25.2.08

CLAUDIO (LAHORE, 24/02/2008)

Ciao Gente, scrivo la mail dalla nostra guest house a
Lahore, la prima citta' pakistana a soli 30 chilometri dal
confine indiano.

Dopo tre settimane di sosta forzata aspettando il visto
iraniano siamo partiti da Delhi il 17 febbraio. Saremmo
dovuti partire il 16 ma ero un po' mal preso con il
raffreddore e il mal di gola, un giorno in piu' fermi non ci
cambiava certo la vita.

Abbiamo imbroccato subito la strada giusta per uscire dalla
capitale indiana ma attraversare il bazar Old Delhi e' stata
un'agonia. Colpi dentro con tutti, senza nessuna regola,
passava il piu' prepotente. Mi hanno solo strappato un
copriborse in quel trambusto, posso ritenermi fortunato!!
Dopo un chilometro di strada ho regalato la mia sciarpa a un
ragazzino e la mia felpa al proprietario di un
cyclorickshaw. Finalmente il caldo cominciava a farsi
sentire, riuscivamo a pedalare con un solo pile e non piu'
con due.
La periferia di Delhi e' il solito trambusto indiano,
vacche, carretti trainati da buoi e spazzatura ovunque. La
cosa piu' schifosa erano le piazzole di cacca. Gli indiani
hanno inventato i pisciatoi ma per i cagatoi non c'e' ancora
una soluzione. Cagano al lato della strada, solitamente
nelle piazzole. Alle volte sembra che si mettano d'accordo
dove cagare. Piazzole coperte di cacca dove gli indiani
continuano a cagare cercando angolini ancora liberi dove
sganciare la loro bomba. Meglio cambiare discorso...

Mentre eravamo fermi al lato della strada, ormai lontano da
Delhi, degli uomini coi loro carettini carichi di frutta si
sono fermati a salutarci e regalarci dell'uva e due
melograni. Probabilmente avevano comprato la frutta al bazar
di Old Delhi e la portavano al loro villaggio.

A pranzo il solito pane e formaggio ma in compagnia di un
cagnolino rognoso che era venuto a scroccare qualche pezzo
di pane. Verso la fine sono arrivati i soliti indiani, come
sempre senza aprire bocca si sono fermati a fissarci
inebetiti. Pure il cagnolino rognoso non sopportava gli
indiani e con quel poco di energia che gli rimaneva per
vivere si e' spostato sotto un'albero e ci ha lasciato da
soli. Bel ringrazimento cagnetto bastardo!

La sera abbiamo raggiunto Panipat, un caos pauroso dovuto
alla costruzione della sopraelevata che fara' evitare
appunto il caos della citta'. C'e' voluta piu' di un'ora per
trovare un albergo economico in quello schifo di citta'.
Chiedevano cifre assurde per delle bettole ma dopo tanto
sbattimento abbiamo trovato un'albergo ancora in costruzione
ma con le camere gia' allestite. Bisognava solo stare
attenti al cemento fresco. Eravamo i primi stranieri a
dormire li dentro quindi lo sconto era inevitabile!
La mattina abbiamo caricato le bici davanti al portone
dell'hotel, ovviamente tutta la gente della via e' venuta a
guardare lo spettacolo. E' stato davvero uno spettacolo,
decine di indiani imbambolati a guardarci sul cemento
fresco!!
Non c'e' transenna antindiano, passano ovunque! Ora il
padrone dell'hotel ha il segno indelebile del nostro
passaggio!

La giornata e' iniziata con le solite gare in bici, uscire
dalle citta' quando la gente va a lavorare in bicicletta e'
un disastro, uno su cinque rinuncia alla gara, gli altri non
si sfuggire l'occasione.
Lungo le strade la polizia ha fatto posizionare dei cartelli
che consigliano sicurezza, tipo: "non fare inversione, non
sovracaricare il mezzo, allacciare le cinture di
sicurezza...." ma il cartello migliore era " meglio tardi
che mai"! Sono tutti consigli, nessun obbligo! La polizia
non serve a niente, si siedono all'ombra e guardano passare
le macchine.

Prima di raggiungere Ambala, la citta' dove avremmo
trascorso la notte, ci siamo fermati al bordo della strada a
guardare squoiare una vacca. Probabilmente era stata
investita e una bestia sacra non la lasciano certo marcire
al bordo della strada. Degli uomini la stavano squoiando e
gli toglievano tutti gli organi lasciando solo la carcassa
che avrebbero ripulito i corvi e i cani. Probabilmente pelle
e organi sarebbero stati bruciati in serata.

Ad Ambala abbiamo trovato un albergo grazie all'aiuto di un
ragazzo che ci ha fatto una mappa su un foglio di carta.

19/02 Eravamo in camera pronti per scendere coi bagagli e
abbiamo sentito un campanello suonare, poi un'altro
differente... Ok, qualcuno gioca con le nostre biciclette.
Si e' affacciata Patrizia dalla finestra ed era la guardia
dell'albergo che si sbizzariva con tutte le cose da
schiacciare che hanno le nostre bici. Posso capire il cambio
ma i campanelli sono una cosa comune anche in India! Ma per
un'indiano e' una cosa troppo irresistibile un mezzo
incustodito, devono toccarlo finche' non li stufa.

Lungo la strada verso il confine c'erano molte bancarelle,
vendevano arance e all'evenienza spremute e del miele con un
cartello " 100% miele puro ". Conoscendo gli indiani se
hanno messo un cartello del genere vuol dire che quel miele
era sicuramente anacquato!

Per la notte abbiamo trovato un albergo nell' incrocio piu'
rumoroso della citta' e per cena un'omelette, due bicchieri
di latte e pane con formaggio in camera. Che botta di vita!

20/02 Mancavano due giorni alla fine dell'India e le gare le
reggevo sempre meno, non si riesce a partire in pace una
mattina, si parte e dopo pochi metri cominciano sorpassi e
grida. Si va avanti cosi' fino al tramonto. A un'uomo, dopo
il suo ennesimo sorpasso, gli ho toccato la testa e chiesto
:" ma dov'e' il tuo cervello?". E' rimasto inebetito dalla
mia domanda, forse nessuno gli aveva mai spiegato cosa
poteva esserci nella sua testa. Niente da fare, poche
centinaia di metri era nuovamente incollato alla mia gomma
dietro pronto al sorpasso. Si e' affiancato per superare e
con la borraccia gli ho lavato la faccia ma non e' servito a
svegliare il suo orgoglio, mi ha chiuso e ha girato a
sinistra esultando per averci battuto!! Ho rinunciato
definitivamente a capirli, bisognerebbe portarsene uno a
casa e studiarlo con calma...

La giornata non e' migliorata, ogni competizione agonistica
puo' finire in tragedia. Sorpassati da un ragazzo almeno tre
volte, ripreso, risorpassato, lui non molla e risorpassa, in
salita ci molla, passo io ma lui non ci sta, accelera ma io
devo chiudere perche' arriva un camion e la collisione e'
stata inevitabile. Fortuna e' caduto lui. Abbiamo fatto
inversione e lo abbiamo soccorso. Non si era fatto niente ed
era pronto per continuare la gara, infatti dopo un centinaio
di metri ci ha risorpassati. Le giornate scorrono via
veloci...

21/02, all'ora di pranzo abbiamo raggiunto Amritsar, ultima
citta' indiana prima del confine. Siamo andati al Golden
Temple dove si poteva dormire gratis ma a malincuore abbiamo
rinunciato. Ovviamente avremmo dovuto lasciare le biciclette
nel parcheggio di fronte custodito da alcuni ragazzi e
sinceramente non mi fidavo di loro. Nessuno le avrebbe
rubate ma ci avrebberro giocato tanto da romperle. Ci siamo
alloggiati in una delle tante guest house vicino al tempio.
Il pomeriggio siamo entrati nel Golden Temple, un'oasi di
pace, non sembrava neppure India. Il lago all'interno delle
mura e il tempio d'oro nel mezzo. Le sue 4 porte
rapperesentavano una religione, Hindu, Mussulmana, Cristiana
e Sikh. L'acqua sacra attorno al tempio e' meta di tanti
pellegrini che ogni giorno si immergono per purificarsi e
guarire dalle malattie.

22/02, Meno di un paio d'ore e abbiamo raggiunto il confine
e in frontiera abbiamo cambiato le poche rupie indiane che
ci rimanevano. Gli indiani prima di entrare ci invitavano a
bere una birra, una volta in Pakistan ve la scordate!
All'immigrazione indiana non c'era nessuno, credevamo di
trovare un bel po' di gente ma prima di noi era passato
solamente un turkmeno. Abbiamo avuto il timbro di uscita
dopo aver compilato i solti fogli, passati alla dogana a
compilare altri foglietti e via verso il Pakistan. Dalla
parte Pakistana hanno costruito un nuovo edificio
innaugurato il 9 febbraio. Gli ufficiali erano tutti
appoggiati alla scrivania dell'immigrazione, probabilmente a
guardare l'unico che lavorava.
Controllo bagagli virtuale (che cosa avete nelle borse?-
Vestiti- Va bene andate) e via libera dentro il paese.
Come sempre le strade vicino ai confini sono quasi sempre
impeccabili ma dopo pochi chilometri sono il solito
disastro.

Il cambiamento di religione si nota dopo poco, basta vacche
ovunque e moschee in ogni paese che si attraversa. Gli
uomini sono molto tradizionalisti con i loro vestiti tutti
uguali mentre le donne sono molto colorate come le indiane.
Alcune hanno il viso coperto ma la maggior parte ha un solo
velo sul capo solitamente colorato.
Le gare pakistane non si sono fatte attendere, altro paese,
altra religione ma lo stesso spirito agonistico. Chissa'
quando ci lasceranno pedalare in pace!

Dopo pochi chilometri mi e' arrivato un sasso nella schiena,
quel maledetto vizio sembra che non gli sia passato. Quattro
anni fa era lo stesso, il ciclista e' un bersaglio molto
ambito. Questa volta sono stati dei ragazzini ma anni fa
erano anche gli adulti a tirare i sassi. Speriamo che la
mira sia la stessa, mi avevano preso una sola volta. Che
culo!

Abbiamo raggiunto Lahore il primo pomeriggio, prima citta'
pakistana.
Qualcosa sembra essere cambiato in 4 anni, ci sono i
supermercati, McDonald's, si riesce a prelevare col bancomat
senza dover cambiare i dollari e molti altri lussi che prima
erano inesistenti.
Ci siamo alloggiati in una guest house in centro, tappa di
molti viaggiatori. Ci sono alcuni giornalisti e fotografi
(uno e' italiano) che sono venuti in Pakistan per assistere
alle elezioni che fortunatamente non sono finite in tragedia
come tutti si immaginavano.

23/02, Abbiamo fatto un po' di spesa al supermercato e ne
abbiamo approfittato della cucina in guest house per
prepararci un bel piatto di pasta al sugo!
Il pomeriggio con un Taxi abbiamo raggiunto nuovamente la
frontiera per assistere alla cerimonia di chiusura che si
svolge regolarmente tutti i giorni dal 1948, non molti anni
dopo che i due paesi si sono divisi.
Le tribune come allo stadio si riempono di gente, uomini da
un lato e donne dall'altro. Un coordinatore con la giacca
verde coi disegni della bandiera incitava il pubblico a
gridare "lunga vita al Pakistan". Musica assordante sparata
a tutto volume gasava il pubblico come in una partita di
calcio.
Mezz'ora prima dell'inizio della crimonia e' spuntato un
vecchietto con una tunica verde coi disegni della bandiera
sventolando un bandierone Pakistano. Si metteva in posa per
farsi fare le foto e poi andava a sventolare la bandiera
davanti al cancello indiano gridando "PAKISTAN!".

La cerimonia e' cominciata dopo una mezz'ora, gli ufficiali
indossavano le divise di una volta, con i cappelli coi
pennacchi e le spade. Marciavano avanti e indietro facendo
delle smorfie di rabbia e prepotenza verso gli ufficiali
indiani che a loro volta facevano lo stesso.
Hanno calato le bandiere facendole scendere incrociate al
suono di trombe e hanno riportato la loro bandiera nel loro
paese. L'ufficiale che camminava con la bandiera era
accompagnato da grida che elogiavano il paese.

La fine della cerimonia e'la parte piu' bella, i due
ufficiali (pakistano e indiano) si danno la mano, uno
sguardo di odio e sbattono i cancelli. La frontiera e'
chiusa! Un boato parte dagli spalti, "Lunga vita al
Pakistan!".

Siamo rientrati a Lahore, oggi abbiamo sistemato un po' i
bagagli e doamani mattina partiremo verso ovest.

Ciao gente, ci sentiamo piu' avanti!

Claudio
PATRIZIA (BRAVADO AT THE BORDER, 16/02/2008 - 24/02/2008)
Ciao ragazzi!

Vi scrivo da Lahore in Pakistan. Siamo all'internet della
guesthouse dove alloggiamo. E' un posto molto famigliare.
Cucina, lavanderia gratis, sala comune sul terrazzo, bagni
in comune, dormitori e camere doppie ma giusto separate da
un muro di cartongesso. Senti ogni minimo rumore e la luce
della stanza di fianco fa quasi a giorno anche la tua! Le
camere sono abbastanza pulite ed le lenzuola profumano di
bucato! Un armadio pieno di vestiti tipici (shalvar
kameez...tunica e pantaloni) da cui puoi scegliere cio' che
ti serve da portar via. Stamattina abbiamo svutotato tutto
l'armadio..ho trovato due tuniche praticamente della mia
misura.

Dopo essere stati fermi un altro giorno (causa raffreddore
mio e mal di gola di Claudio) dopo aver scritto le nostre
ultime nuove da Delhi, siamo ripartiti domenica 17. E'
praticamente tre settimane che non pedaliamo e i primi
giorni le mie gambe se ne accorgono! La sera i muscoli mi
fanno un pochino male. Nella mattinata, fermi lungo la
strada in una delle tante "pause pipi", tre uomini con i
loro carrettini pieni di frutta si fermano e ci danno la
mano. Prima di andarsene ci regalano dell'uva (buonissima) e
due frutti che tuttora non abbiamo capito cosa fossero. Ci
fermiamo per pranzo su un muretto un pochino fuori dalla
strada. Pane e sottilette e un po' di frutta. Un cagnolino
viene verso di noi...cosi' diamo un po' di pane e dell'acqua
anche a lui. Ci fermiamo dopo 90 km a Panipat. Una citta'
superincasinata. I poliziotti agli incroci prendono quasi a
bastonate biciclette e carretti per farli passare
velocemente o farli star fermi. E' incredibile come i mezzi,
le persone e le bici in India si possano incastrare senza
che nemmeno piu' uno spillo riesca a farsi strada. Ci sono
un sacco di hotel...chiediamo ad alcuni e ci sparano cifre
assurde per stanze "squince". Un tizio di un albergo ci
viene a chiamare. Non e' ancora aperto, pero' le stanze sono
gia' pronte cosi' riusciamo a dormire in una stanza
accogliente per poco.

(...mentre scrivo c'e' un ragazzo della guesthouse che ha
messo una canzone indiana a tutto volume e si e' messo una
maschera in faccia e danza...:-))

18 febbraio. Panipat-Ambala 120 km. Come tutti i giorni
qualche gara e qualche rompiballe! Arriviamo la sera ad
Ambala...per trovare i centro impieghiamo un'ora e poi non
trovando un albergo chiediamo alla gente. Ci indicano un
albergo sulla strada principale per Amritsar (la nostra
strada!). Lo vediamo da fuori...mi sa che costa troppo!
Entriamo lo stesso a chiedere e ci stupiamo dei prezzi
esposti...e' piu' o meno come paghiamo di solito. Allora
pnsiamo: "sara' solo la reception che e' spelndida". Invece
salgo a vedere la stanza ed e' molto carina. Ci sara'
qualche difetto! Ci sistemiamo e ci laviamo...mmm...ecco la
pecca! C'e' un rumore assordante di aerei...sembra che ti
entrino in stanza!

19 febbraio. Ambala-Ludhiana. Siamo in coda al semaforo. Ci
sono camion, bici, auto, pullman e anche qualche carretto
stracarico trainato da cavalli o asinelli. Fanno tenerezza
in mezzo al traffico incasinato e rummoroso loro che invece
aspettano silenziosi che venga verde (o piu' che altro che
chi lo guida gli tiri le briglie per farli partire). Ci
fermiamo in un alberghetto ad un incrocio. Mangiamo una
frittata in uno dei carrettini che lungo la strada preparano
da mangiare e poi prima di andare a dormire un bicchiere di
latte caldo. La sera alcuni ristoranti o qualche carrettino
scaldano il loro pentolone larghissimo pieno di latte, poi
lo "shekerano" fra due vasi di alluminio con lo zucchero e
te lo servono in un bicchiere di alluminio, di vetro o di
terracotta con la panna che fa il latte posata sopra.

20 febbraio. Lungo la strada ci sono molti che vendono
aranci ed ananas o fanno succhi al momento. Lungo la strada
ci sono MC Donald appena costruiti con le loro M che
svettano nel cielo e si vedono a 2 km di distanza. E'
allucinante e' ovunque. Ci fermiamo in un paesino a 40 km da
Amritsar.

21 febbraio. Si pedala benissimo...abbiamo ilvento a favore
e sembra di volare! In meno di due ore arriviamo ad
Amritsar. Al Golden Temple, un tempio Sikh nel cuore della
citta', si puo' dormire nel dormitorio gratis oppure
affittano stanze. Purtroppo le bici non possono entrare.
C'e' solo un parcheggio fuori non custodito. Cosi' cerchiamo
un alberghetto nei dintorni dove possiamo mettere le bici in
stanza. Nel pomeriggio entriamo a visitare il Golden Temple.
Appena fuori ci sono un sacco di venditori ambulanti con
fazzoletti e bandane. Anche gli uomini (oltre alle donne)
devono avere la testa coperta per entrare nel tempio. Appena
fuori dall'entrata c'e' un locale dov depositi le scarpe ed
i calzini ed in cambio ti danno un numero per poi ritirarle
una volta usciti dal tempio. Si puo' entrare solamente a
piedi nudi. Appena davanti all'ingresso c'e' una piscinetta
bassa dove bisogna lavarsi i piedi prima di entrare. Il
Tempio d'oro sorge nel mezzo di un laghetto: la piscina del
nettare. Dove uomini, bambini e donne fanno il bagno per
purificarsi.

22 febbraio. C'e' un bel vento forte...per fortuna a favore.
In un ora e mezza raggiungiamo il confine. Prima di passare
la frontiera indiana cambiamo le rupie indiane che ci
avanzano in rupie pakistane. All'immigrazione ci fanno
compilare la carta di partenza e poi timbrano i nostri
passaporti. In dogana nessun controllo bagagli, registrano
solamente il numero di bagagli che abbiamo con noi. Prima di
entrare in frontiera Pakistana vediamo tribune tipo da
stadio sia a destra che a sinistra (TRIBUNE DA STADIO IN
FRONTIERA??!). Appena antrati in Pakistan vediamo delle
tribune da stadio anche qui sia a destra che a sinistra. Un
ufficiale ci controlla il passaporto e segna i nostri dati
in un registro. Passiamo poi in un altro edificio (appena
inaugurato) dove ci timbrano il passaporto e bagagli ci
chiedono solamente se trasportiamo droghe o alcol,
ovviamente la risposta e' negativa. Siamo in Pakistan. In
meno di due ore siamo a Lahore davanti alla guesthouse
Reagale Internet Inn. Una scala assurda per portare su le
bici! Ma ci stanno sul terrazzo. Appena sotto la guesthouse
c'e' un bel supermercato e bancomat per prelevare. Qualche
posticino per mangiare ed un fantastico locale (Chaman) che
fa gelati. Costano pochissimo e sono deliziosi! Con nostro
stupore anche qui ci sono MC Donald, KFC e Subway. Cinque
anni fa, quando era stato qui Claudio, non c'erano
supermercati, bancomat che accettassero carte straniere (si
potevano solo cambiare US dollari o Euro in moneta locale)
e men che meno catene di fast food americane.

23 febbraio. Dopo aver comprato mezzo chilo di spaghetti al
supermercato, approfittiamo della cucina e cuciniamo dei
"favolosi" spaghetti al sugo. Dopo pranzo prendiamo un taxi
per recarci al confine (Wagha border) fra Pakistan e India
per assistere alla cosi' descrittaci imperdibile e
spettacolare cerimonia di chiusura del confine che ha luogo
tutti i giorni un'ora prima del tramonto dal 1948. Paghiamo
10 rupie (10 cent di euro) per entrare e ci sediamo sulla
prima fila degli scalini delle tribune che avevamo visto il
giorno prima attraversata la frontiera. Gli uomini seduti da
una parte e le donne sedute dall'altra. Le tribune piene di
gente. Quasi 2.000 persone. Sono le 16. La cerimonia
iniziera' tra un'ora. le tribune piu' passa il tempo piu' si
riempono. Musica a tutto volume inneggainte il Pakistan. A
ritmo di questa musica arriva un vecchietto con la barba
lunga bianca vestito di verde con i disegni della bandiera
pakistana, un berretto verde che sventola una bandiera
enorme. E' troppo un mito. poi si ferma per farsi
fotografare. Nel mentre ufficiali vestiti nelle loro divise
con il pennacchio si preparano alla cerimonia. Arriva un
altro tizio con una maglia verde sventolando la bandiera
pakistan che incita il pubblico e corre a ritmo di musica
con la bandiera. Ci sono cori da stadio sia dalla parte
machile che da quella femminile. Ore 17. Inizia la
cerimonia. Ufficiali che camminano sui tacchi, con le
braccia avanti ed indietro. Il pubblico che incita e grida
"Lunga vita al Pakistan". E' un misto di comicita', stile
coloniale rivalita' nazionale. Sguardi da cattivi degli
ufficiali. Poi aprono i cancelli e piano piano, fra suono di
trombe, altro sbattere di tacchi e ginocchia e piedi tirati
in alto quasi fino alla faccia ammainano le bandiere
incrociandole. Piegano e portano via la bandiera. e poi
prima di chiudere i cancelli c'e' l'ultimo sguardo e saluto
tra due ufficiali. In fine le foto di rito e tutta la gente
che dalle tribune si butta in strada. Vi allego un piccolo
filmato (spero si veda) per rendere un pochino l'idea della
spettacolarita'!

24 febbraio. Ancora qui a Lahore. Abbiamo fatto un po' di
spesa. Domani si riparte verso ovest. Probabilmente ci
sentiremo da Multan fra quattro o cinque giorni.

A presto, ciao cari,

Patrizia

15.2.08

PATRIZIA & CLAUDIO (VISTO IRANIANO, 15/02/2008)

Ciao a tutti!

Mercoledi' arriva una mail! E' dell'agenzia che abbiamo
contattato per ottenere il visto iraniano. Ci conferma che
e' stata data l'approvazione da parte del Ministero degli
Affari Esteri di Tehran per l'ottenimento del visto.

Giovedi' mattina ci rechiamo all'Ambasciata Iraniana qui a
Delhi. Anche a loro e' arrivata l'approvazione per il nostro
visto. Dietro il vetro dello sportello, sulla scrivania,
c'e' un foglio con scritti i nostri nomi ed il numero del
passaporto. Consegnamo un modulo compilato ed una
fototessera a testa ed i passaporti. L'impiegato ci scrive
l'importo da pagare ed il nome della banca ed il numero di
conto a cui dobbiamo fare il bonifico. Usciamo
dall'ambasciata e chiediamo ad almeno 20 persone prima di
trovare la banca esatta. Facciamo il bonifico e torniamo con
la ricevuta in ambasciata. Ci dice di tornare il giorno dopo
a ritirare i passaporti.

Stamattina ritorniamo all'ambasciata iraniana intorno alle
10. Ci dicono di attendere. Aspettiamo quasi un'ora seduti
nella sala d'aspetto con un groppo alla gola. Chissa' di
quanti giorni ci rilasciano il visto. Chissa' se ci
rilasciano il visto. Ogni tanto il tizio allo sportello ci
guarda e poi telefona. Parla con un altro e ci guarda. Ad un
certo punto ci chiama. Ci alziamo. I nostri passaporti...no.
Ci chiede di pronunciare i nostri nomi. Deve scriverli in
lingua Farsi. Dopo un po' ci richiama. I passaporti....si
finalmente ci riconsegna i passaporti. Il visto...da 30
giorni!

Oggi prepariamo i bagagli e domani ripartiamo. Finalmente di
nuovo in sella!

VARIAZIONE DI VIAGGIO! Il nostro itinerario prevedeva, dopo
Pakistan ed Iran, di enrtare in Turchia e poi di andare
verso la Grecia passando per Istanbul.

Ora dopo Pakistan ed Iran vorremo visitare il Turkmenistan.
Da li' prendere un traghetto, sul Mar Caspio, per
l'Azerbaijan. Visitare Georgia e Armenia e poi entrare in
Turchia. Dalla Turchia andare a sud verso la Syria, dalla
Syria entrare in Giordania e poi in Israele. Da Israele
prendere un traghetto per Cipro e da Cipro un traghetto per
la Grecia.

Il nostro progetto e' qui sopra...ora cercheremo di
realizzarlo (una delle parti "piu' dure" del viaggio e' la
burocrazia!).

Ciao a tutti!

Claudio e Patrizia

12.2.08

PATRIZIA & CLAUDIO (DELHI,...IN ATTESA, 12/02/2008)

Ciao ragazzi.

Tanto tempo e' passato ma ci siamo ancora!! E' 15 giorni che
siamo a Delhi (e dintorni!). Ho (io - Patrizia) ritirato il
mio passaporto nuovo (in quello vecchio avevo esaurito le
pagine) all'ambasciata italiana a Delhi. Sono stati
veramente operativi. Dopo 24 ore dalla mia richiesta mi
hanno consegnato il passaporto nuovo (e pure digitale!).
Siamo stati all'ambasciata pakistana per richiedere il
visto. L'ambasciata una "cosa enorme" con cupole blu, la
sezione consolare piu' simile ad un pollaio! In coda sul
marciapiede fuori da un gabbiotto con delle grate che dovevi
arrotolare i fogli per passarli all'impiegato dall'altra
parte dello sportello. Un sacco di gente seduta (quasi
accampata) sul marciapiede.

Arrivati di mattina presto richiediamo i fogli da compilare
per l'ottenimento del visto allo sportello. Ce li consegna.
Sono due fogli a testa. Ci sediamo sul marciapiede a
compilarli con la nostra penna. Abbiamo quasi finito di
rispondere a tutte le domande del questionario che un tizio
ci viene a chiamare. Non capiamo cosa vuole. Il tizio fa
segno lo sportello. Claudio si avvicina allo sportello e
l'impiegato dice che i fogli non vanno compilati a mano ma a
macchina. Gli chiediamo dove mai potremmo riuscire a
compilarli a macchina ma non e' molto collaborativo. Dopo un
attimo giriamo lo sguardo e vediamo "appolaiati" a sinistra
sul marciapiede 6 o 7 omini con il loro banchetto, tre sedie
(una su cui sono seduti e due per i "clienti") e la macchina
da scrivere! Andiamo da uno di questi che con alla mano i
nostri passaporti e i fogli da compilare inseriti nella
macchina da scrivere inizia a compilare! Ci chiede le cose e
poi fa un riassunto lui per quello da scrivere. Una domanda
del questionario chiede per che motivo si entra nel paese e
che non e' sufficiente rispondere per "turismo" o "affari"
altrimenti puo' essere oggetto di rifiuto per il rilascio
del visto. Cosi' lui ci chiede perche' entriamo nel paese.
Noi articoliamo la risposta. Ci riconsegna i fogli. Nella
risposta a quella domanda ha scritto solo "TOURISM" e per il
resto solo il minimo indispensabile. Speriamo accettino la
richiesta! Lo paghiamo nemmeno poco...ma dove la trovavamo
una macchina da scrivere?! Poi c'e' il problema di incollare
le foto. Nessun problema! :-) C'e' un altro banchetto che
ha pinzatrice (per pinzare i fogli) e colla per incollare le
fototessera sui fogli!

Consegnamo i fogli allo sportello e pagato l'importo per il
visto ci dicono di ritornare dopo due giorni. Due giorni
dopo il visto e' pronto!

Ambasciata iraniana. Meno una "sbulaccata" di quella
pakistana e la sezione consolare molto piu' accogliente, con
una sala d'aspetto ed il bagno! Ottenere il visto e'
semplicissimo ma viene rilasciato per soli 7 giorni di
permanenza nel paese. Per averlo da piu' giorni bisogna
richiedere il visto nel proprio paese oppure contattare
un'agenzia che faccia da tramite fra noi, l'ambasciata ed il
ministero degli affari esteri iraniano. Scriviamo una mail
ad un'agenzia che si occupa di visti per il Centro Asia. La
risposta e' positiva. Probabilmente possiamo ottenere una
lettera d'invito per richiedere un visto da un mese
(ovviamente dietro pagamento!!). Purtroppo i tempi sono
lunghi e forse a fine settimana sapremo qualcosa, o mal che
vada ad inizio settimana prossima. Cosi' siamo "bloccati" a
Delhi.

Settimana scorsa con il treno abbiamo raggiunto Pushkar dove
abbiamo incontrato Emanuele e Carla, due amici che stanno
girando l'India con una Royal Enfield. Loro hanno
parcheggiato la moto a Ratlam (a sud di Pushkar) e noi
abbiamo lasciato le bici a Delhi. Ci siamo incontrati a
meta' strada e passato qualche giorno insieme. Un miliardo
di cose da raccontare dopo un anno che non ci si vedeva e
tante (tantissime) cose da dire sugli indiani! Impressioni,
pregi e difetti :-)! Pushkar, un paesino intorno ad un
laghetto. Scimmie con il muso nero e la coda lunga (non i
soliti macachi!) ogni dove e come al solito mucche e tori
(che qualche volta si incazzano!). Qualche tempio che sorge
arroccato su colline attorno al paese. Giorni passati a
"fare le cozze" (per chi non lo sapesse...significa "fare
ninete"), pranzo, cena, passeggiate e chiaccherate.

Ora qui a Delhi...apparentemente con niente da fare, ma
stranamente ogni giorno non stiamo fermi un secondo, e a
volte arriviamo la sera piu' stanchi che dopo 100 km in
bici! Viene sempre in mente qualcosina da fare o da comprare
che avevamo dimenticato!

Beh ci sentiremo fra qualche giorno e vi daremo (speriamo)
buone nuove sul visto iraniano!

Ciao a tutti!

Claudio a Patrizia

p.s. Oggi siamo stati al Cycle Market (bazar di biciclette)
qui a Delhi. Avevamo bisogno un copertone. Il miglior
copertone (BEST QUALITY - MADE IN INDIA!!!!) che si possa
trovare nella capitale indiana e' stato acquistato da noi
per la cifra di 135 rupie (2 euro e mezzo). Se ci garantisce
l'uscita dall'India (500 km) e' un miracolo.