PATRIZIA (ALEPPO-BEIRUT, 25/06/2008 - 30/06/2008)
Ciao a tutti,
siamo a Beirut, in Libano. Fa molto caldo fuori ma qui,
nell'internet cafe'' c'e' l'aria condizionata.
25 giugno. Aleppo-Hama. Riaprtiamo da Aleppo e appena usciti
dalla citta' incrociamo due ciclisti syriani che si stanno
allenando. Le loro bici non sono spettacolari ma meglio di
quelle che abbiamo visto in giro. Fa molto caldo e durante
la giornata beviamo piu' di 6 litri di acqua a testa.
Durante la giornata tre volte ci invitano a casa per
mangiare e riposarci. Claudio buca tre volte e mentre siamo
fermi a riparare la camera d'aria ragazzi o uomini con le
loro motorette si fermano per vedere se abbiamo bisogno di
aiuto. Intorno a noi tanti ulivi! Gli uomini sono per lo
piu' vestiti tradizionali con le loro tunicone. Le done per
la maggior parte con il capo coperto. I piu' ospitali sono
gli adulti e gli anziani, i ragazzi spesso sono un po'
stupidi con le loro grida disumane e le risate. Le case sono
per lo piu' del colore della terra: color sabbia. Arriviamo
ad Hama alle 8 di sera dopo 140 km e abbastanza cotti.
Troviamo alloggio in un hotel carino e con lo staff davvero
amichevole. c'e' qualche altro turista e la sera guardiamo
tutti insieme Turchia-Germania. Finita la partita siamo
tutti dispiaciuti. Di piu' i siriani che tenevano molto in
una vittoria della Turchia.
26 giugno. Decidiamo di sostare un giorno ad Hama. Fa molto
caldo e ci si sente un po' "fiacchi". Ne approfittiamo della
terrazza con la manichetta dell'acqua per lavare le bici.
27 giugno. Hama - Crac Des Chevalliers. Facciamo colazione a
base di formaggio, olive, uova e pane e marmellata. Il tutto
accompagnato da una tazza di te'. Non e' un toccasana per la
salute ma e' cio' che offre la Syria! E' venerdi' e la
maggior parte dei negozi sono chiusi. Ripartiamo e per le
strade c'e' poca gente in giro. Qualche famiglia fa pic-nic
sotto gli alberi lungo la strada. Arrivati ad Homs giriamo
verso ovest, verso il mar Mediterraneo. Il vento ora soffia
contro. Ci fermiamo a pranzo sotto dei pini. Due bimbi
vengono a salutarci e danno la mano a Claudio. Dopo poco uno
ritorna orgoglioso con la sua biciclettina e da nuovamente
la mano a Claudio. mentre mangiamo i nostri panini pedala
avanti e indietro con la sua bici. Un bilico passa nella
stradina sterrata vicino a cui ci siamo seduti a mangiare e
dopo poco BOOM...e' scoppiato un copertone al bilico!
Scendiamo in una vallle e dal basso della pianura vediamo la
nostra destinazione in cima sulla collina: Il castello Crac
Des Chevalliers. Usciamo dalla strada principale e dopo poco
iniziamo a salire. Decidiamo di fare la strada piu' breve
per raggiungere il castello. Non so se e' stata una bella
scelta. La strada segue il crinale della collina senza
troppe curve. Una pendenza assurda. Non si riescono a
lasciare le mani dal manubrio per bere. E' troppo dura la
salita. Impiegiamo qualcosa tipo tre quarti d'ora per
percorrere meno di tre km. Per arrivare al castello ci sono
altri 5 km! Arrivati in cima veniamo ripagati dalla vista e
dal castello. Molto fiabesco! troviamo una stanza per la
notte ad un ristorante attaccato al castello. La
stanza...beh non fiabesca come il castello...! E' molto
silenzioso e piu' fresco quassu' e dormiamo come ghiri.
28 giugno. Crac Des Chevalliers - Tripoli. Scendiamo dal
castello di nuovo nella valle ma percorrendo un'altra strada
e raggiungiamo la strada principale. Dopo pochi km leggiamo
un cartello che indica la strada per la frontiera con il
Libano. Cosi' imbocchiamo quella strada. Dopo due km
arriviamo ad un bivio. Ci sono dei militari che ci fermano e
ci chiedono dove stiamo andando. Siamo si al confine con il
Libano ma su una strada su cui non c'e' frontiera cosi'
torniamo di nuovo indietro per la stessa strada di nuovo
fino alla principale. Dopo un'altra decina di km prendiamo
un'altra strada che dovrebbe portare alla frontiera. In
mezzoretta giungiamo alla fine della Syria. Molto caotica la
frontiera siriana ed ancor di piu' quella libanese con un
sacco di camion in fila, tanti lavori in corso e persone
ovunque. All'imigrazione libanese ci fanno il visto
turistico per un mese senza pagare nulla (ovviamente ci
chiedono se abbiamo visitato o visiteremo
Israele...risposta:no!). I militari in
frontiera sono gntili ma ci dicono di fare attenzione in
Libano. I cartelli, le insegne dei negozi, ecc sono sia in
arabo che in francese. Ma non in inglese. Dopo qualche altro
km c'e' la dogana dove un ufficiale ci dice che non e' un
bel momento per andare a Tripoli. Ci dice che ci sono
sparatorie nel area a nord di Tripoli. Chiediamo se ci sono
problemi per pedalare. Ma non e' molto chiaro. Gli chiediamo
se possiamo stare a dormire a Tripoli e ci dice di no.
Inziamo a pedalare in Libano. Non sono sicura di pedalare,
sono ansiosa e l'ufficiale non m'ha messo certo
tranquillita'. Torniamo indietro alla dogana e chiadiamo
all'ufficiale se c'e' un mezzo che ci possa portare fino a
Tripoli o oltre. Ferma un furgoncino che ci porta
('ovviamente' pagandolo) fino a Tripoli. Lungo i 30 km che
ci separano da Tripoli vediamo molti accampamenti e tendoni.
Probabilmente di rifugiati (i palestinesi in Libano sono
400.000...il 10% della popolazione totale). Arriviamo sulle
coste del Mar Mediterraneo...e' molto bello. Prima di
raggiungere Tripoli passiamo qualche posto di controllo
militare e una decina di carroarmati con tanto di militare
seduto sopra di fronte alla mitragliatrice. Giungiamo in
centro a Tripoli dove il nostro autista ci scarica.
Decidiamo di fermarci a Tripoli a dormire. Sembra abbastanza
tranquilla e le persone girano tranquillamente. In citta' la
maggior parte delle auto sono mercedes degli anni '80. poi
bmw o renault degli stessi anni molto scassate. Alloggiamo
in una pensione. Il palazzo molto squincio ma la casa
pulita. La signora che ci ospita ci offre da bere e da
mangiare appena entrati in casa. In Libano la maggior parte
delle persone sono musulmane ma esiste un 30/40% di
cristiani (cattolici e ortodossi). Usciamo giusto per cenare
e comprare dell'acqua e poi ritornaimo alla pensione.
Il Libano e' il paese piu' verde del Medio Oriente. Il
simbolo (che e' anche sulla bandiera libanese) e' l'albero
di cedro. Sfortunatamente da una delle piu' belle foreste
che era si e' ridottta a solo qualche macchia sulle
montagne. Qualche progetto di reforestazione e' in atto ma
potrebbero volerci secoli.
29 giugno. Tripoli-Beirut. Ripartiamo da Tripoli. Passiamo
ancora qualche posto di blocco e poi imbocchiao la
superstrada per Beirut che costeggia il mare. Il vento
soffia contro ma il cielo e' azzurro e il mare splendido.
Dopo una 20ina di km scendiamo sulla strada costiera dove
passano alcuni bilici (hanno il divieto di circolare sulla
superstrada). La strada e' stretta ma con una vista
spettacolare sul mare. Intorno a noi e' abbastanza deserto a
parte qualche piccolo hotel con la spiaggia. Dopo altri 15
km veniamo "inghiottiti" da un'estate "ligure" di auto
parcheggiate ogni dove lungo la costa e centiania di persone
sulle spiaggie e in acqua. E' uno dei paesi piu' liberali
del Medio Oriente. Le donne sono per la prima volta dopo
mesi in bikini e calzoni corti. Gli uomini vestiti "molto
europei". Probabilmente dovuto anche al fatto che la
popolazione non e' solo musulmana. Il Libano e' come dicevo
molto verde e la costa assomiglia a quella ligure pero' ci
sono molte costruzioni 'obrobriose' e altre (tate) mai
finite. Siamo fermi a pranzare in uno dei pochissimi posti
liberi che abbiamo trovato e due ragazzi in motorino vengono
a fare la nostra conoscenza. uno parla molto bene inglese ed
e' fidanzato con una ragazza italiana. Ci scambiamo le email
e ricominciamo a pedalare. Le auto sono meno scassate che a
nord, c'e' sempre qualche posto di controllo militare (per
lo piu' ragazzotti in divisa sotto il sole cocente con in
mano un fucile mentre tutti gli altri ragazzi sono in
costume a fare il bagno). Prima di arrivare a Beirut Claudio
buca dietro e pedaliamo un po' in autostrada, un po' sul
lungo mare e un po' sulle strade secondarie. In autostrada
ci sono alcuni ragazzotti in moto che fanno le impennate e
rischiano di spaccarsi la testa loro e a qualcun'altro. Ci
sono i poliziotti ma sembrano non importarsene. Generalmente
a chi guida le auto sembra piaccia "fare il pilota" (in
strada!).
Arriviamo a Beirut e in centro su alcuni palazzi (ormai
deserti, a esclusione forse di qualche "abusivo" che ci vive
ancora) vediamo i segni dei bombardamenti da parte di
Israele avvenuti nel 2006. Altri palazzi sono stati
ricostruiti da poco tempo. Alloggiamo in un albergo davvero
"squincio" e nemmeno economico. Almeno le lenzuola sembrano
profumare di bucato. Qui e' piu' caro della Syria e lo
standard che offre allo stesso prezzo e' piu' basso sia nel
cibo che negli alloggi. Beirut e' una grande citta', offre
molte cose. Forse riusciresti a trovare tutto cio' che ti
serve e offre alcune strutture fra le piu' valide del Medio
Oriente. Pero' boh ha qualcosa per cui non ti senti troppo a
tuo agio. Sul lungo mare (la sera) ci sono bambini in
biciclette, signore che fumano il narghile', uomini che
pescano, signori che passeggiano, ragazzi che flirtano,
bambini che guidano macchinine a pedali o motociclettine e
qualche militare e due carroarmati (la gente sembra non
farci caso, sono come parte della citta' tanto uguali ad un
palazzo o ad un albero). Ci sono molte catene internazionali
come Hard Rock cafe', MC Donald, KFC e Starbucks. Del gelato
spettacolare e kebab. Stasera in onda Spagna-Germania.
Sembrano tifare tutti per la Germania, bandiere sulle auto,
sulle case e qualcuno con il motorino. Vince la Spagna e
c'e' casino lo stesso fino a tardi.
30 giugno. Oggi fa molto caldo. E' andata via la corrente e
'ovviamente' la pnsione dove alloggiamo non ha il
generatore...cosi' il ventilatore e' 'morto'! Saremo qui
oggi e domani credo ripartiamo. Andremo a Baalbek, in
centro-est Libano e poi raggiungeremo Damasco in Syria.
Ciao gente, ci sentiamo nuovamente dalla Syria.
Patrizia
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