26.5.08

CLAUDIO (ARMENIA, 26/05/2008)

Ciao Gente!
Siamo arrivati ieri nel primo pomeriggio a Yerevan, capitale
armena. Resteremo un paio di giorni e poi decideremo da che
parte andare.

Il 21 maggio abbiamo fatto una bella camminata attorno a
Tiblisi, visitato la fortezza sul monte e raggiunto la Madre
Georgia, una statua di alluminio che si affaccia sulla
citta'.
La sera siamo rientrati in guest house dalla vecchietta
malefica e abbiamo avuto la sorpresa di incontrare altri due
ciclisti. Una coppia sulla cinquantina, due sudafricani in
viaggio da un anno. Ne arrivavano dal Sudafrica (via est) e
ora si dirigeranno verso il Centro Asia, Cina e poi
chissa'... finche' c'e' voglia si pedala. Lui un mito, 50 kg
di bagaglio di cui un cerchio di ricambio, un seggiolino, 5
fornelli, un pentolone e altre mille cagate! Lei molto in
gamba, aveva in passato partecipato a diverse gare a tappe
tra cui la Cairo - Cape Town!

C'erano anche altri tre viaggiatori, un americano e due
olandesi. I due olandesi avevano viaggiato in Africa con la
moto nel 2004 - 2005. Ma c'ero anch'io in Africa in quel
periodo...
Ma forse... aspetta un po'... ma si, ci siamo gia' visti noi
tre! Certo che il mondo e' davvero piccolo!

Il 22 maggio siamo ripartiti verso il confine armeno. Sali e
scendi continui e un bel sole caldo sopra la testa. Prima
del confine, in una stazione di servizio, c'era un povero
orsetto in gabbia. Poveretto, quando ci ha visti si e'
attaccato alle sbarre e aspettava un po' di cibo. Ma povero
cucciolo!

Alla frontiera abbiamo ottenuto il visto armeno (sarebbe
stato molto piu' costoso in ambasciata. Assurdo!) per 30
euro a testa. La strada in salita ci ha dato il benvenuto in
Armenia costeggiando il fiume in una valle molto stretta
tipo canyon. Lungo la strada piccoli kafe sovietici e
bancarelle di frutta esposta dentro i secchi. In serata
abbiamo raggiunto Alaverdi, una piccola citta' nella gola
della valle con i suoi palazzoni grigi e una fabbrica
inquietante che inquinava il cielo.

Il 23 maggio siamo partiti in salita, costeggiando sempre il
fiume, attraversando piccoli villaggi e scappando dai soli
cani pastore!!! La tattica migliore e' inchiodare
immediatamente appena ci rincorrono, nella maggior parte dei
casi il cane torna indietro. Mentre salivamo un cagnetto
tutto peloso si e' lanciato all'inseguimento di Patrizia ma
non considerando le distanze e l'aderenza sul terreno l'ha
tamponata violentemente! Ma che cane scemo!!
Per pranzo i soliti panini imbottiti di formaggio e tonno.
C'eravamo fermati in un "area pic-nic" inquietante... C'era
una fontanella, una tomba e il tavolino con le sedie.
Probabilmente i parenti delle vittime costruiscono l'area.
Solitamente siamo un po' imbarazzati a sederci in quei posti
ma sono comodi per noi. A farci visita e' arrivato un
cagnetto, un cucciolo affamato che si e' divorato un pacco
di biscotti, bevuto dalla fontana e poi via, ognuno per la
sua strada.
Salita e salita fino a raggiungere un passo con le montagne
coprte di neve on lontano da noi. Pastori a cavallo,
villaggi di casette di legno, sorgenti e cani pastore...
bastardi!
Dopo tanta fatica, una bella discesa di qualche chilometro
fino a Dilijan dove ci siamo alloggiati in una home stay. La
proprietria non era tanto entusiasta di averci in casa sua,
avevamo rinunciato a tutte le sue offerte. Cena? NO.
Colazione?
NO, NO!! Cucniamo noi che risparmiamo qualcosa! Bella cena,
ci siamo fatti fuori un po' di provviste che su dalle
salite pesano troppi quintali!!
La mattina la signora ha provato a fregarci col prezzo ma le
e' andata male!
E' un po' una cosatnte del viaggio essere visti come turisti
e non viaggiatori. Anche nei negozietti fanno sempre il
possibile per fregarci qualche soldo in piu'. Non e' una
cosa solo armena, e' da quando siamo partiti che funziona
cosi'!

La gente in Caucaso e' sempre molto gentile e ospitale.
Fuori dalle citta' vivono di poco e niente ma non gli manca
nulla. Vivono molto di baratti come in gran parte dell'
Asia. Un po' di latte per un po' di legna, un po' di patate
per del pane e mille altri scambi. E' senza dubbio una vita
piu' vera di quella che c'e' in Italia!

Il 24 ripartiamo in salita ma gia' lo sapevamo. La strada a
tornanti portava ad un passo di 2114 metri. In cima c'era un
tunnel di un paio di chilometri che attraversava il monte.
Il "custode" vedendoci arrivare ci ha bloccati per
verificare che le biciclette fossero idonee per attraversare
il tunnel! "E le luci?" Ma che aquile che siamo... Abbiamo
tirato fuori le nostre torce, posizionate in testa e via
dentro il tunnel!
Finalmente... e vai!! Un po' di discesa! Ci siamo fermati
poco dopo il tunnel a mangiare in riva al fiume. Fantastico,
fiumiciattolo, colline verdi, neve sullo sfondo, un pastore
a cavallo che portava le sue mucche al pascolo e noi li, li
seduti a godere della meraviglia del viaggio. Non una nota
fuori posto se non fosse stato per un toro. O lui o noi! Era
incazzato nero, ci divideva (per fortuna) il fiume e lui
contnuava a muggire e raspare con la zampa per terra in
segno
di caricarci! Era nervoso e le mie sassate non servivano a
mandarlo via... anzi!! L'intervento dei ragazzini
(probabilmente figli del pastore che se ne era andato) lo
hanno riempito di sassate finche' non si e' allontanato.
Grazie!!

La discesa non e' durata molto, solo 200 metri di dislivello
e abbiamo raggiunto Sevan, la citta' sull' omonimo lago.
Molto turistico in agosto e molto deserto in questo periodo
nonostante fosse domenica. La citta' era davvero
inquietante, palazzoni sovietici, alcuni abbandonati allo
sciacallaggio, altri pericolanti e una ruota panoramica
lasciata marcire da anni in un campo ormai usato per
pascolare le pecore.
Ci siamo alloggiati in un motel non meno inquietante della
citta'. Un piazzale con molti container, quelle erano le
stanze. Brutte all'apparenza ma dentro erano pulite.

Il 25 maggio un dolce dislivello di 1000 metri in discesa!
In lontananza si vedeva il monte Ararat dove si sarebbe
incastrata l'arca di Noe qualche annetto fa'.

Raggiunta Yerevan siamo andati in una home stay per cercare
alloggio. Christina, la figlia della proprietaria, parlava
pure italiano! Bel posto per alloggiare se non fosse stato
pieno! Ci hanno fatto accompagnare da una sua amica a poche
centinaia di metri dove ci siamo alloggiati. Spettacolare,
abbiamo un'appartamento tutto per noi, sarebbe una suite se
non fosse che non funziona una sega! L'unica fonte d'acqua
e' il rubinetto in cucina, in bagno va solo la vaschetta
(almeno quello). La cucina ha un tavolino, un frigo che
quando si accende fa tremare il palazzo e una cucina a gas
senza gas... che serve a una sega!

Per fare la doccia andiamo nell'appartamento di fronte
(della proprietaria) e per cucinare idem! In casa c'e' pieno
di bottiglie e secchi pieni d'acqua che servono per la
notte. L'acqua c'e' solo dalle 8 di mattina alle 9 di sera.
Ieri uscendo di casa si e' bloccata la porta con me fuori e
Patrizia dentro. Mi ha cosi' lanciato le chiavi dalla
finestra e dopo colpi e mazzate siamo riusciti a riaprirla.
A prescindere da queste piccolezze l'appartamento ci piace.

Ora resteremo un paio di giorni fermi e poi decideremo da
che parte proseguire. Nonostante siamo molto vicini al
confine turco la frontiera e' chiusa da molti anni. Dovremo
cosi' rientrare in Georgia e poi proseguire verso il Mar
Nero da dove entreremo in Turchia.

Ci sentiamo tra qualche giorno, statemi bene!

Ciao a tutti!

Claudio

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