la rincorsa..ce la fanno. Un fuoristrada
Niva prova a passare ma si ferma, fa marcia indietro,
prendiamo la rincorsa e proviamo a passare noi con la
suzukina...e' andata siamo dall'altra parte! Fatti nemmeno 2
km siamo fermi di nuovo, ci sono i due camioncini Uaz, la
nostra Suzuki e un fuoristrada impantanato in mezzo ad un
altro mucchio di neve, piu' alto e piu' lungo rispetto al
primo. Trainato fuori il fuoristrada impantanato prova a
passare un camioncino Uaz, che dopo non pochi tentativi
riesce a passare. Altri provano a passare e rimangono
impantanati, e successivamente trainati al punto di
partenza. Riesce a passare un altro camioncino Uaz e nel
frattempo e' aumentato il numero di auto davanti al mucchio
di neve. Il vento gelido peggiora la situazione portando
altra neve sul mucchio. Proviamo a passare noi ma la pista
fatta da chi e' riuscito a passare e' troppo larga per le
ruote della Suzukina. Rimane impantanata...ma la si spinge
fuori "facilmente" (la Suzuki e' leggera!) senza il bisogno
di trainarla con un'altra macchina. Dall'altra parte del
mucchio ci ono altre macchine, due camion Ural (6per6) si
fanno spazio e passano con una facilita' estrema sopra il
mucchio di neve (che per noi sempra una montagna!). La gente
scende con le pale e pian piano fa la strada per passare.
Dopo circa 2 ore riusciamo a ripartire. Arriviamo ad Aktobe
a tardo pomeriggio, abbiamo impiegato 7 ore per fare 100 km!
Ci fermiamo in un auto magasin dove troviamo la lampadina
del faro di profondita' che e' bruciata. Facciamo benzina e
ripartiamo percorrendo una strada secondaria che segue la
ferrovia e va verso Aralsk.

E' sabato sera (13 gennaio). Ci fermiamo in un cafe' a circa
40 km da Aktobe a mangiare. Ripartiamo e dopo pochi km
sentiamo un rumore provenire dal tetto: si e' rotto un
supporto del portapacchi. Decidiamo di ritornare al cafe'
dove avevamo mangiato per sederci a prendere un te' e poi
dormire li' davanti in macchina. La signora del cafe' ci
offre le crepes con la smetana (panna acida)e altri due te'.
Di fianco a noi c'e' una tavolata di ragazzi che poi
chiedono alla signora di mettere la musica (rigorosamente a
tutto volume!) per ballare. Dopo un po' uciamo per metterci
in macchina a dormire. Appena eduti, due ragazzi che erano
nel locale ci busano al vetro e ci chiedono di andare dentro
con loro a bere. Rifiutato l'invito ci spostiamo sulla
strada di fianco al cafe', ma dopo 5 minuti ritornano i due
ragazzi, uno ubriaco e l'altro un po' piu' sano, ma buoni.
Hanno con se due bicchieri di plastica, una bottiglia di
cognac e del cioccolato, ci offrono un po' di cognac e del
cioccolato(e' stato impossibile declinare l'offerta!). Se ne
vanno, ma dopo altri 5 minuti eccoli ritornare in quattro.
Dopo averli convinti a ritornare dopo altre due ore ce ne
andiamo cercando un altro posto per dormire. Non facciamo
nemmeno un km e decidiamo di metterci a dormire in un largo
piazzale, con la macchina un po' in salita su una
montagnetta di neve, di fianco ad un cafe'/magasin aperto
tutta la notte, che consegna i prodotti acquistati
attraverso una grata. Ci infiliamo nei sacco a peli e ci
addormentiamo praticamente subito, e' tardi e siamo stanchi.

E' notte fonda, non so che ore possano essere, sento delle
voci di persone intorno alla macchina. Chiamo Claudio, non
mi sente, sta ancora dormendo. Sento che si gira nel sacco a
pelo. Lo richiamo. Mi sente e mi dice di stare nel sacco a
pelo e fare finta di dormire. Bussano al finestrino dalla
mia parte, provano ad aprire la portiera, ma e' chiusa.
Claudio esce per meta' dal sacco a pelo e apre un pelo il
mio finestrino. Sono dei ragazzi, all'inizio pensiamo quelli
che erano prima nel cafe'. Io sono nel sacco a pelo, tutta
coperta, non mi esce fuori nemmeno il naso. E' meglio che me
ne sto nel sacco a pelo. Claudio chiude il finestrino dalla
mia parte e dice ai ragazzi di passare al finestrino dalla
sua parte. Come fanno di solito si presentano, danno la mano
a Claudio e gli chiedono da dove viene. Io sento tutte le
loro voci, di cui capicono solo pochisime cose, e sento ogni
singola parola che dice Claudio che mi fa capire piu' o meno
quello che succede. Claudio gli dice di parlare piano
perche' io to dormendo. Uno fa shh agli altri e poi lui
parla a voce altissima. Si sentono rumori sotto la macchina.
Un ragazzo chiede cosa c'e' sopra nel baule, Claudio gli
dice che c'e' la tenda. Quello non so cosa possa aver capito
e gli dice che ne vuole una anche lui. La voce di Cla e'
agitata, tesa e un po' impaurita. Io sono sempre nel sacco a
pelo, ho un caldo allucinante, vorrei fare qualcosa ma e'
meglio che me ne sto nel sacco a pelo. Uno tira la bottiglia
del latte, che sta dietro il volante, ai miei piedi. La
situazione degenera. Sento che Claudio dice: "ehi cosa fa
quello, buono dai". C'e' qualcuno sul tetto, gente che muove
la macchina, gente sotto la macchina. Sento rumore sotto i
miei piedi. Sfilano il copriruota. Claudio mi dice che uno
ha un pezzo di vetro in mano. Mi sento gelare, il sacco a
pelo mi sembra diventato strettisimo e bollente. Ma e'
meglio che me ne stia li' ferma immobile. Claudio accende la
macchina, e' gelata e non sta troppo accessa. Gli dicono di
spegnerla. La spegne. Qualcuno cerca di infilare dentro la
mano ed aprire la portiera, uno infila dentro la mano per
tirare i fili sotto il volante. E c'e' sempre l'altro che
gli tiene vicino il vetro. Sono in sette ragazzi, e un po'
piu' lontano ci sono un uomo e due donne (questo me lo
raccontera' dopo Claudio). Il tizio con il vetro salta sul
tetto, Claudio accende la macchina, un altro gli dice di
spegnerla, ci sono altri che continuano a venir li' a
presentarsi. Dopo un attimo che e' accesa la macchina,
Claudio mette le ridotte (c'era gia' il 4per4 per fortuna),
parte, chiude il finestrino, forse qualcuno cade dal tetto,
qualcuno cerca di attacarsi allo specchietto. Abbiamo i
sedili sdraiaiti e Claudio guida a piedi nudi. Finalmente
tiro fuori la testa dal sacco a pelo, Claudio mi grida:
"tieniti!". Io gli dico di accendere le luci, avendo tirato
fuori la testa e non vedendo nulla. Non trovo gli occhiali e
non vedo niente. Metto gli occhiali. Non capisco verso che
direzione siamo andati. Stiamo andando verso Aktobe. La
strada e' buia, ma non c'e' piu' nessuno. Il portapacchi
cigola, ma non ci vogliamo fermare. Faccio su i sacco a
peli, Claudio si mette gli scarponi. Guardo l'ora: 3.20.
Guardiamo il contachilometri e la lancetta della velocita':
sono rotti. Il copriruota se lo sono tenuti. Il tutto sara'
durato nemmeno 10 minuti ma e' sembrata un eternita'.
"Tremiamo" un po' ma SIAMO TUTTI INTERI!

Alle porte di Aktobe ci fermiamo in un benzinaio: hanno
tagliato la cinghia del baule, strappato il cavo del
contachilometri (forse pensando che era della benzina), una
lampadina della freccia dietro si e' fulminata. Giriamo in
macchina per Aktobe per piu' di due ore. Alle 6 di domenica
mattina ci fermiamo sotto le luci di un benzinaio. La paura
fa spazio al nervoso e alla rabbia per quegli "stronzi".
Verso le 8 andiamo a cercare un hotel. Prendiamo una camera.
Arriva la stanchezza ma Claudio sta un'oretta con la Suzuki
per vedere altri eventuali danni e per riparare il
riparabile. Il cavetto del contachilometri e' rotto
irreparabilmente, hanno tirato un po' di fili e cosa ben
piu' peggiore hanno storto l'albero della trasmissione
anteriore, probabilmente a calci.
Il giorno dopo troviamo un signore che ci salda il
portapacchi...o come dice Claudio ci fa un "catarro" di
saldatura. Peccato che ha "fatto fuori" anche mezzo
paraprezza
con le scintille della saldatura (almeno non si e' venato
il vetro).

Martedi' (il 16 gennaio) ripartiamo da Aktobe per Aral sulla
strada principale, la strada per i primi 250 km e'
accettabile, ma poi diventa un disastro. Verso le sette di
sera troviamo una specie di cafe' in mezzo, apparentemente,
al nulla. Un kazako dall'aria gentile ci accoglie nella sua
casa, ci fa togliere le scarpe e accomodare nella sala, dove
ci sono tappeti, un tavolo basso, il televisore e tutta la
famiglia sdraiata o seduta li'. Una ragazza ci serve il te'.
Ci portano un piatto di carne e poi una zuppa di latte e
riso. Due bambini giocano con il gatto, o piu' che altro e'
il gatto che fa a loro da giocattolo (povero micio..pensate
a blu come vive da re!). Diamo dei giocattolini ai bambini
che arrivano da otto ovetti kinder che io per sbaglio in un
supermercato in Ucraina ho fatto cadere! Forse
risparmieranno un po' il gattino e giocheranno con i
giochini. Ci fanno dormire li' e il mattino facciamo
colazione!

Ripartiamo...Aralsk e' a 300 km. La strada e' un disastro,
procediamo quasi a passo d'uomo in alcuni punti. Asfalto
rotto oppure fango ghiacciato coperto di neve. Per fortuna
in alcuni tratti ci sono delle piste alternative al fianco
della strada che ci consentono di andare un po' piu' veloci
e di far prendere meno colpi alla Suzukina. A un centinaio
di km da Aralsk la strada migliora. La sera alloggiamo in un
hotel vicino al vecchio porto, dove una volta arrivavano le
acque del Lago Aral (circa 40 anni fa). Ora il porto, si
affaccia su una
distesa bianca (d'inverno) dove qualche mucca bruca
dell'erba secca. In lontananza si vedono dei pescherecci
arrugginiti in mezzo alla neve. Quattro pescherecci sono
stati ridipinti e messi in esposizione sulle sponde. Fanno
un effetto le navi arrugginite in mezzo alla neve e con le
mucche che pascolano al loro fianco.

Giovedi' mattina decidiamo di fare un giro a circa 60km da
Aralsk, in un paese sulla strada secondaria che porta da
Aktobe ad Aralsk dove dovrebbe esserci un cimitero di
barche. La strada per arrivarci ci fa procedere massimo a 30 km/h. Dopo
giorni di nuvole sull'immensa distesa bianca che ci circonda,
splende un cielo azzurro che ci fa scorgere un "gregge" di
pecore mucche e cammelli. I cammelli! Non li avevo mai visti primi,
o almeno mai dal vivo. Dal paesino vediamo in lontananza delle
barche, ma sono in mezzo alla neve e non c'e' strada per
arrivarci.
Mentre ritorniamo verso Aralsk il portapacchi si spezza di
nuovo in due punti. Passiamo un'altra notte ad Aralsk
ed il giorno dopo troviamo un saldatore che ci salda un
pochino meglio il portapacchi (ma sempre un catarro rimane!)
ma anche mettendo un cartone sul paraprezza e' riuscito a farci
cadere scintille, venando il parabrezza.
Senza il contachilometri, con le strade dissestate e il
4per4 sempre inserito non e' semplice fare i calcoli per la
benzina (contando che non funziona nemmeno la lancetta della
benzina), ma ultimamente troviamo sempre chi ci fa il pieno
e non vuole essere pagato prima.

Da Aralsk la strada migliora, anche se in alcuni tratti e'
sempremalmessa. Ai lati della strada ogni tanto si vede
qualche camion ribaltato oltre alle distese bianche ed ai greggi di
pecore, mucche e cammelli che lasciano un sacco di impronte sulla
neve.
Venerdi' 19 dopo aver fatto una magra cena in un cafe' ci
accampiamo con la macchina in un campo vicino alla strada,
ma quasi dentro ai sacchi a pelo sentiamo i padroni delle mucche che
gridano mentre vanno a riprenderle. Cosi' ripartiamo, dopo poco
attraversa la nostra strada UN LUPO, che maestoso. Cotti
dalla stanchezza ci mettiamo accanto ad un benzinaio nella
periferia di Kizlorda a dormire. Dopo un'oretta la guardia del benzinaio
ci sveglia e dice di spostarci, fatti 10 metri ci mettiamo
appena fuori dal benzinaio a dormire. La sveglia e' con la
gente attorno alla macchina che aspetta l'autobus. Ci
fermiamo a Turkistan per una notte. Sulla strada che
cisteggia il Kirghizistan i monti svettano nel cielo e sulle strade sono
infinite le baracche che vendono miele.

Martedi' 23 gennaio arriviamo ad Almaty. I cuscinetti delle
ruote anteriori fanno rumore. Teniamo sempre il 4per4 e non
lo fanno quasi mai, ma ad ogni rumorino soffriamo! La riga sul
parabrezza e' aumentata ma non sembra volersi allungare.
Troviamo un alberghetto vicino ad una piccola torre eiffel che per
Almaty e' abbastanza economico, ma purtroppo non ha il parcheggio.
Cosi' ne troviamo un altro che costa un po' di piu' ma ha il
parcheggio davanti all'hotel non custodito. La stanza non vale i soldi
che chiedono. Facciamo un giro per la citta' e poi torniamo in
albergo. Parcheggiamo la suzukina davanti alla hall. Il mattino ci
svegliamo con l'intenzione di trovare i cuscinetti e magari il parabrezza.
Scendiamo, paghiamo un'altra notte e usciti dall'albergo troviamo una
sorpresa: ci hanno rotto il finestrino dalla parte del paseggero. Non
hanno rubato niente, nemmeno l'autoradio. Hanno rotto il
finestrino per il gusto di romperlo. Rientriamo a farci ridaare i soldi
per la notte appena pagata. Quanta amarezza che subito ci viene un pochino
tolta da un signore che ci offre del celofan e dello scotch
per coprire lo spazio del finestrino.

Ieri pomeriggio lo abbiamo passato nel autobazar ma i
"nieto" dei kazaki che non vogliono collaborare non aiutano
a trovare i pezzi. Entriamo anche in un'officina dove forse
ci stringeranno i cuscinetti, ma il meccanico oltre che a
dirci che dovevamo praticamente cambiare meta' pezzi della
macchina, che li
avremmo trovati e aver smontato solo mezzo mozzo senza aver
capito che erano i cuscinetti che facevano rumore, ha
preteso 12 euro. Dopo avergliene laciati la meta' ce ne
siamo andati. Non gli avremmo lasciato anche niente ma la
macchina era nella sua officina.

Ieri sera abbiamo trovato un altro albergo piu' caro ma con
il parcheggio. Oggi pomeriggio (25 gennaio) siamo andati
all'ambasciata
uzbeka per fare il visto...ce lo rilasciano martedi'
prossimo (visto express) e vogliono circa 125 dollari a
testa per il visto turistico di un mese con due ingressi
(allucinante!). Se non lo avessimo richiesto express ce
l'avrebbero dato fra una ettimana (giorni lavorativi).
Nei prosimi giorni in cui siamo bloccati ad Almaty,
cerchiamo di mettere a posto per quanto possibile la
suzukina
e forse faremo il visto kirghiso.

Ciao a tutti! Tranquilli stiamo bene, il morale e' alto e
siamo pieni di aspettative!

Patrizia

10.1.07

CLAUDIO (ASIA, 8/01/2007)

Ciao gente, siamo arrivati l'altro ieri qui ad Oral, la
prima citta' kazaka.
Oggi si riparte e andiamo verso Aral.

Abbiamo passato il capo d'anno a San Pietroburgo sotto una
gran bella nevicata. Abbiamo aspettato la mezza notte sulla
piazza del palazzo d'inverno. C'era un palco dove facevano
degli spettacoli e cantavano. Prima dello scoccare della
mezza notte hanno trasmesso il discorso del presidente.
Appena e' iniziato il 2007 e' cominciato l'inno nazionale
russo. La Nievski l'avevano chiusa al traffico e c'era un
fiume di gente che passeggiava. La polizia era ovunque ma
nessuno ha fatto del casino. Tutti tranquilli, felici e
ubriachi.

Dopo una gran bella dormita siamo partiti facendo una strada
alternativa per raggiungere la M7, la strada che va da Mosca
a Vladivostok. Con tutta la nebe che era caduta la strada
era tutta bianca e deserta. Non passava anima viva. Con la
luna piena e la strada bianca si poteva procedere
tranquillamente a fari spenti. Si procedeva tanto bene che
avevamo due lampadine bruciate e nemmeno ce ne accorgevamo.
Andava tutto bene fin che' non sono cominciati dei rumori
anomali. Sembravano rumori di cuscinetti o trasmissione. In
un piazzale pieno di neve ho sollevato la macchina col crick
per controllare i cuscinetti. Non si riusciva a capire da
dove uscisse sto cavolo di rumore. In una rotonda avremo
fatto il giro 10 volte con la testa fuori dal finestrino per
capire da dove uscisse il cigolio. Alla fine dopo un oretta
al buio e al freddo abbiamo capito che tutto quel rumore era
una mappa del cofano che si era svitata facendo un casino
infernale.

Quella strada che abbiamo percorso e' la stessa che abbiamo
fatto col viaggio in moto ma il panorama era decisamente
differente. Tutto bianco e ghiacciato. Abbiamo costeggiato
un lago lungo 180 km completamente ghiacciato. I pescatori
andavano con le motoslitte sul ghiaccio, facevano un buco
con dei trapani a manovella sulla crosta ghiacciata e
calavano le lenze per pescare. Chi non aveva una motoslitta
andava sui fiumi o sui laghi ghiacciati a piedi trasinando
una slitta con tutta l'attrezzatura per la pesca sul
ghiaccio.

Nelle citta o nei villaggi le donne trascinano i neonati su
degli slittini anziche' sui passegini. I marciapiedi o le
strade sono sempre coperte da uno strato di ghiaccio.

Dopo alcuni giorni abbiamo raggiunto la Transiberiana. La
strada e' molto trafficata quindi non mancano i posti di
blocco!! A un Check point della polizia hanno cominciato a
spaccarmi le balle. Alla scrivania dell'ufficiale mi hanno
messo davanti un bichiere vuoto facendomi segno se avevo
bevuto all'ultimo dell'anno. Ho capovolto il bichiere senza
dire niente. Allora l'ufficiale a quel punto si e' tolto il
basco e me l'ha posato davanti facendo segno di metterci
qualcosa dentro... L'ho guardato male e ho tirato un colpo
al berreto facendoglielo volare per terra, ho ripreso i miei
documenti e me ne sono andato. Hanno riso tutti e gridato
qualcosa ma non mi sono neppure voltato.
Il giorno dopo invece ci hanno fermato a un posto di blocco
con la scusa che andavamo forte. Il velox segnava 72 km/h.
Gli ho riso in faccia e detto di fermare un altro...ci
provano sempre a inculare qualcuno con quei ciaraffi.
Purtroppo dentro i check point vado sempre da solo e
Patrizia si perde tutte quelle scene con i poliziotti. Da
una parte sono stressanti ma dall'altra anche divertenti.

Le strade sono sempre sporche di neve marcia e con il via
vai delle macchine e i sorpassi dei camion ci smerdano la
suzakina...ogni mezz'ora dobbiamo uscire a pulire i fanali
altrimenti di notte non si vede niente. Si ci forma sopra
una crosta di ghiaccio e fango.

Per raggiungere Samara abbiamo preso una stradina
alternativa, con l'alzarsi della temperatura e' venuta giu
una gran bella nevicata. Su quella strada non sono mancati
gli incidenti. Un camion carico di maiali era finito in un
fosso e nello schianto sono morti alcuni maiali che avevano
ammucchiato al bordo della strada. Si erano fermate alcune
macchine per guardare l'incidente o per comprare dei
maiali...boh?

Mentre viaggiavamo su quella strada a un certo punto, senza
nessun preavviso abbiamo fatto un testa coda assurdo. La
macchina si e' intraversta e siamo finiti contro mano e ci
siamo fermati sulla neve fresca al bordo della strada. la
fortuna e' che non arrivava nessuno dal lato opposto.
Probabilmente siamo finiti su una crosta di ghiaccio, e'
bastato un attimo e la macchina era ingovernabile. Inserendo
il 4x4 e le ridotte siamo riusciti a riportare la macchina
in strada e da allora quando nevica si va solo col 4x4
almeno evitiamo di rifare le trottole!! E' stato divertente
pero'!

I posti di blocco sulle strade alternative non mancano
mai...ci hanno rotto tremendamente le palle con la
registrazione e una volta ho preso il numero di matricola a
un ufficiale per farmi rendere il passaporto.
Quando con carta e penna gli ho preso il numero di matricola
l'uffiaciale e' rimasto in silenzio. Quando ha realizzato
cosa avevo fatto mi ha guardato perplesso e io gli ho riso
in faccia. Ha sorriso e mi ha reso i documenti salutandomi.

A Samara abbiamo fatto un giorno di sosta in albergo. Erano
parecchi giorni che non ci lavavamo... In un parcheggio
abbiamo regalato della benzina a un signore che era rimasto
a secco con la macchina. Aveva visto le taniche sul tetto e
aveva aspettato che tornassimo per chiederci della benzina.
Voleva un litro ma gli ho versato nel serbatoio almeno 4
litri. E' rimasto perplesso quando non abbiamo accetato i
soldi per la benzina.

Anche a Samara alcuni pescatori pescavano sul volga
completamente ghiacciato.
Vicini all'albergo c'era una bancarella che vendeva delle
scarpe e le solette di pelo...probabilmente erano di capra.

In un giorno abbiamo raggiunto il confine col Kazakistan.
Lungo quella strada la suzukina ha cominciato a fare dei
rumori di cuscinetti o qualcosa del genere. Anche li,
abbiamo fatto molte prove per capire da dove arrivasse il
rumore. Faceva rumore un mozzo che probabilmente non sgancia
bene la ruota. Col 4x4 il rumore sparisce.

La sera abbiamo provato a dormire vicino al confine ma verso
le 20 mentre giocavamo a poker in macchina sono arrivati dei
militari. Erano a bordo di una Uaz, sono scesi coi fucili e
ci hanno chiesto i documenti. Uno aveva la divisa bianca per
mimettizzarsi sulla neve. Ci hanno fatto allontare dalla
zona e siamo tornati in un villaggio a 60km di distanza. Una
gran notte di merda...senza mangiare e senza un posto
tranquillo dove dormire.

La mattina siamo tornati al confine. L'usita dalla dogana
russa non e' stata poi tanto economica... La nostra
dichiarazione per il vicolo era scaduta da 10 giorni. Quando
abbiamo consegnato i fogli hanno mandato a chiamare un altro
uffiale. Nell'ufficio erano in 7 e uno mi diceva che per
quella dichiarazione sarei dovuto andare in galera ma
avrebbe anche chiuso un occhio...Hanno voluto che Patrizia
tornasse in macchina altrimenti non si poteva contrattare.
Siamo rimasti soli...io contro 7! Loro volevano 200 euro e
io ne ho offerti 50. (l'ufficiale a Krasnodark e un tizio a
San Pietroburgo avevano detto che sarebbe costato sui 50
euro quel problema)
La contrattazione e' andata avanti 10 minuti e alla fine
sono riuscito a pagare 43 euro. Quando ho preso i soldi in
macchina e tornato nell'ufficio c'era solo un ufficiale,
erano spariti tutti. Era seduto sul divano e mi ha fatto
segno di infilare i soldi dentro la stoffa del
divano...nessuno li avrebbe presi in mano per evitere
casini.

All'immigrazione si sono dimenticati di riprendersi la carta
d'immigrazione...ci hanno spaccato tanto il cazzo ai posti
di blocco e alla fine nessuno l'ha ritirata. L'ingresso in
Kazakistan e' stato indubbiamente migliore e piu' economico!
Alla dogana visto che non ci riuscivamo a capire hanno
mandato a chiamare una donna che parlava inglese. sapeva
qualche parola in italiano perche' aveva avuto un fidanzato
italiano.
Grazie a lei non ci hanno controllato tanto i bagagli.
Abbiamo fatto l'assicurazione obbligatoria per un mese ed e'
costata 7 euro.

Nel pomeriggio siamo arrivati qui a Oral. La prima citta'
kazaka...siamo in Asia. Ieri abbiamo fatto la registrazione
del visto. In ufficio dove nessuno parlava inglese ci
avevano consegnato un questionario da compilare che grazie a
dei ragazzi siamo riusciti a decifrare.
Ieri pomeriggio ho smontato il mozzo sinistro della
macchina. L'ho ingrassato e rimontato ma il rumore mi sa che
continua. Ci vorrebbe un officina asciutta e pulita per
tirare giu tutto, pulire e ringrassare i mozzi. Cosi' in
mezzo alla neve e' meglio che non mi avventuro a smontare
tutto. Se crea problemi cerchero' un garage che mi ospiti
una giornata almeno lavoro al pulito.

Tra un po' si riparte...vedremo come sara' il Kazakistan...
In Russia ci hanno fermato 25 volte in 24 giorni. Per ora
qui ci hanno fermato solo 2 volte in un giorno....Uao!

Ciao gente!!

Claudio
PATRIZIA (SAN PIETROBURGO - URALSK, 31/12/2006 - 10/01/2007)

Ciao a tutti!

La sera di San Silvestro dopo una partita a carte in ostello
(che pensionati!), verso le 23 siamo usciti sotto una
splendida nevicata che imbiancava tutta la citta', i
canali,gli alberi e la piazza su cui si affaccia il Palazzo
d'Inverno. Tutto attorno alla piazza c'erano transenne e
polizia che controllava non si portasse alcool nella piazza
(nella piazza "ovviamente" vendevano birra). Nella piazza
era montato un palco dove si esibivano cantanti, spuntavano
ogni tanto babbi natale e il presentatore, vestito di tutti
i colori, intratteneva il pubblico. Prima di mezzanotte
mandano in onda sullo schermo gigante montato di fianco al
palco, il messaggio di Vladimir Putin di
capodanno...interrotto a meta' perche' era mezzanotte.
Tanta gente sparava i fuochi d'artificio, altri facevano
pupazzi di neve e sulla via Nevsky, che era stata chiusa al
traffico, un fiume di gente si dirigeva verso la piazza.
Qualcuno ubriaco pero' nessun vetro di bottiglia per strada.

L'1 mattina partiamo, si va verso il Kazakistan. In una
delle "soste pipi", Claudio vede passeggiare tranquillamente
un cagnolino tutto peloso e lo chiama verso di se, s'e'
messo a giocare con Claudio, gli tirava palle di neve e lui
correva a prenderle. Gli abbiamo dato del pane e qualche
cracker, e al contrario di altri cani che snobbavano del
tutto qualche biscotto che gli tiravamo, lui ha divorato
tutto in un attimo.

Dormiamo in macchina, mangiamo nei cafe' lungo la strada e
la neve e' quasi sempre nostra compagna di viaggio. Una
sera, prima di cena, nevicava un po' piu' del solito e la
strada era tutta imbiancata, la suzukina sbanda e scivoliamo
con la macchina fino all'altro lato della strada. Per
fortuna non arrivava nessuno. Cosi' dopo aver messo il 4x4
ripartiamo piu' sereni!

Venerdi' 5 gennaio arriviamo a Samara, ci fermiamo lungo la
strada ed entriamo in un cafe' a mangiare, e' accesa la tv,
con nostra sorpresa il ragazzo che era nel cafe' cambia
canale e mette su rai1. Cosi' abbiamo visto la ghigliottina
dell'eredita' ed il telegiornale in italiano.

Domenica 7 gennaio ripariamo da Samara e ci dirigiavo verso
la frontiera. Dobbiamo aspettare l'8 mattina per passare la
dogana, perche' il visto kazako parte in quella data.
Decidiamo di dormire in macchina, lungo la strada ad una
decina di km dalla frontiera. Dopo un'oretta vediamo una
macchna che si ferma e si accosta di fianco a noi, scendono
2 militari (uno con la tuta mimetica e l'altro vestito di
bianco, pensiamo per mimetizzarsi nella neve), equiaggiati
di mitra, ci chiedono i documenti e ci dicono di andare alla
dogana che c'e' un cafe'. Ripartiamo con loro che ci seguono
in macchina, ma arrivati alla dogana, loro non c'erano piu'
e di cafe' nemmeno l'ombra. Cosi' decidiamo di ritornare
all'ultimo cafe' che avevamo incrociato, 60 km prima e di
dormire li'. L'indomani ci presentiamo alle 11 davanti alla
sbarra della frontiera russa. Un ufficiale ci da un
fogliettino da compilare e attendiamo in auto. Dopo
mezzoretta ci fa passare la sbarra, entrati spegnamo il
motore e consegnamo i passporti ed il libretto della
macchina ad un ufficiale. Dato che ci danno un foglio da
compilare scritto tutto in russo, chiediamo aiuto ad un
ufficiale che senza volerlo scopre che abbiamo la
dichiarazione dell'auto scaduta. Cosi' entriamo
nella'anticamera di un ufficio dove un ufficiale ci fa
capire che puo' "chiudere un occhio" se gli diamo qualcosa.
Invitano "gentilmente" me ad uscire dall' ufficio e con loro
resta Claudio a contrattare. 1500 rubli (circa 43 euro) per
farli tacere. Non ci controllano quasi nemmeno il bagaglio e
ci dirigiamo verso l'immigrazione, dove ci metteranno il
timbro di uscita sul passaporto e si riprenderanno la carta
d'immigrazione. Sorpresa: ci riconsegnano i passporti e la
carta di immigrazione per cui i poliziotti lungo la strada
ci avevano tanto rotto le balle, l'ufficiale
dell'immigrazione non l'aveva nemmeno guardata e tanto meno
se l'era ripresa!
In Russia la "DPS" ci ha fermato 25 volte.

Passiamo la sbarra della frontiera russa e ci dirigiamo
verso quella kazaka.
Un ufficiale ci consegna la carta d'immigrazione da
compilare prima di attraversare la sbarra, dopo averla
compilata attraversiamo la sbarra e consegnamo i passaporti
e le carte d'immigrazione compilate ad un altro ufficiale
che ci appone i timbri di entrata. Dopo di che ci fermiamo
alla dogana dove gli ufficiali controllano i bagagli e con
uno specchio sotto le macchine. Io resto in macchina e
Claudio viene portato in un ufficio dove gli faranno la
dichirazione per l'importazione della suzuki (per 2 mesi!).
Una ufficiale che parla in inglese fa da interprete fra
Claudio e gli ufficiali. Nella macchina non ci controllano
molto, e seguito dalla ufficiale, Claudio entra in un altro
"ufficio" dove fara' l'assicurazione per la macchina (per un
mese).
Siamo stati in frontiera circa tre ore, e oltrepassata
quella kazaka portiamo avanti di un'altra ora l'orologio
(ora siamo 4 ore avanti rispetto all'Italia). SONO IN ASIA!

Uralsk, la prima citta' dopo il confine, ci da il benvenuto
in Kazakistan. Il 9, ci mettiamo in cerca dell' Immigration
Police Department dove ci faremmo registrare il visto. Dopo
due tentativi troviamo l'ufficio giusto e 3 ragazzi kazaki
ci aiutano a compilare il foglio per ottenere la
registrazione (scritto solo in kazako!). In una mezzora
otteniamo la registrazione fino al 7 febbraio (data in cui
ci scade il visto) gratuitamente. Torniamo il albergo con il
sorriso!
In Kazakistan abbiamo fatto poco di piu' di 50 km e la "GAI"
(polizia kazaka) ci ha gia' fermato 2 volte!

Ora, 10 gennaio, siamo in un internet point! Quando finiamo
di scrivere partiamo e ci dirigiamo verso Aralsk, che una
quarantina di anni fa era bagnato dalle acque del lago Aral.

Ci risentiamo presto...buon viaggio a tutti...

Patrizia