12.4.07
CLAUDIO (MONGOLIA, 14/04/2007)
Ciao Gente, siamo ormai alla fine del viaggio con la
Suzukina,
probabilmente partiamo domani mattina per Pechino col treno.
Gli ultimi venti giorni probabilmente sono stati i piu'
intensi e divertenti del viaggio.
A Ulan Ude in Russia abbiamo ottenuto il visto mongolo in
poche ore e siamo riusciti a rimanere solo due notti in
citta'. Sulla strada verso il confine mongolo abbiamo
conosciuto un tedesco che viaggiava in bici dal 2002.
Rientrera' a casa i primi del 2008. Si e' girato il mondo e
probabilmente ora ha finito i soldi e se ne va in Germania.
All'apparenza sembrava un russo, ha fatto molta fatica a
ingranare con l'inglese, prima mi rispondeva solo in
russo... Era tanto che non vedeva altri viaggiatori. Il suo
consiglio e' stato quello di vendere la nostra macchina
prima di avventurarci per la mongolia. Diceva che le strade
erano un disastro e una volta girata la mongolia avremmo
demolito la macchina e non ci facevamo piu' un soldo. Che
gufo....
La notte l'abbiamo passata in frontiera, in coda dietro le
altre macchine. Eravamo i quarti della fila. Davanti a noi
c'era un ubriacone con una Lada scassata. Dentro quella
macchina ha dato una festa per tutti gli alcolizzati russi
fermi in coda. Ogni tanto scoppiava una rissa che si
risolveva con un abbraccio e un'altra bevuta. Ogni tanto
l'ubriacone veniva a dirmi qualcosa ma era incomprensibile.
Quando era ormai ora di dormire e' venuto a bussare al
finestrino per farci vedere la sua coperta...
La mattina c'era una gran confusione, mancava poco
all'apertura dei cancelli. Da quarti che eravamo ci hanno
fatto passare avanti a tutti. L'ubriacone ha cominciato a
fasciare le sue casse di birra con cartoni e stracci e
nasconderle in tutta la macchina. Una cassa l'ha nascosta
dentro il vano motore. In friontiera non lo hanno fatto
passare.... Poveraccio, la sua carriera di contrabbandiere
era finita.
In frontiera abbiamo passato un ora fermi bloccando il
traffico perche' l'uffiale dell'immigrazione aveva dei dubbi
sull'autenticita' dei passaporti. Probabilmente non si
spiegava come potessi avere un passaporto a 48 pagine quando
Patrizia ne aveva uno da 32...che mistero! Dopo che gli
abbiamo consegnato le carte di immigrazione e' andata in
palla. Ha fatto una telefonata ed e' arrivata
l'esperta...una cicciona vestita in mimetica con una faccia
da paura! Una volta avuto il suo OK siamo arrivati
all'immigrazione mongola. Sbrigate le pratiche per
l'assicurazione e permessi vari abbiamo raggiunto
l'immigrazione che in pochi minuti hanno timbrato i
passaporti.
Alla dogana e' stato tutto piu' lento. In un attimo mi hanno
consegnato i documenti ma quando abbiamo provato ad andare
via si sono accorti che mancava un timbro su un documento.
Ho girato da un ufficio all'altro, fatto fotocopie del
libretto e del passaporto e sbattuto in un altro ufficio. Al
computer c'era una donna che segnava i dati della macchina e
io gli dettavo ogni singola cosa. Dopo venti minuti quando
era ormai tutto sistemato la donna fa "ohhhh".... gli si era
spento il computer....l'avrei ammazzata! Mi sono messo a
ridere per la disperazione e la donna sorridendo mi ha fatto
segno di andare che si arrangiava da sola.
Il paesaggio in Mongolia cambia completamente da quello
della Siberia, gli alberi sono quasi inesistenti ed e' tutta
steppa, deserto e pascoli. La strada che porta a Ulanbaatar
e' tutta asfaltata e con pochi buchi. Ci sono dei pedaggi
dove bisogna pagare una cifra ridicola. In un posto di
blocco un ufficiale mi ha ordinato di pulire il parabrezza,
gli specchietti e le targhe se volevo proseguire per la
capitale! Ci siamo accorti del motivo appena raggiunta
Ulanbaatar....tutte macchine nuove e pulite. I mezzi piu'
vecchi in circolazione hanno al massimo 10 anni. Tutte le
macchine arrivano dal Giappone e hanno la guida a destra. La
suzukina faceva la sua scena tutta piena di fango.
In citta' abbiamo ottenuto il visto cinese di tre mesi senza
nessun problema. Abbiamo alloggiato 3 giorni in una guest
house dove i proprietari sono persone molto gentili e
disponibili. Ho parlato con il proprietario per sapere come
avrei potuto vendere la macchina. Mi ha messo in guardia
sulle tasse che ci sono sui veicoli di oltre 10 anni e che
non sarebbe stato affatto facile farci dei soldi. Al momento
era il mio ultimo pensiero tanto saremmo prima andati a
spasso per la Mongolia e poi avremmo cercato di venderla al
ritorno. Anche il padrone della guest house ci ha avvertiti
sui probabili danni che avremmo avuto a girare per la
Mongolia...chiunque ci dice che le strade sono pessime ma io
rispondo che noi abbiamo una SUPER JEEP!!
La strada per lasciare la capitale era gia tutta un
programma...nessun cartello stradale, bisognava andare a
istitnto.
L'asfalto e' finito dopo i primi 100 km e la sera ci siamo
ritrovati in un villaggio in mezzo al niente completamente
fuori strada. Avevamo mancato un bivio 70 km prima. Abbiamo
passato la notte in mezzo alla steppa e al mattino ci hanno
svegliato le vacche che pascolavano attorno alla macchina.
Dopo alcune ore di strada pessima abbiamo raggiunto il bivio
e imboccato la strada giusta. Probabilmente le strade
mongole sono peggiori di quelle boliviane. Si assomigliano
molto, sono piste che scorrono sugli altopiani. Bisogna
essere abili ad azzeccare la pista giusta per evitare di
finire in un fosso. Il panorama era splendido, yurte dei
pastori, cammelli, vacche, cavalli selvaggi e capre ovunque!
Per raggiungere Bulgan, la prima citta' del nostro
itinerario abbiamo sbagliato strada un altra volta. Per
fortuna di soli 20 km. Procedevamo lenti per non demolire la
macchina, viaggiavamo tra i 20 km/h e i 30 km/h. Le
guarnizioni della Susi sono ormai inesistenti quindi in
macchina entrava un polverone che si depositava ovunque.
Probabilmente in moto avremmo preso meno aria.... A Bulgan
siamo arrivati di notte, non abbiamo trovato un buco che ci
facesse qualcosa da mangiare quindi abbiamo cucinato col
fornello e abbiamo dormito poco fuori dalla citta'.
Man a mano che si andava avanti la strada era sempre peggio,
la suzukina continuava a prendere colpi e il portapacchi
stava sfondando il tetto. Non incrociavamo macchine durante
il giorno, forse 2 o al massimo 3 in 8 ore di strada. Le
Yurte erano sparse ovunque e i pastori a cavallo accudiavno
le bestie. Alcuni piu' moderni usavano delle motorette
cinesi invece dei cavalli.
Nei pochi villaggi lungo la strada i pastori legavano i loro
cavalli davanti ai negozi per andare a fare la spesa.
Sembrava di essere tornati indietro nel tempo. Il mongolo e'
davvero incomprensibile, quasi nessuno parla inglese quindi
la comunicazione era troppo limitata. Come alfabeto usano il
cirillico, riuscivamo a leggerlo ma sembra impossibile
pronunciarlo. Assomiglia al cinese.
In cielo volavano molte aquile e lungo la strada era un
continuo via vai di marmottine. Prbabilmente correvano
veloci quando passavamo noi per non essere vittime delle
aquile. Sugli altopiani piu' alti dove la temperatura e'
piu' bassa c'erano gli yak che pascolavano. Hanno la
corporatura delle mucche ma sono agili e veloci come dei
cani.
Passavamo lentamente in mezzo ai greggi di capre e pecore
cercando di non disperderle al pastore. C'erano delle capre
che correvano con delle caprette di pochi giorni che le
seguivano. Una di loro si e' inciampata e non e' riuscita a
rimanere dietro al gregge. La piccolina nata da pochi giorni
non capiva un cazzo...ha visto la macchina e ci seguiva...
Sono uscito e ha cominciato a seguirmi, sono andato a piedi
dal gregge che ormai era lontano 100 metri. Mi seguiva come
un cagnolino e appena ho raggiunto il gregge non ne voleva
sapere di stare con le capre ma preferiva stare con me.
Fortuna c'era il pastore che mi ha visto ed e' venuto a
recuperare la capretta rincoglionita.
Per raggiungere Moron, abbiamo sbagliato strada per
l'ennesima volta. Questa volta abbiamo fatto 200 km in piu'!
Fortuna che i benzinai non mancano, sono delle baracche
lungo la strada ma hanno delle pompe cinesi di pochi anni.
Probabilmente anni fa sarebbe stato un problema reperire
della benzina.
raggiunta Moron abbiamo fatto saldare il portapacchi che
stava sfondando il tetto. La strada era davvero un disastro
come dicevano tutti!
Avevamo troppo bisogno di una doccia, eravamo sporchi e
pieni di polvere ma l'unico albergo aperto era caro e poi la
prossima citta' sul lago distava solamente 100 km quindi
potevamo resistere ancora un po'. Siamo partiti verso sera
con l'idea di fare una ventina di chilometri e avvicinarci
al lago. Dopo un oretta si e' accesa la spia
dell'alternatore...che sfiga!
Siamo tornati indietro con l'intenzione di ripararlo il
giorno dopo a Moron. Ci siamo accampati a pochi chilometri
dalla citta. La mattina ho controllato tutti i fili e gli
spinotti e una volta rifatti i collegamenti la spia si e'
spenta...UAO!
Siamo ripartiti e a 40 km dal lago si e' riaccesa la spia.
Dopo tanti tentativi la spia si e' rispenta e abbiamo
proseguito. Quando si riaccendeva davo un colpo col martello
all'alternatore e la spia si spegneva. Mancavano pochissimi
chilometri al lago e mentre risalivamo un fiume in secca la
Susi ha dato un colpo forte e si e' accucciata.... Balestra
dietro spezzata sul davanti col risultato che si e' girato
l'asse dietro e l'albero laorava storto.
E' stato triste vedere la nostra macchinina morire in un
fiume....
Piano piano, a passo d'uomo abbiamo fatto gli ultimi 4 km
per raggiungere qulla citta' fantasma sul lago. Era tutto
chiuso, tutto disabitato almeno per due mesi ancora fin che'
non arrivava la bella stagione.
Dopo un ora di ricerche abbiamo conosciuto una ragazza che
ci ha detto che aveva una yurta sul lago che affittava ai
turisti ma distava 22 km. Troppi per una macchina che ne
avrebbe fatti 3 al massimo. Ci ha proposto di andare a
dormire da suo fratello Buggy che aveva delle yurte che
affittava. Siamo entrati nella yurta e nessuno parlava
inglese, solamente la ragazza che avevamo conosciuto. Ci
spara una cifra mentre discute con la padrona delle yurte.
Ho chiesto uno sconto e ci siamo accordati sul prezzo. La
ragazza ha chiamato dei suoi amici meccanici per vedere la
suzukina ma appena io ho visto loro ho detto che non volevo
aiuto! L'avrebbero demolita del tutto.
Quella ragazza era una gran attacca pipponi, era sempre
nella yurta che ci diceva di andare a casa sua appena la
suzukina era riparata. I mongoli non sono male ma non sanno
cosa sia la privacy. Entravano continuamente nella yurta.
L'attacca pipponi era sempre assieme a noi a parlarci di suo
fratello Buggy e di mille altre cose.
Ho passato una giornata dietro alla suzukina per capire cosa
avrei potuto fare. Era triste, eravamo consapevoli di
doverla abbandonare li. Non c'era niente in quella citta'
che avrebbe potuto sistemarla. E' bello quando nella vita
arrivano dei lampi di genio...ho recuperato le due cinghie
dell'ITALTENTE e le ho fissate all'asse, agganciato i
cricchetti al telaio e riportato l'asse nella posizione
originale. La balestra spezzata sono riuscito a infilarla in
un buco del telaio e con le cinghie in tiro la macchina
riusciva ad ammortizzare perfettamente! La povera bestiola
pendeva un po' sulla sinistra ma se le cinghie non mollavano
ci avrebbe riportati indietro.
Mentre curavo la mia povera Susi Patrizia mi ha chiamato da
dentro la yurta che stava male ed aveva la febbre.... Avevo
solo due mani e tra l'altro sporche di grasso quindi ho
continuato a curare la Susi e ho detto a Patrizia che
l'avrei curata dopo. Mi ha accusato di trattare sempre
meglio la suzukina di lei!! In serata ho curato anche lei
con lo stesso amore per non fare torto a nessuno...
L'attacca pipponi era perennemente assieme a noi, continuava
a massaggiare la testa a Patrizia con la speranza che
guarisse e potevamo andare a casa sua. La padrona della
yurta ci aveva portato una conca di ferro e dell'acqua da
scaldare sulla stufa per farci il bagno. L'attacca pipponi
continuava a fare da interprete e fortunatamente quando
facevamo il bagno si e' levata dalle palle. La mattina
abbiamo fatto un piano di allegerimento della macchina per
evitare che si strappssero le cinghie e venisse giu il mio
capo lavoro. Ho tolto portapacchi e baule, svuotato la
tanica nel serbatoio e tolto alcune cose dagli zaini. Cosi'
facendo abbiamo allegerito la bestiola di 25 o 30 kg.
La mattina ho chiesto all'attacca pipponi se voleva il baule
e ovviamente ha accettato. Le ho dato tutto, tanica, baule,
termos e triangolo...
Con quella mossa me la sono tolta dalle balle, le ho detto
che patrizia stava male e l'avrei portata all'ospedale a
Moron e che a casa sua non potevamo andare. le ho pagato la
seconda notte ed e' andata verso la yurta dove viveva la
proprietaria e suo marito Buggy...
L'attacca pipponi ha trovato un passaggio su una motoretta
ed ha caricato il baule e via fuori dalle balle. Non ci
sembrava vero che se ne fosse andata. Finalmente da soli.
Ogni tanto veniva la proprietaria a portare legna per la
stufa e vedere come stava Patrizia. Mentre Patrizia riposava
io facevo le prove con la Susi attorno al villaggio. La
balestra sembrava reggere ma l'alternatore era un disastro.
La spia si accendeva continuamente e con delle forti
accelerate si spegneva. la mattina dopo quando avevamo
deciso di andare sul lago e' arrivata la proprietaria dentro
la yurta con un foglietto...il conto?
Le abbiamo spiegato che avevamo pagato l'altra donna ma lei
non capiva...e' andata a chiamare una donna che parlava
inglese e abbiamo avuto la bella sorpresa... Chi cazzo era
quella attacca pipponi? La proprietaria diceva di non
conoscerla esopratutto che non era la sorella di suo marito
e chi cazzo era Buggy? La carogna piu' grossa che mi saliva
nelle vene era il fatto di averle regalato il baule e la
tanica.
La padrona della yurta era in buona fede e molto dispiaciuta
di quello che era successo.
Abbiamo pagato il conto e siamo andati su verso il lago. La
strada era paurosamente brutta, in un tratto si risaliva il
fiume per diversi chilometri.
La balestra reggeva alla grande ma l'alternatore era un gran
problema. A colpi ed accelerate riuscivo a spegnere la spia.
Era da matti continuare ma avevamo fatto 1000 km per vedere
il lago ghiacciato e ormai era da matti rinunciare per gli
ultimi 20 km. Alla peggio l'avremmo abbandonata dove si
fermava. Sepolta dove moriva come qualunque viaggiatore
vorrebbe.
Raggiunto il lago e' stato uno spettacolo, una distesa
ghiacciata in mezzo alle pinete. Lo spettacolo piu' bello e'
stato vedere le yurte sul lago e l'attacca pipponi uscire da
una di quelle.... Ci e' venuta incontro chiedendo a Patrizia
come stava...io non sapevo piu' dove guardare, Patrizia mi
diceva di stare calmo, di mangiare tranquilli in riva al
lago e poi di ritornare alla Yurta. Cosi' abbiamo fatto,
abbiamo cucinato in riva al lago e Patrizia mi diceva di
essere diplomatico e di capire chi aveva preso i nostri
soldi senza arrabbiarci...
Siamo entrati nella sua yurta, e probabilmente ha visto i
miei occhi incazzati...era imbarazzata e ci ha chiesto se
volevamo mangiare. Diplomatico un cazzo....ho cominciato a
gridare e a chiedere chi cazzo si era preso i miei soldi...
Era spaventata, la sua amica e' scappata dalla yurta assieme
al gatto e la bambina. Continuava a dirmi di aver preso solo
3 euro e il resto lo aveva Buggy...ma chi cazzo era Buggy
nessuno lo sapeva. Ho passato 10 minuti li dentro a gridare
parlando un inglese perfetto dicendogli di stare zitta che
ora parlavo io! alla fine mi sono ripreso il baule, dentro
c'erano dei vestiti che ho cominciato a fare volare per
tutta la yurta. Ho ripreso tutto, baule tanica e il resto
che gli avevo dato. la bambina a un certo punto ha
cominciato a piangere allora ho smesso...sono uscito
incazzato e Patrizia ha avuto il coraggio di dirmi che ho
esagerato invece di appoggiarmi e incendiare la yurta,
disperdere il bestiame e contaminare l'acqua del pozzo!!
Alla fine ci ha inculato 13 euro, la stessa cifra che mi
aveva inculato quel bastardo in Nuova Zelanda e gli avevo
tagliato i vestiti... Divento troppo cattivo se mi
inculano!
Siamo tornati indietro con Patrizia offesa che mi diceva che
gli faceva pena!! Ha troppo l'animo scout questa ragazza!!
Tutte le volte che mi esce della cattiveria con qualcuno che
mi incula mi sgrida...ma si puo!!
Sulla strada del ritorno abbiamo visto delle yurte e siamo
andati a regalare il baule. da una yurta e' uscito un
pastore che avevamo incontrato sulla strada. Ci ha visti e
invitati a casa sua a bere una tisana. Gli abbiamo regalato
il baule pieno di altre cose che non usavamo ed era davvero
felice. In cambio voleva farci cavalcare dei cervi che
abbiamo rifiutato...ma povere bestie.
Abbiamo impiegato una giornata a raggiungere Moron. Per
percorrere 100 km ci sono volute ben 8 ore....in bici
avremmo fatto prima. L'alternatore era ormai alla frutta,
ogni 5 o 6 minuti dovevo martellarlo altrimenti non caricava
piu' la batteria. Muovendo lo spinotto e infilandoci degli
stuzzicadenti ha resistito ben 40 minuti. Abbiamo raggiunto
Moron che ero nero come il carbone. Pieno di grasso e olio
pure nei capelli. Povera la mia macchinina....non sapevo
piu' cosa fare. Siamo andati a dormire in albergo, ho
portato in camera l'alternatore e ho provato a pulire i
contatti e cambiato tutti i fastom dai fili. La mattina di
pasqua ho provato la macchina ma dopo 12 minuti la spia era
accesa. Ho smontato nuovamente l'alternatore e siamo andati
a cercare qualcuno che lo potesse riparare. Al terzo
tentativo in un officina dove 5 persone facevano qualunque
cosa ci hanno riparato l'alternatore. Le spazzole erano
consumate e una non faceva piu' contatto.
Il pomeriggio mentre provavo la Susi ho conosciuto un tizio
che mi ha aiutato a riparare la balestra. Siamo andati in
tutte le officine ma nessuno aveva balestre simili quindi
siamo andati a fare il giro dei saldatori. In un paio d'ore
tra martellate e parolacce siamo riusciti a smontare il
foglio rotto e farlo saldare. La suzukina sembrava rinata!
La strada del ritorno per Ulanbaatar e' stata piu' semplice.
Ci siamo persi una sola volta. Ogni tanto c'erano dei
pedaggi da pagare inspiegabili. Le strade sono uno schifo,
in alcuni punti inesistenti e non c'e' un cartello a
pagarlo. Nell'ultimo pranzo che abbiamo fatto con il
fornello in mezzo al niente c'era un pastore a cavallo che
e' venuto a salutarci. Voleva parlare ma per noi e' troppo
incomprensibile la lingua. Nel suo cavallo aveva una sacca
che gli serviva per gli agnellini e le caprette appena nate
che non sarebbero riuscite a raggiungere la stalla. Voleva
farmi montare a cavallo ma mi scocciava. Povera bestia, mi
sembrava gia' mal preso.
Abbiamo raggiunto Ulanbaatar dopo 15 giorni di viaggio.
Avevamo tracciato un itinerario ma ne abbiamo compiuto un
quarto. Ci vorrebbe un gps per girare la Mongolia anche se
perdersi alle volte e' piu' bello...
In citta' abbiamo lavato la Susina dentro e fuori e ora
sembra 10 anni piu' giovane!!
Siamo tornati nella guest house e ieri ho parlato con il
proprietrio. E' impossibile riuscire a venderla... c'e' una
tassa di 2000 dollari per i mezzi piu' vecchi di 10 anni e
nessuno li vuole. La comprera' lui per 200 dollari e poi
vedra' se riesce a corrompere dei poliziotti per riuscire a
venderla senza tasse. Ci vuole tempo ma ci riuscira'.
La suzukina...un buon cavallo qui costa 400 dollari e la mia
macchinina ne vale una mandria!
Domani mattina forse partiamo col treno per Pechino. Bisogna
vedere questa sera se ci sono dei posti liberi.
Il salta fossi finisce qui il suo viaggio.
Grazie Susi...
Ci sentiamo dalla Cina.
Claudio
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