18.1.08

PATRIZIA (AGRA, 13/01/2008 - 18/01/2008)

Ciao ragazzi!

Siamo ad Agra. Vi scrivo da un internet cafe' vicino al Taj
Mahal...oggi e' chiuso. Festa il venerdi' per i musulmani.
Il computer fa un rumore strano, sembra pronto
all'esplosione! Speriamo riesca a finire di scrivere
l'email!

Allora allora...ritorniamo indietro di qualche giorno...

13 gennaio. Ripartiamo da Lucknow dopo un giorno di sosta.
Apenna fuori dalla citta' faccio una fatica enorme a
pedalare...sara' il vento contro! Mi fermo, guardo la ruota
dietro...e' a terra! Claudio e' avanti a me, provo a
suonargli e a fargli seno ma e' orami troppo avanti e con il
casino dei clacson non mi sente. Passando spingendo la bici
alcuni indiani mi guardano e non capiscono. Dopo un po', non
vedendomi dietro di se, Claudio torna indietro. Ci fermiamo
davanti ad un negozio chiuso e Cla mi pezza la camera
d'aria. Nel giro di 5 minuti siamo "circondati" da una
trentina di indiani che ci guardano senza dire una parola.
Poi uno di loro si avvicina e ci chiede da dove veniamo. Nel
pomeriggio arriviamo a Kanpur. Prima di arrivare in centro
passiamo una zona militare dove viene fermato il traffico
per far passare dei mezzi militari. Una 20ina di camion Ural
russi (con il volante a sinistra) che trainano
dell'artiglieria pesante e altri mezzi. Chissa' dove vanno.
Arrivati in centro, due uomini in moto ci si affiancano e ci
chiedono da dove veniamo, come ci chiamiamo, ecc. Poi quello
seduto dietro tira fuori una video camera e si siede al
contrario sulla moto per filmarci mentre pedaliamo. Una
volta fermi ci fa tipo intervista. Ci ringrazia e riparte.
Incontro bello. Mentre pedaliamo per le vie della citta' per
cercare un albergo un signore con una bella macchina
fotografica ci fa delle foto mentre passiamo.

14 gennaio. Partiamo di buon ora e la strada e' a due corsie
per carreggiata e non troppo trafficata. Si pedala bene a
parte il vento contro che sembra perseguitarci. La
temperatura non e' fredda ma pedaliamo tutto il giorno con
il pile addosso. Ci fermiamo a pranzo su un muretto sotto
degli alberi...pane e sottilette! Che bel pranzo risetto a
riso e dhal. Nel pomeriggio dei bambini che giocano a lato
della strada ci tirano qualche pietra. Per fortuna non hanno
mira. Freno, mi fermo e li guardo. Iniziano a correre come
dei matti in mezzo ai campi per paura che li rincorriamo.
Che brutto vizio tirare le pietre. Diciamo pero' che anche i
miei zii tiravano le pietre al pullman dai campi quando
erano piccoli e l'autista non credo fosse troppo felice! Ci
fermiamo in una piccola cittadina sulla strada, Auraya.
Chiediamo per un albergo e troviamo una stanza abbastanza
abominevole. Ma almeno abbiamo un riparo per la notte e le
bici le possiamo tenere in camera. Mentre Claudio entra a
vedere la stanza vngo accerchiata da un sacco di indiani. Ti
si mettono intorno e potrebbero fissarti per 4 ore senza
dire una parola. Esce Claudio e mi vede accerchiata! Usciamo
per cercare della carta igenica e dell'acqua e qualcos
altro. La carta igenica sembra introvabile (usano l'acqua
per pulirsi), cosi' optiamo per dei terribili tovagliolini
piu' di plastica che di carta che non vanno bene nemmeno per
soffiarsi il naso. Ma in mancanza d'altro! L'acqua in
bottiglia ancora piu' introvabile. Ci rinunciamo e compriamo
una bottiglia di Pepsi (ma si puo' trovare la Pepsi e non
l'acqua!!!). Per cena sembriamo destinati a dover mangiare
delle cose super piccanti ed nvece...un miraggio..no e'
vero! Un carrettino con fornello, piastra e bombola che fa
della pasta fritta con le verdurine. Bandite le salse
piccanti un piatto squisito (squisito puo' essere relativo
ovviamente! Ma dopo 100 km sulle gambe, l'aspettativa di
dover mangiare somosa o riso bollito diventa un piatto
squisito!! :-)). Come non detto dopo aver comprato la Pepsi
troviamo l'acqua! Mentre mangiamo la pasta seduti su uno
sgabellino in mezzo alla polvere (meglio non guardare dove e
come lavano i piatti) un ragazzo inizia a parlare con noi.
La comunicazione non e' troppo semplice perche' parla poco
inglese. Comunque ci offre la cena contro la nostra volonta'
e poi ci offre un gelato alla crema (per noi introvabile!).
Ci invita a csa sua dove conosciamo mamma, papa' e fratelli
e sorelle. Ci viene offerto del ciai (te', latte e masala),
delle onion pakora (cipolle, formaggio e pastella), delle
patatine abominevoli e dell'acqua. Ci riaccompagna in Hotel
e ci chiede se l'indomani mattina possiamo fare colazione
insieme. Certo! E' molto gentile anche se un po' invadente
(come la maggior parte degli indiani!). Il ragazzo si chiama
Alob. Buonanotte!

15 gennaio. Ci svegliamo, ci prepariamo, mangiamo dei
biscotti per colazione e alle 8 ci viene a bussare Alob per
fare colazione. Usciamo con le bici e ci fermaimo davanti al
negozio di Alob (tipo farmacia), dove ha preparato delle
sedie per sederci. Ci offre due bicchieri di te ed un
pacchetto di biscottini. Un suo amico che parla meglio
inlgese ci fa un po' di domande e si siede con noi. Nel
mentre veniamo accerchiati da un sacco di persone. Ci
mettiamo a ridere. L'amico ci spiega che non hanno niente da
fare e cosi' potrebbero stare a fissarci per 2, 3, 4 ore!
Prima di andare via un ragazzo arriva per farci
un'intervista. Mentre stiamo per salire in sella alle bici,
arriva anche lo zio dell'amico di Alob. Un vecchiettino
tutto vestino bene, con un passamontagna in testa per il
freddo e con il bastone. Chiede a suo nipote da dove veniamo
quanti anni ho. Alla mia risposta 21 il vecchiettino dice
che ha 84 anni..il quadruplo dei miei anni e si mette a
saltellare per farmi vedere quanto e' in gamba! E ride. Una
risata fresca come quella di un bimbo. Gli stringo la mano e
quasi mi duole per la sua stretta forte. E' una bella eta'
per un uomo indiano! Forte! Ripartiamo e dopo500 metri mi
fermo per mettere berretto e sciarpoa. E' presto e c'e'
un'aria gelida! Lungo la strada vediamo dei pappagalini
appollaiati sotto il gardrail che mangiano delle briciole.
Al nostro passaggio volano via! A pranzo mentre mangiamo
tranquillamente seduti sui bordi di una fontana in disuso,
dove apparentemente non c'e' anima viva, veniamo accerchiati
da una decina di ragazzini. Che ci fissano parlicchiando fra
di loro senza chiederci niente! Non e' possibile! :-). Prima
del buio due pavoni ci attraversano la strada volando. Come
sono belli da fermi e quanto sono goffi quando volano. Al
calar del buio ci fermiamo in un albergo a 200 metri dalla
strada principale. Con nostra sospresa c'e' la tv con dei
canali in inglese e davvero una buona cena!

16 gennaio. Il Taj Mahal e' disegnato sui cartelli stradali
di fianco ad Agra. Ci fermiamo una 15ina di km prima della
citta' per pranzare. Claudio da un pezzetto di pane ad una
capra e poi non se ne libera piu'! Fa come per dargli delle
cornate per avere altro pane. Poi arriva il pastore e la
manda via! Un ragazzo in moto ci affianca. Ci chiede il
nostro bilgietto da visita e ci da il suo. Un uomo invece in
bicicletta pedala con noi per gli ultimi 10 km che ci
separano da Agra e poi ci indica la direzione per il Taj
Mahal e ci saluta. Per arrivare al Taj Mahal veniamo immersi
in un traffico assurd. Ad un certo punto mi ritrovo
schiacciata fra un ape, una moto ed una mucca che tenta di
passare. Cerco una via d'uscita ma sembra impossibile. Poi
inqualch modo, non sai come, ti trovi fuori dal caos.
Intorno al Taj Mahal e' abbstanza rilassante, tranquillo. A
parte le code per entrare nel mausoleo e un po' di
rompiballe che vogliono venderti souvenir o tuk-tuk o
rickshaw che insistono per portarti da qualche parte. Fanno
ridere alcuni negozi che sull'insegna, oltre al nome del
negozio, hanno scritto: "vendiamo ogni cosa". Molti alberghi
sono al completo ma troviamo una stanza carina ad un
chilometro dal Taj.

17-18 gennaio. Agra!

Le strade che portano alle entrate del Taj Mahal sono a
traffico limitato e presidiate dalla polizia. In teoria
possono circolare solo veicoli elettrici o biciclette nei
dintorni del Taj ma moto e qualche macchina passano lo
stesso. Questo per il fatto che l'inquinamento rovina il
marmo bianco del mausoleo. L'entrata al Taj Mahal costa 20
dollari americani e dalle terrazze sul tetto dei ristoranti
o degli alberghi si vede benissimo lo stesso nel suo
splendore.
Il Taj Mahal...fatto costruire per amore. Nel 1631,
l'imperatore, dopo la morte della sua seconda moglie durante
il parto del loro quattordicesimo figlio, fece costruire il
Taj Mahal. Si racconta che per il dolore il mattino dopo la
morte della moglie si sveglio' con i capelli grigi. Un
mausoleo di marmo bianco con quattro facciate identiche
costruito su un quadrato di marmo bianco alle cui quattro
estremita' sorgono 4 minareti. Progettati non perfettamente
perpendicolari al pavimento, in modo che in caso di
terremoto cadano all'esterno e non sul mausoleo. E'
imponente.
Ieri abbiamo dovuto attendere 1 ora e mezza per tornare in
albergo nel pomeriggio perche' le strade in coincidenza
delle entrate del Taj erano chiuse senza possibilita' di
passaggio non si sa per che motivo.

Domani o dopo probabilmente ripartiamo e andiamo verso
Delhi. In due giorni dovremmo raggiungere la capitale.

A presto,

Patrizia

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