29.8.07

CLAUDIO (CAMBOGIA, 29/08/2007)

Ciao Gente, siamo a Phnom Penh, la capitale della Cambogia.
Siamo arrivati da alcuni giorni e probabilmente domani
ripartiremo.

A Saigon eravamo rimasti solamente un giorno a riposare, il
nostro visto sarebbe scaduto dopo soli due giorni quindi
dovevamo affrettarci per entrare in Cambogia. Nel giorno di
riposo abbiamo visitato il museo dei crimini di guerra
americani. Io l'avevo gia' visto anni fa ma per Patrizia
valeva la pena visitarlo. Hanno cambiato alcune cose e nei
prossimi anni amplieranno il museo.

Alcune foto sono racapriccianti, i delitti che hanno fatto
gli americani in Vietnam sono mostruosi. Bombardavano
scuole, universita' sparavano a vecchi e bambini senza alcun
motivo. In una foto si vede una bambina di 9 anni che corre
in mezzo alla strada con una bomba al napalm infilata nella
schiena.
In Vietnam hanno lanciato 14 milioni di tonellate di bombe,
sette volte in piu'di quelle usate nella seconda guerra
mondiale.
Lanciato bombe chimiche che hanno causato cancri e nascite
di bambini handiccapati per molti anni.
In una sala e' stata allestita una mostra sulle propagande
contro la guerra. Striscioni e manifesti di molti paesi che
chiedevano la fine di quella guerra.

Le stesse torture e crimini oggi li stanno facendo in Iraq.

In Vietnam trovare negozi di biciclette serie e' un'impresa
disperata. Con la mia bici era diventata una tortura
pedalare e raggiungere Bangkok con la catena cosi' consumata
era da suicidio. Abbiamo trovato un negozio di "ciaraffi"
dove ho comprato una catena nuova semidecente. A quel punto
riuscivo a mantenere una marcia senza che slittasse la
catena, prima ogni pedalata era una ginocchiata sul
manubrio. Magra consolazione ma almeno riuscivo a pedalare.

Lasciata la citta' abbiamo percorso circa 70 chilometri ed
abbiamo dormito in una locanda vicino al confine. In quei 70
chilometri abbiamo fatto due belle doccie, la stagione delle
piogge si fa sentire man a mano che ci avviciniamo alla
Cambogia. Nella reception della nostra locanda il
proprietario ha avuto la brillante idea di fare il pollo
alla brace affumicando tutte le stanze. Pioveva troppo forte
fuori per cucinare e quel balordo aveva troppa fame per
aspettare.
Ci siamo intossicati nella nostra stanza senza finestra.

Il 20 agosto siamo entrati in Cambogia. Quattro anni fa la
frontiera era un piazzale sterrato con due baracche simili a
pollai dove gli ufficiali timbravano i passaporti. Avevo
impiegato piu'di 4 ore per oltrepassare il confine. Adesso
la frontiera e' impressionante. Hanno costruito due edifici
enormi, quello cambogiano e' esagerato, in mezz'ora avevamo
oltrepassato il confine. Probabilmente hanno fatto a gara su
chi faceva l'edificio piu'spettacolare.

La Cambogia dopo il confine e' irriconoscibile, guest house,
hotel e casino' per diversi chilometri dopo il confine.
Quando ero passato io c'era qualche villaggio di capanne e
niente piu'. Dopo alcuni chilometri inizia la vera Cambogia,
villaggi di palafitte, negozietti e ristorantini dentro
delle capanne lungo la strada.
La Cambogia e'una piatta pianura con immense risaie, palme e
paludi dove nascono i fiori di loto. La gente e'molto
cordiale e sorridente, la fisionomia e' un po' differente
dai vietnamiti e sono anche piu' scuri. Adoro i cambogiani,
mi sono sempre piaciuti. Lo standard di vita e' piu' basso e
di conseguenza la gente e'piu'povera. Nonostante questo e'
un po' piu' cara del Vietnam sopratutto perche' c'e' la
doppia moneta, dollaro e rial. I prezzi sono sempre indicati
in dollari ed e' la moneta piu' usata. Avendo solo le
banconote e' necessario il rial che funziona da centesimo di
dollaro.

Come in Vietnam anche qui spopolano le motorette. Qui pero'
non c'e' limite di portata, sulla motoretta si puo' salire
in 6 e trasportare qualunque cosa si riesca a portare senza
limiti di larghezza o lunghezza.
Circolano molte piu' macchine e la maggior parte sono usate
da stranieri che lavorano per delle ONG. In quasi tutte le
citta' ci sono organizzazioni non governative gestite da
cambogiani e occidentali. Ci sono molti progetti in Cambogia
e molti stranieri investono in hotel e casino', sopratutto
koreani e giapponesi.

In quattro anni il paese ha fatto passi da gigante, le
strade principali sono tutte asfaltate e quelle secondarie
lo saranno tra non molti anni. Cinque anni fa le strade
cambogiane erano considerate le piu' brutte al mondo dopo
Mozambico e Congo.

Per raggiugere Phnom Penh abbiamo dovuto prendere un
traghetto per attraversare il fiume Mekong. Visto il
traffico poco intenso non hanno ancora costruito il ponte
sul fiume ma si servono dei traghetti che in pochi minuti lo
attraversano.
Molti ponti in Cambogia sono nuovi, costruiti in
collaborazione coi giapponesi.

La capitale ricorda il periodo coloniale francese. La citta'
e' costruita con case basse e molte hanno le persiane alle
finestre come usa in occidente. Ci sono diversi progetti dei
koreani per costruire grattacieli e centri commerciali,
investono molto qui a Phnom Penh.

Qui in citta' abbiamo incontrato degli amici dei miei
genitori, Lucia, Igino e il loro figlio Uattana. Lavorano
per una ONG qui in capitale. E' una scuola dove insegnano ai
ragazzi il mestiere dell'orafo. Costruiscono anelli,
collanine, ciondoli e bracciali con l'argento decorandoli
con smalti, seta e con l'ottone recuperato dalle mine
antiuomo.
Abbiamo visitato la scuola e trascorso due giorni con
Uattana. Quel ragazzino di 12 anni ha un'energia che
potrebbe fare il giro del mondo 6 volte. Il primo giorno
l'abbiamo trascorso tra i tavoli da bigliardo e il ping
pong. La sera esausti abbiamo mangiato in un ristorante con
Lucia, Igino e altri italiani in vacanza. Il ristorante fa
parte di un progetto francese dove insegnano ai ragazzi a
diventare cuochi e camerieri.
Il giorno dopo abbiamo incontarato Lucia e ci ha fatto da
guida nel Tuol Sleng quello che una volta era una scuola ma
negli anni 75 - 79 e'diventato il carcere del dittatore Pol
Pot. Nel Toul Sleng i Khmer Roge (seguaci di Pol Pot)
torturavano i traditori, gli intelettuali e chiunque potesse
essere un'ostacolo per la "democrazia" di Pol Pot. Il
genocidio e' durato 4 anni fino a che i vietnamiti non hanno
invaso la Cambogia e liberato i cambogiani dal dittatore.
L'occidente era al corrente di quello che stava succedendo
in Cambogia ma il paese non avendo risorse economiche non
era d'interesse a nessuna potenza occidentale. Ancora oggi
la Cambogia e' piena di mine antiuomo sparse dai Khmer Rouge
durante quegli anni.

Il pomeriggio siamo andati sull'isola della seta con le
biciclette. Abbiamo affittato una bici per Uattana e siamo
andati tutti e tre. Il fiume Mekong si apre in due e forma
quest'isola spettacolare. L'abbiamo raggiunta col traghetto
e percorsa in lungo e in largo con le biciclette. Le
stradine sull'isola sono tutte sterrate e con la stagione
delle piogge la maggior parte sono infangate. La sera
eravamo coperti di fango fin sopra la testa ma il peggiore
era Uattana che era scivolato dentro una pozza di fango.
Prima di riconsegnare la sua bici siamo andati al lavaggio a
farle pulire altrimenti il prorpietario non ci avrebbe mai
reso la cauzione.

Abbiamo avuto bisogno di un giorno di riposo per riprenderci
da Uattana. Avessimo fatto 200 km in bici ci saremmo
stancati meno. E'un gran casinista ma e'comunque un
ragazzino d'oro.

La sera col buio la capitale cambia faccia e molti bambini
escono di casa a cercare nella spazzatura cose utili e cose
da mangiare che qualcuno a gettato. Camminano per le vie del
centro con i loro sacchi sulla schiena sperando di
recuperare qualcosa. Quando piove forte molti bambini vanno
in mezzo alla strada con delle saponette per lavarsi, i piu'
piccoli sguazzano nelle pozzanghere dove si lavano come
possono. E'il contrario di quello che succede da noi. Quando
piove i bambini devono rientrare in casa mentre qui li
mandano fuori almeno si lavano.

Il 26 agosto ci siamo concessi una vacanza... Abbiamo
affitato una moto da enduro 250 e abbiamo raggiunto la
spiaggia a 230 km dalla capitale. Volevamo affittare una
motoretta piu'economica ma per la distanza troppo elevata ci
voleva una moto piu' grossa. Abbiamo contrattato il prezzo e
da 9 dollari al giorno abbiamo pagato 7. Abbiamo tenuto la
moto 3 giorni ed abbiamo percorso circa 500 km. Che
differenza viaggiare in moto!! Sinceramente preferisco la
bicicletta, piu' lenta e faticosa ma in moto non mi godo il
panorama come con la bici. E poi in bicicletta si e'piu' a
contatto con la gente, parte fondamentale del viaggio.
Il primo giorno abbiamo raggiunto Kep, il paradiso dei
francesi nel periodo coloniale. Molti ricchi francesi
partivano con le navi per raggiungere la Cambogia e
trascorrere le vacanze. Ora Kep e' un villaggio di pescatori
e le case bruciate dei farncesi sono occupate da qualche
cambogiano che se ne e' giustamente appropriato. Alcuni
occidentali hanno costruito alcuni hotel e prima o poi ne
costruiranno molti altri rovinando quel paradiso.

Da Kep siamo andati a Sianouk Ville, altro posto di
villeggiatura francese. Quella citta' e' fastidiosa. Una
spiaggia spettacolare che farebbe invidia a qualunque altra
e hotel su hotel ovunque. Ci sono piu' hotel di quanti
occidentali potrebbero mai andare in quella citta'. Sono
perennemente vuoti, ogni hotel avra'al massimo 3 persone
perche' la concorrenza e' spaventosa.
Sulla spiaggia si intravvedeva qualche cambogiano in mezzo a
tutti gli stranieri. Lo spettacolo pero' erano i
ristornatini sulla spiaggia tutti in fila. La maggior parte
erano gestiti da cambogiani quindi faceva piacere andare a
mangiare li e non altrove per arricchire occidentali.

Il mare era qualcosa di splendido, se non fosse stato per la
pioggia e i nuvoloni neri non sarei mai uscito dall'acqua.

Siamo ripartiti per la capitale sotto al diluvio, la
stagione delle piogge non lascia tregua neanche un giorno.
Lungo la strada abbiamo incrociato un pescatore in groppa al
suo elefante. Il pachiderma era enorme, i bufali d'acqua a
confronto sembravano formiche. Alcuni usano l'elefante per
gettare le reti nelle paludi o nei fiumi ma ovviamente in
pochissimi possono permettersi un' elefante. Dietro al
pachiderma che camminava a passo d'uomo c'era una fila di
gente che lo voleva toccare o solamente guardare da vicino.
Due donne hanno pagato il proprietrio per fermare l'elefante
e camminare sotto la sua proboscide. Non so se era un rito
religioso o scaramantico o se quelle due donne erano
semplicemente rincoglionite.

Ieri sera abbiamo raggiunto la capitale e siamo tornati
nella nostra guest house. Domani mattina dovremmo ripartire
e procedere verso ovest. D'ora in avanti si pedala verso
casa... che palle.

Ciao

Claudio

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