11.3.08

CLAUDIO (BALOCHISTAN, 11/03/2008)
Ciao Gente, siamo a Quetta, la capitale del Balochistan.
Siamo arrivati da un paio di giorni e domani partiremo per
il deserto verso l'Iran. Tra una settimana dovremmo essere
al confine.

Abbiamo lasciato Multan il 2 Marzo dopo la sveglia piu'
assurda che un'albergo possa avere. Avevano incaricato la
guardia di svegliarci presto ma probabilmente dimenticandosi
il numero della nostra stanza ha bussato a tutte le porte
del nostro piano!

Non molti chilometri lontano dalla citta' e' cominciato il
deserto arido che variava con qualche raro campo coltivato.
Molta gente, sopratutto pastori, si spostavano con i carri
trainati dai cammelli, anche loro con qualche decorazione
come i camion!
Dopo pochi chilometri abbiamo incrociato la cosa piu'
assurda vista in viaggio... Due asini da corsa!! Andavano
veloci come lepri, con un carettino monoposto e il fantino
che gridava per far accelerare la bestia!

La gente incontrata per strada e' stata di una cortesia e
gentilezza unica. Alle volte tanto gentili da rompere le
balle. Qualcuno con la motoretta o macchina si affiancava a
noi per parlare e darci il benvenuto in Pakistan.
Altra gente ci faceva accostare per parlarci meglio,
un'altro ci ha fermato e fatto scendere tutta la sua
famiglia dal Pick Up per presentarcela.
Ogni dieci minuti era una stretta di mano, un benvenuto, un
"buona fortuna" e tante arance da mangiare. Un'ospitalita'
incredibile. Purtroppo non potevamo fermarci ogni volta a
parlare, quel giorno avevamo tanti chilometri da fare. A
Dera Ghazi Khan (arresto 2003) siamo passati dritti, non ci
siamo neppure fermati a mangiare per evitare guai con la
polizia.
Peccato, un ragazzo ci aveva invitato al matrimonio del
fratello e sarebbe stata una bella esperienza ma la nostra
presenza avrebbe potuto creare dei problemi seri. In quella
citta' gli stranieri non sono ammessi.

La strada ha cominciato a salire senza sosta, il deserto
sempre piu' arido e nessun posto dove trascorrere la notte.
Abbiamo chiesto ospitalita' in una stazione di polizia dove
gentilmente non c'e' stata concessa... bastardi!

Abbiamo oltrepassato una zona di cave dove dei trattori
carichi di sassi recuperati nel deserto li portavano a
macinare per fare la ghiaia.
Man a mano la zona era sempre piu' povera, ci avvicinavamo
al confine col Balochistan, la regione piu' povera del
Pakistan.

In mancanza di un posto dove dormire abbiamo montato la
nostra tenda al lato della strada dove nessuno ci avrebbe
visto. Abbiamo mangiato pane e formaggio, biscotti e arance
regalate da un camionista pochi chilometri prima.
Una bella notte sotto le stelle e il rumore continuo dei
macina sassi in funzione 24 ore su 24!

03/03, La mattina svegli di buon ora ci ha dato il
buongiorno un pastore che portava al pascolo le sue capre.

Dopo dieci chilometri di salita abbiamo raggiunto un check
point della polizia dove ci hanno fatto scendere dalla bici
e preso i nostri dati. Parlavano di una scorta armata ma
dopo alcuni minuti ci hanno fatto proseguire.
Una salita continua e dopo 40 km abbiamo incontrato la
nostra scorta che ci veniva incontro con la motoretta. Uno
che guidava e l'altro col Kalashnikof seduto dietro ci hanno
seguiti lungo la salita fino a Fort Manro in cima al passo
che segna il confine tra Punjab e Balochistan. L'idea era di
fermarsi lassu' a dormire ma l'ordine della polizia era di
proseguire! Abbiamo insistito, sono pure sceso dalla
bicicletta dicendo che non avremmo piu' pedalato ma niente
da fare! Si deve proseguire!
La discesa ci ha portati a Ranki, la prima citta' in
Balochistan. Altri due check point prima di entrare in
citta', i soliti dati da scrivere sul registro e poi
scortati alla stazione di polizia dove ci hanno preso per
l'ennesima volta i dati. La giornata e' stata piuttosto
snervante. Un poliziotto ci ha accompagnati nell'unica
bettola della citta' dove avremmo potuto trascorrere la
notte.

Passeggiando lungo l'unica via di quella squallida citta'
abbiamo conosciuto dei ragazzi che parlavano molto bene
inglese e ci hanno invitato nel loro negozio di telefonini.
Abbiamo parlato del Pakistan e la presenza di Patrizia ha
acceso l'argomento sulle donne. "Come funzione in Italia?
Sono matrimoni combinati o per amore?".
In Pakistan le cose stanno cambiando ma non in Balochistan,
e' la regione con piu' ignoranza del paese. Le donne vengono
ancora vendute, il prezzo varia dal livello di educazione
della donna.
Quei ragazzi erano del Punjab ma vivano in Balochistan dove
avevano il negozio di cellulari. Uno di loro diceva che il
Pujab era ormai cambiato, che sua sorella non sarebbe mai
stata venduta a nessuno.
Il Pakistan e' un paese piuttosto duro per le donne, sono
oggetti di chi le compra. Non e' considerato un reato
"l'omicidio d'onore". Il marito puo' uccidere la donna per
adulterio (anche solo presunto adulterio). Ogni anno si
verificano un migliaio di omicidi d'onore.

La serata coi ragazzi e' stata davvero piacevole, una bella
cena offerta da uno di loro e la benedizione piu' bella...
"ora sei mio fratello".
Grazie ragazzi!

04/03, la strada parte in salita e cominciano i check point
della polizia. Ogni volta arrivava il poliziotto col
registro per farci scrivere i dati.

Dopo 60 km la strada e' diventata un disastro, stavano
ricostruendo la strada nuova sopra la vecchia. Il cantiere
lungo piu' di 100 km di sterrato e polvere. I trattori
arrivavano con rimorchi carichi di sassi e la gente col
martello li spaccava per fare la ghiaia. Nei cantieri
lavoravano anche i bambini che ovviamente non vengono
pagati, i genitori li portano in cantiere per fare meno
lavoro loro. Gli operai dei cantieri ogni tanto ci fermavano
per salutarci e uno dei tanti mi ha fermato per regalarmi
dell'hashish.

Nei villaggi che attraversavamo non c'era quasi niente da
mangiare e l'acqua la prendevamo dalle pompe a mano che
solitamnte c'erano nei villaggi.

Gran parte della giornata e' stata in salita, sterrato e
vento immancabilmente contrario!! In cima al passo c'era una
piccola stazione di polizia dove ci hanno invitato a
mangiare e consigliato di raggiungere Mekthar e dormire
nella stazione di polizia. Pochi chilometri piu' avanti
appena iniziata la discesa una macchina della polizia ci
stava venendo incontro, probabilmente avvisati dagli altri
poliziotti pochi minuti prima.
Ci hanno scortati nella caserma e che sorpresa.... La stessa
stazione di polizia dove avevo dormito 5 anni fa! Questa
volta non ci hanno fatto montare la tenda nel cortile ma
lasciato una stanza tutta per noi.
Appena sistemati dentro ci sono venuti a fare visita dei
ragazzi del villaggio. Erano in 5 e tutti quanti si sono
seduti nel mio letto vicino a me badando bene di tenere le
distanze con Patrizia! Ovviamente parlavano solo con me, mi
chiedevano chi era lei e addirittura se era andata a
scuola!! Che paese da Uomini!!!

I discorsi purtroppo molte volte cadono sulle guerre, sui
terroristi e la religione. Uno di loro, quello che parlava
inglese, molto scocciato e nervoso diceva che i veri
terroristi sono gli americani e gli inglesi. "Hanno
distrutto l'Iraq, l'Afghanistan, ucciso famiglie innocenti e
poi chiamano terrorisi noi!".

La mattina e' stata meno piacevole della sera, volevamo
partire ma ci e' stato impedito. Abbiamo dovuto attendere
una macchina della polizia che ci scortasse per tutto il
giorno.
La strada era sempre un disastro e in piu' una macchina
della polizia attaccata ai maroni per tutto il tempo. Ad
ogni sosta per pisciare suonavano il clacson per farci
sbrigare. Finito il loro distretto arrivava un'altra
macchina a scortarci. Cosi' per tutto il giorno, per 85 km
fino a raggiungere Loralai. Ci hanno piazzato in una guest
house dove il proprietrio appena ci ha visti mi ha proposto
dell'hashish nonostante la presenza della polizia...
L'ordine era chiaro, non potevamo fare niente senza la
polizia!
La sera e' arrivato un agente della CIA in guest house a
prenderci i dati.
La zona era considerata insicura per gli stranieri e il
governo non vuole avere piu' rogne di quelle che ha con
l'occidente. Se fossimo stati rapiti avrebbero avuto delle
conseguenze spiacevoli. Meglio prevenire!

Il giorno dopo siamo stati fermi a riposare. Ne abbiamo
aprofittato per cucire qualche vestito bucato e ripulire le
catene e corone alle bici. Erano talmente mal prese che ho
preferito smontare le corone e il cambio e metterli sotto il
lavandino per pulirli meglio.
Il proprietrio nel pomeriggio ha insistito per regalarmi
dell'Hashish e un suo amico era arrivato per regalarmi
dell'eroina. Mai avuto tanti regali cosi' in viaggio!

Le passeggiate in citta' finivano sempre con una discussione
con qualcuno sulle guerre e il terrorismo. Sono molto
scocciati di questa faccia che gli hanno messo e di tanta
cattiveria che in realta' non hanno.

07/03, la partenza e' rallentata dall'attesa della nostra
scorta, non si ci riesce a scappare! Sono arrivati con la
motoretta e ci hanno scortato nel loro distretto. Cercavo di
immaginare un vero bisogno della scorta, se davvero qualcosa
andava storto, se davvero fossero arrivati dei rapitori
avrei dovuto probabilmente difendere io la scorta!! Erano
talmente sminchiati che facevano tenerezza.
Un'altro distretto e un'altra scorta, la strada perenemmente
in salita e la neve sempre piu' vicina. Stavamo per
raggiungere un passo di 3000 metri quando e' cambiato il
distretto e la scorta. Questa volta non erano simpatici come
gli altri e ci hanno obbligati a smettere di pedalare e
salire sul Pick Up, non avevano certo voglia di andare piano
come lumache!
Ci hanno portati in cima al passo, 30 km di agonia al freddo
e al gelo cercando di reggere le bici sul cassone. Mai
PIU'!!

Fortunatamente in cima al passo e' cambiato distretto e
scorta! I poliziotti erano molto gentili, specialmente uno,
e abbiamo ripreso a pedalare. Faceva freddo e al bordo della
strada c'era la neve. Un po' congelati abbiamo raggiunto
Ziarat e ci siamo fermati per la notte. In camera non c'era
l'acqua e usavamo i secchi ma in compenso c'era la stufa a
gas!! Abbiamo cucinato due piatti di pasta chimica con la
gavetta sistemata sulla stufa. Non volevamo uscire in strada
a cercare un ristorantino e perderci il calore della nostra
cameretta.

Ogni giorno che passava avevo dei flash di quando ero stato
in Pakistan, di piccole cose che man a mano mi tornano in
mente. Mi ricordavo di quella citta', dei negozietti coi
poster di Saddam e della guest house dove avevamo dormito.

La mattina neanche a dirlo... Il proprietrio della guest
house ha chiamato la scorta che in maniera molto scontrosa
ci hanno portati alla stazione di polizia per prendere i
dati.
Un'altra giornata di scorta tra macchine e motorette che ci
seguivano e che scendevano col Kalshnikof ogni volta che ci
fermavamo a pisciare.
Prima di raggiungere Quetta abbiamo visto una tartaruga che
attraversava la strada, mi sono fermato a raccoglierla e
portarla lontano dalla strada. I poliziotti e i pastori di
capre seduti poco piu' in la non capivano il mio gesto e
sorridevano. Non hanno cura delle donne figuriamoci di una
tartaruga!

A 30 chilometri da Quetta, una volta cominciata la
periferia, la scorta ci ha lasciati liberi.... Missione
compiuta, occidentali salvi!!

A Quetta ci siamo sistemati in un bel alberghetto dove sono
riuscito a vedere il motomondiale!! Scusate ma e' una mia
passione! Dividiamo la stanza con un topolino che quando
spegnamo la luce comincia a paseggiare per tutta la stanza.
Non da fastidio e ce lo teniamo!

Abbiamo trascorso due giorni in citta' a risistemare un po'
le cose prima del deserto e sistemare un po' le bici provate
dai chilometri percorsi. Ieri ho fatto saldare una staffetta
del parafango di Patrizia che si era spezzata. Un dipendente
dell'albergo mi ha accompagnato da un saldatore che ha fatto
il lavoro gratis. Il tizio che mi accompagnava non era molto
in se, grivava a tutti "questo e' mio fratello!!" e poi
vedendo un gatto lo ha inseguito facendo il verso del
cane... Povero gatto!

Domani mattina partiremo, abbiamo 650 km di sabbia davanti a
noi per finire il Pakistan, poi ci sara' la sabbia iraniana
e poi.... Per ora basta la sabbia!

Ciao a tutti!!!

Claudio

No comments: