PATRIZIA (URALSK - ALMATY, 10/01/2007 - 25/01/2007)
Sono ad Almaty in un internet cafe', e di fianco a me c'e'
Claudio, tutto concentrato che scrive, seduto davanti ad un
altro pc!
Il 10 gennaio partiamo da Uralsk, ma fatti nemmeno 10 km
dobbiamo ritornare nella citta' per cercare qualcuno che ci
cambi o stringa il cucinetto della ruota anteriore destra.
Dopo qualche ricerca, il giorno seguente troviamo
un'officina dove ci stringono il cuscinetto (il conto 12
euro). Il "capoccia" dell'officina ci dice che non
riusciremo a percorrere la strada da Uralsk ad Aktobe con la
nostra suzukina! Dopo le sue parole pensiamo a come possa
essere devastata la strada! Venerdi' 12 gennaio partiamo
finalmente da Uralsk. Per i primi 200 km la strada e' quasi
perfetta, dopo di che vediamo un cartello con scritto
"strada dissestata" per 40 km. Appena dopo il cartello
inizia una strada piena di buche (a volte vere e proprie
voragini), con la neve, il ghiaccio e si procede massimo a
30 km/h. Dopo piu' o meno i 40 km previsti la strada diventa
meravigliosa (nel vero e proprio senso della parola!), una
striscia di asfalto perfetta in mezzo al nulla che dopo poco
finisce per dare spazio ad altri 60km di strada dissestata.
Alla sera ci fermiamo a dormire in macchina in un paesino
dopo tanata strada in mezzo al niente. Il mattino
ripartiamo, mancano circa 100 km ad Aktobe e la strada
sembra migliorata. Il vento tira sempre un leggero velo di
neve sulla strada. Su questa strada si incontra forse una
macchina all'ora! Ad un certo punto si vede una coda di
auto: c'e' un mucchio di neve in mezzo alla strada che
blocca il passaggio e di spazzaneve nemmeno l'ombra. Un po'
di auto tornano indietro, due camioncini Uaz provano a
passare prendendo la rincorsa..ce la fanno. Un fuoristrada
Niva prova a passare ma si ferma, fa marcia indietro,
prendiamo la rincorsa e proviamo a passare noi con la
suzukina...e' andata siamo dall'altra parte! Fatti nemmeno 2
km siamo fermi di nuovo, ci sono i due camioncini Uaz, la
nostra Suzuki e un fuoristrada impantanato in mezzo ad un
altro mucchio di neve, piu' alto e piu' lungo rispetto al
primo. Trainato fuori il fuoristrada impantanato prova a
passare un camioncino Uaz, che dopo non pochi tentativi
riesce a passare. Altri provano a passare e rimangono
impantanati, e successivamente trainati al punto di
partenza. Riesce a passare un altro camioncino Uaz e nel
frattempo e' aumentato il numero di auto davanti al mucchio
di neve. Il vento gelido peggiora la situazione portando
altra neve sul mucchio. Proviamo a passare noi ma la pista
fatta da chi e' riuscito a passare e' troppo larga per le
ruote della Suzukina. Rimane impantanata...ma la si spinge
fuori "facilmente" (la Suzuki e' leggera!) senza il bisogno
di trainarla con un'altra macchina. Dall'altra parte del
mucchio ci ono altre macchine, due camion Ural (6per6) si
fanno spazio e passano con una facilita' estrema sopra il
mucchio di neve (che per noi sempra una montagna!). La gente
scende con le pale e pian piano fa la strada per passare.
Dopo circa 2 ore riusciamo a ripartire. Arriviamo ad Aktobe
a tardo pomeriggio, abbiamo impiegato 7 ore per fare 100 km!
Ci fermiamo in un auto magasin dove troviamo la lampadina
del faro di profondita' che e' bruciata. Facciamo benzina e
ripartiamo percorrendo una strada secondaria che segue la
ferrovia e va verso Aralsk.
E' sabato sera (13 gennaio). Ci fermiamo in un cafe' a circa
40 km da Aktobe a mangiare. Ripartiamo e dopo pochi km
sentiamo un rumore provenire dal tetto: si e' rotto un
supporto del portapacchi. Decidiamo di ritornare al cafe'
dove avevamo mangiato per sederci a prendere un te' e poi
dormire li' davanti in macchina. La signora del cafe' ci
offre le crepes con la smetana (panna acida)e altri due te'.
Di fianco a noi c'e' una tavolata di ragazzi che poi
chiedono alla signora di mettere la musica (rigorosamente a
tutto volume!) per ballare. Dopo un po' uciamo per metterci
in macchina a dormire. Appena eduti, due ragazzi che erano
nel locale ci busano al vetro e ci chiedono di andare dentro
con loro a bere. Rifiutato l'invito ci spostiamo sulla
strada di fianco al cafe', ma dopo 5 minuti ritornano i due
ragazzi, uno ubriaco e l'altro un po' piu' sano, ma buoni.
Hanno con se due bicchieri di plastica, una bottiglia di
cognac e del cioccolato, ci offrono un po' di cognac e del
cioccolato(e' stato impossibile declinare l'offerta!). Se ne
vanno, ma dopo altri 5 minuti eccoli ritornare in quattro.
Dopo averli convinti a ritornare dopo altre due ore ce ne
andiamo cercando un altro posto per dormire. Non facciamo
nemmeno un km e decidiamo di metterci a dormire in un largo
piazzale, con la macchina un po' in salita su una
montagnetta di neve, di fianco ad un cafe'/magasin aperto
tutta la notte, che consegna i prodotti acquistati
attraverso una grata. Ci infiliamo nei sacco a peli e ci
addormentiamo praticamente subito, e' tardi e siamo stanchi.
E' notte fonda, non so che ore possano essere, sento delle
voci di persone intorno alla macchina. Chiamo Claudio, non
mi sente, sta ancora dormendo. Sento che si gira nel sacco a
pelo. Lo richiamo. Mi sente e mi dice di stare nel sacco a
pelo e fare finta di dormire. Bussano al finestrino dalla
mia parte, provano ad aprire la portiera, ma e' chiusa.
Claudio esce per meta' dal sacco a pelo e apre un pelo il
mio finestrino. Sono dei ragazzi, all'inizio pensiamo quelli
che erano prima nel cafe'. Io sono nel sacco a pelo, tutta
coperta, non mi esce fuori nemmeno il naso. E' meglio che me
ne sto nel sacco a pelo. Claudio chiude il finestrino dalla
mia parte e dice ai ragazzi di passare al finestrino dalla
sua parte. Come fanno di solito si presentano, danno la mano
a Claudio e gli chiedono da dove viene. Io sento tutte le
loro voci, di cui capicono solo pochisime cose, e sento ogni
singola parola che dice Claudio che mi fa capire piu' o meno
quello che succede. Claudio gli dice di parlare piano
perche' io to dormendo. Uno fa shh agli altri e poi lui
parla a voce altissima. Si sentono rumori sotto la macchina.
Un ragazzo chiede cosa c'e' sopra nel baule, Claudio gli
dice che c'e' la tenda. Quello non so cosa possa aver capito
e gli dice che ne vuole una anche lui. La voce di Cla e'
agitata, tesa e un po' impaurita. Io sono sempre nel sacco a
pelo, ho un caldo allucinante, vorrei fare qualcosa ma e'
meglio che me ne sto nel sacco a pelo. Uno tira la bottiglia
del latte, che sta dietro il volante, ai miei piedi. La
situazione degenera. Sento che Claudio dice: "ehi cosa fa
quello, buono dai". C'e' qualcuno sul tetto, gente che muove
la macchina, gente sotto la macchina. Sento rumore sotto i
miei piedi. Sfilano il copriruota. Claudio mi dice che uno
ha un pezzo di vetro in mano. Mi sento gelare, il sacco a
pelo mi sembra diventato strettisimo e bollente. Ma e'
meglio che me ne stia li' ferma immobile. Claudio accende la
macchina, e' gelata e non sta troppo accessa. Gli dicono di
spegnerla. La spegne. Qualcuno cerca di infilare dentro la
mano ed aprire la portiera, uno infila dentro la mano per
tirare i fili sotto il volante. E c'e' sempre l'altro che
gli tiene vicino il vetro. Sono in sette ragazzi, e un po'
piu' lontano ci sono un uomo e due donne (questo me lo
raccontera' dopo Claudio). Il tizio con il vetro salta sul
tetto, Claudio accende la macchina, un altro gli dice di
spegnerla, ci sono altri che continuano a venir li' a
presentarsi. Dopo un attimo che e' accesa la macchina,
Claudio mette le ridotte (c'era gia' il 4per4 per fortuna),
parte, chiude il finestrino, forse qualcuno cade dal tetto,
qualcuno cerca di attacarsi allo specchietto. Abbiamo i
sedili sdraiaiti e Claudio guida a piedi nudi. Finalmente
tiro fuori la testa dal sacco a pelo, Claudio mi grida:
"tieniti!". Io gli dico di accendere le luci, avendo tirato
fuori la testa e non vedendo nulla. Non trovo gli occhiali e
non vedo niente. Metto gli occhiali. Non capisco verso che
direzione siamo andati. Stiamo andando verso Aktobe. La
strada e' buia, ma non c'e' piu' nessuno. Il portapacchi
cigola, ma non ci vogliamo fermare. Faccio su i sacco a
peli, Claudio si mette gli scarponi. Guardo l'ora: 3.20.
Guardiamo il contachilometri e la lancetta della velocita':
sono rotti. Il copriruota se lo sono tenuti. Il tutto sara'
durato nemmeno 10 minuti ma e' sembrata un eternita'.
"Tremiamo" un po' ma SIAMO TUTTI INTERI!
Alle porte di Aktobe ci fermiamo in un benzinaio: hanno
tagliato la cinghia del baule, strappato il cavo del
contachilometri (forse pensando che era della benzina), una
lampadina della freccia dietro si e' fulminata. Giriamo in
macchina per Aktobe per piu' di due ore. Alle 6 di domenica
mattina ci fermiamo sotto le luci di un benzinaio. La paura
fa spazio al nervoso e alla rabbia per quegli "stronzi".
Verso le 8 andiamo a cercare un hotel. Prendiamo una camera.
Arriva la stanchezza ma Claudio sta un'oretta con la Suzuki
per vedere altri eventuali danni e per riparare il
riparabile. Il cavetto del contachilometri e' rotto
irreparabilmente, hanno tirato un po' di fili e cosa ben
piu' peggiore hanno storto l'albero della trasmissione
anteriore, probabilmente a calci.
Il giorno dopo troviamo un signore che ci salda il
portapacchi...o come dice Claudio ci fa un "catarro" di
saldatura. Peccato che ha "fatto fuori" anche mezzo
paraprezza
con le scintille della saldatura (almeno non si e' venato
il vetro).
Martedi' (il 16 gennaio) ripartiamo da Aktobe per Aral sulla
strada principale, la strada per i primi 250 km e'
accettabile, ma poi diventa un disastro. Verso le sette di
sera troviamo una specie di cafe' in mezzo, apparentemente,
al nulla. Un kazako dall'aria gentile ci accoglie nella sua
casa, ci fa togliere le scarpe e accomodare nella sala, dove
ci sono tappeti, un tavolo basso, il televisore e tutta la
famiglia sdraiata o seduta li'. Una ragazza ci serve il te'.
Ci portano un piatto di carne e poi una zuppa di latte e
riso. Due bambini giocano con il gatto, o piu' che altro e'
il gatto che fa a loro da giocattolo (povero micio..pensate
a blu come vive da re!). Diamo dei giocattolini ai bambini
che arrivano da otto ovetti kinder che io per sbaglio in un
supermercato in Ucraina ho fatto cadere! Forse
risparmieranno un po' il gattino e giocheranno con i
giochini. Ci fanno dormire li' e il mattino facciamo
colazione!
Ripartiamo...Aralsk e' a 300 km. La strada e' un disastro,
procediamo quasi a passo d'uomo in alcuni punti. Asfalto
rotto oppure fango ghiacciato coperto di neve. Per fortuna
in alcuni tratti ci sono delle piste alternative al fianco
della strada che ci consentono di andare un po' piu' veloci
e di far prendere meno colpi alla Suzukina. A un centinaio
di km da Aralsk la strada migliora. La sera alloggiamo in un
hotel vicino al vecchio porto, dove una volta arrivavano le
acque del Lago Aral (circa 40 anni fa). Ora il porto, si
affaccia su una
distesa bianca (d'inverno) dove qualche mucca bruca
dell'erba secca. In lontananza si vedono dei pescherecci
arrugginiti in mezzo alla neve. Quattro pescherecci sono
stati ridipinti e messi in esposizione sulle sponde. Fanno
un effetto le navi arrugginite in mezzo alla neve e con le
mucche che pascolano al loro fianco.
Giovedi' mattina decidiamo di fare un giro a circa 60km da
Aralsk, in un paese sulla strada secondaria che porta da
Aktobe ad Aralsk dove dovrebbe esserci un cimitero di
barche. La strada per arrivarci ci fa procedere massimo a 30 km/h. Dopo
giorni di nuvole sull'immensa distesa bianca che ci circonda,
splende un cielo azzurro che ci fa scorgere un "gregge" di
pecore mucche e cammelli. I cammelli! Non li avevo mai visti primi,
o almeno mai dal vivo. Dal paesino vediamo in lontananza delle
barche, ma sono in mezzo alla neve e non c'e' strada per
arrivarci.
Mentre ritorniamo verso Aralsk il portapacchi si spezza di
nuovo in due punti. Passiamo un'altra notte ad Aralsk
ed il giorno dopo troviamo un saldatore che ci salda un
pochino meglio il portapacchi (ma sempre un catarro rimane!)
ma anche mettendo un cartone sul paraprezza e' riuscito a farci
cadere scintille, venando il parabrezza.
Senza il contachilometri, con le strade dissestate e il
4per4 sempre inserito non e' semplice fare i calcoli per la
benzina (contando che non funziona nemmeno la lancetta della
benzina), ma ultimamente troviamo sempre chi ci fa il pieno
e non vuole essere pagato prima.
Da Aralsk la strada migliora, anche se in alcuni tratti e'
sempremalmessa. Ai lati della strada ogni tanto si vede
qualche camion ribaltato oltre alle distese bianche ed ai greggi di
pecore, mucche e cammelli che lasciano un sacco di impronte sulla
neve.
Venerdi' 19 dopo aver fatto una magra cena in un cafe' ci
accampiamo con la macchina in un campo vicino alla strada,
ma quasi dentro ai sacchi a pelo sentiamo i padroni delle mucche che
gridano mentre vanno a riprenderle. Cosi' ripartiamo, dopo poco
attraversa la nostra strada UN LUPO, che maestoso. Cotti
dalla stanchezza ci mettiamo accanto ad un benzinaio nella
periferia di Kizlorda a dormire. Dopo un'oretta la guardia del benzinaio
ci sveglia e dice di spostarci, fatti 10 metri ci mettiamo
appena fuori dal benzinaio a dormire. La sveglia e' con la
gente attorno alla macchina che aspetta l'autobus. Ci
fermiamo a Turkistan per una notte. Sulla strada che
cisteggia il Kirghizistan i monti svettano nel cielo e sulle strade sono
infinite le baracche che vendono miele.
Martedi' 23 gennaio arriviamo ad Almaty. I cuscinetti delle
ruote anteriori fanno rumore. Teniamo sempre il 4per4 e non
lo fanno quasi mai, ma ad ogni rumorino soffriamo! La riga sul
parabrezza e' aumentata ma non sembra volersi allungare.
Troviamo un alberghetto vicino ad una piccola torre eiffel che per
Almaty e' abbastanza economico, ma purtroppo non ha il parcheggio.
Cosi' ne troviamo un altro che costa un po' di piu' ma ha il
parcheggio davanti all'hotel non custodito. La stanza non vale i soldi
che chiedono. Facciamo un giro per la citta' e poi torniamo in
albergo. Parcheggiamo la suzukina davanti alla hall. Il mattino ci
svegliamo con l'intenzione di trovare i cuscinetti e magari il parabrezza.
Scendiamo, paghiamo un'altra notte e usciti dall'albergo troviamo una
sorpresa: ci hanno rotto il finestrino dalla parte del paseggero. Non
hanno rubato niente, nemmeno l'autoradio. Hanno rotto il
finestrino per il gusto di romperlo. Rientriamo a farci ridaare i soldi
per la notte appena pagata. Quanta amarezza che subito ci viene un pochino
tolta da un signore che ci offre del celofan e dello scotch
per coprire lo spazio del finestrino.
Ieri pomeriggio lo abbiamo passato nel autobazar ma i
"nieto" dei kazaki che non vogliono collaborare non aiutano
a trovare i pezzi. Entriamo anche in un'officina dove forse
ci stringeranno i cuscinetti, ma il meccanico oltre che a
dirci che dovevamo praticamente cambiare meta' pezzi della
macchina, che li
avremmo trovati e aver smontato solo mezzo mozzo senza aver
capito che erano i cuscinetti che facevano rumore, ha
preteso 12 euro. Dopo avergliene laciati la meta' ce ne
siamo andati. Non gli avremmo lasciato anche niente ma la
macchina era nella sua officina.
Ieri sera abbiamo trovato un altro albergo piu' caro ma con
il parcheggio. Oggi pomeriggio (25 gennaio) siamo andati
all'ambasciata
uzbeka per fare il visto...ce lo rilasciano martedi'
prossimo (visto express) e vogliono circa 125 dollari a
testa per il visto turistico di un mese con due ingressi
(allucinante!). Se non lo avessimo richiesto express ce
l'avrebbero dato fra una ettimana (giorni lavorativi).
Nei prosimi giorni in cui siamo bloccati ad Almaty,
cerchiamo di mettere a posto per quanto possibile la
suzukina
e forse faremo il visto kirghiso.
Ciao a tutti! Tranquilli stiamo bene, il morale e' alto e
siamo pieni di aspettative!
Patrizia
3 comments:
Ciao Patty, sono la Je, ti ricordi?!! E brava la cervellona avventuriera... Ho letto, praticamente tutte le tue avventure, sei stata coraggiosa e sono sicura riuscirai a portare a compimento la tua impresa con una facilità estrema... Sicuramente prima che io riesca a laurearmi...è bello leggere ciò che scrivi e mi mette tanto di buon umore, sai... Bravissima, complimenti... Continua così... BAci...
CIAO sorellina mia...sono davanti alcomputer con le lacrime agli occhi, perchè per un istante ho avuta lìimpressione che ti fosse successo qualcosa..mi racc...ti penso sempre e ti proteggo...ti v bene!!
che paura .... me la sono fatta sotto io per te! Va beh che stai con Rambo però occhio alla pelle!
Enri
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