23.6.08

PATRIZIA (ARRIVEDERCI TURCHIA, 17/06/2008 - 23/06/2008)
Ciao a tutti,
gli ultimi giorni in Turchia (paese che mi e' rimasto nel
cuore...ci faro' un salto nuovamente prima o poi...magari
nella parte ovest)...

17 giugno. Elazig-Malatya, 104 km. Ripartiamo da Elazig dopo
due giorni di sosta. Il vento oggi e' un po' contro! Ma
stranamente nessun passo di 200 metri o cosi' sulla nostra
strada! Per pranzo ci fermiamo a pranzare sulle rive di un
lago (in seguito scopriamo che e' un "pezzo" del fiume
Eufrate che va in Syria e poi in Iraq). Ripartiamo con un
solleone dopo mangiato...neache 1 km e ci fermiamo per
riparare la mia camera d'aria forata. E' troppo provata
cosi' Claudio la butta e la sostituisce con una nuova.
Arriviamo a Malatya abbastanza tardi. In tv Italia-Francia.

18 giugno. Malatya-Golbasi, 125 km. A pochi chilometri da
Malatya due poliziotti ci invitano nel loro"gabbiotto" a
bere del te'. Peccato che invece del te' ci offrono poi due
bicchieri enormi pieni di Coca-cola. E va beh...non sono il
massimo per pedalare ma almeno e' fresca! Il paesaggio e'
molto desertico e roccioso...a parte i campi coltivati nelle
valli. Arriviamo in cima ad un passo di 1510 metri senza
quasi nemmeno accorgercene. E poi scendiamo per 25 km
seguendo un fiume. Prima la valle e' un canyon stretto e poi
piu' scendiamo piu' si allarga e la discesa diventa dolce.
Mentre saluto uno dei tanti camionisti che ci saluta lungo
la STRADA passo a mezzo centimetro da un serpente a tutta
velocita'. Meno male che non gli sono passata sopra e che
Claudio me l'ha detto solo dopo! Lasciamo il fiume e ne
seguiamo un altro (in salita) fino a Golbasi. Si trova sulle
rive di un piccolo lago circondato dalle colline. L'unico
albergo della citta' ha delle stanze super-bollenti e senza
ventilatore. Incomincia il caldo...

19 giugno. Golbasi-Gaziantep, 128 km. Ripartiamo di
buon'ora..il vento e' abbastanza a favore...arriva da
nord-ovest e noi andiamo a sud. Il primo tratto di strada e
per lo piu' pianeggiante ed in discesa. Lungo una discesa un
ragazzo ci ferma e ci invita a bere il te'. E' stato mandato
dal suo capo (il padrone del ristorante in un'area di
servizio) che parla tedesco. Lui parla in tedesco e noi in
inglese e in qualche modo ci si capisce. Mi ricordo
veramente poco di tedesco. Tanti turchi ci hanno
chiesto:"Sprechen Sie Deutsch?" (e alcuni "Parlais vous
francais?"). Molti lo sanno veramtne e alcuni lo chiedono
tanto per dire qualciosa. Sul tabellone della stazione di
servizio notiamo i prezzi allucinanti della benzina:
oscillano tra 1,65 e 1,90 per litro. Il prezzo del gpl si
aggira intorno ad 1 euro. In tutta la Turchia, lungo la
strada ci sono molto fontanelle cosi' possiamo riempire le
borraccie senza dover comprare l'acqua in bottiglia. 50 km
prima di Gaziantep arriviamo ad un bivio...dritto
autostrada, sinistra vecchia strada. Chiediamo ad un
benzinaio e ci risponde (ovviamente) che l'autostrada e'
pericolosa e c'e' la polizia. Deviamo a sinistra ed inziamo
a salire, salire e salire. Noi facciamo un passo mentre
vediamo la strada molto piu' pianegginate di sotto che sale
dolcemente! Alcuni camion e bilici fanno la nostra stessa
strada e su alcuni tratti di salita faticano piu' di noi a
portare su il camion. Quasi arrivati a c'e' un'altra
salitina (non prevista!) che mi scoppia del
tutto...rinvigorita un po' dalla discesa prima di Gaziantep
arriviamo in centro. Troviamo un albergo dove il
proprietario ci dice che la doccia non funziona, l'acqua e'
solo fredda e bisogna lavarsi coi secchi. Saliti in stanza
in 5 minuti Claudio ripara la doccia e l'acqua e' pure
calda. Avevano "imbelinato" qualcosa di sbagliato con i tubi
della doccia e probabilmente li lasciavano cosi' in attesa
che qualche turista le riparasse (Quante vaschette del water
ha aggiustato Claudio negli alberghi in cui siamo passati in
Asia!). Buonanotte...siamo un po' cotti...ad Aleppo ci
riposeremo un po'.

20 giugno. Gaziantep-Kilis, 63 km. La strada e' abbstanza
pianeggiante. Il paesaggio piu' deserico e piatto...anche se
ci sono molti campi coltivati e alberi (tanti ulivi)
piantati. Ci fermiamo vicino ad una stazione di servizio
dove c'e' un tavolo con le panche. Ci prepariamo i nostri
panini e nel mentre il benzianio ci porta prima dell'acqua,
poi un'altra bottiglia, piu' tardi del caffe' latte (nei
bicchierini da te') e poi due te'. Grazie! Ripartiamo dopo
una lunga sosta sotto il sole bollente ma Kilis e' poco
distante: meno di 10 km. Arrivati a Kilis cerchiamo un
hotel, controlliamo la posta, facciamo un ultimo bancomat
(prima della Syria) e un po' di spesa. La sera ci mettiamo
in letto ed in tv: Croazia-Turchia. Claudio guarda la
partita, io mi addormento. A mezzanotte passata mi svegliano
le urla del cronista in tv ed i clacson e di botti per
strada...Metto gli occhiali...do' un'occhiata alla tv:
Fatiterim (l'allenatore della nazioonale turca) e' impazzito
(!!)...la Turchia passa in semifinale.

21 giugno. Pedaliamo 10 km fino al confine turco-siriano a
Kilis. In 10 minuti passiamo la frontiera turca, giusto il
tempo di registrare i nostri dati e mettere il rimbro
d'uscita sul passaporto. Nello spazio fronterizo sono stati
minati i campi attorno (almeno cosi' e' scritto sui cartelli
circostanti la zona) alla strada. Arriviamo all'ingresso
della frontiera syriana. Un ufficiale ci chiede se abbiamo
il visto. Rispondiamo di no. L'ufficiale: "Perche' no?".
Noi: "abbiamo conosciuto molti altri viaggiatori che hanno
fatto il visto al confine". L'ufficiale: "dove andate dopo
la Syria". Noi: "Giordania, Egitto...Sud Africa".
L'ufficiale: "Andate in Israele?". Noi: "No (of course
not)". Ci rida' i passaporti e ci indica l'ufficio
immigrazione. Entriamo nell'ufficio. Parliamo con
l'ufficiale allo sportello. Ci da' due carte d'immigrazione
da compilare. Compilate! Ritorniamo allo sportello.
Un'ufficiale che parla inglese chiede a Claudio che lavoro
fa e poi indica me con il dito e gli chiede che lavoro
faccio. Domanda successiva: "Andate in Israele?". Noi: "No".
Ci dice di sederci che deve telefonare (probabilmente a
Damasco o boh) per sapere se puo' farci il visto o meno.
Incrociamo le dita. Dopo un'ora e mezza un ufficiale allo
sportello ci chiama. Ci da un foglietto con su scritto
qualcosa in arabo e la cifra da pagare per il visto da
consegnare alla banca di fronte. E vaiiiiii...ci fanno il
visto! Andiamo nella banca di fronte (Banca...mmm...sempra
piu' un pollaio riassettato!) consegnamo il foglietto e
paghiamo 20 US dollari a testa. Ritornaimo dall'ufficilae
con dei fogli timbrati ed un'altro ufficiale grassisimo ci
mette un sacco di francobollini sul passaporto e dei timbri.
Abbiamo il visto! Welcome to Syria. inziamo a pedalare in
Syria. il paesaggio e' pressoche' lo stesso ma ancora piu'
piatto. I mezzi che circolano forse un po' piu' scassati che
in Turchia e le citta' un po' piu' caotiche e sporche.
Arriviamo ad Aleppo nel tardo pomeriggio. Alloggiamo in un
hotel in centro (ce n'e' pieno!). E' pulito, ci sono altri
tre viaggiatori in bici (un iraniano affascianto dalle bici
italiani (bianchi, colnago, ecc...) e due neozelandesi), il
proprietario simpatico e abbiamo un balcone enorme. A pochi
passi da noi lo Sheraton che ha occupato piu' di mezzo
quartiere. Troviamo solo bancomat che accetano Visa e
MasterCard ma non Cirrus o Maestro, cosi' entriamo allo
Sheraton per vedere se ci fosse un bancomat che li accetta.
Ci sono molti vestiti con il vestito tradizionale
arabo..tunicona bianca e telo rosso a quadri in testa con
"aureola" nera e l'aria condizonata a manetta (da
coccolone!). Va beh il bancomat lo troviamo ma accetta solo
Visa. Riusciamo al caldo e tra i comuni mortali!

22/23 giugno. Aleppo. Molte finestre degli edifici hanno le
persiane...da quanto non vedevo le persiane! Le donne sono
molto, molto coperte. Tante vestite di nero, indossano lo
chador e senza nemmeno il viso (alcune nemmeno gli occhi)
scoperto. Alcune hanno anche i guanti neri o bianchi. Ci
sono altre donne con la testa scoperta e maglie a maniche
corte ma sono la minoranza. Da quanto ho letto Aleppo e' una
delle citta' syriane dove si vedono la maggioranza di donne
con lo Chador. Vedremo il resto della Syria. Gli uomini
vestiti occidentali ma una buona parta indossa vestiti
tradizionali. Il bazar di Aleppo e' spettacolare...ci si
perde nei vicoli fra venditori di oro, argento, spezie,
datteri, frutta secca, vestiti, stoffe e molto altro. Non
mancano anche biciclette, motorette e qualche camioncino che
dove riescono si infilano! C'e' poi la Citadella a dominare
il cielo della citta'...dobbiamo ancora farci un salto
pero'!
I copertoni della mia bici sono veramente marci...cosi' oggi
ne abbiamo comprati altri due da un meccanico di bici in una
viuzza in centro dove ci sono alcuni negozi di bici (che
vendono cose scadentissime!). Non sono buoni copertoni ma
fino a casa dovrebbero reggere...speriamo! Poi Cla ha
comprato una canotta davvero "bella"! La sua era troppo
distrutta.
Siamo nel forse unico internet cafe' nel centro di Aleppo.
C'e' l'aria condizionata che con questo caldo fa molto
piacere. L'arrivo in Syria e' stato un po' come un ritorno
nella "vera" Asia...caos, sporcizia, bazar, venditori che ti
chiamano e ognuno che si sente in dovere di dirti
qualcosa..."welcome" o "hello". Bisogna riabituarsi ma mi
trovo bene.

Domani staremo ancora qui e poi probabilmente pedaleremo
nell'entroterra della Syria per poi entrare in Libano e
costeggiare la costa mediterranea fino a Beirut.

Beijing-Halep: 20.460 km.

Ciao cari,

Patrizia

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