18.9.07

CLAUDIO (BANGKOK, 18/09/2007)

Ciao Gente, siamo a Bangkok da piu' di una settimana, domani
mattina dovremmo riuscire a partire e tra una decina di
giorni raggiungere Chang Mai, la citta' al nord della
Thailandia da dove voleremo in Birmania. I confini terrestri
chiusi non ci lasciano altra alternativa per proseguire il
viaggio.

Non abiamo impiegato molti giorni a raggiungere Bangkok da
Siem Reap, solamente 4 giorni di pedalata. Gli ultimi due
giorni in Cambogia sono stati disastrosi, la strada era
pessima come 4 anni fa. La strada bella in Cambogia finisce
all'aeroporto di Siem Reap, gli ultimi 150 km per
raggiungere il confine sono in condizioni pietose. Non
sistemare anche quel tratto di strada e' una assurdo
complotto delle compagnie aeree che sfruttando quel pessimo
tratto di strada vendono molti piu' biglietti aerei da
Bangkok alla Cambogia. In quel tratto di strada infatti
circolano pochi autobus, la gente si sposta con dei
furgoncini stracarichi di persone o con dei pick up
viaggiando sul cassone.

Abbiamo trascorso due giorni in mezzo alla polvere pedalando
col vento contrario. Fortunatamente la stagione delle piogge
e' stata clemente altrimenti quella strada sarebbe diventata
una pista di fango. I villaggi lungo quella strada sono piu'
poveri che nel resto della Cambogia, e' una parte del paese
lasciata in disparte per via di quella strada pessima, una
delle poche rimaste.
La mia bicicletta ha finito di consumarsi lungo quella
strada, la polvere ha contribuito a consumare del tutto la
catena e le corone. Anche alla bicicletta di Patrizia ha
cominciato a slittare la catena ma ormai eravamo vicini a
Bangkok dove avremmo risolto tutto cambiando i pezzi.
La prima notte l'abbiamo trascorsa in una locanda a Sisofon,
una piccola citta' scalcinata a 60 km dal confine. E' una
citta' di passaggio dove chi viaggia puo' trovare un riparo
per la notte, niente di piu'.
L'ultima notte l'abbiamo trascorsa a Poi Pet, l'ultima
citta' cambogiana sul confine con la Thailandia. Quella
citta' e' un casino come le maggiori citta' di frontiera.
Tutti i prezzi erano in Bath (moneta tailandese), strano ma
vero preferivano i bath ai dollari americani. Quando
volevamo pagare in Rial (moneta cambogiana) storgevano il
naso. Il cambio con le monte non era sempre lo stesso,
dipendeva da chi faceva i conti. Sarebbe stato cosi'
semplice pagare in dollari come si fa in tutta la
Cambogia...

Il 9 novembre abbiamo attraversato il confine. Anche qui
hanno costruito un edificio migliore di 4 anni fa quando nel
lato tailandese c'era una misera baracca. Nello spazio
fronterizo c'erano un paio di casino' e ristoranti di lusso
in contrasto coi commercianti tailandesi e cambogiani che
transitavano da uno stato all'altro trainando un carretto
carico di provviste.
Per la Thailandia non e' necessario nessun visto, e'
sufficente un timbro sul passaporto con validita' di un
mese. In un oretta abbiamo attraversato il confine ed
eravamo in terra tailandese. La differenza si nota dopo
pochi chilometri. Strade perfette, traffico intenso di
macchine e camion non scalcinati e case differenti da quelle
cambogiane. Le risaie finiscono al confine e cominciano
piantagioni di pioppi o di alberi da lavoro. Fanno molte
sculture in legno che poi espongono lungo la strada in
attesa di clienti.
Un'altra differenza da non sottovalutare e' che qui guidano
al contrario...si tiene la sinistra! I primi chilometri sono
sempre un po' traumatici ma poi ci si prende la mano subito.

Il primo giorno abbiamo pedalato 140 km raggiungendo una
citta' di notte a meta' strada con Bangkok. Abbiamo preso
una scorciatoia col risultato di non trovare nulla prima per
trascorrere la notte. C'erano diversi alberghi ma alla fine
abbiamo scelto il piu' caro ma almeno era sicuro per la
notte. Avevamo chiesto in un albergo ma era qualcosa di
pauroso, la stanza sporca in mezzo ad un magazziono di merci
e dei tipi loschi che gestivano quella bettola. sarebbe
stato troppo rischiso passare la notte li, rischiavamo di
farci fottere tutto. In un'altro albergo non abbiamo neanche
chiesto il prezzo, era un via vai di prostitute vicino ad un
market nella zona piu' povera della citta'. Abbiamo scelto
appunto il piu' caro ma almeno eravamo sicuri che al nostro
risveglio c'erano ancora le biciclette e i nostri bagagli.

Il giorno dopo e' stato faticoso come il primo, in serata
tardi abbiamo raggiunto Bangkok e ci siamo alloggiati in
alberghetto carino e silenzioso fuori dal casino di khaosan
road.
Il giorno dopo abbiamo richiesto il visto indiano, quello
successivo il visto birmano ed abbiamo atteso una settimana
per ritirare quello indiano. Per spostarci nella citta' e
raggiungere le ambasciate abbiamo utilizzato Sky train, il
treno sospeso che transita in quasi tutta Bangkok
all'infuori di dove siamo noi. Per raggiungere la prima
fermata si puo' usare il servizio di traghetti veloci sul
fiume o prendere un Tuk Tuk. il piu' economico e' il
traghetto anche se il piu' divertente e' il tuk tuk. Sono
delle Api che montano motori di media cilindrata, solitamnte
con impinto a gas perche' la benzina e' molto cara. Quando
girano per la citta' sembra di vedere una gara di go kart,
vanno come delle schegge e fanno un casino tipo mondiale di
formula uno. Ne abbiamo preso un paio per spostarci e uno in
particolare era mezzo rincoglionito. Probabilmente si era
gasato vedendo la strada sgombra ed entrato in una rotonda
in quarta piena schivando per un pelo un autobus e altre
macchine dentro la rotonda.

Due giorni li abbiamo trascorsi cercando negozi seri di
biciclette. Sulle pagine gialle abbiamo trovato degli
indirizzi di negozi inesistenti e ci sono volute due
giornate intere per trovare un negozio serio. Ho fatto
cambiare tutti i pezzi alla mia bicicletta che era ormai
alla frutta, non riuscivo piu' a pedalare senza prendere
ginocchiate sul manubrio. Per la bici di Patrizia ho
cambiato solo la catena, lei portando meno peso non ha
consumato molto le corone quindi arrivera' tranquillamente
in Nepal dove le cambiero' tutti i pezzi e poi riuscira' a
rientrare a casa. io dovro' fare un'altro cambio piu'
avanti, ora spero di reggere per 15000 km.

Bangkok e' la stessa citta' di 4 anni fa, un casino di posto
pieno di occidentali in transito per altri paesi ed altri
arrivati per dare sfogo al loro turismo sessuale.
I soliti occidentali troppo vecchi e troppo brutti per
prendere della figa a casa loro arrivano qui per trascorrere
un mese con ragazze tailandesi. In khaosan road la sera e'
una sfilata di occidentali alcolizzati e locali pieni di
gente. Sfilano molti Ladyboy, di transessuali mi sembra che
ce ne sia sempre di piu'. Il resto di Bangkok e' differente
da quel troiaio, e' una grande citta' dove si riesce a
trovare di tutto.

Ieri e oggi abbiamo girato per agenzie cercando dei voli per
la Birmania. Ieri e' stata una giornata da mal di testa,
abbiamo trovato i voli, pagato con la carta e poi i
biglietti non erano reperibili. Abbiamo cancellato
l'operazione col risultato di essere punto a capo. Questa
mattina abbiamo comprato i biglietti in un'altra agenzia e
domani li ritireremo, questa volta dovrebbe essere andata
meglio.
Ieri mentre aspettavamo di parlare col proprietario
dell'agenzia impegnato al telefono, il dipendente per
trattenerci ci faceva vedere le foto dell'aereo precipitato
in thailandia pochi giorni fa. Sorridendo diceva: "sono
morti quasi tutti"... Cazzo bel modo di intrattenere due
persone che vogliono comprare un biglietto aereo!

Domani mattina ritireremo i biglietti e partiremo verso
Chang Mai da dove avremo il volo per la Birmania.

Ciao Gente, a presto!

Claudio

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