PATRIZIA (ISRAELE E I TERRITORI PALESTINESI, 15/07/2008 - 22/07/2008)
Ciao gente,
Qualche giorno fa...per l'esattezza il 15 luglio siamo
partiti da Amman e abbiamo raggiunto la frontiera
giordano-israeliana quasi a 400 metri sotto il livello del
mare. Rispetto ai 700 metri di Amman era molto caldo e
intorno a noi roccia e deserto! All'immigrazione giordana
non hanno timbrato i nostri passaporti ma un foglietto senza
che noi chiedessiamo nulla.
E' una procedura che fanno regolarmente per non impedire ai
viaggiatori di poter visitare Syria e Libano. Mi spiego
meglio...un timbro di Israele sul passaporto o un timbro di
uscita dalla Giordania (o dall'Egitto) verso Israele
negherebbe la possibilita' di ingresso in Syria, Libano e
altri paesi nel 'mondo arabo'.
Ottenuto il timbro dobbiamo prendere un autobus fino alla
frontiera israeliana (non si puo' passare a piedi, con un
mezzo prorpio o taxi!). Carichiamo le bici nel bagagliaio
sotto e saliamo sull'autobus. Credo sia stato l'autobus piu'
caro che abbia mai preso! 4 euro per percorrere 4 km!
Arriviamo all'ingresso della frontiera dove scendiamo tutti
dall'autobus dove mentre una ufficiale controlla i
passaporti di tutti, un altro ufficiale sale a controllare
l'autobus. Risaliamo sull'autobus e veniamo fatti scendere
davanti all'immigrazione. Una folla di gente ed un caos
assoluto. Tutti ammassati in coda senza un senso per
consegnare i propri bagagli a degli uomini che appongono
degli adesivi con un stesso numero sul passaporto e sui
bagagli e poi infilano (senza troppo modo!) i bagagli in un
metal detector. Consegnati i bagagli che si dovranno poi
andare a recuperare in un secondo momento c'e' il controllo
dei bagagli a mano (dove noi passiamo con le bici...non
avendole potute infilare nel metal detector) e un altro
apparecchio per il controllo (credo) di malattie o che so io
che ti spara dell'aria addosso. A questo punto giungiamo
all'immigrazione dove dopo un'ora e mezza di coda siamo
davanti ad una ufficiale. Ci fa molte domande, tra cui i
posti che vogliamo visitare, se siamo una coppia, dove
dormiremo, se siamo semplici turisti, ecc. ecc. e poi ci
rimanda a sedere con due fogli da compilare tenendosi i
nostri passaporti!
Ci sediamo insieme ad altri 4 ragazzi canadesi con in mano
gli stessi fogli appena compilati. Due ragazzi hanno chiesto
di avere il timbro su un foglietto altrimenti non possono
visitare altri paesi del Medio Oriente mentre gli altri due
oltre (dico oltre perche' gli ufficiali israeliani sono
particolarmente paranoici (forse hanno ragione di esserlo) e
meno cose hai da 'dichiarare' prima passi la forntiera) a
questo hanno dei parenti a Betlemme (aggravante! siccome si
trova nella West Bank... territori 'palestinesi'). Noi non
chiediamo di averlo su un foglietto, abbiamo i passaporti
con poche pagine libere e per il momento non abbiamo
intenzione di visitare paesi musulmani (e inoltre,
probabilmente, ci risparmia qualche ore in frontiera).
Compiliamo i fogli dove chiedono i nostri dati, i paesi
precedentemente visitati in questo viaggio (che non
scriviamo non avendo lo spazio!) e altre informazioni. Dopo
poco arriva una donna che prende i nostri fogli e ci porta
un po' lontano dal casino per farci altre domande:
Che posti volete visitare in Israele?: Gerusalemme,
Betlemme, Mar Morto, Tel Aviv.
Dove andrete dopo Israele?: Grecia.
Avete un biglietto aereo?: no, lo compreremo a Gerusalemme.
Dove starete?: a Gerusalemme e Tel Aviv.
Avete alberghi prenotati?: no, ma vogliamo andare negli
ostelli che abbiamo segnato sul foglio.
Che lavoro fai (a Claudio)?: lavoro nella ditta dei miei
cugini.
Che tipo di lavoro e'?: strutture per matrimoni, eventi,
concerti, ecc.
Che lavoro fai (a me)?: lavoravo in un ufficio telefonico.
Che tipo di lavoro e'?: informazioni riguardanti il lago
Maggiore.
Claudio perche' non hai scritto il tuo numero di cellulare?:
usiamo lo stesso.
Non abbiamo scritto i paesi che abbiamo visitato in questo
viaggio perche' sono troppi.
Da quanto siete lontani dall'Italia?: dal 19 novembre 2006.
Gli raccontiamo del viaggio.
Perche' avete visitato Pakistan, Iran, Syria e Libano?:
turismo.
Avete delle relazioni con qualcuno all'interno di quei
paesi?: no.
Siete una coppia?: si.
Da quanto siete insieme?: tre anni.
Ok...andate pure a sedervi. Si tiene i nostri passaporti e
continuiamo ad aspettare.
Arriva un'altra donna che fa simili domande anche ai ragazzi
canadesi. Il caos pian piano svanisce. Gli sportelli
dell'immigrazione chiudono uno alla volta e rimangono poche
persone nella sala d'aspetto. Due ragazzi canadesi vengono
chiamati, gli timbrano il passaporto e passano. Arriva
un'altra donna e fa altre domande ai ragazzi canadesi con i
parenti a Betlemme.
Per lo piu' ci sono ufficiali donne che sembrano ragazzine a
cui hanno messo su una divisa. Si atteggiano da super-donne,
urlano come dele forsennate quando devono chiamare qualcuno,
hanno i pantaloni della divisa a vita bassa e aclune non in
divisa sono vestite come se dovessero andare in discoteca.
Dopo 5 ore passate in frontiera sentiamo i nostri nomi. Ci
rechiamo allo sportello dell'immigrazione e finalmente
timbrano i nostri passaporti! Chissa' cosa dovevano
controllare. I ragazzi canadesi chissa' dopo quanto e se
sono passati. Passiamo altri due sportelli dove controllo i
passaporti e andiamo a ritirare i bagagli. O meglio...c'e'
un salone enorme dove sembra hanno fatto la lotta con i
bagagli...sono sparsi ovunque, alcune valigie senza piu' le
rotelle. Sembra abbiano giocato a rugby sopra i bagagli. Per
fortuna troviamo tutti i nostri pezzi (ne avevamo 8 fra
borse laterali, del manubrio e tenda). Ci sarebbe un altro
metal detector ma per fortuna non ci fanno far passare i
bagagli dentro. Usciamo alla'aria aperta quasi alle 18.
saliamo sulle bici e dopo 30 metri un ufficiale ci ferma. Ce
altro c'e'! Deve chiedere a chissa' chi se possiamo passare.
Dopo altri 10 minuti finalmente usciamo dalla
frontiera...l'ultima sbarra e possiamo pedalre liberamente.
Fa molto caldo e abbiamo il vento contro. Tanta sabbia e
roccia intorno a noi. E' tardi, e' tuta salita fino a
Gerusalemme cosi' decidiamo di fermarci a Gerico. Deviamo
per Gerico d arriviamo davanti ad un cancello chiuso dove un
cartello dice che gli ebrei non possono passare. Un militare
con tanto di kalashnikof in mano ci viene incontro e molto
gentilmente ci dice che da li' non possiamo passare ma
dobbiamo prendere un'altra strada. Eppure sulla nostra mappa
e' segnata quella strada per Gerico. Torniamo indietro e
prendiamo la strada per Gerusalemme. Dopo una 15ina di km
c'e' un altro cartello che indica Gerico. Arriviamo ad un
altro posto di blocco dove c'e' scritto che gli ebrei non
sono ammessi a Gerico, dei militari chiedono la nostra
nazionalita' e ci fanno passare. Poco dopo un altro posto di
blocco dove chiedono i nostri passaporti. Pedaliamo fino in
centro dove un uomo in bicicletta con in mano due piccioni
morti (aveva fame) ci accompagna in un hotel.
E' in ristrutturazione e ci da una delle prime stanze che ha
finito di ristrutturare. Fanno veramente dei lavori di me..a
in Asia! Arredamento nuovo, aria condizionata ma hanno
tappezzato con della vernice di tonalita' diversa, in bagno
non carica la vaschetta e va solo l'acqua calda, il
pavimento e' pieno di cucarace morte, c'e' un appendino
sulla porta mezzo cadente, hanno collegato i fili elettrici
senza usare la cassetta che penzola come reliquia appesa ad
un filo, hanno dipinto i vetri delle finestre cosi' anche di
giorno non ci si vede una mazza senza luce accesa e la
chicca finale sono le lenzuola con fantasia leopardata!
Usciamo a cena e troviamo che e' un po' piu' caro della
Giordania ma il menu e' piu' o meno sempre lo stesso:
falafel, polli allo spiedo, insalate e kebab. Mangiamo dei
panini con verdura e falafel e poi torniamo cotti in
stanza...e' stata una lunga giornata. Buonanotte
viaggiatori!
16 luglio. Ripartiamo da Gerico e dopo una salita devastante
(da -260 a 600 metri) intorno alle tre del pomeriggio
raggiungiamo la citta' vecchia di Gerusalemme. Ci fermiamo
nel dormitorio di in un ostello dove pero' hanno messo un
po' troppi letti. Facciamo un primo giro per le vie della
citta' vecchia e chiediamo a qualche albergo stanze
disponibili e prezzi. Nel nostro ostello non c'e' una sala
comune, il dormitorio e' striminzito e dobbiamo lasciare le
bici fuori...quindi e' un po' un pacco!
17-22 luglio. Ci alziamo e ci spostiamo in un hotel in
un'altra zona della citta' vecchia. Abbiamo la nostra
stanza, possiamo mettere le bici dentro e ci costa meno. I
servizi non sono il massimo ma puo' andare! Visitiamo
qualche luogo sacro nella citta' vecchia...alcuni per i
musulmani, altri per gli ebrei, per i cristiani ed altri
ancora per tutte e tre le religioni monoteiste. Per accedere
al muro del pianto e alla spianata delle moschee (che sorge
sul luogo dove Dio chiese ad Abramo di sacrificare suo
figlio Isacco e dove Maometto sogno' di volare in cielo da
Allah) bisogna passare attraverso dei metal detector.
Percorriamo la Via Crucis con persone di tutte le
nazionalita'. Visitiamo l'orto del Getsemani, la tomba di
Maria ed il Monte degli Ulivi. La sala dove si dice che Gesu
fece l'ultima cena e la Chiesa del Sepolcro costruita dove
Gesu fu crocifisso, sepolto e risorse.
Una mattina prendiamo un autobus per Betlemme (a pochi km a
sud di Gerusalmemme)che si trova nella West Bank. L'autobus
ci lascia davanti ad un muro costruito dagli israeliani alto
da sei ad otto metri e lungo piu' di 700 chilometri.
E' chiamato 'barriera di separazione israeliana' ed e' un
sistema di barriere fisiche (muri, trincee e porte
elettroniche) costruito da Israele in piccola parte sulla
linea verde (che divide Israele dai territori occupati da
esso) e in maggior parte in territori cisgiordanici
occupati, sotto il nome di "chiusura di sicurezza" allo
scopo ufficiale d'impedire fisicamente ogni intrusione di
terroristi palestinesi nel territorio nazionale. La maggior
parte degli israeliani sottolinea il numero di vite salvate
e il netto decremento di attentati anti-israeliani dopo la
sua costruzione, mentre Palestinesi, ONG internazionali e
appartenenti alla sinistra politica israeliana sottolineano
i problemi e la mancanza di libertà di movimento che essa
comporta, la perdita di pozzi d'acqua e dell'accesso alle
terre coltivate da parte degli agricoltori palestinesi, lo
sradicamento di migliaia di ulivi e piante d'agrumi, la
demolizione di negozi e case, 15 km2 di terre confiscate,
l'isolamento di certi villaggi, l'impatto umanitario
negativo sulla vita dei palestinesi, e la paura delle
persone coinvolte che essa rappresenti di fatto una futura
frontiera di cui rifiutano il tracciato (siccome per la
maggior parte e' costruito in territori palestinesi ed in
alcuni punti gli israeliani si sono appropriati di molti
chilometri ed hanno annesso Chiese e Monasteri in territorio
israeliano dietro pretesa del Vaticano).
Passiamo la barriera e dopo vari metal detector e controllo
passaporti siamo nella periferia di Betlemme. Sul muro, dal
lato palestinese, ci sono molte scritte e disegni contro il
muro e che chiedono pace. Raggiungiamo Betlemme dove
visitiamo la Chiesa della Nativita' costruita sul luogo di
nascita di Gesu'. Un giro tra i vicoli della citta' e poi
ritorniamo a Gerusalemme.
Passiamo una giornata al Mar Morto. E' il punto piu' basso
della terra trovandosi a 400 metri sotto il livello del
mare. Arriviamo presto la mattina, ci sono poche persone e
non e' troppo caldo. Ci buttiamo in acqua e...e'
spettacolare! Non si puo' andare a fondo, si galleggia come
dei tappi di sughero! L'acqua e' molto salata e se si hanno
dei taglietti bruciano veramente tanto. A vedere la gente in
acqua sembra che tutti abbiamo un materassino sotto.
Qualcuno legge pure tranquillamente un libro! Nel pomeriggio
l'acqua e' molto calda e si fatica a stare a bagno.
Ieri e oggi ancora qui a Gerusalemme e domani pedaleremo
fino a Tel Aviv sul Mar Mediterraneo.
A presto,
Patrizia
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