15.5.08

CLAUDIO & PATRIZIA (ARRIVEDERCI IRAN, 12/04/2008 - 29/04/2008)
Ciao gente!

Scriveremo una mail in comune perche' abbiamo un solo
computer a disposizione!
Siamo ad Ashgabat (per chi lo ignorasse...la capitale del
Turkmenistan!). Vi avevamo lasciato a Tehran con un dubbio:
est o ovest?...Abbiamo ottenuto il visto turkmeno (piu'
avanti vi spiegheremo come) ed eccoci qui!

13 aprile. Ripartiamo da Tehran e la sua periferia ci
"accompagna" per molti km per poi lasciare spazio al
deserto. Nel pomeriggio, dopo 100 km, ci imbattiamo in una
tempesta di sabbia (Claudio scriverebbe al passato ma ho in
mano io la tastiera!). Siamo obbligati a fermarci, non
riusciamo piu' a proseguire. Ci accampiamo sotto un
cavalcavia.

14 aprile. Non c'e' vento contrario e si pedala bene. Ci
fermiamo in un'area di servizio per riempire la bombola del
fornello (Claudio continua a lamentarsi! Ci metteremo una
vita s scrivere questa mail!...Dice che sembra un messaggio
dell'ispettore Gadget!...ora dice che non interrompera'
piu'!). Incontriamo una ragazza giapponese che sta
viaggiando sola in bicicletta. E' partita 11 mesi fa dal
Nepal, attraversato i paesi del centro asia ed ora e'
diretta in Europa. E' molto coraggiosa! Probabilmente ci
rincontreremo in Azerbaijan. Nel pomeriggio il vento contro
ritorna a farci "compagnia"! Ci fermiamo a Semnan a
controllare la mail ed a rifornirci di provviste.
percorriamo ancora pochi km e ci accampiamo fuori citta'.

15 aprile. Ripartiamo in salita che ci fa sudare per tutta
la mattina! Dopo 3 ore inizia una fantastica discesa che
pero' viene rovinata dal vento contro che ci rallenta. Ci
fermaimo in un ristorantino a mangiare ma compriamo solo
dell'acqua e ci sediamo davanti all'entrata a mangiare le
nostre provviste. Un signore iraniano ci compra del riso e
ce lo porta fuori! Ci stende la sua tovaglia sul
marciapiede, ci regala della frutta e ci tiene compagnia
durante il pranzo. Parla un po' del suo presidente, che non
ama e con "nostra estrema gioia" ci dice che ha vinto
Silvio... ma va a fan... Sperando che non sia vero (dobbiamo
ancora controllare su internet) e che l'iraniano si sia
confuso con ...oni ci rimettiamo in sella. Incontriamo
qualche camionista uzbeko e sfoggiamo il nostro russo (41
parole!). Non troviamo un posto decente per accamparci cosi'
percorriamo 170 km ed arriviamo stanchi morti a Sharhud. Un
uomo in auto ci aiuta a trovare un albergo economico ed il
tizio alla reception (anche senza sapere una parola
d'inglese) e' super operativo. E' facile trovare un iraniano
che ti dia una mano! In hotel c'e' la cucina (e che cucina!)
cosi' alle 23 ci prepariamo una fantastica pasta!

16 aprile. Stiamo un giorno fermi a riposare e ci riforniamo
di provviste (pasta, sugo, uova, frutta, biscotti, carta
igienica, ecc...).

17 aprile. Ripartiamo da Sharhud e per fortuna il vento ci
lascia abbastanza in pace. A pranzo ci fermiamo davanti ad
una moschea (ce ne sono una ogni 50 km lungo la strada) dove
solitamente c'e' anche un'area atrrezzata con parco giochi,
qualche negozietto, bagni e posto per sedersi per terra a
mangiare. Sono tutti superattrezzati con fornello, pentole,
piatti e ogni bendidio. Qualcuno si preparara spiedini di
carne e pomodori...noi facciamo tenerezza con il nostro pane
e tonno! Prima che venga buio ci accampiamo sotto un
cavalcavia in mezzo alle colline.

18 aprile. Un vento forte di lato ci accompagna tutta la
mattina. Sono leggera e faccio fatica a tenere la bici in
piedi. Quando passano i camion per lo spostamento d'aria
finisco fuori strada e tre volte cado per terra. Nel
pomeriggio molla un po' e fino a sera procediamo bene. Ci
accampiamo nuovamente sotto un cavalcavia, cuciniamo uova
sode (quasi sode!) e pasta al sugo.

19 aprile. Il vento forte contrario ci fa percorrere 25 km
in due ore. Raggiungiamo Sabzevar, ci riforniamo di
provviste e mentre compriamo delle mele una donna mi
avvicina e mi chiede se vogliamo andare a casa sua a
mangiare. Accettiamo l'invito volentieri (sapendo che un
invito a pranzo significhera' anche merenda, cena, notte,
colazione, conoscere tutta la famiglia e vicinato e il
pranzo al sacco per il giorno dopo!). L'ospitalita' e'
meravigliosa. Chi ci ha invitato e' Meri (che vive pero' a
Mashhad), la sorella della padrona di casa. Conosciamo molti
altri ma non capiamo chi vive li' e chi e' ospite! Per
pranzo siamo seduti tutti per terra intorno ad un buffet di
insalata, kebab, yogurt, pane e altre bonta'. Facciamo la
doccia, ci fanno il bucato (la maglia di claudio esce dalla
lavatrice di un color blu pigiamino!), beviamo te, mangiamo
biscottini, frutta, frutta secca e pistacchi per tutto il
pomeriggio. In nostro onore si guarda ITALIA 1 (hanno la tv
satellitare nonostante sia propibito, come moltissime altre
cose in Iran)! Meri ha una figlia che parla bene inglese,
Sara, a cui telefona tutte le volte che ha bisogno di
comunicarci qualcosa! La sera parlando, usando anche dei
dizionari inglese/farsi, capiamo che non amano il governo
(descritto come dittatoriale), lo stupido presidente, che
non amano dover essere coperte come delle suore e portare il
velo. Sanno che il paese sta cambiando ma molto lentamente.
E' difficile abbatere un albero (chi e' al potere) con delle
radici spesse e profonde.

20 aprile. Facciamo colazione, prepariamo i bagagli e
poi...Intervista! Un giornalista parla con Claudio al
telefono e gli dice che io dovro' indossare il velo durante
l'intervista (il giorno prima appena entrata in casa Meri mi
ha fatto segno di togliermi il velo, in casa non c'e'
problema!). Con l'aiuto di Sara al telefono in vivavoce, che
fa da traduttrice, raccontiamo del viaggio al giornalista.
Facciamo qualche foto, Meri e sorella ci imbottiscono di
cibo e ripartiamo all'alba delle 11 e mezza. Meri ci aspetta
a casa sua a Mashhad dove arriveremo fra qualche giorno. E'
nuvoloso tutto il giorno e fa frteschino. La sera ci
accampiamo in un canale in secca vicino alla strada. Nessuno
ci puo' vedere. L'unico fastidio sono un'infinita' di
insetti che fanno un concerto assordante! La notte piove per
qualche ora...ma si solo una pioggia passeggera mi dice
Claudio nel mezzo della notte!

21 aprile. Il canale in secca...ora e' diventato una palude!
E' faticoso portare le bici in strada. Il fango si incolla
ai copertoni, le ruote si incollano ai parafanghi e per
proseguire l'unica soluzione e' sollevare le bici. Le
puliamo il piu' possibile e poi Claudio le trasporta sulla
strada sollevandole. A Neyshabur ci fermiamo per fare un po'
di spesa ed in una pasticceria un ragazzo ci regala una
scatola di bigne'. Pranziamo poco piu' avanti in un campo.
Lungo la strada incontriamo la sorella di Meri e suo marito
che sono diretti a Mashhad. Telefona a Sara e la fa parlare
con Claudio per sapere se tutto e' ok! Dormiamo sotto un
cavalcavia...probabilmente l'ultima notte in tenda in Iran.

22 aprile. ore 6.00. Un gregge di pecore deve passare sotto
il cavalcavia e ci da il buongiorno! Usciti dalla tenda
un'aria gelida ci accoglie. (Claudio che si vanta, che tutte
le mattine che pedaliamo da quando siamo partiti un anno fa
in bicicletta fa i suoi bisogni, questa mattina il freddo lo
blocca!...che mi tocca scrivere!). Arriviamo a Mashhad dopo
continui sali e scendi. Raggiunto il centro telefoniamo a
Sara che ci spiega la strada per raggiungere casa sua.
Raggiungiamo un parco e poi ci viene a recuperare lei. Parla
un inglese perfetto! Arrivati a casa rincontriamo Meri, la
mamma, e conosciamo Mohhamad (papa') e le due sorelle Lida e
Rashin. Portiamo tutti i nostri bagagli in casa e dopo una
bella doccia pranziamo con tutta la famiglia. Meri e'
un'ottima cuoca. Diciamo a sara che siamo obbligati a stare
a Mashhad per quasi una settimana per attendere la lettera
d'invito per ottenre il visto turkmeno. Non vorremmo
disturbare e magari sarebbe megli andassimo in hotel. Meri
ci dice (o meglio fa tradurre a Sara!) che sarebbero felici
se restassimo da loro. Non ci pensiamo due volte ed
accettiamo!

23-24-25-26 aprile. Passiamo 5 giorni a casa loro e stiamo
meravilgiosamente bene. Meri e' un'ospite fantastica,
un'ottima cuoca e ci coccola come se fossimo figli suoi. Ci
rimpinza di cibo ogni momento e non ci fa mancare nulla
anticipando ogni nostro bisogno. Non ama il governo e dice
che e' dittatoriale. Mohammad si lancia con l'inglese ma
chiede conferma a Sara prima di lanciarsi in un discorso
difficile. Non e' molto moderno ma lascia che le figlie
facciano le loro scelte, abbiano la loro vita e le loro
idee. Sara (26 anni), la figlia piu' grande sta per
laurearsi e parla un ottimo inglese. E' molto avanti, pensa
con la sua testa, sa come funziona il suo paese, odia
l'islam, le da solo privazioni e niente di buono. Ci
racconta un sacco di cose sul suo paese e su come funzionano
le cose. Rashin (25 anni), lavora in banca, e' molto fine,
ha le stesse idee di Sara ma sembra avere meno rabbia e
soffrirne di meno. Ha un fidanzato che ha due chevrolet
degli anni '70 (come si sta scomodi in 5 su quelle
macchine!!)...ed un giorno mentre stavamo ritornando a casa
dopo una gita lo ha fermato la polizia e gliela hanno
sequestrata! Non aveva pagato l'assicurazione. Cosi' siamo
ritornati a casa con il taxi. Lida, (20 anni), ha un energia
incredibile, un autoironismo disarmante e quando racconta
qualcosa "ti fa pisciare dal ridere".

Facciamo una gita in montagna (con la renault 5!), qualche
giro per Mashhad by night (sempre con la renault 5 color
cacchina piccione morente!), qualche centro commerciale,
coffe shops e negozi di artigianato (unici divertimenti
iraniani), una gita a Tus (dove hanno sequestrato la
chevrolet al fidanzato di Rashin), una cena al ristorante
offertaci dal padrone e un picnic nel parco l'ultima sera.
Hanno gli orari un po' sballati in Iran: sveglia presto,
colazione, pranzo tardi, pennichella, merenda alle 6 e mezza
e cena alle 22/23!

Sara e sorelle raccontano degli assurdi divieti imposti
dalla Repubblica islamica dell'Iran (sottolineando
islamica!). Non ci sono discoteche, e' vietato ballare, e'
vietato bere alcolici, le donne non possono cantare in tv ed
in pubblico, non si puo' dare la mano ad una donna in
pubblico (a meno che non sia moglie, figlia, sorella), e'
proibita la tv satellitare, le donne devono indossare il
velo e possono avere scoperte solo mani, viso e piedi. In
spiaggia ci sono i separet che arrivano dentro l'acqua.
Donne da una parte e uomini dall'altre. Non si puo' avere un
fidanzato. Non si possono avere tatuaggi visibili (la pena:
il linciaggio). Il governo iraniano si vanta di non avere
omosessuali e lesbiche nel suo paese...la risposta di
Lida:"per forza li ammazzano tutti". Purtroppo esiste la
pena di morte per chi fosse gay o sospettato tale. E molti
altri...
Tutti i divieti a casa cessano di esistere, non ti possono
vedere. A casa di sara c'e' la tv satellitare e molti altri
in Iran l'hanno. E' vietato bere ma l'alcool si trova ed a
casa molti l'hanno quotidianamente in firgorifero. Tanti
organizzano party in casa propria dove si e' scoperti
(vestiti normali!) e si balla. Rashin ha un fidanzato (e
molte altre ragazze).

27 aprile. Salutiamo tutti con le lacrime agli occhi e
riaprtiamo. Raggiungiamo il confine turkemno a Bajgiran nel
pomeriggio e dormiamo nell'unico albergo.

28 aprile. Otteniamo il visto in frontiera presentando la
LOI e raggiungiamo Ashgabat in pullmino. Non possiamo
pedalare e' terra di nessuno fra il confine ed Ashgabat.

Domani ripartiamo verso il Caspio. Saremo accompagnati da un
autista (non possiamo pedalre soli) fino al notro arrivo a
Turkmenbasy, dove prenderemo un traghetto per Baku
(Azerbaijan).

Ciao gente, internet chiude!

Claudio e Patrizia

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