15.7.07

CLAUDIO (CINA DEL SUD, 15/07/2007)

Ciao a tutti, rientrare in Cina dopo essere stati a Hong
Kong e' un po' traumatico. Il traffico intenso e i clacson
continui alle volte sono snervanti.

Pensavamo di fare una scorciatoia dopo Hong Kong, evitare
almeno 100 chilometri attraversando una baia ma il ponte che
la oltrepassava era autostrada quindi un casello e un bel
divieto per le biciclette ci hanno sbarrato la strada e
costretto a raggiungere Guangzhou. Morale della favola due
giorni in piu' di pedalata.

Raggiungere Guangzhou e' stato uno stress continuo di
clacson e traffico. Abbiamo impiegato due giorni e raggiunto
la citta' col buio. Grosso modo erano 180 chilometri di
distanza da Hong Kong ed era una zona super affollata. Nella
citta' abbiamo trovato una sistemazione cara ma non c'erano
molte opzioni.

Lasciare Guangzhou e' stato ancora piu' drammatico, abbiamo
pedalato una giornata intera in mezzo alla citta'. La
periferia era estesa per almeno cento chilometri. Hai bordi
della strada era una sorta di centro commerciale dove ogni
negozio vendeva qualunque cosa all'ingrosso. Sembrava non
finire mai, semafori e un casino esagerato di motorette e
autobus fermi ovunque per caricare persone. Non esistono
fermate dei bus, fermano ovunque ci sia qualcuno che vuole
salire.
A pranzo abbiamo trovato un ristorantino in mezzo a delle
officine. Sembrava anche quella un'officina, sporco e un
casino di scatole e bottiglie vuote. Il proprietario sapeva
una decine di parole in inglese ed ognuna parola pronunciata
finiva con una mega risata. Era stordito ma davvero
simpatico.
Ha fatto il solito elenco di giocatori di calcio italiani
come fanno in tanti. Conoscono meglio loro i giocatori
italiani di me e Patrizia. Io so giusto tre o quattro nomi.

Il giorno dopo finalmente abbiamo finito la periferia della
mega citta' ed e' cominciato un po' di verde. I cartelli
stradali come al solito sono scarsi e chiedevamo sempre
informazioni a tutte le rotonde e incroci. Ad una rotonda
abbiamo chiesto informazioni ad un moto taxi e la risposta
era quella di tornare indietro... Non si capiva molto dai
gesti che faceva ed abbiamo proseguito. Ci siamo fermati
poco piu' avanti a guardare la cartina ed un'altro moto taxi
si e' fermato a vedere se avevamo bisogno di aiuto. Non era
mai successo prima che uno ci venisse ad aiutare senza
chiamarlo. E' stato un mito, non ha detto una parola, e'
sceso dalla moto e con un bastoncino ci ha disegnato per
terra la strada. Ci disegnava un ponte e un fiume grande
dove avremmo dovuto prendere una barca. Abbiamo proseguito
con lui che ci precedeva e ci aspettava piu' avanti.
Ad un certo punto la strada era sbarrata e ci ha
accompagnati attraverso una stradina fino a raggiungere il
fiume. Li abbiamo capito il problema.... Un mese prima al
telegiornale avevamo visto la notizia di un ponte crollato
su un fiume, era il nostro ponte. Per attraversare il fiume
avevano organizzato due chiatte trainate dai rimorchiatori
che trasportavano la gente e le motorette dall'altra sponda.
I camion e le macchine potevano usufruire dell'autostrada.
Era crollato un pezzo di ponte lungo una ventina di metri.
Sfiga vuole quel pezzo era crollato su un traghetto merci
che passava in quel momento. La barca era ancora li con la
poppa sollevata e la prua sott'aqua col ponte che la
schiaccaiava sul fondo.

Dopo il ponte la strada e' migliorata molto, meno case e
meno traffico. Abbiamo pedalato una giornata sotto un sole
cocente senza trovare nulla da mangiare. Cioe' avevamo
trovato una baracca dove vendevano della pasta chimica ma
l'abbiamo rifiutata per il prezzo. Eravamo stanchi e
affamati e la proprietaria ne ha approffitato chiedendoci il
doppio quindi abbiamo rifiutato il pranzo e mangiato un
pacchettino di biscotti che avevo nella borsa. Patrizia
ormai l'ho rovinata, trascorrere 24 ore su 24 con un
genovese e' rischioso! Si accorciano le braccia e si
digiuna...

La sera abbiamo raggiunto una citta' e mangiato al mercato
sulla strada. Di giorno molte vie sono deserte ma di sera
col fresco allestiscono delle baracchette dove cucinano
qualunque cosa. Con un euro mangiamo in due.

Passata una settimana abbiamo cambiato regione. E' l'ultima
regione prima del Vietnam. La regione sembra molto piu'
povera, non piu' fabbriche e molti campi coltivati. E' molto
meno popolata e i contadini vivono in casette molto povere.
Usano come sempre i bufali per arare i campi e i mezzi
agricoli sono inesistenti. Sono diminuiti molto i
ristorantini lungo la strada e la cucina e' meno varia.
Lungo la strada transitano molti camion carichi di cani che
trasportano dentro le gabbie. Molti muoiono nel trasporto
per il caldo o per soffocamento. Ne infilano due o tre per
gabbia. Alcuni ristoranti hanno delle gabbie con i cani
pronti per essere cucinati. In una citta' dove ci eravamo
fermati a dormire c'era un ristorantino dove sul banco aveva
la testa di un cane bollita e mezzo cane sul tagliere. A noi
fa effetto perche' siamo abituati a coccolarli e non a
mangiarli ma per loro e' una cosa normale. Del resto qui a
sud non hanno allevamenti di mucche o pecore quindi si
mangiano i cani. Fanno molti spiedini di carne di cane nei
mercati e raviolini ripieni.
Eravamo in un ristorantino e nel piatto ci hanno servito
pasta e carne di cane. C'era un cagnolino dei proprietari e
ogni tanto gli tiravo un pezzo di carne che divorava
volentieri. Probabilmente era sua mamma o suo cugino....

Il penultimo giorno di pedalata mi ha affiancato un ragazzo
con un motorino e ci ha invitati a casa sua. Parlava un po'
di inglese e gli faceva piacere parlare con noi. A casa
c'era la madre che non ha fatto una piega quando ci ha
visti. Ci aveva invitati a trascorrere la serata da lui ma a
noi sarebbe venuto troppo tardi per raggiungere la citta'
successiva. Non avrebbe potuto ospitarci per la notte quindi
abbiamo proseguito. Abbiamo raggiunto un paese squallido e
sporco. Ci siamo alloggiati in un alberghetto dove lo
gestiva l'unica persona gentile del villaggio. Dopo tre
tentativi per mangiare qualcosa e le reazioni dei proprietri
erano delle gran risate e prese per il culo abbiamo comprato
della pasta chimica e mangiato in camera. Era un paese di
balordi, fortunatamente l'unico che abbiamo incontrato in
tre mesi di Cina.

Ieri e' stata una pedalata tranquilla, 80 chilometri per
raggiungere Hepu, questa citta' dove ci siamo fermati un
giorno a riposare. Erano dieci giorni che non facevamo una
sosta e ora ci voleva. Siamo in un albergo non troppo
economico ma e' stato l'unico che abbiamo trovato. Siamo al
nono piano, e' il palazzo piu' alto della citta'. Sembriamo
dei signori ma alla sera rabbiniamo andando al mercato a
mangiare i raviolini al vapore!

Abbiamo calcolato quattro giorni di pedalata per raggiungere
il Vietnam, se il chilometraggio sulla cartina e' corretto
tra una settimana saremo ad Hanoi.

Ci sentiamo dal Vietnam!

Buon viaggio!

Claudio

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