PATRIZIA (BRAVADO AT THE BORDER, 16/02/2008 - 24/02/2008)
Ciao ragazzi!
Vi scrivo da Lahore in Pakistan. Siamo all'internet della
guesthouse dove alloggiamo. E' un posto molto famigliare.
Cucina, lavanderia gratis, sala comune sul terrazzo, bagni
in comune, dormitori e camere doppie ma giusto separate da
un muro di cartongesso. Senti ogni minimo rumore e la luce
della stanza di fianco fa quasi a giorno anche la tua! Le
camere sono abbastanza pulite ed le lenzuola profumano di
bucato! Un armadio pieno di vestiti tipici (shalvar
kameez...tunica e pantaloni) da cui puoi scegliere cio' che
ti serve da portar via. Stamattina abbiamo svutotato tutto
l'armadio..ho trovato due tuniche praticamente della mia
misura.
Dopo essere stati fermi un altro giorno (causa raffreddore
mio e mal di gola di Claudio) dopo aver scritto le nostre
ultime nuove da Delhi, siamo ripartiti domenica 17. E'
praticamente tre settimane che non pedaliamo e i primi
giorni le mie gambe se ne accorgono! La sera i muscoli mi
fanno un pochino male. Nella mattinata, fermi lungo la
strada in una delle tante "pause pipi", tre uomini con i
loro carrettini pieni di frutta si fermano e ci danno la
mano. Prima di andarsene ci regalano dell'uva (buonissima) e
due frutti che tuttora non abbiamo capito cosa fossero. Ci
fermiamo per pranzo su un muretto un pochino fuori dalla
strada. Pane e sottilette e un po' di frutta. Un cagnolino
viene verso di noi...cosi' diamo un po' di pane e dell'acqua
anche a lui. Ci fermiamo dopo 90 km a Panipat. Una citta'
superincasinata. I poliziotti agli incroci prendono quasi a
bastonate biciclette e carretti per farli passare
velocemente o farli star fermi. E' incredibile come i mezzi,
le persone e le bici in India si possano incastrare senza
che nemmeno piu' uno spillo riesca a farsi strada. Ci sono
un sacco di hotel...chiediamo ad alcuni e ci sparano cifre
assurde per stanze "squince". Un tizio di un albergo ci
viene a chiamare. Non e' ancora aperto, pero' le stanze sono
gia' pronte cosi' riusciamo a dormire in una stanza
accogliente per poco.
(...mentre scrivo c'e' un ragazzo della guesthouse che ha
messo una canzone indiana a tutto volume e si e' messo una
maschera in faccia e danza...:-))
18 febbraio. Panipat-Ambala 120 km. Come tutti i giorni
qualche gara e qualche rompiballe! Arriviamo la sera ad
Ambala...per trovare i centro impieghiamo un'ora e poi non
trovando un albergo chiediamo alla gente. Ci indicano un
albergo sulla strada principale per Amritsar (la nostra
strada!). Lo vediamo da fuori...mi sa che costa troppo!
Entriamo lo stesso a chiedere e ci stupiamo dei prezzi
esposti...e' piu' o meno come paghiamo di solito. Allora
pnsiamo: "sara' solo la reception che e' spelndida". Invece
salgo a vedere la stanza ed e' molto carina. Ci sara'
qualche difetto! Ci sistemiamo e ci laviamo...mmm...ecco la
pecca! C'e' un rumore assordante di aerei...sembra che ti
entrino in stanza!
19 febbraio. Ambala-Ludhiana. Siamo in coda al semaforo. Ci
sono camion, bici, auto, pullman e anche qualche carretto
stracarico trainato da cavalli o asinelli. Fanno tenerezza
in mezzo al traffico incasinato e rummoroso loro che invece
aspettano silenziosi che venga verde (o piu' che altro che
chi lo guida gli tiri le briglie per farli partire). Ci
fermiamo in un alberghetto ad un incrocio. Mangiamo una
frittata in uno dei carrettini che lungo la strada preparano
da mangiare e poi prima di andare a dormire un bicchiere di
latte caldo. La sera alcuni ristoranti o qualche carrettino
scaldano il loro pentolone larghissimo pieno di latte, poi
lo "shekerano" fra due vasi di alluminio con lo zucchero e
te lo servono in un bicchiere di alluminio, di vetro o di
terracotta con la panna che fa il latte posata sopra.
20 febbraio. Lungo la strada ci sono molti che vendono
aranci ed ananas o fanno succhi al momento. Lungo la strada
ci sono MC Donald appena costruiti con le loro M che
svettano nel cielo e si vedono a 2 km di distanza. E'
allucinante e' ovunque. Ci fermiamo in un paesino a 40 km da
Amritsar.
21 febbraio. Si pedala benissimo...abbiamo ilvento a favore
e sembra di volare! In meno di due ore arriviamo ad
Amritsar. Al Golden Temple, un tempio Sikh nel cuore della
citta', si puo' dormire nel dormitorio gratis oppure
affittano stanze. Purtroppo le bici non possono entrare.
C'e' solo un parcheggio fuori non custodito. Cosi' cerchiamo
un alberghetto nei dintorni dove possiamo mettere le bici in
stanza. Nel pomeriggio entriamo a visitare il Golden Temple.
Appena fuori ci sono un sacco di venditori ambulanti con
fazzoletti e bandane. Anche gli uomini (oltre alle donne)
devono avere la testa coperta per entrare nel tempio. Appena
fuori dall'entrata c'e' un locale dov depositi le scarpe ed
i calzini ed in cambio ti danno un numero per poi ritirarle
una volta usciti dal tempio. Si puo' entrare solamente a
piedi nudi. Appena davanti all'ingresso c'e' una piscinetta
bassa dove bisogna lavarsi i piedi prima di entrare. Il
Tempio d'oro sorge nel mezzo di un laghetto: la piscina del
nettare. Dove uomini, bambini e donne fanno il bagno per
purificarsi.
22 febbraio. C'e' un bel vento forte...per fortuna a favore.
In un ora e mezza raggiungiamo il confine. Prima di passare
la frontiera indiana cambiamo le rupie indiane che ci
avanzano in rupie pakistane. All'immigrazione ci fanno
compilare la carta di partenza e poi timbrano i nostri
passaporti. In dogana nessun controllo bagagli, registrano
solamente il numero di bagagli che abbiamo con noi. Prima di
entrare in frontiera Pakistana vediamo tribune tipo da
stadio sia a destra che a sinistra (TRIBUNE DA STADIO IN
FRONTIERA??!). Appena antrati in Pakistan vediamo delle
tribune da stadio anche qui sia a destra che a sinistra. Un
ufficiale ci controlla il passaporto e segna i nostri dati
in un registro. Passiamo poi in un altro edificio (appena
inaugurato) dove ci timbrano il passaporto e bagagli ci
chiedono solamente se trasportiamo droghe o alcol,
ovviamente la risposta e' negativa. Siamo in Pakistan. In
meno di due ore siamo a Lahore davanti alla guesthouse
Reagale Internet Inn. Una scala assurda per portare su le
bici! Ma ci stanno sul terrazzo. Appena sotto la guesthouse
c'e' un bel supermercato e bancomat per prelevare. Qualche
posticino per mangiare ed un fantastico locale (Chaman) che
fa gelati. Costano pochissimo e sono deliziosi! Con nostro
stupore anche qui ci sono MC Donald, KFC e Subway. Cinque
anni fa, quando era stato qui Claudio, non c'erano
supermercati, bancomat che accettassero carte straniere (si
potevano solo cambiare US dollari o Euro in moneta locale)
e men che meno catene di fast food americane.
23 febbraio. Dopo aver comprato mezzo chilo di spaghetti al
supermercato, approfittiamo della cucina e cuciniamo dei
"favolosi" spaghetti al sugo. Dopo pranzo prendiamo un taxi
per recarci al confine (Wagha border) fra Pakistan e India
per assistere alla cosi' descrittaci imperdibile e
spettacolare cerimonia di chiusura del confine che ha luogo
tutti i giorni un'ora prima del tramonto dal 1948. Paghiamo
10 rupie (10 cent di euro) per entrare e ci sediamo sulla
prima fila degli scalini delle tribune che avevamo visto il
giorno prima attraversata la frontiera. Gli uomini seduti da
una parte e le donne sedute dall'altra. Le tribune piene di
gente. Quasi 2.000 persone. Sono le 16. La cerimonia
iniziera' tra un'ora. le tribune piu' passa il tempo piu' si
riempono. Musica a tutto volume inneggainte il Pakistan. A
ritmo di questa musica arriva un vecchietto con la barba
lunga bianca vestito di verde con i disegni della bandiera
pakistana, un berretto verde che sventola una bandiera
enorme. E' troppo un mito. poi si ferma per farsi
fotografare. Nel mentre ufficiali vestiti nelle loro divise
con il pennacchio si preparano alla cerimonia. Arriva un
altro tizio con una maglia verde sventolando la bandiera
pakistan che incita il pubblico e corre a ritmo di musica
con la bandiera. Ci sono cori da stadio sia dalla parte
machile che da quella femminile. Ore 17. Inizia la
cerimonia. Ufficiali che camminano sui tacchi, con le
braccia avanti ed indietro. Il pubblico che incita e grida
"Lunga vita al Pakistan". E' un misto di comicita', stile
coloniale rivalita' nazionale. Sguardi da cattivi degli
ufficiali. Poi aprono i cancelli e piano piano, fra suono di
trombe, altro sbattere di tacchi e ginocchia e piedi tirati
in alto quasi fino alla faccia ammainano le bandiere
incrociandole. Piegano e portano via la bandiera. e poi
prima di chiudere i cancelli c'e' l'ultimo sguardo e saluto
tra due ufficiali. In fine le foto di rito e tutta la gente
che dalle tribune si butta in strada. Vi allego un piccolo
filmato (spero si veda) per rendere un pochino l'idea della
spettacolarita'!
24 febbraio. Ancora qui a Lahore. Abbiamo fatto un po' di
spesa. Domani si riparte verso ovest. Probabilmente ci
sentiremo da Multan fra quattro o cinque giorni.
A presto, ciao cari,
Patrizia
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