CLAUDIO (BEIRUT-DAMASCO, 5/07/2008)
Ciao gente, siamo tornati in Syria dopo un passaggio in
Libano durato qualche giorno. Ora siamo a Damasco in uno
degli hotel economici del centro. Diciamo che troppo
economico non e' ma la capitale e' piu' cara rispetto alle
altre citta' in Syria. Il bagno in comune e' la chicca
dell'albergo, e' tanto piccolo che per pulirsi il culo
bisogna aprire la porta, bisogna sedersi sulla tazza di
traverso (come le donne che una volta viaggiavano sedute
dietro sulla vespa) altrimenti non si riesce a cagare! Per
il resto l'albergo non e' male.
Il Libano e' stato interessante anche se personalmente non
e' un posto in cui ritornerei. Eravamo troppo ben abituati
all'ospitalita' mussulmana incontrata dal Pakistan alla
Syria, cosa che in Libano non abbiamo trovato. La gente non
era male ma, a parer mio, niente di eccezionale. Il traffico
forse e' quello che piu' mi ha infastidito, il rischio di
essere travolti da qualche "pilota" era piuttosto alto.
Tutti giocavano a correre, a fare le sgommate e inchiodate
pure dove il traffico era intenso! Tutto un gioco che per
uno che viaggia in bicicletta puo' diventare pesante e
pericoloso. Piu' di una volta abbiamo rischiato di essere
travolti, mi hanno pure scontrato dentro ma guai a fiatare!
E' successo piu' di una volta di mandare a quel paese
qualche "pilota" col rischio di finire con una rissa. Oltre
ad essere "piloti" erano pure permalosi!
A prescindre da tutto questo sono contento di esserci
passato e di averlo visto. Mi e' piaciuto e ancora non
capisco che cosa mi abbia colpito. Magari la tranquillita'
della gente che faceva giocare i bambini davanti ai
carroarmati, magari il fatto di essere un semplice
viaggiatore senza essere "vittima" di "helloooooooooooo"
ogni momento. Non so cosa ma a me il Libano, tutto sommato,
e' piaciuto.
A Beirut abbiamo deciso di ripartire prima del previsto, la
citta' non offriva nulla di buono (meglio dire che non lo
offriva a poveri pezzenti come noi! Genovesi!!) e la nostra
sistemazione per le notti era davvero un pacco!
Il primo luglio siamo partiti con destinazione Baalbek verso
le montagne.
Uscire da Beirut e' stato un incubo, trovare la strada e
restare imbottigliati nel traffico col caldo che c'era. Dopo
un'ora di pedalata avevamo percorso ben 7 km! In periferia
abbiamo visto altri palazzoni demoliti dalle bombe lanciate
dagli israeliani nel 2006. Imbroccata la strada giusta e'
cominciato un salitone violento, la speranza che finisse
subito e' svanita dopo due ore che salivamo lenti come
lumache. I camion salivano poco piu' veloci di noi ma la
cosa non
ci consolava piu' di tanto. Forse e' stata una delle salite
piu' violente del viaggio, 37 km pedalati in prima e seconda
a passo d'uomo. La vista era splendita, Beirut laggiu' in
fondo, il mediterraneo, un salitone della madonna e le
sgommate dei libanesi... non era tutto cosi' bello!!
Lungo la strada c'erano i soliti checkpoints dei militari,
filo spinato e carroarmati con mitragliatori puntati verso
la strada. Fondamentalmente non si capiva a cosa servissero,
forse piu' per scena che per altro. Infatti ad un posto di
blocco ci hanno fermato, chiesto il passaporto e l'ufficiale
non e' stato neppure in grado di trovare il timbro sul
passaporto. Forse aveva troppo caldo o forse non capiva un
cazzo.
Arrivare in cima al passo e' stato meraviglioso, sembrava
che quel salitone non avesse mai fine! Una bella discesa di
12 chilometri ed eravamo nel vallone che conduceva a
Baalbek. Abbiamo percorso 35 km nella valle e lungo la
strada, legate ai lampioni, sventolavano le bandiere degli
Hezbollah. In alcuni punti avevano messo delle gigantografie
dei soldati, di Khomeini e di altri fondamentalisti
islamici. In serata abbiamo raggiunto Baalbek, la citta'
piu' antica in Libano e l'impronta piu' grossa dell'impero
romano in Medio Oriente.
Abituati ormai a moschee e templi Hindu e Buddhisti e' stato
interessante visitare Baalbek, conosciuta come la citta' del
sole del mondo antico.
Purtroppo le costruzioni sono state rovinate, oltre che dai
secoli passati, da un terremoto nel 1700. Il tempio di Giove
e' ormai scomparso, solamente 6 colonne sono ancora in piedi
ma il tempio dedicato a Bacco (mitico Dio degli alcolizzati)
e' ben conservato. Abbiamo trascorso una mezza giornata a
camminare tra le rovine, c'erano ben pochi turisti (quasi
escluvamente turismo locale) e qualche lucertola. Negli
ultimi anni il Libano ha avuto un grosso calo di turismo
dovuto alla continua instabilita' con Israele. Anche
Baalbek, infatti, e' stata bombardata nel 2006.
La giornata di riposo non sarebbe andata male se il
ventilatore in camera avesse funzionato sempre! I black out
sono devastanti con questo caldo, quando credi di stare
bene... puff... via la corrente e il ventilatore si spegne,
comincia la sauna!!
Il 3 luglio siamo partiti verso Damasco, tra le bandiere
sventolanti degli Hezbollah abbiamo raggiunto il bivio che
portava in Syria. Per uscire dalla valle ovviamente c'era
una bella salita e con i "piloti" che contribuivano a farci
inchiodare per non essere stirati era ancora piu' faticosa.
All'ora di pranzo abbiamo raggiunto il confine, cambiato le
poche lire libanesi che avevamo, fatto pipi' e raggiunta
l'immigrazione. In pochi minuti (giusto per compilare i
moduli d'uscita) abbiamo avuto il timbro sul passaporto.
Siamo passati davanti alla dogana senza fermarci e via verso
la Syria. Impressionante la coda chilometrica dei bilici
bloccati che volevano entrare in Libano e, ancora piu'
impressionante, la salita dello spazio fronterizo per
raggiungere la Syria!
E' bastato arrivare all'immigrazione per essere felici di
essere di nuovo in Syria. Questa volta ottenere il visto in
frontiera e' stato ancora piu' semplice. Non c'e' nessuna
rappresentanza siriana in Libano e vice versa, per questo
motivo ottenere il visto in frontiera e' una cosa
semplicessima e normale. Abbiamo pagato i nostri 20 dollari
a testa e ottenuto il visto in una mezz'ora.
Questa volta l'ufficiale non ha leccato i francobolli (come
il suo collega nell'altro ingresso) ma abbondato con la
colla! Ma che furbo!!! Ha fatto un bel casino, non potevamo
piu'
chiudere il passaporto altrimenti non avremmo piu' potuto
riaprirlo!! Siamo stati col passaporto aperto 5 minuti e poi
abbiamo pedalato i primi chilometri tenendo il passaporto
tra le mani in modo che la colla asciugasse.
Dopo 45 chilometri di sali e scendi (forse un po' piu' di
scendi) abbiamo raggiunto Damasco. Ci saranno volute due ore
per trovare il centro, ovvio che non trovavamo la via per
raggiungerlo... eravamo in centro! Che vergogna, a poche
centinaia di metri c'era il nostro albergo ma non riuscivamo
a capire come eravamo girati.
Ieri mattina sono andato dal barbiere, il giorno prima mi
aveva gia' addocchiato come potenziale cliente. Avevo una
zazzera troppo folta, l'ultima volta i capelli me li aveva
tagliati Patrizia nella vasca da bagno in Turkmenistan!
Erano due barbieri, forse padre e figlio, in uno shop
minuscolo con un arredamento anni '50. Macchinette per
rasare
a mano (tipo cesoia) ma per me, e no eh, per me ha tirato
fuori la sua "ferrari" elettrica! Che privilegio!
Dopo il barbiere abbiamo passeggiato per la citta' vecchia,
deserta perche' venerdi' per i mussulmani e' festa.
Maometto quando raggiunse Damasco la vide dalla montagna ma
non volle andarci. Disse che in paradiso ci sarebbe voluto
andare una sola volta.
Damasco non e' un paradiso ma la citta' vecchia e' molto
bella e vale la pena visitarla . Magari in quei tempi, senza
tanta periferia, era davvero un paradiso.
Oggi siamo tornati nel bazar, nella confusione quotidiana
tra bancarelle e grida della gente per addescare qualche
cliente. Mi sono comprato un'altra canotta per pedalare, la
vecchia era troppo bucata e consumata, ormai era
irrecuperabile. Quella che avevo comprato ad Aleppo era un
pacco, non andava bene neppure come pigiama.
Oggi andremo ancora un po' in giro per la
citta' vecchia, faremo un po' di spesa e domani si parte
verso la Giordania.
Un giorno di pedalata e dovremmo essere al confine.
Ci sentiamo da Amman tra qualche giorno, ciao a tutti!
Claudio
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