1.3.08

CLAUDIO (PAKISTAN, 1/03/2008)
Asalaam Aleikum!

Sono in un internet cafe scalcinato di Multan. Siamo
arrivati l'altro ieri in questa citta' caotica e domani
riaprtiamo verso il Balochistan.

Il nostro Pakistan e' iniziato a Lahore, il 25 febbraio
siamo partiti dopo avervi inviato l'ultima mail. La sera
l'abbiamo scritta ma la conessione e' andata KO giusto pochi
minuti prima di inviare la mail.
Abbiamo salvato la mail e inviata pochi minuti prima di
partire.
La parte piu' difficile della partenza era portare giu' le
biciclette dalla terrazza!
Ho comprato una bottiglia d'acqua nel negozio vicino alla
guest house e il prorietario mi ha regalato un pacchetto di
biscotti. Bell'inizio di giornata!

Lahore e' davvero una citta' enorme, abbiamo imbroccato
subito la strada giusta ma c'e' voluta comunque un'ora per
lasciarsela alle spalle. Il traffico e' notevole ma niente a
che vedere con quello indiano. Per i mussulmani non ci sono
bestie sacre, finalmente niente piu' vacche in mezzo alla
strada! In Pakistan non esistono i cyclorickshaw (altra
causa di tanto traffico in India) ma usano l'Ape Taxi o
motorette a tre ruote.
Alcuni usano gli asinelli per trainare i carretti per la
merce o all'evenienza anche per tasporto persona.

Abbiamo percorso 90 km e raggiunto Pattoki, una piccola
citta' lungo la strada. Il solito caos asiatico, grida e
risate al nostro passaggio non mancano mai. E' da Pekino che
va avanti cosi', ormai ci siamo abituati.
In quella piccola citta' e' stato impossibile trovare un
posto per dormire. Un poliziotto parlava un po' di inglese e
ci ha consigliato di proiseguire perche' probabilmente sulla
strada avremmo potuto trovare qualcosa. Molto incoraggiante!

Lungo la strada abbiamo chiesto a chiunque incontravamo, ci
rispondevano in Urdu e aiutati dai gesti cercavamo di
capirci. All'ennesimo tentativo abbiamo incontrato un
ragazzo in una stazione di servizio che paralava inglese e
ci ha indicato un motel a 2 km lungo la strada.
Un paio di chilometri e c'era un area di servizio con
ristorante che all'evenienza faceva da hotel ai camionisti.
C'erano i soliti letti con telaio di legno e corda
intercciata dove la gente si sedeva per mangiare e sul
perimetro un piano rialzato con della moquette dove si
poteva dormire.
All'ingresso c'era una tettoia dove si parcheggiavano i
camion, e che camion!

Le decorazioni piu' assurde e spettacolari dell'Asia! Camion
appesantiti da quintali di decorazioni, terrazze di legno
sopra la cabina, ringhiere lungo tutto il perimetro,
paraurti che sporgono di mezzo metro con catenelle appese
ovunque. Colori psichedelici e adesivi sul parabrezza e
finestrini che limitano la visiblita' del cinquanta per
cento! Molte volte le cabine sono tutte ricostruite,
portiere di legno con le decorazioni incise. Il rimorchio e'
decorato anche all'interno nonostante la merce che
trasportano rovina le loro decorazioni. Non esisteno in
nessuna parte del mondo camion come quelli pakistani, nessun
folle farebbe mai un lavoro del genere. Al carnevale di Rio
farebbero un figurone!

Abbiamo trascorso la notte nel ristorante, cena, notte e
colazione per 180 rupie, quasi 2 euro in due. La sera molta
gente veniva a darmi la mano ed erano incuriositi dal nostro
equipaggiamento per la notte. Vedere due stranieri che
dormivano in quel posto coi materassini e i sacchi a pelo
era una bella novita'. Patrizia era l'unica donna nel
locale, e' sempre l'unica donna ovunque andiamo. Solitamente
nei locali ci sono solo uomini.
La maggior parte delle volte che qualcuno veniva a parlarci
lo faceva con me, mi davano la mano e mi chiedevano se era
mi moglie e come si chiamava. Alcuni adirittura non la
guardavano neppure negli occhi.
E' un paese da uomini!

Non abbiamo dormito gran che', le luci del locale erano
ovviamente sempre accese, un via vai continuo di camionisti
che riposavano alcune ore e un mal di schiena assurdo... Ma
come mai? Il materassino non va? Cazzo! E' bucato!
Ma che sfiga, pazienza bucare una gomma ma non il
materassino!

La mattina ero un po' dolornte, ricarichiamo le bici e mi
accorgo di avere una borsa scucita, infilo il copriborse e
mi accorgo che era strappato... Ma che mattinata di merda!
Siamo partiti di buon ora, ogni giornoi che passa il caldo
si fa sempre piu' sentire, pian piano stiamo abbandonando i
nostri vestiti pesanti.
Lungo la strada transitano i soliti asinelli e trattori con
rimorchi carichi di canne da zucchero. Quando passavano
davanti a qualche villaggio i bambini assaltavano il
trattore come gli indiani assaltavano le diligenze. Si
attacavano al rimorchio e rubavano una canna da zucchero da
succhiare durante la giornata. Quei trattori sono anche la
salvezza di tanti "ciclisti". Solitamente si attaccavano
alle canne da zucchero che spuntavano e si facevano trainare
per molti chilometri. Se si staccava la canna pace...
avrebbero continuato pedalando...

Siamo stati fermati dalla polizia tre volte e invitati a
tenere la sinistra. Pedalavamo sempre in mezzo alla strada
perche' sulla banchina (oltre alle cacche di asinello)
l'asfalto era troppo ruvido e pieno di buche da schivare.
In uno stop della polizia c'e' stato anche un'invito a bere
qualcosa con loro.
Ad ogni sosta e' sempre una festa, mi stringono la mano e
solitamente ci invitano per bere qualcosa.
Molta gente si affianca col motorino mentre pedaliamo e
abbiamo sempre una piccola conversazione che finisce spesso
con un invito a bere un chai. Un'altro tizio in motorino mi
si era affiancato e invitato a casa sua ma purtroppo abbiamo
dovuto rifiutare. Era troppo fuori mano e non saremmo
riusciti a raggiungere la citta' il giorno dopo.

Nel primo pomeriggio mi ha mollato la gomma dietro, una
giornata di danni!
Il copertone ormai troppo rovinato aveva bucato malamente la
camera d'aria.
Ci sono volute tre pezza per rimediare il danno. Nella sosta
il proprietrio della stazione di servizio ci ha portato due
sedie e quattro arance da mangiare. Sono di una ospitablita'
sorprendente.
Visto il danno ho montato il copertone indiano che mi porto
dietro da Delhi.
Meno male che mi avevano grantito "Best Quality". Sembrava
di andare a cavallo!

Nel tardo pomeriggio abbiamo raggiunto Sahiwal. Abbiamo
chiesto informazioni alla gente per trovare un albergo
economico, i pakistani sono sempre disponibili ad aiutarci.
Prima di ogni domanda ci stringiamo sempre la mano, quel
giorno addirittura uno mi ha abbracciato prima di darmi
l'indicazione.
Che bello che e' viaggiare... non smetterei mai.

Quella sera ho passato 2 ore nel corridoio dell'albergo a
riparare il mio copertone, con 6 pezze e un brandello di
camera d'aria ho rimediato un po' al danno e montato il
copertone sulla ruota davanti dove c'e' meno peso. Finito
quel lavoro ho pezzato il materassino, finito col
materassino ho cucito la borsa... Che giornata lunga!
Fortuna che Patrizia mi ha cucito il copriborse, ero troppo
stanco!

27 Febbraio, eravamo partiti da pochi minuti e la polizia ci
ha fermati... Tenete la sinistra!

In tarda mattinata un ragazzo a bordo di una macchina ci ha
fatto accostare per offrirci un chai. Abbiamo trascorso una
mezz'ora con lui sedudi sulle panche al bordo della strada.
Parlava molto bene inglese, viveva in Australia da un paio
d'anni per studiare, era tornato in Pakistan per un mese e
poi sarebbe rientrato a Sidney. Quando ci ha visto passare
era convinto che fossimo afghani. Probabilmente per il
nostro abbigliamento e la mia barba lunga. Un ragazzo molto
piacevole ma troppo patriota. Il suo Pakistan era il paese
migliore al mondo.
Ci ha regalato delle arance per il viaggio, stretto la mano
e "good luck my friends!"

In serata abbiamo raggiunto Mianchan, una piccola citta'
prima di Multan. Abbiamo trovato un'albergo dove ci hanno
rifiutato ma a poche centinaia di metri c'era un'altro
alberghetto. Sono salito col padrone a vedere la stanza, non
era niente di che' ma per la notte andava benissimo. "
Quanto costa?", "no!". " Ho chiesto quanto costa?" ,
"no!".
"Quanti soldi vuoi per questa stanza?!", "niente, siete miei
ospiti, ospiti speciali!".

Non mi sembrava vero, cena e notte gratis per i viaggiatori
in bicicletta, "sono i miei preferiti!". Che spettacolo, ci
ha regalato bottiglie d'acqua e il chai e sfamnato come
fossimo suoi figli.

Al ristorante non sono mancate le strette di mano, le solite
domande sul viaggio e la solita domanda " chi e' lei? come
si chiama?". Che ridere, in pochi le danno la mano.
Hanno fatto anche una domanda che mi avevano gia' fatto
giorni prima: "che si dice del Pakistan nel tuo paese? Cosa
dicono delle bombe e dei kamikaze?". Bella domanda....
Dicono di tutto su di voi. I mussulmani sono dipinti come
persone crudeli e spietate pronti a farsi esplodere su
comando mentre invece sono probabilmente le persone piu'
ospitali al mondo.
Non mancano le teste di cazzo, ma quelle non mancano in
nessun paese.

Il 28 febbraio abbiamo raggiunto Multan e trovato una
sistemazione quasi economica. Avremmo potuto girare ancora
ancora per trovare qualcosa di meglio ma c'e' troppo caos in
questa citta'. Ieri abbiamo masterizzato un CD di foto per
spedirlo in Italia ma in posta non ce lo hanno permesso.
"Nessun CD puo' essere spedito in Italia!". Abbiamo chiesto
una motivazione valida a quell'assurdita' ma l'impiegato
antipatico ha detto che l'ispettore della dogana non
permette di spedire CD in Italia... Non so se era scemo o se
era vero ma tant'e' non ce lo ha fatto spedire.

Oggi siamo andati all'ufficio turistico per informarci sulla
tappa di domani, Dera Ghazi Khan. Chi si ricorda, nel 2003,
io e Massimo eravamo stati arrestati in quella citta'.
Sulla guida c'e' scritto che e' meglio non fermarsi, non
accettano stranieri e non si capisce il motivo. Forse non e'
sicura.
Probabilmente a noi ci avevano arrestato per esserci fermati
a dormire in quella citta' troppo vicina ad una zona
nucleare. Che figata, arrestati per spionaggio. Ma si puo'!

Il problema c'e' ancora, in quella citta' non si puo'
dormire, "non e' sicura".

All'ufficio turistico ci hanno indicato una citta' a 170 km
da qui, l'unico posto in cui si possa dormire. Domani
mattina ci sveglieremo di buon ora e vedremo di
raggiungerla. Alla peggio ci faremo arrestare un'altra
volta!

Fino ad oggi adoro il Pakistan, avevo promesso di non
tornarci e sarebbe stato un'errore. Non era iniziato bene
nel 2003, dopo una settimana nel deserto dove ci avevano
accolto a braccia aperte ci siamo trovati in mezzo a della
gente che ci ha accolto a sassate. Arrestati a Dera Ghazi
Khan e scortati per 4 giorni come delinquenti. Ma chi ci
voleva tornare!
E invece... per ora e' tutto perfetto, e' adorabile.
Tra un paio di giorni saremo nel Balochistan, da li vedremo
se le cose sono davvero cambiate.

Ci sentiamo tra qualche giorno, chissa' da dove...

Kudaa Haafiz,

Claudio

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