26.7.07

CLAUDIO (PECHINO - HANOI, 26/07/2007)

Ciao Gente, siamo fermi nella capitale vietnamita da qualche
giorno. Abbiamo riposato un po' e domani ripartiremo verso
sud, verso Saigon.

Gli ultimi quattro giorni in Cina sono stati un po' fatcosi,
sali e scendi, strade pessime e un caldo umido da sciogliere
anche le pietre.

Avevamo riposato una giornata ad Hepu, una piccola citta'
sulla strada per il confine. Il primo giorno abbiamo
percorso 80 chilometri di sali e scendi con il vento
contrario. Il vento soffia sempre forte da sud est, credo
sia normale che soffi cosi'. Quando ero in Vietnam nel 2004
il vento soffiava sempre da sud est... o e' sfiga o e'
normale!
La regione della cina diventava sempre piu' povera man mano
che ci avviacinavamo al confine. Il panorama era sempre lo
stesso, risaie e campi di granturco. Non abbiamo trovato
nessuna mangiatoia lungo la strada quindi ci siamo
accontentati di un pacco di biscotti che portavo nella
borsa. Bene o male avevamo qualcosa da mettere sotto ai
denti.
Alcuni contatini lavoravano nei campi aiutati dai bufali,
altri legavano i loro bufali agli alberi aspettando un
cliente che li volesse comprare.
Sono animali robusti e docili, ottimi per i lavori nei campi
o per trainare carri pesanti.
Il caldo si faceva sempre piu' intenso, nel primo pomeriggio
la temperatura si alza molto e si fatica davvero tanto.
Mentre pedalavamo abbiamo incrociato un contadino che andava
verso i suoi campi con la bicicletta. Si era costruito un
cappello di rami e foglie per non prendere un'insolazione.
Tra il fruscio dei rami e i ciglii della sua bicicletta non
passava innoservato!
La sera abbiamo raggiunto un citta' abbastanza grande e
trovato un alloggio a 3 euro e mezzo. La stanza era al
quarto piano e come al solito prima porto su la mia bici che
e' piu' pesante e poi scendo a prendere quella di Patrizia
che pesa meno... Che fortuna che hanno le donne con la scusa
che sono piu' deboli...
La notte e' stato un'inferno, in camera c'era un ventilatore
piccolino che serviva a ben poco. Abbiamo fatto un
dormiveglia tutta la notte per il caldo.

Il secondo giorno e' stato forse meglio, 120 km di sali e
scendi ma il vento era meno forte. All'ora di pranzo ci
siamo fermati in ristorantino lungo la strada. Era piuttosto
schifoso ma non avevamo molte opzioni. C'era solo quello.
Sono andato in cucina a scegliere cosa mangiare ma anche li
non c'era molta scelta. Riso, carne e verdura.
Il proprietario sapeva qualche parola di inglese ma non ci
azzeccava mai. Mischiava tutto quello che sapeva dire. Per
dirmi il prezzo mi faceva segno con le dita 17 e in inglese
mi diceva "twenty seven yuan"... non ci azzeccava neanche
coi numeri...
La sera abbiamo raggiunto Nanning, il capoluogo della
regione. Secondo i nostri calcoli doveva esserci un bivio a
80 km e non dovevamo arrivare a Nanning e invece avevamo
percorso 120 km ed eravamo nella citta'. Le cartine cinesi
non sono poi cosi' affidabili, sopratutto coi chilometri.
La sera stessa storia...scalinata per raggiungere la camera.
Prima la mia bici e poi la sua... mi uscira' un ernia prima
o poi!

Ci siamo fermati solo una notte nella grande citta',
mancavano solamente due giorni per raggiungere il confine.
Fuori dalla citta' il panorama non cambiava mai, bufali
d'acqua, motorette che trasportano mailai legati sul
portapacchi o decine di papere appese a testa in giu'. La
gente e' povera e non hanno molti mezzi di trasporto per
portare gli animali. E' impressionante vedere gente povera
che si sposta coi carri trainati dai bufali e magari in
tasca hanno dei cellulari appena usciti in commercio. I
cellulari sono un esigenza per tutti. Magari vivono in delle
baracche in mezzo ai ratti ma non si fanno mancare il
telefonino. Maledetti telefoni....quanto li odio!

Mentre attraversavamo un villaggio abbiamo incrociato un
camion e sentito un forto botto. Mi sono girato e il camion
aveva perso un foglio di compensato spesso 3 centrimetri e
una dimensione di 2 metri per uno. Per fortuna Patrizia era
passata da pochi secondi altrimenti se lo prendeva in testa.
Il camionista non si e' accorto di nulla e gli sciacalli del
viallaggio sono corsi per prendersi il foglio di compensato.
Il piu' veloce e' stato uno con un'ape taxi che lo ha
caricato veloce ed e' scappato dalla parte opposta.
Quel giorno sia a pranzo che a cena abbiamo mangiato pasta
chimica, fa schifo ma almeno in emergenza ci possiamo
nutrire.
Per la notte abbiamo raggiunto un villaggio dove c'era una
locanda. Era ormai buio quindi ci siamo fermati. Questa
volta costava un euro a testa. I letti erano di ferro con
una stuoia di legno posata sopra. C'era un ventilatore che
gigolava ma almeno faceva un po' di fresco. La notte e'
stata indimenticabile...un male alle ossa che non ci ha
fatto dormire, ogni venti minuti ero sveglio e cambiavo
posizione dal male. Alle otto di mattina eravamo in piedi
pronti a pedalare, male ovunque e un sonno tremendo. Che
notte di merda!

L'ultima distanza in Cina e' stata di 110 km, abbiamo
raggiunto Pingxiang in serata, l'ultima citta' a pochi
chilometri dal confine. Ci ha subito subito aclappiato un
tizio con l'ape taxi e accompagnato in un albergo economico.
Sapeva un po' di inglese e poi si aiutava con un
dizionarietto tascabile.
Cambiava i soldi e ci siamo dati appuntamento per il mattino
alle 10 e mezza davanti all'albergo.
La mattina siamo scesi verso le 9 per andare a fare la spesa
e lui era gia' li con la calcolatrice che ci aspettava...che
sciacallo d'uomo! Il cambio non e' stato troppo favorevole
ma per quel poco che avevamo andava bene cosi'.

In un ora abbiamo raggiunto il confine, timbro sul
passaporto, nessun controllo doganale e arrivederci Cina!

In frontiera abbiamo conosciuto un ragazzo canadese che era
di ritorno ad Hanoi. Era volato in Thailandia e girato per
il sud est asiatico in autobus, ad Hanoi aveva comprato una
bici e raggiunto la mongolia sui pedali. A Ulaanbaatar gli
hanno fregato la bici ed e' tornato indietro con l'autobus.
Ora raggiungera' nuovamente Bangkok per ritornare a casa con
l'aereo.

In frontiera vietnamita abbiamo fatto un po' piu' di coda ma
ottenuto il tembro senza problemi. Alla dogana abbiamo
dovuto pagare 2000 dong a testa di tassa, quasi 10 centesimi
di euro. Ho pagato con 10000 e l'ufficiale ha provato a
bidonarmi col resto. Gli ho detto che mi stava fregando, ha
sorriso e mi ha dato la cifra giusta. Mi stava fregando
quasi 5 centesimi...
I vietnamiti sono dei fenomeni, cercano sempre di fregare
qualcosina col resto e gonfiano sempre i prezzi.

Dopo la frontiera abbiamo raggiunto Long Son, la prima
citta' vietnamita.
C'erano alberghi ovunque e ci siamo alloggiati nel primo che
abbiamo visto. Subito ci ha sparato una cifra che abbiamo
abbassato subito. Dopo una piccola contrattazione abbiamo
raggiunto un'accordo. Sei euro in due, poteva andare bene
per la prima notte. La citta' era piuttosto squallida,
giusto un posto di passaggio. Abbiamo comprato ananas e
gelato da mangiare in camera perche' mangiatoie non si
trovavano. Con gli ananas abbiamo dovuto contrattare
un'altra volta. I vietnamiti sono fetenti, quando sorridono
vuol dire che ti stanno fregando... Lo fanno per gioco e
sinceramente ci divertiamo a contrattare.

Ci sono voluti due giorni per raggiungere Hanoi. Dista 170
km dal confine. Lungo la strada non sono mancati gli
Hello!!!!!!!!!!!!! Chiunque si sente in dovere di dire
qualcosa, un "hello" oppure un grido, un verso o un qualcosa
che sfoghi il proprio stupore a vedere due in bicicletta.

Abbiamo raggiunto hanoi domenica all'ora di pranzo. La
citta' e baccano di motorini che inadono le strade, gente
che vende frutta, moto taxi che ti chiamano, ragazzini che
ti aclappiano per proporti un albergo.... Ci sanno fare coi
turisti molto piu' che in Cina.

Dopo ore di ricerca abbiamo trovato un albergo. Andava bene,
bagno in camera, aria condizionata, tv, e acqua calda. La
stanza costava 8 euro e per essere in citta' non era male il
prezzo. La sera ci siamo accorti che dalla doccia usciva
solo acqua fredda perche' il rubinetto era scassato. Prima
di addormentarci ho visto un topo che passeggiava per la
stanza....forse non era poi cosi' un buon affare. Ho messo
tutti i bagagli sul letto per stanare il topo, aperto la
porta e con un attaccapanni cercavo di stanarlo. Patrizia
era in piedi sul letto a godersi lo spettacolo. Alla fine si
era intanato in cassetto e sono riuscito a farlo scappare.
E' entrato in bagno e l'ho inseguito, patrizia mi ha chiuso
dentro col topo e sentio che diceva " ma non e' tanto
grosso"...fan culo, in bagno pero' ci ha chiuso me col
ratto!
Si era staccata una grata antitopo dal bagno e quel bastardo
passava di la. Ho risistemato la grata e niente piu' topi in
camera.

Lunedi' abbiamo richiesto il visto cambogiano e ritirato nel
pomeriggio. E' costato 25 dollari. La sera mi sono lamentato
col padrone, l'acqua calda, il topo... Il giorno dopo gli ho
lasciato la chiave cosi' avrebbe riparato il rubinetto. La
sera non aveva riparato niente, anzi, la donna delle pulizie
vedendo la chiave aveva rifatto la stanza, spostato la grata
e dimenticato la porta del bagno aperta... Siamo saliti in
camera col padrone e il topo aveva festeggiato. Si era
ciucciato il latte dal cartoccio e allagato il tavolino,
cagato qua e la e rimesso nel suo cassetto. Abbiamo provato
a stanarlo ed e' scappato subito in bagno, sapeva gia' la
strada.

La mattina il padrone ci ha svegliati dicendo che la stanza
non andava bene, dovevamo cambiare albergo. Il motivo era il
topo.... Mi sono rifiutato di cercare un albergo ma non
avevamo opzioni, bisognava lasciare la stanza. Anche
un'altro viaggiatore e' stato sfollato con la scusa che la
stanza non era adatta a lui... Il motivo era assurdo. Quel
cesso di albergo, come tanti altri, organizza dei tour
quindi sarebbero rientrati dei turisti e doveva garantirgli
la stanza. Ho girato come una trottola tuatta la mattina e
barricato Patrizia in camera in modo che nessuno toccasse i
bagagli. Ho trovato l'unico albergo libero a 11 euro.
Nessun ratto, aria condizionata, internet gratis, bagno e
acqua calda.
Abbiamo caricato le bici e ci siamo spostati di poche
centinaia di metri.

Questi giorni non abbiamo fatto granche', girato un po' per
la citta', fatto un po' di spesa e riposato un po' le ossa.
Siamo stati dal barbiere e mi sono fatto rasare a zero.
Senza capelli patisco un po' meno il caldo e almeno per un
po' non li devo tagliare. Il barbiere sembrava un tosapecore
ma alla fine non ci voleva tanto talento a rasami.

Questa sera sistemeremo un po' il bagaglio e domani mattina
caricheremo le biciclette che si riparte verso sud.

Buon viaggio a tutti!!

Claudio

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